Capitolo 15
Kakashi si svegliò di buonumore, ma vedendo vedendo il calendario si ricordò che giorno fosse e si intristì.
Andò subito dall'Hokage sperando in una missione lunga e lontana da lì per distrarsi ma non ebbe fortuna.
- Mi dispiace Maestro, ma non ci sono missioni disponibili.- disse Naruto dispiaciuto.
- Non c'è problema, grazie comunque.- rispose scoraggiato.
Uscendo dall'ufficio incontrò Aki che lo salutò.
- Buongiorno Kakashi!- disse sorridendo
-Buongiorno.- disse cercando di sorridere, ma non ci riuscì benissimo, chiunque lo avrebbe notato.
- È successo qualcosa?- chiese preoccupata.
- No, no, non devi preoccuparti, sto bene.- disse superando la kunoichi e continuando a camminare con la testa china.
- Cos'ha oggi?- chiese a sé stessa.
-È comprensibile, oggi è l'anniversario di quel giorno.- disse una voce alle sue spalle.
Lei si voltò spaventata, ma si tranquillizzò quando vide il volto di Gai.
- Ah, buongiorno Gai, mi ha spaventata!- disse Aki.
- Buongiorno, non devi prenderla a male, Kakashi è molto triste in questo periodo, specialmente oggi, che è proprio l'anniversario.- disse Gai rattristatosi pensando al suo rivale e a come dovesse sentirsi in quel momento.
- Anniversario? Cos'è successo?- chiese Aki.
- Forse non dovrei dirtelo, ma credo non sia giusto lasciarti all'insaputa, in fondo gli vuoi bene.- disse Gai facendo imbarazzare Aki, la quale arrossì all'istante.
- Ma credo sia meglio parlarne da un'altra parte.- disse Gai sorridendo e incamminandosi verso l'esterno.
I due si incamminarono per le vie del villaggio, che a quell'ora erano ancora sgombre.
- Kakashi quando era un ragazzo faceva parte della squadra Minato, che poi sarebbe diventato il 4° Hokage.- iniziò Gai.
- Kakashi è l'allievo del 4°Hokage, Lampo Giallo, Minato Namikaze?- disse Aki stupita.
- Ebbene si, i suoi compagni di squadra erano Obito Uchiha, un ninja impulsivo ma determinato e tenace, e Rin Nohara, un ninja medico molto gentile e preparata.- disse Gai.
-Insieme erano una squadra incredibile, ma Kakashi e Obito non si sopportavano a vicenda, e spesso Minato e Rin li rimproveravano per questo. Kakashi fin da ragazzo aveva un'abilità innata, e divenne Jonin molto prematuramente.- continuò Gai mentre Aki lo osservava curiosa di conoscere la storia del famoso "Ninja Copiatore di Konoah".
- Durante la 3° Grande Guerra Ninja, la squadra di Minato ebbe la missione di distruggere un ponte nemico, ma Minato era impegnato sul fronte, quindi il capitano divenne Kakashi per quella missione. Ma Kakashi non era ancora pronto, non capiva il vero significato del gioco di squadra e il valore dell'amicizia. Durante la missione Rin venne catturata e Kakashi ordinò di ritirarsi. Obito si oppose e andò a salvare Rin, dicendo a Kakashi la frase che divenne poi e tutt'ora il suo mantra personale.- disse Gai ripensando al giorno in cui Kakashi decise di raccontargli tutto.
-Qual'è questa frase?- chiese Aki curiosa ma anche triste.
- "Chi infrange le regole viene considerato una feccia da tutti, ma chi abbandona un compagno è molto peggio della feccia!"- disse Gai mentre Aki immaginò che quelle parole uscirono dalla bocca di Kakashi e rabbrividì.
- Kakashi capì il suo errore e corse da Obito e combatterono insieme contro uno dei nemici e fu in quello scontro che Kakashi perse il suo occhio sinistro e Obito utilizzò per la prima volta il suo Sharingan. Kakashi si curò usando il kit che Rin gli aveva regalato per la sua promozione a Jonin e insieme di diressero verso la base del nemico per salvare Rin e collaborando riuscirono a sconfiggerlo. Ma il nemico fece crollare la grotta e Obito per salvare Kakashi rimase schiacciato sotto un masso, e in quel momento Obito donò il suo occhio sinistro a Kakashi. I due stavano per tornare ma vennero sorpresi da molti nemici, ma in quel momento Minato salvò i due trasportandosi lì usando il Kunai del Trasporto che aveva regalato a Kakashi. Dopo insieme compirono la missione distruggendo il ponte.- finì Gai abbassando lo sguardo.
- Quindi oggi è l'anniversario della morte del suo migliore amico?- chiese Aki quasi in lacrime.
- No. Ti ho raccontato questa storia per farti capire quello che ti dirò adesso. Qualche mese dopo Rin venne rapita dal Villaggio della Nebbia per farla diventare una forza portante del Tricoda. Kakashi si mobilitò subito per salvarla, ma mentre attaccava con il suo Mille Falchi, Rin si mise in mezzo per non diventare una forza portante. In quel momento Kakashi sviluppò il Mangenkyo Sharingan, che si impara solo uccidendo la persona che ti sta più cara.- disse Gai tutto d'un fiato, lasciando Aki stupefatta e attonita.
- E oggi è l'anniversario della morte dell'unica persona che lui abbia mai amato.- concluse Gai mentre ormai entrambi soffrivano immaginando il dolore di quel ninja che sembrava imbattibile, ma che in realtà era forse il più debole.
Aki corse subito via in lacrime.
Non sapeva dove andare, non sapeva dove fosse, ma sapeva che doveva raggiungere Kakashi, e che lo avrebbe fatto.
Ormai si era fatta notte, e Kakashi era seduto sopra la Porta del Villaggio, mentre pensava a quel dannato episodio, quel dannato giorno, quel maledetto Mille Falchi che lui stesso ha usato per difenderla, ma che invece la uccise.
"Ehi Rin, allora, come state? Spero bene. Qui tutto apposto. Quanti anni sono passati? Da quel giorno in cui te ne sei andata. E mi hai lasciato solo. Ma adesso non devi rattristarti, ora ho molti amici, e anche molto sinceri e fidati! Sono stato il Maestro del figlio del nostro Maestro, strano vero? Ma dentro di lui c'è la Volontà del Fuoco che splendeva dentro Minato e adesso è 7°Hokage e sta portando avanti il Villaggio nel migliore dei modi." pensò mentre parlava con Rin, o almeno immaginava di farlo, come tutti gli anni.
"Una settimana fa ho incontrato una donna, si chiama Aki, è molto gentile e allegra, e sento qualcosa di strano quando sto con lei, come quando stavamo insieme noi due. Ma non so se posso, se posso rischiare di perderla come ho perso te, di amarla come ho amato solo te nella mia vita." pensò mentre sentì dei passi venire verso di lui.
Saltò giù e vide Aki correre verso di lui.
Aki si fermò a un metro di distanza.
"Posso farlo? Posso amare ancora una volta?"
-Kakashi, Gai mi ha raccontato tutto e immagino il dolore che stai provando.- disse Aki ancora in lacrime.
Kakashi sentì qualcosa spingere la sua schiena forte verso di lei.
Lui si ritrovò a pochi centimetri da lei. Dal suo viso. Dalle sue labbra.
"Fallo! Non devi chiedermi se puoi essere felice! Fallo!" sentì dire da una voce troppo familiare.
"Forza Kakashi! Hai bisogno anche del permesso? Buttati!" disse una voce maschile.
"Kakashi, sii felice" disse una voce che non avrebbe mai dimenticato.
"Kakashi" disse un'ultima voce che gli illuminò la mente. Suo padre.
Entrambi si avvicinarono ancora.
I due volti si avvicinarono e ormai pochi centimetri li separavano.
Successe tutto in un lampo.
Aki gli abbassò la maschera che tanto mascherava parzialmente il suo viso e lo baciò.
Kakashi rimase immobile ma ancora non aveva una risposta.
"Si, solo un'altra volta." pensò quando si abbandonò a quel bacio che a lungo aveva desiderato.
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