Capitolo 23
Victoria.
Mio padre ed io siamo rimasti per terra, abbracciati, non so per quanto tempo.
-non ti abbandonerò mai Victoria- sussurra -ci siamo già passati una volta, abbiamo sofferto già una volta, adesso sappiamo come comportarci- continua-sta tranquilla- dice- continua a sorridere e a vivere la tua vita come hai iniziato a fare da quando siamo arrivati qui- mi sento male.
Sento che il mio cuore inizia a gelarsi. Sento come se quelle parole stessero dando il via al "freeze" del mio corpo. Non posso essere felice, non posso. Mentirei a me stessa.
Mentiresti anche tornando ad essere fredda e distaccata.
Lo so..
So anche che non vuoi perdere le amicizie e soprattutto l'amore che hai trovato.
Sono debole..
Non sei debole, non lo sei affatto.
-Victoria- mio padre fa incrociare il suo sguardo di ghiaccio al mio verde smeraldo -non me ne vado, non ti lascio sola-.
Sono le parole che mi danno la forza di andare avanti. Amo mio padre. Lo amo con tutto il mio cuore. Mi tira su dopo avermi stretta, come l'ultima volta, a se. Come se non volesse che anche io scappassi. Ma anche questa volta lui non sa che io non l'avrei abbandonato.
Mai.
*****
Dylan è appena andato via. Io ho smesso di piangere e, come l'ultima volta, mi sono ripromessa di non farlo più. Non voglio essere più fragile, voglio essere di nuovo forte, come lo ero un tempo. Dylan ha continuato ad abbracciarmi, non mi ha mai detto nulla riguardo a lei, non l'ha neanche menzionata. Mi ha dato qualche bacio caldo che mi ha fatto sorridere leggermente e ha continuato a stringermi come per farmi capire che lui c'è sempre. E io lo so.
Un altro messaggio. Il mio cuore inizia a battere di nuovo forte.
Messaggio da Sconosciuto:
" e adesso a noi due Victoria Mason. Sarò il tuo peggior incubo e sai qual è il bello di tutto questo? Che tu non farai parola di questi messaggi con nessuno e che eseguirai in maniera meticolosa tutti gli ordini e le richieste che con il tempo ti farò"
Cosa..? io non voglio.
Messaggio a Sconosciuto:
"lasciami in pace, non so chi tu sia, ma adesso è meglio che tu la finisca. Ho già i coglioni girarti di mio e non ci metto molto a denunciarti."
Spero di essere stata abbastanza chiara.
Messaggio da Sconosciuto:
"mi sento sfidato" non rispondo.
Ho paura, sono distrutta, ho bisogno di dimenticare tutto. Non farò parola con nessuno di questi messaggi per ora. Forse adesso tutto finirà, ha le mani legate.
****
Lezione di storia, prima ora. Io sono accanto a Chris, non ho voglia di insultarlo nè di fare altro. Sono ancora stanca e a pezzi ma sono comunque venuta a scuola perché non voglio dare la soddisfazione di stare esonerata dal mondo a mia madre.
Chissà dov'è adesso.
Chissà che cosa fa.
Mio padre ha detto che ha preso tutti i contanti che avevamo in casa ma che il denaro in banca è ancora tutto lì. Non aveva le password.
Le lezioni continuano con un ritmo lento e noioso, ognuna di queste assomiglia a delle coltellate in pieno stomaco.
Parole su parole, spiegazioni su spiegazioni di argomenti che ancora ricordo a memoria.
Fra circa quattro mesi inizieremo a preparare le tesine per gli esami finali. Poi ci sarà l'università. Ancora non ho fatto richiesta in nessuna ma lo farò al più presto.
Anche se adesso è l'ultima cosa a cui penso.
Mi sento diversa anche per questo. La mia vita è un completo ed orribile disastro. Ogni ragazza o ragazzo penso si meriti di avere un po' di pace, ma ecco a voi Victoria Mason! La sfigata di turno.
Il pranzo procede silenzioso. Io non ho neanche voglia di mangiare.
Ero riuscita a dirle quelle tre parole: ti voglio bene.
Ero riuscita ad aprirmi con lei e a poter vivere bene...ero molto vicina alla vita che avrei voluto avere. Molto vicina. Ma non abbastanza. Le cose belle ci sfuggono sempre dalle mani. Immagino che gli altri già sappiano quello che è successo ieri sera. Non avendo nessuna lezione pomeridiana torno a casa.
Dylan mi saluta con un bacio e questa è l'unica cosa che mi fa tornare con i piedi per terra. Un suo bacio.
****
Parcheggio nel vialetto, mio padre non c'è. Ovviamente è al lavoro. Non vi nascondo che stanotte mi sembra di averlo sentito singhiozzare dalla sua stanza nonostante avesse la porta chiusa. Posso solo immaginare anche il suo dolore.
Avrei voluto abbracciarlo, consolarlo come ha fatto lui con me ma non ne ho avuto la forza. So che ha bisogno dei suoi spazi e io glieli lascerò. Come ha sempre fatto lui con me. Sono solamente le tre del pomeriggio. Da ieri sera fino ad ora non ho ricevuto messaggi e la cosa mi tranquillizza. Ricordo improvvisamente che Chris, quel miserabile, debba venire un'altra volta qui per completare il progetto. Il telefono vibra. Sento freddo.
Messaggio da Sconosciuto:
"io ti vedo" lo stesso numero.
Mi si gela il sangue nelle vene. Chi è? Mi sento insicura, chiudo la finestra, scendo sotto e chiudo a chiave tutte le porte d'uscita, compresa quella sul retro.
Il telefono vibra di nuovo.
Messaggio da Sconosciuto:
"inutile chiudere tutte le porte, saprò tutto comunque"
Non ci credo...io...ho paura adesso. Vorrei non averne, vorrei poter reagire ma è come se dentro il mio cuore, il mio corpo, sapessi che scatenerei un caos.
Messaggio a Sconosciuto:
"cosa vuoi da me?" digito con le mani tremanti.
Il telefono inizia a squillare. Lory mi sta chiamando.
-pronto?- rispondo.
-aiuto..- sento che piange.
-cosa sta..-
-vieni, ti prego...- sussurra.
-dove sei? Dove sei?!- urlo quasi.
-nel vicolo dopo il nostro quartiere...hanno picchiato..- con il telefono ancora all'orecchio scendo di corsa le scale.
-cosa? Chi ha picchiato chi?- chiedo.
-io..non lo so..- scoppia in un pianto disperato.
-sto arrivando-
Non prendo neanche il cappotto. Esco nel mezzo di una nevicata e mi dirigo nel luogo che lei mi ha indicato. Anche se non so dove sia. Corro, corro fortissimo, supero la casa di Leila, quella di Dylan, le altre cinque case che sorgono dopo e volto verso destra e poi ancora verso destra.
Non so dove sto andando.
Non conosco ancora bene il luogo e mi sto fidando solo del mio istinto. Il mio cuore batte forte. Tantissime domande si susseguono nel mio cervello: Che cosa hanno fatto? a chi? Perché? Ho paura. Guardo davanti a me ma non c'è nulla se non il più e completo e totale bianco. Niente, se non neve.
Il vento pizzica la mia faccia e brucia la mia gola. Ho il respiro affaticato e i capelli che svolazzano da una parte all'altra. Sono disorientata e preoccupata. Lory piangeva e, si capiva, era sconvolta.
-Victoria!- mi chiama una voce. Mi volto. Sento freddo, sono congelata. Le mani non le sento quasi più e la gola inizia a bruciarmi. Mi volto diverse volte ma non vedo nessuno. Dannazione.
-Victoria! Di qua!- sento ancora questa voce quando capisco da dove proviene ecco che vedo una massa di capelli rosso fuoco.
-Lory!- urlo e mi precipito su di lei. La stringo a me.
-che cosa succede..perchè piang..-mi blocco non appena vedo il suo viso. È rosso e leggermente gonfio su di una guancia, quella destra. Mi volto e vedo che Dalila è per terra, con le spalle appoggiate al muro: il viso martoriato, le braccia abbandonate lungo il corpo e la testa piegata all'indietro.
Una goccia di sangue le riga la guancia e la sua pelle è arrossata, probabilmente per questo freddo pungente come aghi.
Rimango immobile per alcuni istanti.
Le hanno picchiate.
Chi?
-Dalila!- urlo correndo verso di lei. Cado sulla neve ma mi rialzo subito e mi precipito su di lei -ehi, ehi, ehi- le do qualche buffetto sulle guance per farle aprire gli occhi- Dannazione, Dalila, apri quei fottuti occhi!- urlo adesso. Le scosto i capelli neri dal suo volto e metto in bella vista i suoi lividi.
Il telefono vibra nella mia tasca dei pantaloni e lo prendo pensando che sia qualcuno a me caro e che mi possa aiutare. Ma ciò che trovo è solo un altro messaggio da quel numero sconosciuto.
Messaggio da Sconosciuto:
"mi sono sentito sfidato, adesso sai di cosa sono capace. Accetta di sottostare al mio comando e andremo d'accordo. Se non lo farai, sappi, che sono capace di cose peggiori. Anche di uccidere. Senza problemi. Vuoi una dimostrazione?" il mio cuore si ferma.
Sto per scoppiare a piangere. Mi porto una mano davanti alla bocca e soffoco un singhiozzo.
-Chiama Leila - dico a Lory sollevando il corpo di Dalila e avvolgendo un braccio attorno alla mia spalla.
Lory.
-ehi rossa- mi chiama Dalila.
-Ehi corvina!- sorrido di rimando. Siamo diventate molto amiche ultimamente. Mi piace. È una bella persona. Sono sempre stata molto timida nella mia vita e grazie a Victoria sono rinata. Lei non è tanto differente da me. Lo vedo, ma lei riesce a mascherare. Adesso siamo un gruppo, io, lei, Dalila, che è qui al mio fianco, Leila, Zac, Taylor, Dylan...siamo uniti. Grazie a lei io sono riuscita ad aprirmi anche con Zac e adesso stiamo insieme. Le devo molto.
-Leila mi ha detto che possiamo andare a casa sua, volevamo andare a trovare Victoria. Sai già quello che è successo..- abbassa lo sguardo. Anche lei le vuole molto bene. Si è lasciata con Vincent e si sta sentendo con Taylor, uno dei ragazzi più buoni di questo mondo. Se devo dire la verità non so molto di questo Vincent o chi altro, ma da quelle poche volte che l'ho visto, ho solo notato quanto lui fosse poco interessato a lei e sembrava anche che la cosa fosse reciproca.
-va bene, andiamo allora- dico.
-secondo te come mai se n'è andata sua madre?- chiede improvvisamente.
-non saprei sinceramente...mi sembra tutto troppo confuso.- rispondo sincera.
-concordo- dice mentre si sistema la maglietta dentro il jeans aderente.
-spero solo che Victoria riesca a superare tutto questo nei migliori dei modi, non voglio vederla giù di morale-
-ci vorrà sicuramente del tempo- mette in moto la macchina e parte.
-già, forse anche troppo-
-ma saremo lì ad aspettarla- sorride mentre guida.
-già- sorrido -Dalila! Ma come sei carina!- urlo poi ripensando alle sue parole. Parole dolci che non ti aspetteresti mai di sentire da lei. La "lei" di prima, ovviamente. Prima era un'oca pura. Si vestiva con dei vestitini succinti e non adatti alla scuola e , secondo me, neanche per qualsiasi altro posto. Indossava tacchi vertiginosi, calze a rete e quant'altro. Non è mai stata brutta. Ma si rendeva brutta con tutto quel trucco a dosso e quegli stracci. Adesso invece è completamente cambiata. Indossa abiti normali. Jeans, magliette, canotte, maglioni, gonne della giusta lunghezza. Tutto quello che una ragazza normale indosserebbe. Porta i capelli o legati o sciolti senza più acconciature strane o complicate. Si trucca di meno, è più aperta e più felice.
-zitta- ride.
-ma perché tutti devono tornare a casa così presto? Perché non potevano lasciarmi un parcheggio più vicino?-
Povera Dalila, ha ragione, abbiamo dovuto parcheggiare a circa un isolato da casa di Victoria visto che era tutto occupato.
Per tutto il tragitto in auto non abbiamo fatto altro che parlare di lei e di Taylor. Sembra che vada tutto bene fra loro e la cosa mi rende felice. Scendiamo dalla macchina e il mio pensiero vola a Zac. Come sempre, d'altronde. Pensare che adesso io e lui stiamo assieme è una cosa che non mi sarei mai aspettata nella mia vita. Mai. Non pensavo mi avesse mai notato e invece...sembrerebbe di si. Da quello che mi racconta lui e da quello che mi raccontano gli altri: mi chiamava "la mia rossa" e non potete immaginare come mi sono sentita quando ho scoperto certi particolari. Pensavo di essere indifferente alla gente, di essere neutrale, per nulla importante. Quando ho capito che lui iniziava a piacermi ho iniziato a cambiare, a cercare di...migliorare. Volevo apparire bellina, volevo apparire più decisa ma non ci riuscivo fin quando Victoria non si è accorta di me e di conseguenza lui di me.
****
Scendiamo dalla macchina e iniziamo a camminare sotto la neve che cade in silenzio.
-c'è un freddo..- non riesco a completare la frase che sento qualcosa stringersi attorno a me e trascinarmi all'indietro. Non vedo più nulla. Tutto è buio attorno a me. Butto un urlo ma un qualcosa di freddo si posa sulle mie labbra. Non ci metto molto a capire che si tratti di una mano. Preme su di esse e quasi mi soffoco. Non vedo nulla, non so cosa io abbia sugli occhi ma inizio a scalciare. Cosa sta succedendo? Le lacrime scendono sole. La paura mi assale. Sento Dalila gemere, cerca di gridare ma esce solo qualche verso che non assomiglia affatto a un urlo. Sento la presa diventare nulla e cado. Mi spingono a terra e io batto la testa.
****
-devo dire che non siete niente male voi due- dice una voce. Ho una benda davanti agli occhi e la sfilo. Cinque uomini grandi e muscolosi sono davanti a noi. Hanno il volto coperto e i guanti neri sulle mani. Il mio cuore batte forte e indietreggio fino a quando non tocco il muro dietro di me. Ci hanno portato dietro ad un vicolo cieco. La paura mi assale.
-prendete lei,già ci conosce.- parla un uomo.
Dalila si avvicina a me ma viene subito strattonata via con i capelli emettendo un gridolino che viene soffocato da una mano che si schianta sul suo viso. Silenzio. Lei sta zitta, abbassa lo sguardo. È accaduto tutto troppo in fretta perché io potessi intervenire o dire qualcosa.
-no!- urlo. Mi alzo da terra ma vengo subito fermata da un ragazzo. Ha il volto coperto, dalla maschera scorgo solo degli occhi che sembro riconoscere, sembra di conoscerli...io...sono sicura di conoscerli
-zitta ragazzina- urla l'uomo che ha schiaffeggiato Dalila.
-perché ci fate questo? Chi siete? Che volete da noi?- urlo dimenandomi.
-sempre le solite domande voi vittime- ride e poi fa un cenno verso di me. Un altro uomo viene verso di me e mi prende per l'altro braccio libero.
-diciamo che siete amiche con qualcuno che ha un debito verso di me, verso di noi..- apre le braccia come se stesse indicando tutti -e diciamo che questa persona ha bisogno di capire che noi siamo i più forti di lei- ride ancora. Fa un cenno verso Dalila e un pugno si assesta nel suo stomaco. Si piega in sue e geme. Io grido, non voglio che tutto questo le accada di nuovo. Sento che i miei capelli vengono tirati verso dietro e mi obbligano a chinare il collo. Le mie lacrime non smettono di rigarmi le guance e sento una voce sussurrare al mio orecchio -mantieni la calma, tutto questo finirà presto-. Non so come dirvelo, non so come spiegarvelo, mi sono fidata e basta. Ho annuito velocemente e lui mi ha lasciato i capelli dopo avermi baciato il collo facendomi rabbrividire.
-vedo che non ti smentisci mai- dice quello accanto a lui.
-bisogna approfittarne- dice e stringe due volte il mio braccio. Sembra un simbolo, un messaggio. Nella mia testa "scusa, sto bleffando".
-voi sarete la mia lettera di preavviso- ride l'uomo che ordina il da farsi. Fa un cenno verso di me e in un millesimo di secondo sento una mano schiantarsi sulla mia guancia. Gemo ed è come se dal mio orecchio destro non sentissi più. Sono stordita e tutto gira. Sento il mio braccio venir stretto altre due volte.
Devo essere forte.
Tutto questo finirà.
-Siete forti, mi piacete- si avvicina a me pericolosamente. Il suo viso coperto adesso è all'altezza del mio -non pensavo potessi essere così bella- le sue mani si posano sulle mie cosce e strisciano verso sopra. Prego affinchè Dio mi aiuti e subito dopo mi divincolo e gli tiro un calcio.
-bastarda!- urla e fa un altro cenno. Non verso di me, ma verso Dalila che adesso è per terra.
Non riesce a reggersi in piedi e ha gli occhi rigonfi di lacrime. Le arriva un calcio sulla schiena, uno schiaffo, un altro, un altro ancora.
Io urlo. Urlo ad ogni suo colpo, urlo perché Dalila non lo fa, lei sembra essere collassata, lì per terra.
Per la testa passano tanti, troppi pensieri. La stanno massacrando. Vedo il volto di Zac, di Victoria, di Dalila che era completamente guarito dalle altre ferite.. ho paura. Urlo fortissimo e mi dimeno sotto la presa dei due uomini al mio fianco.
-signore..- interviene quello che mi ha baciato il collo e che mi ha rassicurato. Ha una voce che sembra che io conosca. Ma sembra che si sforzi di cambiarla, non la mantiene. A volte parla rauco e delle volte no
- siamo venuti qui solo per una breve lezione- mi stringe il braccio -non vorremo di certo ucciderle- dice.
-devo dire che hai ragione- l'uomo fa un cenno con la mano e tutti si fermano. Vedo Dalila tossire e il mio cuore riprende a battere. Si avvicina di nuovo a me, i suoi occhi sono chiari, ma non troppo, sono...sono cattivi.
-chi dovrà capire, capirà senza che voi diciate nulla. Forse, torneremo a farvi visita..ma non credo ce ne sarà di bisogno- si rialza e fa un altro cenno. Una mano si schianta di nuovo sulla mia guancia e io non vedo più nulla.
L'ultima cosa che mi ricordo sono gli occhi di quel ragazzo che con la sua voce che mi sussurra -sei stata brava-
Spazio autrice:
SCUSATE IL RITARDOO!!!!
Ecco a voi il nuovo capitolo!!
Vi é piaciuto?❤
Questo anonimo è davvero disposto a tutto pur di fare soffrire Victoria....che ne pensate?
Spazio aperto per insulti, minacce di morte o possibili modi per una morte lenta e dolorosa😂❤
Prossimo aggiornamento:Lunedì❤
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