Capitolo 7 - Grazie
<< Alex? Alex? >> qualcuno mi sta svegliando.
<< Cosa c'è? >> domando prima di guardare l'orario sullo schermo del cellulare. << Oddio, sono le otto! Sono in ritardo! >>
<< Preparati che dobbiamo andare in stazione. >> in stazione?
<< Cosa? >> sorrido.
<< Sbrigati. >>
Mi alzo e mi preparo in pochissimo tempo. Mi trucco e poi scendo a fare colazione.
Quando usciamo di casa fa freddissimo. Il cielo è azzurro e non si vede nemmeno una nuvola, l'aria è fredda ma non è umida.
Saliamo in macchina e mia zia la accende per far scaldare il motore. Finalmente dopo qualche minuto parte.
Mentre siamo in macchina ascoltiamo la musica ad alto volume. La giornata è cominciata benissimo.
<< Devi ringraziare Brian se adesso sei qui e non a scuola. >>
<< Brian? >> sono a dir poco stupita.
<< Sai, è stato lui a convincere tuo zio. >>
<< Davvero? Non me lo sarei mai aspettata. >>
<< Nemmeno io. Ma ieri era così ostinato che alla fine tuo zio ha ceduto. >> mi informa. Da Brian mi sarei aspettata di tutto, ma non questo.
Arriviamo finalmente davanti alla stazione ed entriamo. La stazione è piena di gente che corre da una parte all'altra e di persone che, come me, aspettano qualcuno. Ragazze che aspettano il loro fidanzato e coppie che si riabbracciano dopo chissà quanto tempo. Amiche che si salutano, genitori che con i loro figli sono pronti a ricominciare da capo. Raggiungiamo il binario e il treno arriva poco tempo dopo. Vedo mia nonna e mio nonno in lontananza camminare verso di me e io comincio a correre verso di loro. Mi abbracciano e io li abbraccio forte, più che posso come se volessi farli entrare a far parte di me.
<< Mi siete mancati tanto! >> quasi urlo. Ho le lacrime.
<< Anche tu tesoro ci sei mancata. >> mi abbracciano di nuovo.
Insieme raggiungiamo l'auto di mia zia e torniamo a casa.
Anche se sono qui da un po', ancora faccio fatica ad ambientarmi a casa di mia zia. È una villa enorme, così diversa dalla calda e accogliente casa di mia nonna. Mi chiedo come faccia mia zia a tenere una casa così grande in perfetto ordine. Senza avere mai niente fuori posto.
Mia zia torna a lavoro mentre io con i miei nonni rimango a casa. Li aiuto a sistemare le cose nelle loro valige in camera e mia nonna si mette subito ai fornelli. Ha sempre amato cucinare e io ho sempre amato darle una mano. Fin da quando ero piccola, mentre mia nonna cucinava io le stavo vicina e le raccontavo quello che avevo fatto a scuola.
Le racconto tutto quello che mi è capitato da quando sono arrivata qui, di come mi trovo e che sto bene in questa casa. Le racconto che mi sono già trovata un'amica e anche una 'nemica' se così posso definire Vanessa, anche se credo che mi lascerà in pace quindi sono abbastanza tranquilla. Che sono riuscita a trovare 'il mio posto' anche qui, anche se ogni tanto ho dovuto condividerlo.
<< E quel braccialetto? Non lo avevi prima venire qui. >> mi chiede osservando il braccialetto azzurro al mio polso.
<< Oh, questo me lo ha regalato Brian. >> sorrido.
<< Ti piace questo Brian, vero? >> cosa?
<< No nonna, non siamo neanche amici. >> mi osserva confusa per qualche instante.
<< E perché te lo ha regalato? >> domanda.
<< Non lo so, però è un pensiero carino. >> dico passandole le verdure per la pasta.
<< Molto carino. A che ora torna Sarah? Mi manca tanto la mia nipotina. >> sorrido.
<< Oggi usciva un'ora prima, dovrebbe arrivare verso l'una. >>
<< Che bello, allora torna tra poco! >> esclama regolando il gas del fornello per far bollire l'acqua.
<< Nonna, ascolta, tu hai qualche foto di mamma e papà assieme a me? >>
<< No tesoro, non ho nulla, a casa ho già cercato. Prova a chiedere alla zia. >>
Mi sembra così strano che non ci siano foto dei miei genitori insieme. Non è possibile che non siano state ritrovate foto o qualche documento. La faccia di nonna improvvisamente si è fatta cupa e pensierosa.
Mentre lavo le pentole insieme a mia nonna mi volto a guardare l'ora che segna l'orologio blu e bianco sopra la cappa della cucina. L'una e dieci. Sarah e Brian sono in ritardo.
Continuo a guardare l'orologio ogni cinque minuti ma niente, non arrivano. All'una e trenta, finalmente, suonano al campanello.
<< Vado ad aprire. >> dico correndo verso la porta.
Il volto sorridente di Sarah compare appena apro la porta. Brian, dietro di lei, è più calmo.
<< Dov'è la nonna? E il nonno? >> domanda appena mette piede in casa.
<< Ciao anche a te. Comunque sono in cucina. Ciao Brian. >> dico chiudendo la porta alle loro spalle. Sarah corre subito in cucina ad abbracciare nonna, al contrario di Brian che dalla faccia lascia chiaramente capire che si sente a disagio.
Ci sediamo tutti e cinque a tavola a mangiare. A tavola parliamo di tutto, e mi accorgo che mia nonna lancia continuamente occhiate e sguardi a Brian; come se lo conoscesse già.
Dopo pranzo mia nonna e mio nonno si addormentano sul divano, stanchi per il viaggio piuttosto lungo che hanno fatto per venire qui a Milano.
Sarah, come al solito, torna in camera sua a studiare mentre io scendo in taverna. Mi stendo sul divano e comincio a scrivere nel mio diario tutto quello che mi sta succedendo. Di come la mia vita, da qualche giorno questa parte, sia diventata un alto e basso continuo. Metto via il diario e poco dopo Brian entra nella stanza.
<< Oggi ti vedo molto allegra. >> alzo lo sguardo.
<< Già. >> mi si siede accanto.
<< Sei contenta di aver rivisto tua nonna? >> mi domanda.
<< Grazie. >> sorrido.
<< Per cosa? >> chiede. So che sa benissimo a cosa mi sto riferendo.
<< So che sei stato tu a convincere mio zio a farmi andare in stazione stamattina. >> sorride.
<< Quel che è giusto è giusto. L'ho fatto solo perché avevi ragione. >> commenta distogliendo lo sguardo.
<< Beh, grazie. Se non fosse stato per te non ci sarei andata. >>
<< Non devi ringraziarmi. >>
<< Invece sì. >>
<< Figurati. >> sorride.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top