Non ero a casa
Non sapevo dove fossi.
Sentivo dei rumori ovattati in lontananza, grida incomprensibili che provenivano da fuori, non sapevo di preciso da dove visto che non riuscivo a vedere bene.
Sentivo del bagnato sotto di me, al tatto con la mano sembrava sangue e sentivo anche qualcosa di duro e freddo, come del metallo.
Il cielo non si vedeva nel luogo in cui mi trovavo e, una volta interrotti quei rumori, il vuoto aveva iniziato a divorare tutta me stessa.
Non sapevo cosa stesse accadendo, non capivo, a stento avevo la minima percezione di me e nemmeno l'istinto era capace di darmi le energie per potermi alzare da lì e correre via, anche senza una meta ben precisa.
Era passato qualche minuto e finalmente ero in grado di mettere a fuoco la vista, vedendo così che mi trovavo in una stanza in legno piuttosto spoglia e semplice, piena di tesori preziosi e gelide monete d'oro luccicanti.
Avevo però davanti un'enorme bambola voodoo che mi osservava con un'espressione alquanto triste.
Era piuttosto spaventosa, con quei lunghi capelli blu che sembravano una folta criniera e quelle cicatrici che percorrevano il collo, le braccia e, probabilmente, anche altre parti del corpo, tuttavia era l'unico che fosse al corrente del fatto che io fossi lì.
"Dove sono? Potresti aiutarmi?" Avevo chiesto con un filo di voce difficile da riconoscere come la propria, nella speranza che mi salvasse da quella situazione.
Non riuscivo a muovermi, non sapevo nulla e di certo non ero in grado di riuscire ad andarmene da sola da quel posto, qualunque fosse.
Ma purtroppo, a quella richiesta, non aveva fatto altro che aggrottare le ciglia per poi voltarsi, aspettando chissà cosa.
Difatti poco dopo erano arrivate delle altre persone, ma le forze iniziavano a mancare e non riuscivo più a tenere gli occhi aperti.
"Boss, come ci è finita questa ragazzina qui dentro?" Aveva esclamato uno, estremamente sorpreso.
Si riferivano sicuramente a me, anche se nel mio stato c'era la possibilità che mi confondessi anche sul mio stesso sesso.
"C'è una impronta sotto di lei Kidd, quindi può essere stato solo Kuma con il suo potere a portarla qui" aveva precisato un altro con un tono che non lasciava trasparire nessuna emozione in particolare.
Ad un certo punto mi sono sentita strattonare e successivamente sollevare fino a che non toccavo più per terra coi piedi.
Era terrificante, non vedevo nulla né potevo difendermi, oltre a ciò non avevo la minima idea su chi fossero questi uomini!
"Sei una sua sottoposta?" Aveva domandato colui che mi aveva sollevata.
L'uomo in questione aveva una voce rabbiosa, profonda e roca, soltanto questo gli bastava per emanare un'aurea di terrore!
"Poco prima mi ha visto e mi ha chiesto di aiutarla Boss, non credo comprenda dove si trovi e ci conosca"
Era vero, non comprendevo nulla, però dovevo comunque rispondere o mi avrebbero uccisa all'istante, ne ero sicura.
"Non so nulla, non ricordo neanche chi sono" avevo affermato con tutte le forze.
L'altro a quella risposta mi aveva gettato con ferocia, facendomi sbattere contro una parete dura.
"Kidd, non ci dirà niente se morirà e noi dobbiamo sapere cosa vuole Kuma da noi"
Era la stessa voce di prima, l'avevo riconosciuta.
Era anche l'unico che parlava con questo Kidd che, intuendo, doveva essere il "Boss" nominato dagli altri due e la stessa persona che mi aveva scaraventato a terra.
"Sì, Heat, Wire, prendetela e fate in modo che possa parlare" doveva aver ordinato il loro capo e, velocemente, delle enormi mani mi avevano presa e sollevata, per poi essere portata via come un sacco di patate.
Sentivo vicino una chioma morbida e, ovunque posassi le mie mani, sentivo anche delle ferite, simili a cicatrici, perciò ero sicura che fosse quella bambola voodoo ad avermi presa.
Dopo qualche tempo ero stata adagiata su un ripiano duro.
"Il Boss vuole che ti curiamo, perciò stai ferma, dobbiamo mettere dei punti qui sopra la fronte ed un paio sul ginocchio" aveva spiegato una persona diversa da quella che mi aveva portato lì.
Mettere dei punti? Così a vivo?
Realizzando cosa stessero per fare avevo iniziato a dimenarmi con le poche energie che mi erano rimaste, costringendo lo stesso tipo che mi aveva portato a tenermi ben salda.
Ero immobilizzata, il respiro era affannato e sentivo le energie andare via molto in fretta.
Non era durato a lungo, infatti solo dopo pochi minuti di torture avevo perso ogni sensazione.
Ed in un attimo, tutto era finito.
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