Buon giorno - giorno 2 pt. 1

Augusta fece quasi un salto nel momento in cui una voce, tramite microfono, esalò un -Buon giorno, ragazzi. É ora di alzarvi. Vi aspetto in sala in dieci minuti.- tutto accompagnato da vari suoni caotici che le fecero strizzare le palpebre dal fastidio, le labbra serrate per zittire un lamento.
Udì un -Mio Dio- lamentato da una delle sue compagne di stanza e si tirò su, seppur a fatica, strofinandosi le mani sugli occhi, con una domanda che le si impuntava nel cervello.
" Si è davvero portata a dietro uno stramaledetto microfono per il viaggio? Sul serio?"
Quella donna, nonostante avesse una materia noiosa, non faceva che sorprenderla, davvero, era come se sapesse con precisione dove e come attivare azioni o scelte che la avrebbero totalmente lasciata a bocca aperta, nel disperato tentativo di connettere.
Vide Jackie ruotarsi nel letto, trascinando le coperte al di sopra della testa e subito un istinto la intimò ad imitarla e a fregarsene altamente dell'ordine, ma sapeva in automatico dall'espressione  di Zoélie, improvvisamente tesa - Come se non lo fosse già sempre, la castana sembrava un concentrato di ansia - , che iniziava a fare avanti ed indietro per la camera, che in un certo senso non glielo avrebbe permesso.
Si mise dunque in piedi, particolarmente lenta.
Non si ricordava quasi come fosse corsa la serata precedente, dopo cena tutto era corso ed il letto aveva chiamato al punto tale che andare a dormire era stata la scelta migliore in assoluto.
Lanciò un cuscino a Jackie per svegliarla, irritata dal fatto che lei stesse provando a continuare a dormire lo stesso, provocando un borbottare incazzato ed un lamentoso -Ninphadora, ti uccido- che decise di ignorare e basta.
"Non ha detto nulla" pensò, stringendosi nelle spalle "Se non si alza, gliene lancio un altro"

Jackie non si mosse di un muscolo.
Augusta afferrò l'ammasso piumato e glielo sbatté addosso con più forza, strappando all'altra rumorose e lunghe imprecazioni e maledizioni, tutte urlate di fila, accompagnate da un evidente dito medio e da un occhiataccia furente.

*

April, appena udí la voce, prese a correre a destra e manca, scuotendo con piena violenza e insistenza prima Hailey, poi Axelle ed infine Caroline, tutta sorridente ed eccitata.
I suoi occhi verdi parevano letteralmente luccicare ed il sorriso dipinto sul suo volto le arrivava da un lato della faccia all'altro.
Un sorriso che incitò le tre ad esibire espressioni allegre a loro volta, sapendo che l'inizio vero e proprio di quel magnifico periodo su quella stupenda isola era lì, davanti ai loro occhi... E non lo avrebbero sprecato dormendo, nossignore.
La speranza di divertimento pareva immergerle dalla testa ai piedi, tutto nel mentre che cercavano di prepararsi, chi allacciandosi i capelli in una coda, chi mettendosi una maglia e pantaloncini o gonna siccome addormentatasi precedentemente in reggiseno e mutande.
Nella stanza due, dunque, vi era un continuo via vai, questo prima che le quattro finissero per spintonarsi leggermente nel tentativo di uscire per prime dalla porta, incrociando le espressioni perplesse di Ashley e Caterina, le quali sembravano chiedersi quanto le quattro fossero stupide, subito seguite da Budino che lasciava i capelli in un chignon disordinato, fatto in così tanta fretta da avere più ciuffi fuori che al loro posto, a momenti.

*

Joshua, Seth e Lorenz scivolarono fuori ordinatamente dalla loro camera, chi sbadigliando, chi grattandosi la testa come se, per qualche motivo, tale persona avesse le pulci, quasi non facendo caso al loro scontrarsi e sbattere, annoiati e assonnati, contro Eiji e Quentin, il primo che cercava di sistemarsi l'apparecchio, l'altro che si stiracchiava, portando le braccia alla schiena e lasciandole dondolare un poco mentre camminava sulle punte dei piedi, palesemente scalzi.
Seth, proprio per tale distrazione, andò letteralmente addosso al Giapponese, non scusandosi però, cosa che fece inclinare leggermente il capo all'altro, forse disturbato un poco da ciò, lasciando presto perdere il bibliotecario, soprattutto per via del brontolare ripetitivo del suo stomaco.
Lorenz semplicemente se la svignò, il passo leggero, mentre Quentin, all'istante, aggrottando un poco la fronte, osservò la stanza tre maschile, senza fare commenti, ma forse aspettando che qualcuno ne uscisse, il tutto prima di riscuotersi ed accelerare il passo, domandando ad Eiji se il ragazzo si fosse fatto male, ricevendo un rapido -Ah, no. Non mi sono fatto nulla- come risposta.
Brontolo aveva invece già il volto distorto in una smorfia, seppur fosse a malapena mattina, una smorfia a cui, ovviamente, tutti erano abituati, ma sembrava meno innervosito di altre volte, anche se la sua fronte era aggrottata in maniera tale che il suo sguardo era compresso dai pendii crucciati della sua fronte.
Il ragazzo procedeva nel suo avanzare con una lentezza disarmante e quasi da disagio, tanto da ricordare l'andatura di un pinguino, con i suoi sbadigli che procedevano ad intermittenza e gli occhi che lacrimavano ogni due per tre.
Avrebbe voluto poter continuare a dormire.
Avrebbe dovuto poterlo fare.
Probabilmente avrebbe finito con il farlo di nuovo a breve, appena dopo la colazione.

*

Di tutti i gruppi, vi erano in quattro che non si erano spostati dalle loro stanze.
Viktor, Christopher, Michael e Xavier.
Il primo perché il suo menefreghismo gli aveva letteralmente permesso di starsene nella sua camera, ignorando palesemente il suono della voce rimbombante che gli arrivava per via del microfono, facendo finta che nulla fosse.
Il secondo perché era così scansafatiche che non riusciva ad alzarsi dal letto: ci aveva provato, davvero, ma al muovere una gamba aveva sentito freddo e per questo si era ricacciato sotto, dicendosi che se proprio volevano che si alzasse, dovevano venire a prenderlo di peso.
Il terzo, semplicemente, non aveva neppure sentito la voce per quanto stesse dormendo pesantemente al punto tale che ancora il suo riposo procedeva nel migliore dei modi, totalmente ignaro dei suoi compiti e dell'orario.
Il quarto, invece, proprio non accettava di uscire, vergognandosi per la questione che il giorno prima lo aveva torturato mentalmente, al punto tale che proprio non voleva incontrare la sua cotta, tantomeno ritrovarsela affianco, guardarla di nuovo con la coda dell'occhio e farsi trascinare dai suoi pensieri idioti.

Ovviamente, i quattro, vennero fatti alzare definitivamente dalla professoressa, non più con un semplice richiamo... Ma con una secchiata d'acqua gelida in testa a ciascuno.

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