Capitolo 9: Non è possibile!
"Attenta!"
"Non mi puoi sfuggire"
"Stai indietro!"
"Ti prenderò"
"Vai via presto!"
Mi sveglio di soprassalto: era solo un incubo. Quelle due voci avvolte dal buio ancora mi risuonavano nella mente che, poco a poco, si stava abituando alla luce della Luna che filtrava dalla finestra della mia camera.
Richiudo gli occhi ma subito il vuoto mi avvolge senza lasciarmi spazio. Le voci ricominciano a parlare: una mi avverte del pericolo, mentre l'altra è il pericolo.
Buio, nero, tenebre, oscurità, tutto sembra volermi ostacolare. Il buio diventa grigio e di lì a poco riesco a vedere una sagoma nera spuntare all'orizzonte.
<<Chi sei?>> chiedo, come se il mio corpo e la mia mente fossero controllati dall'incubo.
<<Per ora non importa.>> risponde e io inizio a correre verso di lui.
<<Chi sei?>> ora grido, poiché l'ombra si fa sempre più lontana da me. Sento un brivido percorrermi lungo il braccio e una mano poggiarsi sulla mia spalla.
<<Te li porterò via. In un modo o nell'altro lo farò.>> sussurra al mio orecchio per poi lasciarmi lì, confusa...
Finalmente riesco a svegliarmi completamente. È giorno, la luce del Sole risplende e la mia sveglia frastornante suona impazzita per poi smettere appena le do una scossa con le mie stesse mani. Mi alzo e vado verso l'armadio per togliermi il pigiama e mettermi qualcosa di comodo per affrontare la giornata a scuola. Scendo già con lo zaino sulle spalle e prendo dal tavolo un cornetto appena sfornato e mi dirigo verso il jet privato dove Happy mi aspetta.
H:"Pronta per andare?"
L:"Prontissima."
Scelgo un posto e mi siedo mentre lui fa volare dolcemente quel grazioso jet per cui mio padre va molto fiero.
Chiedo a Happy se può atterrare non proprio vicino alla scuola, così da poter fare un pezzo a piedi. Acconsente. Scendo dal jet e mi dirigo verso la cosiddetta "prigione per ragazzi".
Entro e poggio il mio zaino nell'armadietto, cerco il libro di matematica per il test e inizio a ripassare appoggiata con la schiena sulla superficie metallica.
N:"Ciao, Lavi."
Mi si avvicinò Ned, seguito da Peter che era abbastanza giù di umore.
L:"Ciao Ned, ciao Pete. Tutto bene?"
Chiedo curiosa.
P:"Si, tutto bene..."
Mi risponde velocemente, per poi andarsene.
N:"Scusalo, non è la giornata migliore per lui."
Ned mi da un colpetto sulla spalla e poi va verso l'amico per raggiungerlo.
- neanche io ho una bella giornata - penso - spero che migliori nel pomeriggio -
Mi avvio verso l'aula di matematica dove dovevamo sostenere il test. Finito quello cercai di sopravvivere al resto della giornata scolastica e di capire perché Peter aveva un perenne broncio sul volto.
Lo trovai davanti al suo armadietto, stava contemplando un qualcosa che non riuscivo a vedere da lontano. Mi avvicino dubbiosa.
L:"Hey Pete."
dico, insicura da dove cominciare.
Lui sobbalza e poi mette velocemente apposto, ciò che aveva in mano poco fa, nell'armadietto.
P:"Oh, ciao Lavi."
L:"Oggi sei...strano, tutto bene?"
non riuscivo a smettere di pensare alla sua espressione pensierosa del giorno, non era mai in quello stato.
P:"Si, tutto apposto. Non devi preoccuparti."
il suo tono di voce faceva capire che non ne voleva parlare, neanche con me.
L:"Ok..."
abbassai lo sguardo e feci per andarmene ma lui mi prese per il polso e mi bloccai.
P:"Ti...posso accompagnare a casa?"
aveva decisamente qualcosa che non andava: non balbettava più, sembrava un altro Peter.
L:"No, non abito più alla Stark Tower. Comunque, grazie lo stesso." rispondo e poi me ne vado.
[...]
Sono nella mia stanza alla base degli Avengers a leggere un libro. Gli altri sono tutti ad allenarsi, ma non io, non ne ho voglia. Sento bussare alla porta.
L:"Avanti"
dico senza staccare gli occhi dalle pagine del libro.
TS:"Tesoro...sono io."
entra mio padre con un'espressione tra il preoccupato e il dispiaciuto.
L:"Ciao." dico fredda, continuando a stare concentrata sulle parole che stavo leggendo.
TS:"Dobbiamo parlare... penso sia il momento."
Alzo incuriosita e preoccupata visto il suo tono di voce.
L:"Vuoi parlare delle solite cose non è vero? Il mio bene, che mi vuoi proteggere, che non sono pronta eccetera eccetera... tranquillo non ce n'è bisogno-"
TS:"Di tua madre." dice secco, quel tono serissimo che usa solo quando è qualcosa di davvero importante. Il tono che mi fa sempre preoccupare per quello che mi avrebbe detto dopo. In quel momento ero tesa, il libro mi cade dalle mani e finisce a terra con un tonfo, con gli occhi lucidi riesco solo a sussurrare:
L:"Mia madre..."
*Spazio autrice*
Ciao a tutti,
si sono ancora qui e non sono morta :)
Non aggiorno dall'era dei dinosauri ma eccomi qui con il nono capitolo di questa storia!
E niente, grazie a tutti quelli che leggono❤️UwU
Ciauuu
~Giuly🖤
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