Solo un'altra rissa (I)
Gray continuava a chiedersi come fosse finito in quella situazione: con la faccia schiacciata contro lo specchio del bagno, le mani bloccate dietro la schiena e il corpo incastrato tra quello del suo compagno di gilda e il lavandino. Aveva il rubinetto dolorosamente infilato tra le costole.
Quando aveva accettato di andare a bere qualcosa in una remota e poco conosciuta taverna insieme a quello che per lui era un fiammifero ambulante in piena regola, sapeva già come sarebbero andate a finire le cose: avrebbero esagerato con i boccali di birra, si sarebbero presi a scazzottate provocando l'ira dei proprietari e sarebbero stati buttati fuori, dove avrebbero continuato a picchiarsi senza radere al suolo un'intera locanda.
Era così che passavano le serate lui e quella testa calda di Natsu. Anche se, di recente, avevano iniziato ad andare un po' più d'accordo, quello ormai era come un rito per loro, per decidere chi dei due fosse il più forte. Eppure, non poteva immaginarsi minimamente che tra un pugno e l'altro sarebbero finiti chiusi nello stretto cubicolo del bagno, con un euforico rosato che decretava la sua apparente vittoria in quella lotta iniziata per chissà quale sciocchezza.
«Allora Gray, ti arrendi?» Chiese Natsu con un sorriso trionfante stampato in faccia.
«Col cazzo!» Rispose Gray con un ringhio, dimenandosi con foga nel tentativo di liberarsi dalla presa ferrea dell'amico.
Avrebbe potuto usare senza indugio la sua magia del ghiaccio, per metterlo a tappeto, ma sapeva che contro quella del Dragon Slayer del fuoco c'era ben poco da fare – il ghiaccio si scioglie, al contatto col fuoco: è un dato di fatto. Ciononostante, non si arrese; bensì continuo ad agitarsi e scalciare alla cieca, finché non riuscì a colpire una gamba dell'amico, centrando in pieno lo stinco lasciato scoperto dal pantalone che gli arrivava poco sotto al ginocchio.
Natsu allentò per un attimo la presa dalle braccia dell'altro mago, imprecando sonoramente dal dolore per il colpo subito. Quell'attimo di distrazione permise a Gray di girarsi con un movimento fluido e fulmineo, così da poterlo fronteggiare faccia a faccia. Si preparò a caricare un pugno dritto contro quel sorriso insolente che albergava sul volto dell'amico, ma non fece in tempo a muovere nemmeno un muscolo.
Natsu aveva prontamente anticipato le mosse di Gray ed era tornato subito all'attacco, bloccandogli rapidamente i polsi sopra la testa e tenendoli inchiodati allo specchio, facendo così inarcare la schiena del mago del ghiaccio in modo innaturale per via del lavandino posto proprio dietro di lui.
«È inutile che continui a lottare: per stavolta ho vinto io.» Disse Natsu con un ghigno divertito dipinto sulle labbra, arrivando a pochi centimetri di distanza dalla faccia di Gray – il ragazzo poteva percepire il suo fiato caldo come l'interno di una fornace direttamente sulla pelle fresca della propria guancia.
«Vincerai solo quando io non riuscirò più a muovere nemmeno un muscolo.» Ribatté il corvino, lanciando uno sguardo di fuoco all'amico e digrignando i denti.
Prendendolo nuovamente alla sprovvista, Gray riuscì a liberarsi dalla stretta di Natsu con un forte strattone, cosa che gli permise finalmente di poter assestare un pugno contro i muscoli tesi dell'addome dell'altro. Ripresero ad azzuffarsi e continuarono a combattere tra di loro per minuti interi – limitandosi a scambiarsi raffiche di cazzotti e calci e a cozzare contro le pareti, dato il poco spazio all'interno del bagno –, finché Gray non si ritrovò ancora una volta schiacciato contro il lavandino, sovrastato dal corpo dell'amico.
«Davvero stasera non riesci a fare meglio di così? Ammettilo, sono troppo forte!» Rise Natsu, facendo uscire dalle labbra una fiammella grazie alla sua magia di fuoco.
Il mago del ghiaccio non rispose; si limitò ad assottigliare lo sguardo e a incenerire l'altro con quelle sue iridi scure come l'onice. Natsu era forte, uno dei migliori maghi che Fairy Tail potesse avere, ed era consapevole del fatto che avrebbe davvero potuto batterlo ad occhi chiusi, ma non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a sé stesso. Erano tante le volte in cui le loro zuffe finivano solo perché Erza interveniva per rimetterli in riga, ma mai una volta era riuscito a prevalere realmente sull'altro – e quella consapevolezza gli bruciava più delle stesse fiamme con cui Natsu lo lambiva durante ogni rissa.
Contrariato dalla piega che stavano prendendo i suoi stessi pensieri, Gray fece schioccare la lingua contro il palato e sbuffò piccato. Lo guardò in silenzio per un lungo secondo poi, approfittando di un attimo di distrazione da parte del ragazzo dai capelli rosa come fiori di ciliegio che continuava ad esultare di fronte a quella che per lui era la prova schiacciante della sua ormai dichiarata vittoria, si mosse velocemente e gli cinse i fianchi con le gambe, stringendole con forza per cercare di stritolarlo in una morsa ferrea.
«Te l'ho già detto: vincerai solo quando non riuscirò più a muovere nemmeno un muscolo.» Ribadì ancora una volta Gray, aumentando la presa con cui aveva arpionato la vita dell'altro.
Nel compiere quel gesto, però, lo spazio tra il suo corpo e quello di Natsu si ridusse notevolmente, cosa che li portò a cozzare tra di loro nel tentativo di prevalere l'uno sull'altro in quella battaglia per la supremazia. Un movimento di troppo portò i bacini di entrambi a sfregare lentamente, in un contatto stretto e intimo, e un gemito involontario sfuggì senza alcun controllo dalle labbra di Gray. Il mago della Creazione avvampò istantaneamente, di fronte a quel suono osceno, e portò una mano alla bocca per impedirsi di ansimare nuovamente. Era stato così imbarazzante!
Natsu guardò Gray con aria interrogativa, non capendo esattamente perché si ritrovasse ad avere il fiato lievemente accelerato per l'improvviso calore che gli aveva pervaso il corpo per intero – lui era sempre "tutto un fuoco", ma quello che gli scorreva nelle vene era un tipo di fuoco decisamente diverso dal solito. Poi fissò perplesso anche il cavallo dei propri pantaloni, notando che un rigonfiamento cominciava a tirare la stoffa lì dove i loro inguini continuavano ad entrare in contatto anche se ormai avevano smesso di azzuffarsi. Il verso del mago della Creazione e quel continuo sfiorarsi gli aveva acceso qualcosa dentro.
Non si era mai trovato in una situazione come quella, con un'iniziale accenno di erezione dovuto alla sfregamento col bacino di un altro uomo. Di solito, la sua eccitazione si risvegliava durante quei combattimenti impegnativi e carichi di adrenalina e, alcune volte, doveva ammettere di essersi ritrovato con il sesso eretto all'interno dei pantaloni bianchi dopo aver osservato le forme piene e sinuose di una delle ragazze appartenenti alla gilda o di quelle che si trovavano in quei giornaletti particolari. Ma mai gli era successo di eccitarsi in quel modo e in nessun caso si sarebbe aspettato una reazione simile solo nello stare a contatto con il corpo muscoloso del suo più grande nemico e amico.
Anche Gray, dal canto suo, sembrava chiedersi come potesse essergli scappato un gemito tanto osceno di fronte al tocco involontario con l'erezione del Dragon Slayer del fuoco; così, ancora imbarazzato, decise di sciogliere la presa con cui aveva tenuto fermo il compagno fino a quel momento. Poggiò entrambe le mani sul petto scoperto dell'altro mago e si lasciò scappare una risatina nervoso, mentre lo spingeva lievemente all'indietro per potersi allontanare da lui il più possibile – cosa alquanto difficile, dato che continuava ad essere intrappolato tra il suo corpo muscoloso e il bordo di quel dannato lavandino. Quella situazione stava prendendo una piega decisamente ambigua e pericolosa.
Ma per quanto provasse a scollarselo di dosso, Natsu non si mosse di un centimetro. Qualcosa era cambiato nel suo sguardo: le iridi nere si erano fatte ancora più scure, illuminate solamente da un inequivocabile guizzo di puro desiderio. Gray percepì un brivido indistinto percorrergli la schiena, nel trovarsi scrutato da quegli occhi diventati così predatori, e una strana sensazione gli serpeggiò lungo ogni singola terminazione nervosa.
Prima che potesse anche solo pensare di fare qualcosa per allontanare definitivamente l'altro e lasciarsi alle spalle quell'inspiegabile serata e tutto ciò che stava succedendo, Natsu fece la sua mossa: smanioso di approfondire quella strana scoperta che aveva appena fatto, si protese in avanti fino a chiudere definitivamente ogni eventuale via di fuga di Gray, spinse in avanti il bacino e sfiorò ancora una volta l'erezione del mago del ghiaccio con la propria, facendolo sospirare nuovamente e godendosi il senso di piacere che quel contatto gli dava.
«O-oi! Smettila, razza di idiota pervertito!» Gray puntellò maggiormente i palmi sul petto scolpito del Dragon Slayer nel vano tentativo di scollarselo di dosso e di piantargli anche un pugno su quel brutto muso che si ritrovava, così da fargli capire che doveva tenere le mani al proprio posto.
Natsu non lo ascoltò, concentrato com'era sulle piacevoli sensazioni che stava provando in quel momento. Ignorò pure i suoi flebili tentativi di respingerlo, afferrandogli i polsi e strattonandoli nuovamente verso l'alto, bloccandolo ancora una volta contro la fredda superficie riflettente. Continuò a strusciarsi su di lui con movimenti lenti e regolari, premendo con insistenza il proprio bacino su quello teso dell'amico – era ovvio come la luce del sole che, volendo o non volendo, l'eccitazione stava velocemente prendendo possesso di entrambi.
«Hey, fiammifero ambulante, non mi avrai mica scambiato per Lucy?!» Gray richiamò l'attenzione dell'amico, provando con sempre meno convinzione a farlo desistere dal continuare quello che stava facendo.
«Lucy non è un uomo e non sono mai arrivato a toccarla così. Per quante volte ci abbia provato, ho ricevuto in cambio solo dolorosi pugni e calci. Voglio solo... provare qualcosa di diverso.»
«E devi provarlo proprio con me?! Ma ti sei bevuto il cervello al posto del vino, stase-» Il corvino non riuscì a finire la frase, perché le labbra del Dragon Slayer si posarono quasi violente sulle sue, zittendolo all'istante.
Gray spalancò gli occhi all'inverosimile, incredulo e spiazzato. Non poteva credere che tutto ciò stesse davvero accadendo e per di più a lui. Com'erano finiti dal picchiarsi per decretare chi tra di loro fosse il più forte, all'avvinghiarsi e scambiarsi baci come se fossero due animali pronti all'accoppiamento? Continuava ancora a chiedersi come diamine fossero finiti, poi, chiusi nel bagno senza nemmeno accorgersene. Così come si domandò distrattamente che significato avesse quella strana sensazione che gli vorticava nel petto ogni secondo sempre di più.
I suoi pensieri e le sue domande vennero messe a tacere nell'esatto momento in cui la lingua di Natsu gli sfiorò il labbro inferiore in un'esplicita ed inequivocabile richiesta. Anche il meno esperto o il più verginello tra tutti loro sapeva che quel gesto avrebbe comportato una minuziosa esplorazione del suo palato, se avesse acconsentito ad approfondire il contatto.
Il mago del ghiaccio si irrigidì, nel sentire quella lingua umida e calda cercare di insinuarsi con insistenza nella sua bocca, quindi strinse maggiormente le labbra, quasi serrandole. Di fronte a quel rifiuto, Natsu non si arrese né si diede per vinto: sogghignando appena, piantò i denti nel labbro inferiore e pieno dell'amico, stando comunque attento a non fargli troppo male. Quando il ragazzo aprì la bocca per protestare di fronte a quel gesto e al dolore che ne era derivato, il Dragon Slayer ne approfittò per insinuarvi in mezzo la lingua, coinvolgendolo così una battaglia umida.
Gray non poté fare altro se non accettare quell'intrusione improvvisa, ma decise che non si sarebbe fatto sottomettere da una stupida testa calda come Natsu; così lo morse a sua volta, più e più volte – quasi fino a sentire il sapore metallico del sangue ogni volta che affondava i denti con più foga e intensità nella carne dell'amico –, vendicandosi per quel bacio inatteso.
Il Dragon Slayer non protestò, né disdegnò il trattamento che il mago della Creazione gli stava riservando. In fondo, sapeva che il corvino non si sarebbe lasciato andare ad una resa totale – e quasi ci sperava, a dirla tutta –; non sarebbe stato da Gray lasciargli prendere in mano la situazione senza opporsi minimamente. E poi, continuare in qualche modo a lottare in quel modo lo stava facendo eccitare ancora di più.
I due ragazzi andarono avanti in quella maniera per lunghi attimi, scambiandosi baci irruenti fatti di saliva e bocche che cozzavano con impeto tra di loro. Si staccarono solo quando i polmoni cominciarono a chiedere pietà per la scarsa affluenza di ossigeno dovuta alla frenesia del momento, restando tuttavia ben incollati con i propri corpi, i fianchi che continuavano a oscillare appena per cercare di approfondire quel contatto diventato ormai troppo effimero.
«Ok, hai sperimentato abbastanza. Ora spostati.» Gray provò ancora un'ultima volta a respingere Natsu facendo appello a quel po' di lucidità che gli era rimasta, mormorando quelle parole con voce roca e il viso accaldato.
Il ragazzo dai capelli rosa come fiori di ciliegio continuava ad essere sordo ai flebili tentativi da parte del corvino di porre fine a ciò che avevano iniziato – come poteva prenderlo sul serio quando questi lo guardava con occhi liquidi di eccitazione e il membro teso tra le gambe? –, e riprese a baciarlo. Gli piaceva il suo sapore; in qualche modo gli ricordava la neve fresca che amava assaggiare da bambino, quando aspettava a bocca aperta che i fiocchi andassero a depositarsi direttamente sulla propria lingua calda.
Gray mugugnò nel bacio e sospirò quando la sua erezione andò di nuovo a collidere con quella di Natsu. Stava diventando frustrante sentire il piacere infiammargli il bacino, ma non poter far nulla per ricercare il tanto agognato appagamento. Il Dragon Slayer percepì chiaramente l'insoddisfazione del mago della Creazione e decise di dargli ciò che il suo corpo stava chiedendo a gran voce e in maniera inequivocabile. Lasciandogli andare definitivamente le braccia, il mago portò le mani sui fianchi asciutti dell'amico e li strinse appena tra le dita, prima di spostare l'attenzione altrove.
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