Capitolo 17

Dylan.

-Matt, muoviti- urlo da camera mia. Eccolo lì, ha appena varcato la porta di camera mia.

Ieri sera ho appeso il disegno che Victoria mi ha dato al muro ma comprerò presto una cornice, non so quando, ma lo farò.

-eccomi- chiude la porta e si siede sul letto, teso come una corda di violino, come se fosse la prima volta che entra qui dentro. Ci siamo messi d'accordo su questo incontro stamattina a scuola ed eccoci qui. Bhe, anche se non ci parliamo più di tanto, e non so il perché, rimane sempre uno dei miei migliori amici e il mio quasi cognato, anche se per lui sembra essere tutto cambiato a parte Bea.

-iniziamo e cerchiamo di finire al più presto, entro oggi- mi butto sul letto con il computer portatile e lui prende posto in quello fisso sulla scrivania.

Non parliamo, c'è silenzio. Ma non riesco a farlo durare a lungo. Ho bisogno di risposte e le avrò oggi, ora.

-Matt- lo chiamo e lui si volta -come mai ti sei allontanato da noi? - chiedo.

Lui sembra capire-non siete più di mio gradimento- mi risponde velocemente e con un'alzatina di spalle, come se avesse detto "scusate, ho il ciclo e non so come devo comportarmi".

-mmh- dico infastidito dalla sua risposta schietta e veloce -spero che quel verme di Chris sia un'ottima compagnia per te, anzi, scusa, di tuo gradimento- rispondo continuando a cercare la biografia di quel coglione di Hitler. Che poi, con quei baffi..Dio che schifo.

-si, lui è di mio gradimento- dice tranquillo e continua a cercare -ma la maggior parte del tempo sono da Bea- continua. Questo lo so..e mi fa piacere.

-non so come fa uno come te a stare con uno come lui e la sua combriccola di idioti patentati- dico.

-bhe, forse sono cambiato e sono diventato un verme come lui- neanche mi guarda.

-si vede da come gli strisci dietro- dico. Non posso credere che lui, Matt, il Matt che sto vedendo ora, davanti ai miei occhi sia lo stesso ragazzo che prova qualcosa per mia sorella.

-già- sembra non volermi calcolare. Continuiamo a studiare senza dire neanche una parola.

Il mio vecchio amico sembra essere scomparso adesso. Totalmente. Vedo solo ed esclusivamente un ragazzo molto simile a Chris.

****

Sono da Bea, sono appena entrato, dopo che Matt se n'è andato da casa mia io mi sono preparato e dopo una doccia sono partito. Quando sono arrivato ho visto che Matt era stato qui. Io entravo nella stanza di Bea e lui usciva. I suoi sentimenti per lei non sono cambiati e per quanto a volte possa darmi fastidio che la mia sorellina abbia uno spasimante sono contento che sia lui.
Proprio perché so che, nonostante il suo comportamento in questo tempo, lui è sempre il vecchio Matt con lei. Me lo ha confermato lui stesso.

-è venuto a trovarti spesso?- chiedo ma poi sorrido amaramente ripensando al fatto che lei non mi può rispondere. Che stupido. Le prendo la mano e lei la stringe subito, debolmente, una stretta appena accennata ma che comunque mi trasmette sicurezza.

-ti sei mossa di nuovo Bea. Perché non ti svegli? Qui ti stiamo aspettando tutti- dico- combatti contro qualunque cosa ti stia trattenendo Bea-

-Dylan- mia madre è sulla porta.

-mamma, ciao- dico guardandola. Per un attimo mi era sembrata la voce di Bea fino a quando i miei occhi non hanno visto mia madre sulla soglia della porta.

- ho parlato con il medico, ha detto che è tutto nella norma, tutto lavora come se fosse sveglia- dice sedendosi sul letto -manca solo che apra gli occhi e parli- dice.

-già, la cosa più importante, ovviamente-

-non vedo l'ora di sentire la sua voce di nuovo- mia madre è sul punto di piangere.

-anche io mamma, ascoltami, io...so che tu pensi non sia stata colpa mia ma...io sento che non è come dici tu. Io sento che è colpa mia, io sento di aver sbagliato, di aver fatto io questo sbaglio capito? Io...ho solo bisogno di chiederle scusa e di chiedere scusa a voi, a te, a papà, a Clarissa, a tutti perché è colpa mia-

-tesoro...-

-no mamma, ascoltami ancora, scusa- lei annuisce e un peso dal mio petto si affievolisce ma allo stesso tempo mi schiaccia.
Mia madre mi accarezza una guancia dolcemente, come solo una madre sa fare e mi sorride leggermente.

Scusarmi basterà? E se tutto questo non dovesse mai finire, se Bea non dovesse svegliarsi, se i medici hanno sbagliato.
Io sarò un assassino.

Victoria.

-Entra dai- apro la porta a Chris e lui cammina tranquillo fino al salotto. Come abbiamo fatto l'ultima volta. Oggi tutti e due, penso, speriamo di poter finire il progetto.

-se ci muoviamo riusciamo a finire tutto- dico aprendo il mio computer.

-già, non vedi l'ora, vero?- mi chiede. Deglutisco a fatica. Non è che io lo voglia ma comunque...mi mette a disagio stare con lui, sotto lo stesso tetto sapendo quello che pensa di me.

-no, cosa te lo fa pensare?-

-tutta questa fretta- alza le sopracciglia.

-hai frainteso- più o meno invece ci sei.
Va bene che ci vediamo a scuola, va bene quei due o tre appuntamenti che abbiamo avuto ma visto quello che mi ha detto, direi che non è molto rassicurante il tutto.

-bhe, non potrei credere altrimenti....penso-

-Chris, non voglio più affrontare questo argomento- non so come rispondergli e cerco di deviare la situazione -io e te siamo solo amici, dei buoni amici. Non voglio di certo cacciarti di casa- sbotto- per me puoi rimanere anche a cena se vuoi- forse così ci crederà.

-non posso, oggi lavoro- risponde -un altro giorno magari-

-perfetto, non penso che se avessi avuto tutta questa voglia di buttarti fuori ti avrei invitato?- chiedo.

Bhe, in effetti, tu avresti invitato una qualunque persona a casa tua, l'avresti fatta entrare e neanche dieci secondi dopo l'avresti cacciata. Così solo per il gusto di farlo.

Che esagerata che sei...però non è male come idea.

-scusa- sorride.

-bene- sbotto- voi maschi a volte siete così idioti-

-come scusa?- chiede e si abbassa nel suo zaino a cercare qualcosa.

-siete idioti forti- rido.

-ripetilo?- ha una bottiglia con il tappo tolto nelle mani. È piena.

-no Chris..- rido.

-quindi ?- si protende su di me, mi toglie il computer dalle mani e lo appoggia sul tavolino di fronte al divano e qualche goccia di acqua mi scorre sulla testa. Caccio un urlo spontaneo e lui ride.

-quindi? - sorride mentre io mi alzo e mi allontano.

-ma che vuoi?- corro verso la dispensa e prendo una bottiglia d'acqua dalla confezione ma nel mentre di tutto ciò, altra acqua scorre su di me.
Sento freddo.
Siamo dei malati, è quasi febbraio e giochiamo ai gavettoni, in casa.

-che rimangi quello che hai detto. Mi hai dato dell'idiota- ride e lo faccio anche io.

-sei idiota- apro la bottiglia e lo bagno anche io.
Lui ride e dire che è bello sarebbe un insulto.
È più che bello.

Non quanto Dylan però. Non ti fa battere il cuore come fa lui.

Bhe, no. Ma di certo non si può dire che sia un brutto ragazzo.

Questa te la concedo: è un gran figo anche lui. Ma non ti ci abituare.

Lui continua a schizzarmi a dosso acqua e io cerco di schivarla. Continua così per un bel pò finché io non vado a sbattere contro un tavolino dove un vaso pieno di fiori finti non si ribalta per terra frantumandosi in mille pezzi. Cazzo. Ci fermiamo, entrambi. Lui ha il maglione completamente appiccicato a dosso, io sono mezza lavata e mezza no. A terra è un disastro e i pezzi di ceramica sono ovunque.

-abbiamo combinato un casino- ride.

-già- rido anche io.

****

Oh porca merda. Si è spogliato davanti a me.
Non ci crederete.
Allora, dopo aver finito di combinare cazzate, lui mi ha detto che si sarebbe preso un raffreddore stando conciato in quelle condizioni e così si è spogliato, si è levato il maglione ed è rimasto a petto nudo. Io sono tutta rossa, okay? Un conto è quando c'è Dylan davanti a me.

Perché quando lui è accanto a te, vestito o nudo tu non arrossisci?

Ecco, è proprio qui che voglio arrivare.
Un conto è quando Dylan, vestito o nudo, come dici tu, è davanti a me e io sono un peperone in ogni caso.
Un altro conto è quando un ragazzo bellino come Chris, con il quale arrossisco poco e niente, si spoglia facendo mostra del suo corpo scolpito. Porca miseriaccia. È davanti al camino, con il computer sulle gambe che cerca qualcosa per cercare di finire la parte di ricerca che gli spetta e io cerco di concentrarmi sul mio computer.

Non è che poi ci voglia tutto questo grande sforzo. Ha un bel faccino e un bel fisico ma tu guarda lui e ricorda Dylan. Cazzo, non c'è confronto. E ti ricordo che è la tua coscienza a parlare.

Okay, okay, zitta.

-ho finito- dice -ti mando tutto tramite e.mail- dice poi. Abbiamo "steso" i vestiti su di una sedia davanti al fuoco. Sia i miei che i suoi nonostante io mi sia andata subito a cambiare. Adesso ho in dosso un paio di leggings e un maglioncino scuro comodo. Sono quasi le sette e lui si alza.

-devo andare altrimenti arriverò in ritardo e questa è la volta buona che mi licenziano- ride mentre si riveste. Okay, posso riprendere a respirare.

Madonna, per come fai sembra che tu non abbia visto mai un uomo senza maglietta.

...

Oh, vero. Ne hai visti ben pochi nella tua vita. Mi sembri una suora, santissima Maddalena del Carmine.

-ciao, ci vediamo a scuola- mi saluta e mi da un bacio veloce sulla guancia. Okay, stavolta me lo aspettavo.

-si e mi sa che ci dobbiamo incontrare di nuovo per forza per..- non riesco a finire di parlare.
Le sue labbra sono premute sulle mie. Cosa? No! No! No!
I miei occhi sbarricano e io mi tiro indietro.

-Chris!- quasi urlo e gli tiro uno schiaffo. La mia mano è partita in automatico. Cazzo, vorrei potergli lanciare l'intera casa in testa.

-cazzo...cazzo...- impreca sotto voce. Cosa è appena successo.
Mi ha baciato...porca buttana mi ha baciato.
Non ci credo, non ci credo.
Non può averlo fatto.
Veramente, non può averlo fatto. Porca troia.
Allora, Victoria respira, respira profondamente.
Oh, al diavolo!
Non riesco a stare tranquilla.
Allora, allora, allora!

-scusami Victoria...io...non ho pensato...non ho riflettuto- sembra sincero ma io sono sconvolta.

-avresti dovuto farlo, invece- ribatto secca.

Rotea gli occhi e si guarda intorno imbarazzato potandosi una mano dietro alla nuca di tanto e tanto.

-io vado, ci vediamo a scuola e ci mettiamo d'accordo per la prossima volta- dice e raggiunge l'auto -aspetto quella cena- dice e scompare prima che io possa ribattere. Sono paralizzata. Non può essere davvero successo. Che dirò a Dylan? Che farò con lui? non posso dirlo ma non voglio avere segreti con lui...io....

-Ehi, tesoro- mia madre è davanti a me.
Quando è arrivata?
-togliti da qui, la porta è aperta e l'aria così fredda potrebbe farti ammalare- mi sposta tenendomi dalle spalle -chi era quel ragazzo?- chiede guardando di nuovo la strada -un amico? Studiate insieme?- chiede. Annuisco incapace di rispondere e salgo le scale.

Ho un peso che sembra schiacciarmi lo stomaco e mi viene da vomitare.

-Victoria?- mi chiama non appena arrivo a metà scale. Mi volto e la vedo osservarmi -stai bene? Sul serio?- mi chiede.

-si, va bene- rispondo appena e continuo a salire. Non va per niente bene, dannazione.

-oh cielo, e il vaso che era qui? Dov'è?- parla fra se mia madre.
Io chiudo la porta della mia stanza e mi butto sul letto.
Sono un disastro.

Anonimo.

Chris l'ha appena baciata. Wow, questo ragazzo mi sorprende, per poco non esitavo a pensare che si stesse tirando indietro a causa della presenza di Dylan. Mi sorprende, mi sorprende molto. Lei però l'ha rifiutato con uno schiaffo. È un bel peperoncino quella ragazza. Vedremo se fra un paio di giorni continuerà ad essere così determinata.
Vedremo.

Dylan.

-Victoria?- la chiamo entrando dalla finestra. La trovo sul letto che dorme. I capelli sparpagliati sul materasso, in parte, e in parte sul cuscino.
Il viso leggermente contratto, come se qualcosa la turbasse e la mano vicino ad esso.
È veramente bella, bella da morire, non solo fuori, ma anche e soprattutto dentro.
Non mi stancherei mai di osservarla. Meravigliosa.
Ricordo ancora il primo giorno che l'ho vista, avvolta come sempre nei suoi jeans scuri e la maglietta larga. Come sempre, è sempre lei. Ma adesso, come già sapete, lei è cambiata. Non è più la ragazza chiusa e fredda, non del tutto, adesso è cambiata.
Mi piace la nuova Victoria, come mi piaceva anche la vecchia Victoria.
Mi sdraio vicino a lei e le circondo la vita con le mie braccia.
Oggi lei e Chris hanno studiato di nuovo insieme, hanno passato il pomeriggio insieme e la cosa, non ve lo nascondo, mi da parecchio fastidio, ma fino a quando lui mantiene le distanza, tutto va bene.

-e-ehi- balbetta Victoria aprendo gli occhi e raddrizzandomi.

-ehi- le do un bacio sulla bocca e lei si ritrae.
Che le prende?
- tutto okay?- chiedo stranito dalla sua reazione troppo istintiva.

-si, solo che...sono ancora stanca, mi hai svegliato- dice con un sussurro.

-scus..- non mi fa finire di parlare.

-non scusarti- alza una mano.

-va bene, continua pure a riposarti, non ti darò fastidio-

-ma..- non completa la frase e io alzo le sopracciglia per farle capire che attendo un seguito.
Sembra giù, non sorride e i suoi occhi cercano in ogni modo di sfuggire dai miei. Guarda le coperte sul letto, il soffitto, i disegni dietro le mie spalle, ma mai, e dico mai, i miei occhi.

-Victoria...cos'hai?- le prendo il mento e lo indirizzo verso i miei occhi- è successo qualcosa con tua madre?-

-no, nulla, sono..- non la lascio finire di parlare.

-si, okay, sei stanca e poi?- chiedo.
Mi sento lievemente preso in giro e questa mancanza di fiducia mi manda in paranoia.

- e poi..- si ferma -devo dirti una cosa- abbassa di nuovo gli occhi. Che cosa sarà successo?

-dimmi- cerco di sembrare tranquillo anche se di tranquillo nel mio corpo non ho nulla.
Mi guarda negli occhi e poi si avvicina a me, mi abbraccia. Sento che c'è qualcosa che non va -Victoria...ma cos'hai?-

-nulla- mi sorride un poco -avevo bisogno di questo abbraccio- sussurra e si sdraia di nuovo tirandomi per un braccio.

-non ti credo neanche un pochino-

-credici invece- adesso è nervosa -anzi, se non mi credi esci pure- indica la finestra.
Ma che cazz..
Sbalzi d'umore.

Mi girano le palle. Perché non mi deve dire cos'ha? E soprattutto, perché rispondermi così malamente? Gli sbalzi d'umore delle volte sono veramente insopportabili.

-ma che problema hai? Io sono qui, vorrei sapere come stai e cos'hai ma tu..-

-oh Cristo, basta!- sembra arrabbiata. Questi sbalzi d'umore sono troppi per me in una sola volta. Porca troia.

-va bene, dormi adesso-

-dormo se voglio io, okay?- bene, adesso assisterete ad una delle solite litigate idiote fra il giovane figlio dell'architetto George Vuller, Dylan Vuller, con la figlia di John Mason, proprietario di un'azienda tecnologica, Victoria Mason.

-si, certo. Tutto a tuo piacimento-

-ovvio, sarà sempre così okay?- urla quasi.

-io non ti capisco..- non mi fa finire di parlare

-va via, ci vediamo domani- dice e si gira di spalle.

-quando torni in te, chiamami, mandami un messaggio, vedi tu- dico alzandomi dal letto ed uscendo dalla stanza.
Non capisco cosa le prende e la mia unica paura è che sia successo qualcosa con la sua famiglia o peggio... con Chris.

Spazio autrice:

Ecco il capitolo.
Grande colpo di scena eh?😏❤
Che ne pensate?
Torna in gioco il nostro anonimo e ve ne saranno delle belle!!

Da adesso in poi i capitoli saranno più lunghi, e non di poco😏.

Spero la storia possa intrigarvi!❤

Che succederà fra Dylan e Victoria?

Con Chris?

Lo scopriremo solo leggendo!

Prossimo aggiornamento:lunedì❤.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top