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HARRY'S POV
Arrivo all'ospedale in cinque fottutissimi minuti. Troppi per il mio cuore, che pensa sempre al peggio.
"Sto cercando Ilaria Crombell." dico, cercando di stare calmo, alla prima infermiera che trovo.
Lei, consulta un registro, poi si volge a me.
"Quinto piano. Sala operatoria. È in condizioni molto gravi. Non credo ti lascino entrare." Risponde, scrutandomi.
Non devo avere un buon aspetto. Non dormo, non mangio e non mi lavo da due giorni. Cazzo, sembra passato tantissimo tempo, e invece solo due giorni.
Mi fiondo al quinto piano. Fuori dalla sala operatoria, non c'è nessuno. Ma certo, come primo contatto avevano trovato me, sua mamma era dall'altra parte del mondo, e suo papà non si sa.
Povera Ilaria, deve avere sofferto molto.
Faccio per entrare quando un infermiera mi ferma.
"Cinque minuti. Aspetta e poi potrai vederla." Dice.
Le lancio uno sguardo assassino, ma faccio come dice lei. Mi lascio sprofondare su una seggiola di plastica.
Tengo costantemente acceso il telefono per controllare l'ora. I minuti sembrano non passare mai.
Finalmente, l'orologio arriva a sei e venticinque, e posso entrare.
Irrompo nella stanza, e quello che vedo mi lascia a bocca aperta. Ilaria, è lì distesa. Ha gli occhi chiusi. Sulla faccia ha ancora tracce di lacrime e trucco colato. È coperta da un lenzuolo. Lo scosto e vedo che è piena di croste e ferite. Una in particolare le parte dall'ombelico e le arriva fino al basso ventre.
Alla pancia ha attaccato dei tubicini. Sembra così piccola e indifesa, mentre invece è rimasta sempre la stessa.
I capelli neri le ricadono sul cuscino, e la pelle chiara le mette in risalto le ferite.
È sempre bellissima.
"È in pericolo di morte. È inutile che la guardi con speranza, ha il novantotto per cento di possibilità di non farcela." Dice una voce improvvisa.
Mi girai di scatto.
Un' infermeria bionda, stava sulla soglia. Ci guardava sogghingando, come se sapesse che da lì a poche ore saremmo stati divisi, per sempre.
"Ce la fará. La conosco. È forte la mia Ilaria. E lei, mi faccia il piacere di andarsene a fanculo" sputo, acido.
L'infermiera mi guarda sempre sogghignando. Sembra una iena. Finalmente se ne va, lasciandomi solo con la ragazza che amo.
"Piccola." Dico.
"Piccola sveglia. Ti prego. Mi sono comportato da fottutissimo coglione, ma non punirmi con questo. Ti prego. Qualunque cosa, basta che sappia che tu viva ancora, che stai bene. È tutta colpa mia. Non avrei dovuto lasciarti andare via. Porca merda, se muori è tutta colpa mia, non posso sopportare un mondo senza di te. Se non ci sarai più, me ne andrò pure io. Ti raggiungerò nel posto dei tuoi sogni, e ti amerò per l'eternità.
Ma ti prego, svegliati, vivi, fallo per me, per la tua famiglia, per i tuoi amici.
Se non mi vorrai più vedere, lo capirò. Mi basta solo sapere che tu stia bene. " concludo.
Mi accorgo che ho le guance bagnate. Asciugo le lacrime rabbiosamente.
"È stato un ubriaco." Mi giro di scatto spaventato. Per la seconda volta.
Un dottore, di mezza età, ci stava guardando, sorridendo. Sembrava sul punto di piangere.
"Quanto ha sentito?" Chiedo tirando su col naso.
"Abbastanza da capire che il vostro è un amore fortissimo, ma che viene messo in pericolo da altre cose e persone." risponde, sempre sorridendo.
"Cosa è successo?" Domando.
"La signorina Crombell, stava tornando a casa, a piedi. Mentre stava attraversando, una macchina l'ha investita. Era una strada abbastanza deserta quella. Si vede che stava facendo una scorciatoia. È rimasta tramortita per circa mezz'ora. Poi, sia ringraziato il cielo, una donna l'ha trovata, e ha chiamato subito il pronto soccorso." Risponde.
"Questa è la notte fatale. Può non farcela. O il contrario. Il suo cuore adesso non batte. È in rianimazione. Ha tempo fino a mezzanotte. Mi dispiace tanto. Non è venuto a trovarla nessuno. Lei è la prima persona che vedo qui. Spero resti con lei. Ha bisogno di supporto." Continua.
"Ma certo." Dico, ormai di nuovo sull'orlo di piangere.
Ha tempo fino a mezzanotte. Ha tempo fino a mezzanotte.
"Ce la fará." esclamo convinto.
"Si, ce la fará. È forte la mia Ilaria. Ce la fará." Ripeto.
Mentre lo dico, mi accorgo che sto tremando. E provo una cosa che non ho mai provato con nessuno.
Paura. Paura di perderla.
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