Capitolo 6

POV'S MADH

Forse non è giusto così. Non dovrei essere geloso, lui non mi ha fatto promesse o fatto nulla di nemmeno simile. Mi alzo dalla panchina perché inizia a piovere e giro ancora per il parco. Ci sono solo delle oche nel laghetto. Esco da quel posto e cerco di tornare all'hotel.

Guardo il pavimento perché tanto andrà avanti così per un po'. Scontro la spalla di qualcuno. Mi giro per scusarmi e rimango molto colpito dal verde degli occhi di questo ragazzo rosso. I capelli sembrano fuoco e gli occhi un prato. Ci fissiamo dritti nelle pupille e sento la sensazione stupefacente che mi crea. Si avvicina ed io tolgo le beats. Siamo vicini. Sento qualcosa sulla gamba e non ci metto molto a capire cosa possa essere.

"Marco, piacere" dico mettendo la mano tra il mio ed il suo petto. Lui ricambia e stringe la mia mano.

"Daniele"

"Sei gay?" dopo Lorenzo non voglio altre cazzate.

"Si, anche tu?" annuisco. "Mangiamo qualcosa?" annuisco di nuovo e lui sorride dolcemente. Lo seguo.

POV'S LORENZO

Abbiamo iniziato a camminare verso l'uscita e vedo questo ragazzo biondo cenere con gli occhi azzurri che guarda verso Margherita. Inizia a camminare verso di lei con passo deciso e minaccioso. Lei mi prende la mano, la guardo e mi supplica con lo sguardo.

"Non lasciare la mia mano" dice. Annuisco.

"Tu!" dice il ragazzo puntando un dito verso la ragazza. Lei deglutisce.

"Cosa c'è?"

"Perché sei sparita!?" è molto incazzato.

"Non volevo che quello mi toccasse!"

"È il tuo lavoro! Ricordi?" annuisce e dopo abbraccia il mio braccio. "Lui chi è?" domanda.

"Un amico" dice. Già amici siamo?

"Lei chi è?" mi intrometto.

"Sono il suo capo"

"Non più" dice lei.

"Cosa?" domanda lui sorpreso.

"Non voglio più lavorare , mi licenzio"

"Stupida bambina! Dopo tutto quello che ho fatto per te! Sei un ingrata! Mi auguro che in strada ti vada meglio! Puttana!" strilla in modo aggressivo. Si gira e se ne va. Provo a seguirlo ma lei mi tiene.

"Ora mi sente quello stronzo!" dico anch'io incazzato.

"No... Sono libera" dice.

"Ora tu mi spieghi tutto o da qui non ti muovi"

"Io... Non sono una brava ragazza, non sono perfetta, non ho un seno grande, non ho molte doti, non sono una che può permettersi abercrombie o vans o obey, al massimo indosso i cinesi. Non posso continuare a dare un peso a mio padre che a fatica arriva a fine mese, così volevo lavorare, ma non sapendo nulla mi sono adattata ad essere una ragazza ed usare questo a mio vantaggio creandoci sopra un lavoro. Mio padre si è ammalato di cancro e per le cure mancavano soldi e mi sono piegata a fare di tutto per guadagnare il più possibile. Ora lui si sta riprendendo, ma io non... Non... Non ce la faccio più!" dice tra singhiozzi trattenuti che alla fine scoppiano e me la ritrovo di nuovo stretta addosso.

"Ora come farai?"

"Non lo so!" si separa e asciuga le lacrime. "Cerco un lavoro e dormiró da qualche ex collega, se riesco a convincerne almeno una"

"Stanotte dormi in albergo da me e domani andiamo assieme a cercare un lavoro decente. Dove hai studiato?"

"Ho fatto un alberghiero..."

"Ottimo! Una pizzeria o un bar andrà benissimo!"

"Lorenzo, non devi aiutarmi..."

"Vero, non devo, ma voglio!" le prendo la mano e ci in camminiamo di nuovo. Appena superata l'uscita inizia a piovere e ci affrettiamo a correre verso la metro.

Sul treno sta zitta, guarda il suolo, a tratti sospira. Scendiamo dal duomo e ci dirigiamo alla galleria. È stupenda! È la prima volta che ci vengo e sto letteralmente sbavando. Mi riprendo e guardo tra i bar che ci circondano, quasi tutti vuoti. Sento lo stomaco lamentarsi e guardo l'ora, è le 1:35. 

"Andiamo al Mc? È già l'una" annuisce sciogliendomi il cuore con il suo sorriso tanto dolce ed insicuro. Le prendo la mano e ci in camminiamo richiamando lo sguardo di un po' di persone a cui non do peso.

*tardo pomeriggio*

"Questa è la camera" dico aprendo la porta e lasciandola passare. Entrati entrambi chiudo a chiave e la invito a sedersi. Lei si leva la giacca e la tiene in mano per poi dopo guardare la vista di fuori, è proprio sul parco di oggi.

"È molto bella" le porgo la mano per farmi dare la giacca.

"Mai quanto te" dico senza pensare per poi rimanere chiaramente stupefatto da me stesso. Lei arrossisce e fa di nuovo quel sorriso!

"Voglio baciarti" dice lei. Si avvicina piano. "Posso?" chiede. Resto li a fissare i suoi occhi.

I respiri sono l'uno fuso nell'altro, gli occhi chiusi e i visi leggermente inclinati. Sento le sue labbra sfiorare le mie e mi passa per la testa Federica! Ma santo dio, non è il momento dei sensi di colpa! Io voglio baciare questa ragazza, lei mi piace e mi attizza un casino!

La voglio. La voglio. La voglio.

POV'S MADH

Lo voglio. Lo voglio. Lo voglio.

Edoardo, il ragazzo dai capelli rossi mi sta baciando in modo appassionato e mi sento trasportare dalla natura e dagli istinti. Mi sta accarezzando lentamente e con molta cura dei punti in cui farsi percepire cosicché io possa godere questo momento.

Dopo pranzo avevamo parlato e ho scoperto che anche lui ha chiuso da poco una storia bellissima alla quale teneva molto perché questo ragazzo era stato il primo. Da poco si era accorto della sua vera natura e sapeva bene che se lo avesse capito prima sarebbe stato più complicato, perché comunque lui ora ha solo 24 anni e ha tutto il tempo per vivere la sua nuova "condizione" e al contempo per farsi accettare, mentre, se come me lo avesse capito ai 15 anni, probabilmente non lo avrebbero accettato né i suoi amici né lui. È stato molto dolce e quando mi ha chiesto di andare a casa sua non ho esitato a dire di si.

Su questo letto voglio fare l'amore e godere e alzarmi con i crampi al culo! Okay, forse mi calmo un attimo. Niente calma! Mi ha toccato dove non batte il sole!

"Edo"

"Mm?" mugula mentre sbaciucchia il mio petto.

"Ti adoro" e in volto si crea un sorriso di godimento quando anche la sua bocca è arrivata dove doveva arrivare.

♦Ciao, scusate le svariate ripetizioni e mi auguro vi piaccia!
Lore è vittima di un incantesimo e Marco pure, ma già si vede che la vita loro è movimentata ?

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E continuo.

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