In fuga per vivere un altro po'
Come se la stanchezza per non aver dormito un intero giorno ed esser stata rapita non bastasse a ridurmi a pezzi, ora ero anche su un pesce volante che ad ogni minimo sbaglio minacciava di farci cadere di sotto.
In tre ci inseguivano, però li sentivo che chiamavano in soccorso altri dei loro aguzzini.
Da dietro sparavano e virare era molto complicato, ma in qualche modo ce la stavamo cavando io e Shiroi.
Ci stavamo avvicinando a delle infrastrutture, segno che il cuore della città e della popolazione si trovava di lì.
Forse lì c'era qualcuno di loro che nel frattempo mi stava cercando, forse c'era Heat o Killer, o magari i due gemelli, già abbastanza forti per abbatterli.
Ma fino ad allora dovevo cavarmela da sola.
Il pesce iniziava a cedere, quella tratta così lunga deve averlo stancato molto, perciò avevo provato ad avvicinarmi a terra.
Il luogo era trafficato, sembravano esserci degli uomini autorevoli e di un certo spessore, come un uomo basso e con un enorme sigaro ed un altro con una grande collana e delle ali!
Delle ali su un uomo!
Sapevo che l'atterraggio sarebbe stato brusco, infatti avevo detto a Shiroi di prepararsi.
Il pesce si era ribaltato, facendoci cadere a qualche metro di distanza da lui e procurandoci dei graffi.
Nel mentre mi rialzavo vedevo loro tre avvicinarsi, già a terra ed i rinforzi ad una mezz'ora di distanza.
Gli altri uomini estranei erano rimasti a guardare curiosi nel durante ero andata da Shiroi.
"Riesci a portarmi in groppa? Sei più veloce di un umano o di un pesce" avevo affermato prendendo il suo muso con entrambe le mani.
Aveva gli occhi stanchi, molto più dei miei, camminava appena, però aveva comunque preso un respiro profondo per poi con la testa dare un segno di affermazione.
Non potevo salire in groppa correttamente, per questo mi ero dovuta praticamente sdraiare su di lui.
Shiroi era partito.
Un animale divino in forma è più forte del vento e veloce del fulmine e credevo fermamente in lui nonostante le sue condizioni.
Ogni tanto zoppicava e quando saltavamo da un isolotto all'altro spesso mi sbalzava via, ma, nonostante ciò, ci stavamo allontanando.
Loro continuavano a spararci, ma Shiroi era agile nel schivarli.
Solo un essere divino potrebbe conservare tutte queste potenti energie dopo settimane di torture.
"Andiamo da un fabbro, ci serve uno strumento per liberarci" gli avevo consigliato mentre di quei soggetti non si vedeva nemmeno la sagoma.
Ero scesa da lui ed eravamo andati a piedi in un isolotto vicino dove c'era, appunto, un luogo di costruzione.
Ormai era arrivato quasi il tramonto ed i lavoratori stavano andando via, portandosi gli strumenti.
Un uomo si era avvicinato con sospetto.
"Vuoi rubarci qualcosa? Non abbiamo niente per te!" Aveva esclamato forte e minaccioso lui.
"No, voglio solo liberarmi di queste" avevo risposto mantenendo la calma.
Un suo collega si era avvicinato poggiando una mano sulla spalla dell'altro.
"Sarà una schiava che è scappata, se ne vedono alcuni ogni tanto e fanno sempre una fine orribile..." Aveva detto il signore anziano.
L'altro, da furioso com'era, si era calmato.
"Ci sono così tanti delinquenti qui, vieni" aveva concluso l'uomo prima furioso.
"Non ho molto tempo, staranno arrivando" avevo precisato.
Che uomini buoni che avevo trovato, non solo avevano compreso, ma mi avevano in fretta liberato dalle catene e tolto la museruola e quel cappio al collo di Shiroi.
"Il ferro è di qualità, lo terremo noi come compenso" aveva affermato l'anziano quando con un gesto frettoloso della mano ci aveva scacciato.
"Potrebbero essere sulle nostre tracce" aveva affermato Shiroi ora che poteva parlare.
"Shiroi... Mi sei mancato così tanto!" Avevo esclamato forte per poi abbracciarlo.
Anche lui era provato, lo sentivo.
"Sono a venti minuti da noi, non è il momento" aveva continuato convincendomi a salire in groppa.
Ora ci potevo stare su correttamente.
Finalmente, dopo settimane in cui non sapevo nemmeno se sarei sopravvissuta.
Era stupendo, piacevole e liberatorio.
Avevamo corso per allontanarli fino a che non era calata la notte e ci eravamo nascosti in un luogo meno illuminato del centro della città.
C'era un'infrastruttura, con una sola luce ad illuminarla ed un ingresso facile da manomettere.
Eravamo entrati con cautela senza lasciare traccia.
Sembravano delle terme, come quelle che avevamo noi tra le rocce, ma dentro del cemento.
C'erano le docce con l'acqua calda però!
Eravamo entrambi distrutti, usarle non sarebbe stato male per alleviare la stanchezza.
"Vieni Shiroi, è una doccia" lo avevo rassicurato.
"Come possiamo usare i mezzi dei forestieri, potrebbero esserci pericoli" Aveva risposto di petto lui.
"Questo è il mondo in cui vivrai d'ora in poi, sei un elemento divino che deve sopravvivere per mantenere la nostra tribù intatta" avevo precisato io.
Lui ci aveva pensato, era diffidente nei confronti dei forestieri, ma doveva comprendere ciò che era pericoloso da una semplice doccia.
Alla fine ci eravamo lavati, con abbondante acqua calda, avevo rubato una spazzola ed un paio di vestiti puliti, bianchi e molto corti, in realtà un top ed un pantaloncino, e ci eravamo nascosti in uno stanzino con la chiave.
Avremmo dormito a lungo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top