Capitolo 8 - Ripetizioni

<< Cosa ne pensi, Alex? >> torno sulla Terra. Un'altra volta mi sono persa nei miei pensieri.

<< Scusa... >>

<< Hai la testa sulle nuvole, è successo qualcosa? >> mi domanda mia cugina.

<< No, sono solo contenta che nonna sia qui. >> sorrido.

<< Anche io sono contenta, ma sono più che sicura che ci sia dell'altro. >> mi guarda con un sorriso, impaziente di sapere la mia risposta.

<< Simone... >>

<< Quindi ti piace? >>

<< Credo di sì. È molto simpatico... >> abbasso lo sguardo.

<< Ed è anche molto bello. >> aggiunge Sarah. Sorrido.

<< Non lo metto in dubbio. >>

<< Domani allora vai da lui e parlate. >> la sua idea mi sembra tanto impossibile.

<< Non saprei cosa dirgli. Ora sono stanca, vado a dormire. >> chiudo il discorso.

Mi addormento subito, a differenza delle ultime sere.

Mi sveglio in anticipo di qualche minuto. Corro in bagno per evitare che qualcun altro mi preceda e mi chiudo dentro. Mi lavo velocemente e mi trucco.

Bussano alla porta mentre coloro le mie labbra di un rosa pesca leggero.

<< Ora esco. >> grido.

<< Fai con calma. Ti volevo solo dire che io oggi sono a casa. Ho la febbre. >> risponde Sarah

<< Okay. >> dico aprendo la porta e uscendo frettolosamente dal bagno dopo essermi lavata e truccata.

Apro l'armadio, sperando di trovare qualcosa di carino da indossare, ma non faccio altro che restare immobile a fissarlo nella speranza che i vestiti escano da soli.

Alla fine scelgo di indossare un jeans strappato aderente e una semplicissima maglietta nera, piuttosto larga.

Indosso il giubbotto e le scarpe e vado in salotto.

<< Brian, oggi Sarah non viene a scuola. Se la stai aspettando ti conviene andare. >>

<< No, stavo aspettando te. >> sorride.

<< Okay, andiamo. >>

Durante il tragitto camminiamo con calma, visto il quarto d'ora buono d'anticipo. Da lontano vedo Chiara camminare con un'altra ragazza. Il suo volto non mi è nuovo, credo che sia in classe con me, anche se non ne sono certa.

<< Chiara! >> urlo dall'altra parte della strada nella speranza che mi senta. Si gira e comincia a camminare nella nostra direzione.

È l'occasione perfetta per far conoscere lei e Brian.

<< Alex! >> dice appena mi è vicina.

<< Io sono Camilla. >>

<< Alex. Lui è Brian. >> lui sorride. Faccio l'occhiolino a Chiara che nel frattempo ha cambiato il colore del volto e lei gli sorride.

<< Il tuo ragazzo? >> domanda Camilla sorridendo. Brian mi guarda prima ancora che io riesca a formulare una risposta.

<< No, siamo solo amici. >> risponde al posto mio. Guardo l'orario ed è quasi ora di entrare. Camminiamo fino all'entrata ed io entro assieme a Chiara e Camilla.

<< Ciao! >> esclama qualcuno dietro di noi.

<< Ciao Simo! >> sorride Camilla.

<< Ciao Camilla, ciao Chiara. Alex! Come stai? >> mi domanda.

<< Bene. Tu ? >>

<< Bene. >> la campana suona e ognuno di noi torna al proprio posto.

Il professore entra immediatamente in classe e il mormorio di voci si zittisce.

<< Ragazzi, zitti. >>

Nella classe si alza un coro di 'ha corretto le verifiche?' ma il prof lo ignora completamente.

<< Quali verifiche? >> domando a Chiara.

<< Prima delle vacanze di Natale abbiamo fatto una verifica di latino. >>

<< Chiara, taci anche tu. >> la rimprovera il professore.

<< Sì, ho corretto le verifiche. Mi aspettavo molto meglio da voi. Adesso alzatevi che andiamo in un'altra aula perché questa adesso servirà per una riunione. >>

Mi alzo e prendo il mio zaino per andare nella classe al piano superiore.

< No, tu Alexandra vieni qui. >> il suo tono severo mi intimorisce non poco e mi affretto ad avvicinarmi.

<< Mi dica. >>

<< Tu la verifica la recuperi domani, okay? >> mi guarda con fare minaccioso, e per fortuna distoglie lo sguardo poco dopo.

<< Certo. Su che cos'è esattamente? >>

<< Tutto. >>

<< Va bene, ora posso andare? >> torna a guardarmi con quel suo sguardo severo.

<< Certo. Raggiungi gli altri. >> non credo di stargli simpatica.

Mi incammino verso le scale e quasi scivolo.

<< Stia attenta. Non vorrà mica fare altre stupide assenza come quella di ieri? >> mi istiga di nuovo il professore.

<< La mia non era una stupida assenza. >> dico affrettandomi a raggiungere Chiara, poco più avanti.

<< Quanto è odioso quel professore? >>

<< Non poco. >> commenta Simone.

<< Era difficile la verifica? >>

<< Sì, abbastanza. >> commenta Camilla, prima di allontanarsi insieme a Chiara.

<< Ti siedi accanto a me? >> mi domanda poi lui sorridendomi.

<< Okay, ma giurami che la tua ragazza non cercherà di uccidermi... ti prego. >> ride.

<< Giuro. >> sorrido.

Entriamo nella grande aula, dove i numerosi banchi sono divisi in coppie.

<< Sediamoci lì. >> mi indica due banchi in fondo.

<< No, tu e la tua amica vi sedete qui, in seconda fila. >> dice il professore, che a quanto pare già mi odia.

<< Credo che ce l'abbia con me. >> abbasso lo sguardo.

<< Lo credo anche io. >> dice, io ridacchio cercando di non farmi notare dal professore.

<< Era il tuo ragazzo quello che era con te questa mattina? >> mi domanda, riferendosi a Brian.

<< No, vive con me, a casa di mia zia. >>

<< Capisco. Quindi sei libera? >> arrossisco.

<< Ehm, si. >> mi sorride.

<< Okay. >>

Il professore si alza in piedi con in mano le verifiche. Comincia a camminare tra i banchi consegnando le verifiche a tutti.

Quando si avvicina a noi consegna l'ultimo foglio a Simone, e poi torna alla cattedra.

Lui lo osserva a lungo e poi lo gira, deluso.

<< Com'è andata? >> gli chiedo subito.

<< Male. >>

<< Mi dispiace. >>

<< Tu come sei messa in latino? >> domanda alzando lo sguardo.

<< Avevo la media dell'otto nell'altra scuola. >> affermo.

<< Ti va di darmi qualche lezione? Così almeno recupero. >>

<< Non voglio avere problemi con Vanessa. >>

<< Non ne avrai. Lei è fuori città con i suoi genitori. È partita questa mattina. >>

<< Va bene. Ti aiuterò. >>

<< Questo pomeriggio, ti va? >>

<< A casa di mia zia non si può. Mia cugina ha la febbre e ci sono i miei nonni che girano per casa. >>

<< Allora facciamo da me. Direttamente dopo la scuola, visto che non sai dove abito, ci mangiamo qualcosa assieme e poi andiamo a casa mia. >>

<< Come vuoi. >>

<< Zitti. Simone pensa a studiare di più anzi che pensare solo alle cose stupide. >> mi giro verso Simone.

<< Ma per lui è tutto stupido? >> purtroppo il professore mi sente. Perché non sto mai zitta?

<< Come ha detto? >>

<< Nulla. >>

<< Lo ripeti un'altra volta e ti mando direttamente in presidenza. Ti è chiaro? >> quasi grida.

<< Sì, certo, mi scusi. >> taccio e comincio a prendere appunti durante la sua spiegazione, infinita e noiosa.  La mia testa è già automaticamente alla fine della scuola. Uscirò con Simone. Non riesco a capire se mi piace o se semplicemente mi è molti simpatico.

Mi ripeto più volte di stare calma, che è solo una lezione di latino per evitargli un altro brutto voto. Purtroppo la mia mente è altrove e non si ascolta.

Le lunghe ore di lezione sembrano non passare mai. Non ho ancora imparato bene l'orario, ma quello di oggi è decisamente pesante. Di tutte, l'ora di latino è stata quella decisamente peggiore. Per fortuna le ultime due ore sono diritto e inglese, che mi piacciono molto.

Finalmente la campanella che segna l'inizio dell'intervallo, e la fine della terza ora, suona.

<< Alex? >> si avvicina Camilla.

<< Cami! >> esclamo. << Quanto sono state pesanti queste prime tre ore? >> domando.

<< Troppo. Almeno tu hai qualcosa di meglio da fare dopo la scuola oggi! Vero? >> la sua domanda è retorica, e sul suo volto pallido è comparso un sorrisetto malizioso.

<< Gli do soltanto una mano a recuperare latino. Gli è andata male la verifica. >> annuncio.

<< Sì certo. 'Solo una mano' come dici tu. Dov'è Chiara? >>

<< Si è fermata a parlare con la professoressa di chimica. >>

<< Chiara mi ha detto che conosci molto bene Brian, quello che vive da tua cugina. >> sorride.

<< Molto bene non direi. >> ridacchio. << Tu invece conosci molto bene Simone, giusto? >> le domando curiosa di sapere perché.

<< Sì, siamo migliori amici. E secondo me gli piaci. >>

<< Non credo, ha già la ragazza. >>

<< Vanessa? Ultimamente si lamenta sempre della sua gelosia. Penso che voglia lasciarla, ma tu ovviamente non devi parlarne con nessuno. Lo sappiamo solo io e te. >>

<< Figurati, non saprei a chi raccontarlo. >>

La ragazza mi sorride. Ha i capelli lunghi castani e lisci e gli occhi verdi molto grandi. È bassa, sono poco più alta di lei ma è molto più magra di me. Forse un po' troppo.

<< Tu, invece, non esci con nessun ragazzo? >>

<< Mi sono lasciata da poco. >> abbassa lo sguardo. << Ancora non mi è passata. >> sembra quasi scenderle una lacrima, ma la asciuga prima di renderla visibile.

<< Mi dispiace. >> sussurro.

<< Tranquilla. >>

Chiara ci raggiunge poco dopo, poco prima del suono della seconda campana. Quando purtroppo la campana suona ognuno torna al proprio posto.

Mancano solo due ore. L'ansia comincia a farsi sentire e cerco in tutti i modi di distrarmi, finendo per dimenticarmi di essere a scuola. La penna mi cade dal banco facendo rumore nel totale silenzio della classe. Mi chino a raccoglierla cercando di non farmi notare troppo, ma senza rendermene conto urto l'astuccio di Chiara dalla quale esce tutto il contenuto, attirando l'attenzione e gli occhi di tutti gli alunni e anche del professore di diritto.  Benissimo.

<< Scusami. >> le sussurro cercando di raccogliere tutto senza farmi notare troppo.

<< Se è così distratta può accomodarsi fuori dalla classe, assieme alla sua cara amica. Sicuramente sarà meglio così per il resto della classe. >> rimango immobile a raccogliere le penne sparse sul pavimento.

<< Mi scusi. >> dico con il tono più supplichevole che io conosca.

<< Fuori. Entrambe. >> ci alziamo e usciamo dalla classe. L'ora era appena cominciata.

<< Scusa Chiara, non volevo che finissi di mezzo anche te. >>

<< Non importa. Ho capito più che bene quello che ti passa per la testa. >>

<< Ho paura che oggi andrà tutto male, per colpa della mia ansia. >> confesso.

<< Tranquilla. >> sorride. << Vedrai che andrà tutto bene. >> mi rassicura. Provo a convincermi, a credere davvero che sarà come dice lei.

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