Capitolo 9 - Latino

La campana che segna la fine dell'ultima ora di lezione, per il liceo delle scienze umane, suona.

Saluto Chiara e Camilla, e finisco di sistemare le mie cose nello zaino. Nella mia testa ci sono fin troppi pensieri, e l'ansia non tarda a farsi sentire.

<< Allora, com'è stata oggi la giornata? >> mi domanda Simone avvicinandosi sorridente, come sempre.

<< Pesante. Mi mancava solo essere buttata fuori durante l'ora di diritto. >> ironizzo.

<< Già, ma in fin dei conti queste sono cose che capitano. Allora, andiamo? >> domanda, quasi entusiasta.

<< Certo. >> prendo il mio zaino e indosso il mio giubbotto, poi lo seguo fuori dalla grande aula.

Mentre camminiamo per il corridoio della scuola, ci ritroviamo davanti Brian.

<< Brian! Oggi non torno a casa, lo dici tu alla zia? >> gli chiedo.

<< Sì... certo. Dove vai? >> domanda curioso.

<< A studiare latino. >> sorrido.

<< Divertiti. >> dice, con un tono misto tra ironia e fastidio. Poi si allontana.

<< Lo conosci? >> mi domanda subito Simone.

<< Sì. >>

Durante il tragitto dalla scuola a casa sua parliamo di ogni cosa, ridiamo e scherziamo molto tranquillamente.

<< Sai, mi sembra quasi di conoscerti da sempre. >> afferma mostrando uno dei suoi sorrisi più belli e abbassando lo sguardo.

<< Anche a me. >> sorrido. Sì, ogni tanto anche io sorrido.

Dopo circa mezzora scendiamo dall'autobus. Abita accanto al capolinea.

<< Eccoci arrivati nella mia dimora. >> scherza.

Casa sua è grandissima. Quasi quanto casa di mia zia, ma su un piano solo e il giardino è meraviglioso.

Appena entriamo, un piccolo cagnolino ci viene incontro scodinzolando e abbaiando.

<< Ciao Toto! >> esclama facendogli una carezza leggera sul piccolo muso.

<< Ci mettiamo sul tavolo del salotto, è molto più grande della mia scrivania. >>

<< Va bene. >>

Sistemiamo tutto sul grande tavolo e cominciamo subito a studiare.

<< Us, i, o, ... >> mi fermo. << Mi stai ascoltando? >> domando.

<< Scusa, ma dopo due ore diventa difficile stare attento. È noiosa questa materia.

<< E dimmi, allora ti viene in mente qualcosa di meno noioso? >> domando ridendo.

<< Te. >> sorride. Ha un sorriso stupendo.

<< E cosa vuoi sapere di me? >> gli domando accennando un sorrisetto.

<< Cosa ti piace fare, ad esempio, oppure perché ti sei trasferita qui. >>

<< Mi piace giocare a pallavolo. E vivo qui perché mia nonna è in ospedale per un'operazione, da lei non posso stare fino a quando non l'avranno operata. Ma non voglio annoiarti. >>

<< Non mi annoi, anzi. Mi interessi. Raccontami, perché vivevi con i tuoi nonni? >>

<< Perché mia mamma e mio papà non sono più qui da tanti anno oramai. >> abbasso lo sguardo.

<< Scusami. >>

<< Tranquillo. Parlami di te, invece. >>

<< Nulla, io sono come tutti gli altri. >>

<< Anche io. >>

<< Tu sei speciale. Sei diversa. Ma non in senso dispregiativo, anzi. Mi piace molto come sei. >>

<< Anche tu mi piaci come sei. >> spero non fraintenda le mie parole.

<< Perché ti piace giocare a pallavolo? >>

<< Non lo so. >>

Dopo le lunga pausa la lezione ricomincia, un po' meno noiosa di prima. È tutto stranamente perfetto. Sono a mio agio ma, soprattutto, sono felice.

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