Autobus-Giorno 1 pt 2

Quando l'autobus aveva cominciato a muoversi, praticamente all'istante, Hikari aveva iniziato a tremare come una foglia, appiattendosi contro il sedile al punto tale che avrebbe potuto apparire come una sottospecie di scultura agli occhi di chi la circondava.
Una perla di sudore le gocciolava lungo la fronte e la sua espressione, pallida nel colore di pelle, parlava nettamente per lei.
-Non potresti smetterla? Di cosa hai paura, Budino. É un autobus- sbottó Caterina affianco a lei, inarcando il sopracciglio, mentre la bionda muoveva leggermente la testa in direzione della compagna, senza cambiare minimamente espressione.
-P-Potrebbe ribaltarsi- balbettò, stringendo i braccioli -Potremmo fare un incidente mentre fa una curva... O magari ...-
-Hikari. Sul serio. Basta. Sei una fifona, cazzo- sbottò la seconda ragazza, accarezzando la testolina di Brutus, il suo prezioso ratto da compagnia.
Hideoshi si strinse le braccia al petto, fissandole con insistenza, per poi annuire e dirigere lo sguardo in direzione di Hailey, la quale stava chiacchierando con April.
Non poté particolarmente soffermarsi su quello che le due stavano dicendo, anche perché la voce della professoressa saltò su, irrompendo nel clima agitato che muoveva gli alunni.
-Oggi é il primo giorno. Quando arriveremo, ci troveremo in un posto completamente rurale e privo di ogni comodità. L'unico punto in cui i telefoni potranno prendere sarà dentro questo autobus, ma nessuno di voi sarà autorizzato ad entrarci se non per questioni urgenti. Il luogo in cui vi troverete per dormire sarà un abitazione completamente in legno e bambú. Avrete turni per lavare i piatti, anche perché la donna delle pulizie cucinerà per voi, ma siccome laverà i vostri abiti, li stirerà e farà in generale tutto quello che le è possibile per aiutarci oltre all'ospitarci, almeno questo piccolo favore possiamo farglielo. In generale, parlando delle settimane, avrete tutti i giorni occupati tranne la domenica e gli ultimi due giorni del mese. Il vostro coprifuoco può anche non esserci, ma sappiate che vi alzerò alle nove del mattino e non accetterò particolari scuse da parte vostra.-
I ragazzi della classe si guardarono un po' tra di loro: durante il discorso, in generale, vi erano stati punti che avevano fatto borbottare uno od un altro ed altri che erano rientrati alquanto nell'irritazione o nel loro divertimento.
-Solo la domenica libera?- domandò Michael, mettendo un evidente espressione di disappunto.
-Sí, ma tranquilli. Le giornate non saranno così pesanti. Ognuna di esse ha un progetto particolare, ma dovrebbe essere divertente- Missis B sorrise.
Il professore di italiano, già dall'espressione, non sembrava molto d'accordo, soprattutto nella parte del 'no coprifuoco'.
-Anche oggi abbiamo un progetto, da lunedì qual'é-
Molte smorfie : nessuno sembrava particolarmente disponibile ad iniziare, soprattutto se sotto gli ordini ferrati che già iniziavano a sommarsi tra loro.
-Oggi, l'argomento... Siamo noi stessi.- l'adulta accavalló le gambe, provocando alcuni secondi di pausa.
- Siamo destinati ad essere polvere in eterno nel solito loop? O forse il cervello umano nasconde segreti? Forse tutta la vita è un bug, uno schermo in cui cammini fino a trovarti tremante davanti a ciò che hai passato, non vedendolo più neppure come tuo.
Eri tu che hai fatto quello? Perché?
Non lo sai-
-Prof- si lamentò Joshua con tono annoiato -Potrebbe smetterla di tirare fuori questi discorsi almeno in autobus? Vorrei dormire-
-Mi dispiace- la donna non ebbe cenni di irritazione alla frase dell'albino, anzi.
Si lasciò sfuggire un sorriso ancora più raggiante.
-Dimmi. Tra trent'anni, ti piacerai ancora nell'atteggiamento che, magari in questo periodo di vita e basta, hai avuto? Forse te ne pentirai-
-Di voler dormire non mi pento mai- continuò di ripicca lui, provocando sempre alcune risatine.
-Oh, invece sì. Anche di dormire-
Joshua aprí un occhio, fissando con palese irritazione la donna al ricevere di nuovo la sua risposta.
-Perché quello che fai oggi, potrebbe essere la causa della tua rovina domani.
Perché il nostro cervello è talmente stupido che nonostante tu voglia qualcosa, non è detto che quel qualcosa sia ciò di cui hai bisogno. -
Le risatine si interruppero, portando il silenzio.
-Zoe-
Zoèlie batté le palpebre più volte, confusa dal suo essere stata presa in causa.
-Dimmi, Zoe. C'é qualcosa di te stessa che vorresti cambiare? Qualcosa che ti urta?-
La castana dagli occhi verdi arrossì in modo più che palese.
Ackermann avrebbe voluto rispondere, ma la stessa risposta, detta davanti a tutti, era troppo imbarazzante.
E infatti rimase zitta, torturandosi le mani.
-Prof- canzonò Caterina con tono sarcastico, con un ghigno sulle labbra -Non risponderà mai, é fatta così. É incapace di fare qualsiasi cosa-
La castana fremette leggermente, lanciando un occhiata rapida alla professoressa, prima di tornare ad osservare le proprie mani.
-Non metterla così, Caterina- ribatté Quentin, guardando la nominata.
-E tu non darmi ordini, feccia della società. Sei un perfettino del cazzo-
-Caterina!- fecero in coro Axelle e Xavier, il quale si era aggiunto tanto all'improvviso, dopo il suo plateale silenzio, da risultare totalmente inaspettato.
-Beh, allora rispondi tu- fece sorridendo ancora Missis B nei confronti della castana, la quale istantaneamente assottigliò le palpebre.
-Lei non mi ordina cosa fare. E poi non c'è nulla che non mi piaccia di me. Faccio quello che voglio, sono libera e mi basta.-
-Quindi non vorresti cambiare proprio niente?-
-Assolutamente no- asserí, convinta -E quindi adesso può fare la domanda a qualcun'altro senza rompermi i coglioni, le và?-
-Linguaggio, signorina!- urlò E.J Rouge, agitando le braccia e quasi starnazzando nel suo rimprovero nei confronti dell'italiana, la quale semplicemente gli scoccò un occhiata velenosa.
-Va bene così, va bene- Missis B diresse lo sguardo in direzione di Caroline, la quale la guardava, come aspettando e pregando che la parola arrivasse a lei.
-Dimmi Caroline, tu invece?-
-Io in generale mi piaccio- rispose, lasciando scorrere la mano tra i capelli verde acqua -Odio i ragni. I ragni non dovrebbero esistere-
-Ma non stai parlando di te- Ashley scoppiò a ridere fragorosamente -Cosa cazzo c'entra? Dovevi dire qualcosa che ti urtava di te stessa, scema-
-Odio il mio odio per i ragni-
Hailey ridacchiò, battendo il cinque a Forbes, borbottando un -Questa mi è piaciuta-
Ashley si portò la mano alla bocca, mordicchiandosi le unghie -Siete proprio un branco di idioti rompicazzo. Tutti quanti-
-E tu Ashley? Cosa non gradisci di te stessa?- fece Hailey, con un lieve sorrisetto, coprendosi le labbra con le dita -Perché con quel caratteraccio, non mi sorprenderei se dicessi 'niente', proprio come Caterina-
-Vai a fanculo- Ashley masticò l'insulto, cacciandosi in bocca una Mentos e facendola scrocchiare sotto i denti in maniera alquanto inquietante.
Prima che il professore di italiano potesse iniziare a gettare punizioni a destra e manca per il pessimo linguaggio, Missis B lo fermò, tornando ad insinuarsi nella conversazione.
-Qualunque siano le cose che non vi piacciono di voi, con questo mese, cercheremo di scacciarle. E se non ci riusciremo, potete provarci anche da soli in seguito. Se qualcosa di voi è contro al vostro volere, impegnatevi a toglierlo! É un po' come un sogno. Afferratelo. Provateci. Poi quello che avrete fatto, se siete veramente voi o meno, lo saprete per certo, se quella cosa vi è piaciuta seriamente.-
-E se torneremo daccapo?- chiese improvvisamente Eiji, con aria alquanto turbata -Se cambiando, non ci piaceremo di nuovo?-
-Allora ci riproverete. Fino a che voi non sarete quello che volete essere... E quello che odiate non sarà sparito, allora continuerete a tentare. Ok?-
-Ma io ho già detto che non c'é nulla che non mi piace di me- commentò Caterina, stizzita -Perché dovrei anche solo tentare di scacciare qualcosa che non esiste neppure?-
La donna sorrise -Dubito che sia veramente così, ma se non vuoi neppure provarci, allora hai già perso il gioco in partenza.-
Dire che il viso dell'italiana divenne livido, era veramente dire poco.
Forse per questo si limitò ad insultare la professoressa mentalmente, guardandola male, con un ennesimo -Tsk-, mentre tornava ad accarezzare Brutus con alquanta seccatura.
-Una domanda da parte mia- intervenne Axelle, alzando la mano -Quanto manca ancora per arrivare?-
-Circa tre ore di viaggio, Bernadette- fece Mr. Rouge, lasciando cadere lo sguardo sulla bionda con un che di per nulla stranito dall'impazienza della giovane -Perché?-
-Beh.- Axelle gesticolò leggermente -Dovrei andare a pisciare, prof-

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