Otto giorni
"Alzati immediatamente"
Stavo dormendo, tuttavia lui mi aveva strattonato con violenza fino a svegliarmi, gridandomi nelle orecchie che dovevo prepararmi alla velocità della luce.
Ancora intontita avevo aperto gli occhi, notando che si trattasse di Harvey.
"Se ci fosse stato un intruso ti saresti svegliata così?" Aveva domandato, più irritato che desideroso di una risposta.
"È da più di cinque minuti che siamo dentro questa stanza e tu dormivi come se niente fosse! Impara a svegliarti in fretta" mi aveva ammonito poco dopo.
A quelle parole mi ero alzata di scatto dal letto, con il respiro leggermente affannato a causa dello spavento.
"Fino ad una settimana fa viveva in un'isola sperduta a giocare con arco e frecce, non dovresti essere così severo" aveva affermato uno dei due fratelli, che era con lui, con un tono calmante.
"Sta zitto Jiro, sai benissimo quant'è importante!" Aveva prontamente replicato ancora più teso.
Era decisamente alterato dal fatto che non mi fossi svegliata immediatamente, probabilmente doveva essere pericoloso un sonno così profondo sulla nave.
Infatti aveva continuato a rimproverarmi per almeno altri dieci minuti.
Tuttavia sentivo che aveva perfettamente ragione e comprendevo benissimo la sua arrabbiatura.
"Dovrò migliorare i miei sensi, non hai affatto torto" avevo risposto io poco dopo, sperando che si calmasse.
"Bene, allora vai a prepararti! Killer vuole vederti" aveva affermato Jiro.
Come? Per quale motivo voleva vedermi così all'improvviso?
Glielo avevo chiesto, ma a quella domanda Harvey mi aveva guardato ancora scocciato.
"Hai dieci minuti e devi renderti impeccabile, dovrai essere al servizio del vice capitano prima della colazione" aveva precisato.
Fuori era ancora buio, eppure Killer era già sveglio a preparare la colazione?
No anzi, erano tutti svegli?
"Vado immediatamente a prepararmi, comunque ora che conosco il tuo nome mi sento meglio, vorrei sapere quello di tutti" avevo affermato con un accenno di un sorriso.
Era fondamentale ottenere la loro fiducia, forse, mi avrebbero risparmiato.
"Ichiro, mio fratello è nato prima di me, e scusaci, all'inizio eravamo diffidenti sulla tua sopravvivenza" aveva spiegato subito con un tono cordiale.
"Io lo sono ancora" avevo sentito sbottare in lontananza mentre andavo a prepararmi, doveva essere lo scorbutico.
Grazie ai comfort del bagno a nostra disposizione, lavarsi e vestirsi era davvero veloce.
L'acqua calda, poi, al mattino, era un dono divino!
Mi ero vestita in fretta con gli abiti dati da Gin, ho applicato l'unguento senza bendare la spalla e di corsa sono andata nella sala dei pasti, trovando il biondo intento a cucinare.
Era lì che preparava la colazione e, sebbene avesse notato la mia presenza, non mi aveva detto nulla.
Come mi sarei dovuta approcciare?
"Vi serviva la mia presenza?" Avevo quasi balbettato, impaurita.
Ero in ansia, ero stata chiamata in loro servizio mentre ancora dormivo come se fossi la loro cameriera e, mentre mi tormentavo le mani, lui era completamente preso da quelle pesche.
"Sì, vieni qui e siediti" aveva affermato lui senza mollare lo sguardo da quei dolci frutti.
Così avevo fatto ed ero rimasta in silenzio.
"Heat mi ha riferito di ieri, sei ancora ferita dalla freccia?"
Era interessato alla ferita?
Più confusa che mai avevo risposto che no, le cure di Heat erano state efficaci e che bastava il solo unguento.
"Ora siamo sicuri che tu sia coinvolta con il governo, puoi parlarmi attentamente di cosa ti sei ricordata ieri?" Aveva chiesto con un tono rilassato, mantenendo lo sguardo sulla colazione.
Aveva sempre un tono così neutrale e ragionevole, completamente diverso dal loro capitano ed ero convinta che fosse lui la mente del gruppo.
"Ero nel mio villaggio, c'erano anche le altre sacerdotesse ed i nostri gatti, sono animali divini con doti speciali, non ricordo quali, e volevo difenderlo dall'assalto dei forestieri, poi ho visto Kuma, sembrava un nemico" avevo spiegato brevemente.
Volevo davvero attingere ad altre informazioni, mi sforzavo ogni momento, ma proprio non volevano uscire con la forza.
Lui ci aveva pensato mentre metteva a bollire il tutto con dello zucchero.
"Ed il tuo gatto dov'è?"
Avevo un gatto? Probabilmente era così se mi era stato affidato dalla nascita, eppure non era con me.
"Non lo so, dev'essere rimasto lì, non ricordo nulla su di lui al momento" avevo risposto tranquilla dicendo la verità.
Ero convinta di non poter mentire ed anche sul fatto che l'uomo mascherato voleva ardentemente quelle informazioni, perciò era una conversazione sicura.
"Il tuo nome?" Aveva continuato lui.
Avevo scosso la testa, non ricordavo affatto informazioni utili su di me.
"Hai degli occhi gialli che risplendono nella notte, per comodità ti chiamerò Ki"
A quelle parole avevo annuito con un deciso cenno della testa, ma per quale motivo sentiva il bisogno di darmi un nome?
Il loro comportamento era così... singolare.
"C'è dell'altro che devo fare?" Avevo domandato mantenendo le mie domande in un angolo della mente.
"Sì, affetta bene il pane con questo grande coltello, serve per la colazione" aveva ordinato lui mentre tagliava una fetta per farmi vedere lo spessore corretto.
Così avevo iniziato a tagliare quelle sei grandi pagnotte e, diverso tempo dopo, avevo concluso il mio compito.
Nel frattempo non avevamo parlato molto, solo qualche dritta su come tagliare meglio il pane, finché non sono stata in grado di soddisfarlo.
Poco dopo aver finito di preparare il pane mi aveva dato l'ordine di sistemare i tavoli e le posate, lasciando scoperto il posto di Kidd.
Lo avrebbe servito lui personalmente.
Ad un tratto era entrato Wire, che ci aveva salutato, poi Gin e gli altri, successivamente Heat ed ognuno di loro si era seduto al proprio posto a sedere.
Ero rincuorata dal fatto che, nonostante fossimo dei mozzi, i pirati di Kidd salutassero, con un minimo di dignità, mantenendo comunque ben divisi i ranghi, e ci riservassero lo stesso cibo.
Aspetta? Avevo pensato a "noi" mozzi?
"Oggi siamo serviti da una bella donna, potrei abituarmi con piacere" aveva sentenziato Wire quando avevo portato e posato il suo bicchiere di marmellata di pesche calda.
"Sei già in piedi nonostante la freccia?" Aveva ribattuto Heat mentre stava andando a sedersi.
"Sto bene, ho messo lo stesso unguento che mi avete dato ieri" avevo risposto mantenendo un tono rispettoso, ma allontanandomi velocemente.
Intanto anche gli altri mi osservavano servire i tavoli portando per ognuno un bicchiere di marmellata appena preparata da Killer.
"Questi sono i privilegi di essere nati donne" aveva sbuffato sottovoce Ichiro nel momento in cui stavo portando dell'acqua a Gin.
Ma quale privilegio!
Concentrandomi sul compito, non era un lavoro pesante e lo stavo facendo piuttosto bene, finché non era entrato il "Boss" facendo calare la temperatura della stanza.
Incuteva davvero timore, proprio il contrario di Killer!
Lui mi aveva osservato mentre versavo del rum a Wire, di prima mattina.
"È stata una mia idea, come ti sembra?" Aveva domandato Killer vedendo la sua espressione perplessa.
"Non male, ma voglio che sia sempre tu a servirmi i pasti" aveva risposto con un ghigno.
Forse questa notte si era rilassato ed era di buon umore.
Così avevo continuato, nonostante sentissi costantemente freddo lungo la schiena a causa della tensione.
Ma ce l'avevo fatta, ordine portato a termine con successo, ero ancora viva!
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