Capitolo 35
Dylan.
Oggi. Oggi Victoria e Chris si incontreranno per finire il loro stupido progetto. Io e Matt, invece, lo abbiamo finito a tempo ormai. La cosa mi da rabbia, e..
Gelosia?
Forse.
Non forse, è un dato di fatto.
Okay, okay..forse un pochino..
Ieri sono passato da Bea e come al solito con lei c'era Matt e lei, ovviamente, si è mossa, ma niente di nuovo. Niente accenno di risveglio, niente di niente. Le ho parlato di nuovo visto che Matt s'è n'è uscito per darmi il mio spazio. Le ho raccontato tutto, le ho detto quello che mi preoccupa e, per un attimo, ha stretto leggermente la mia mano. Mi da conforto tutto questo anche se da una parte mi rende infelice. Adesso, seduto al tavolo della mensa con gli altri, penso e ripenso a tutto ciò che ci sta accadendo. A parte il mio comportamento così lontano da com'era un tempo, ma vogliamo parlare dei miei pensieri fissi? Bea e Victoria. Solo loro. Forse è vero che l'amore cambia, che rende migliori e che illumina la vita. È vero.
-Dylan, ci sei?- mi chiama Leila.
-oh, ehm, si, dimmi..- dico tornando in me. Ecco cosa stavo dicendo prima. Mi ritrovo spesso a pensare a cose e boom, mi catapulto nel mondo reale, e boom di nuovo nei miei pensieri.
-Dylan..ti sto per tirare un cazzotto. Mi senti?- chiede di nuovo Leila.
-Si, adesso si, vai.- dico ritornando per la seconda o terza volta in me.
-stavamo dicendo- indica tutti gli altri seduti al tavolo- che tu le devi parlare di nuovo. Devi insistere. Noi ci abbiamo provato più volte e ci ha sempre rifiutati..inutile ricordarti l'ultimo episodio..mi sa che ha sdegnato abbastanza anche te- dice.
-già, non è bello essere lasciati- sbuffo.
-non è questo il punto Dylan- interrompe tutto Lory. Stiamo solo dicendo che tu devi ritornare da lei. e lo sai.- dice.
-hai ragione, io so- ricordo il bacio nell'aula, la mia fronte contro la sua e la dolcezza nelle sue labbra.
Dalila stranamente non fiata una parola. Rifletto sulle parole delle ragazze. Devo fare qualcosa. E la farò.
****
Victoria.
Salgo in macchina per tornare a casa. È da un paio di giorni che non parlo con mio padre, neanche il buongiorno, e da allora neanche più un messaggio. Sembra che non abbiano neanche scoperto il bacio che ,cedendo, ho dato a Dylan..e ne sono felice. Almeno questo.. mi rende felice. Sembra che io non abbia sentimenti per ora, sembra che io sia "forte", ma so che non è così. So che mento, e penso che non sia l'unica a saperlo. La cosa che odio di più è vedere Dylan, la cosa che mi ferisce è vederlo sempre più giù. vederlo aspettarmi tutti i giorni appoggiato alla colonna del cancello d'ingresso, vederlo assieme agli altri e nonostante tutto, assente. I nostri occhi si incontrano spesso e dentro di me, ogni volta, scoppia tutto. Vorrei poter correre da lui, urlare il suo nome e stringerlo a me. Mi manca lui, mi mancano i miei amici. Mi manca Leila, la ragazza che per prima mi ha colpito, mi manca Leo e la sua saggezza, mi manca la piccola e dolce Lory, mi manca la forte Dalila e infine mi mancano Zac e Taylor, i comici del gruppo...mi manca passare le serate con loro, mi manca il mangiare la pizza tutti da me, mi manca avere intorno, sempre e comunque, il loro affetto e mi manca , soprattutto, la presenza di Dylan ogni singola notte. Apro la porta e, con mia sorpresa, c'è mio padre.
-ciao tesoro- dice vedendomi entrare.
-che ci fai qui, John?- chiedo fredda.
-mi ero dimenticato la chiave dell'ufficio- la solleva in mano e poi la riabbassa. Solo ora mi accorgo che ha un po' di barba, che i capelli non sono in ordine come sempre e che la cravatta è allentata. Sembra sbandato, ha le occhiaie e il volto stanco...la cosa che mi distrugge? So che a provocare queste sensazioni sono io.
-è andata bene a scuola?- chiede.
-si- mi limito a rispondere buttando la borsa sul divano e avviandomi al frigo.
-bene, mi fa piacere- dice -ci vediamo stasera- mi saluta e dopo aver aperto la porta esce.
Mi butto su di uno sgabello del bancone e mi porto le mani ai capelli.
****
-ehi, ehi, ehi- mi saluta Chris entrando e dandomi un bacio sulla guancia.
-ciao- lo saluto cercando di inserire più felicità possibile.
-guarda cosa ho portato?- chiede sollevando una busta di plastica bianca.
-cos'è?- chiedo stranita.
-allora, iniziamo con due pacchi di patatine, tre di biscotti e due bottiglie di coca cola e aranciata..- ride- penso possano bastare- continua- poi per stasera, visto che mi devi una cena, ho trovato una pizzeria non molto lontana da qui che fa anche consegne a domicilio..ovviamente offro io- mi fa l'occhiolino.
Parla velocemente e oggi è vestito in maniera casuale e mi sembra così tanto Dylan.
Una maglietta neutra su di un paio di jeans a caso..lui fa sempre così. Sorrido lievemente e dopo pochi minuti siamo sul divano con i computer sulle gambe.
-cosa ci manca?- chiede.
-niente di che, dobbiamo solo dividerci le date da cercare..due tu e due io?-
-va bene, non c'è problema- inizia a digitare e il silenzio cala nella stanza.
-ho saputo che vi siete lasciati- inizia poi.
-già- alzo le sopracciglia per non urlare.
-mi dispia..- non lo faccio finire di parlare.
-non far finta di essere dispiaciuto Chris, so che non è così- sbotto sorridendo in maniera molto, molto finta.
-bhe, hai ragione, scusami-continua a digitare e sul suo viso nasce un sorrisetto che mi da sui nervi.
-dovresti anche smettere di sorridere- incrocio i suoi occhi di ghiaccio.
-scusa ma è più forte di me- si copre la faccia con una mano e subito dopo ha smesso di ridere. Odio profondo, posso dire solo questo.
-non è carino da parte tua-
-non pensavo fossi una ragazza che badasse alle cose carine-
-non lo sono, infatti. Ma odio le persone che ridono del dolore altrui.-
-dolore? Provi ancora dolore per lui?- chiede.
-più di quanto tu possa immaginare.-
-lo ami ancora?- chiede sedendosi dritto.
-non so se riuscirò mai a smettere, è questo il punto.- continuo a digitare sullo schermo.
-potresti incontrare persone migliori- sbotta.
-tipo chi?- chiedo alzando gli occhi - non ne vedo nessuna in grado di riempirmi il cuore come faceva lui-
Silenzio.
-tipo io- chiede indicandosi.
-Chris..-
-so quello che vuoi dirmi Victoria- dice senza farmi finire di parlare- ma non ci hai nemmeno provato-
-non è questione di provare o meno Chris, lo sai benissimo.-
-e di cosa allora?- continua a guardarmi fisso negli occhi.
-è questione di cuore- dico quasi in un sussurro- e il mio cuore in questo momento non appartiene a nessun altro se non a Dylan.-
-capisco- chiude il discorso e continua a lavorare.
****
-questo puoi metterlo qui- mi indica un punto sullo schermo del computer. Siamo, per adesso, molto vicini visto che dobbiamo finire il video da consegnare.
-e questo qui?- chiedo.
-si, può andare- dice e con questo sembra che abbiamo finito.
-abbiamo finito- mi stiracchio allontanandomi un po'.
-finalmente- lo steso fa lui- sono le nove e mezza di sera?!- per poco non urla.
-le nove e mezza di sera?-
-la pizzeria sarà intasata di ordinazioni a quest'ora- dice dispiaciuto. Certo, a lui interessa questo per ora.
Non essere tanto dura con lui. hai visto cosa ti ha detto oggi? Ha detto che gli piaci e che ti vorrebbe rendere felice.
Ma non può.
-cuciniamo noi?- chiede.
-io non so cucinare- rispondo andandomi a scaldare al fuoco.
-faccio io, non c'è problema- si alza e mi porge la mano –se osservi il maestro, impari, sai?- chiede poi. Sorrido e mi alzo.
Prende pasta, pomodori, pentole, e tanto altro ancora. Non sono mai stata brava ai fornelli, me la cavicchio ma...niente di che. Taglia i pomodori, l'aglio e li fa soffriggere, fa bollire l'acqua e dopo pochi minuti mette la pasta. Io lo osservo in silenzio, ogni tanto canticchia.
E sculetta.
Anche quello.
-che ne dici di incominciare ad apparecchiare?- chiede.
-va bene- mi alzo.
Tutto è pronto, i piatti in tavola, i bicchieri pieni e la luce accesa in maniera soffusa. Ha fatto tutto lui. Mi sento un po' a disagio ma non mi sembra il caso di infierire contro di lui più di quanto io non abbia già fatto pomeriggio.
-com'è?- chiede.
-buono, molto buono- mi stupisco di come alcune persone mi battano in alcuni campi.
-non è salata a robe del genere?- chiede sorridendo.
-no, affatto. È davvero ottima.- sorrido per incoraggiarlo un pochetto.
-sai..non per infierire..ma io potrei darti tante cose del genere, ti coccolerei più di quanto non faccia Dylan..-
-CHris, perché continui a parlare di lui? a paragonarti a lui? godiamoci questo momento...sai come la penso- cerco di sviare il mio imbarazzo.
-perché? Questo momento com'è?- si avvicina a me.
-è bello, molto bello. Siamo amici, due amici che mangiano assieme. Non c'è nulla di male in questo.- si avvicina ancora e ancora..il suo respiro è praticamente su di me e manca poco, pochissimo, che le nostre labbra si tocchino. Si avvicina ancora e adesso riesco ad allontanarmi. Ero come bloccata. Gli appoggio una mano sul petto e lo spingo leggermente indietro. –Chris..- silenzio imbarazzante.
Ma perché tutte a me!?
Dylan.
Sono quasi le undici di sera e sto per impazzire. Ho una specie di piano. Vado a casa di Victoria e questa volta l'affronto. Oggi, soprattutto, l'ho visto più triste e spossata del solito. Era completamente a terra, senza vita e quegli occhi che tanto amo, spenti e senza luce. Odio vederla così. Indosso il cappotto ed esco. L'aria è fredda e gelida, qualche ciuffo di neve continua a cadere. Possono così pochi metri mettere tanta distanza fra noi? Possono creare in me, in lei, tanto dolore. Non riesco a capire cosa stia succedendo, non riesco a capire come io abbia fatto a farmela sfuggire.
C'è fin troppo silenzio, e ciò mi tranquillizza, siamo soli in caso. Chris se ne dovrebbe essere andato da circa due ore no? Dovrebbe essere così. Salgo sull'albero e apro la finestra. Lei non c'è ma la porta aperta mi permette di vedere la luce che proviene dal piano inferiore. Chiudo dietro di me la finestra e mi guardo per un secondo intorno. È sempre a stessa. C'è sempre lo stesso profumo: il suo. Sa tutto di vaniglia e di vernice asciutta. Osservo per un attimo i suoi quadri, i muri tenui e le foto. Fra le varie ci sono anche le mie e le sue. Io e lei abbracciati, io e lei stretti l'un l'altro. I ricordi ritornano a galla e sorrido solo. Mi avvicino alle foto e le sfioro, la sfioro.
Osservo un attimo anche i quadri che ci rappresentano e mi immagino ancora quelli che sono chiusi su in soffitta. Decido di scendere e dopo aver attraversato quel poco di corridoio percorro le scale. sento silenzio e un piccolo risolino che riconosco subito.
-Victoria?- la chiamo. Silenzio.
-Ehi, c'è nussu..-svolto per arrivare nella cucina e quello che vedo è assolutamente snervante per me. Lei è seduta al bancone di marmo con Chris, con un piatto di qualcosa davanti a loro, un qualcosa che non ha assolutamente potuto cucinare lei, visto che fa schifo a cucinare, e tutto ciò fa ancor di più incrementare la mia rabbia. ha gli stessi vestiti di stamattina, lo stesso visto abbattuto e mi fa tanto male vederla così. lei continua a guardarmi sbalordita, come se vorrebbe che io non fossi lì con lei. cerco di non badarci ma anche in questo caso è molto difficile.
-Dylan- dice lei e Chris si alza. Lei ha pronunciato il mio nome con dolcezza, come faceva prima. Vedere lui però...sono arrabbiato.
-che ci fa lui qui?- lo indico con un cenno.
-che problema hai?-fa un passo vero di me e Victoria la ferma con una mano.
-cosa ci fa?- chiedo con più fermezza.
-non deve darti spiegazioni.- dice lui a posto suo.
-senti, io ho già poca pazienza di mio, mettiti pure tu con quella faccia da culo e siamo messi veramente male.-
-faccia da culo?- un altro passo verso di me e Victoria si alza.
-Dylan, cosa vuoi?- ha il viso più bianco del solito.
-Voglio..- sto per completare la frase ma Chris mi blocca.
-ma poi da dove sei entrato?- chiede.
-oh Cristo, ma perché non chiudi quella fogna!- sbotto.
-Dylan- mi chiama subito Victoria. Incontro i suoi occhi e il mio cuore inizia a palpitare -cosa vuoi?-
-parlarti- dico.
-per arrivare a quale discorso-
-per capire il perché del tuo comportamento- mi avvicino a lei.
-Dylan..- la sua voce è flebile- vattene, ti prego-
-ma perché?- chiedo senza riuscire a capire.
-perché è troppo tardi-
-questo lo dici tu- dico- sei tu che pensi sia troppo tardi, ma non lo è. Affatto- mi avvicino ancora a lei.
È nel panico più totale. Si osserva in giro, come se qualcuno potesse giudicarla, osservarla di nascosto..
-Dylan. Ci hai interrotto- dice poi.
-interrotto? Io non ho interrotto niente, non stava succedendo niente-
-e tu che ne sai?- sbotta Chris.
-fidati. Non stava succedendo proprio niente- intervengo puntandogli un dito contro.
-Dylan.- mi chiama Victoria di nuovo. Ogni volta che pronuncia il mio nome mi sento sciogliere -ti sbagli-.
Tutto accade in fretta. Vedo la mano di Victoria afferrare dolcemente quella di Chris, la vedo avvicinarsi a lui, sempre di più ed infine, vedo che le loro labbra erano in contatto. Io resto immobile.
Non riesco a muovermi.
Non riesco a capire.
Spazio autrice:
SONO TORNATA!! Ieri notte ero troppo stanca per aggiornare aggiornare allora lo faccio adesso...e chissà se nell'arco della giornata succeda che lo faccia ancora 😏
spero che questo capitolo vi piaccia e che tutto questo vi stia facendo sclerare😂
IERI SERA ERAVAMO ALLA POSIZIONE 100 IN TEEN FICTION.
100
RAGAZZE/I 100
MI SCUSO PER L'INATTIVITÀ, MA RIPRENDERÒ DA QUESTO POMERIGGIO IN POI A LEGGERE LE VOSTRE STORIE E TORNARE ALLA PARI....HO DIVERSI CAPITOLI DA LEGGERE....😲
un bacio a tutti!
Alla prossima❤❤
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