Capitolo 5 - Ritardo

La sveglia suona e l'unica cosa che non voglio fare oggi è alzarmi dal letto.

Tuttavia non ho scelta e mi alzo comunque. Sarah non è nel letto quindi presumo che sia già sveglia. Mi lavo e mi vesto in fretta, scendo le scale per arrivare in cucina e nel corridoio incontro Brian. Lui ovviamente è ancora in pigiama. Lo supero e poi mi siedo a tavola. Carola ha già preparato la colazione.

Questa mattina ci ha preparato la torta, buonissima.

<< Zia, è davvero buonissima. >> mi complimento.

<< Grazie tesoro. Ho sentito tua nonna ieri, le cure stanno avendo effetto e sta meglio. I medici le hanno dato il permesso di venirti a trovare purché la teniamo sotto controllo. >> sul mio volto si allarga un sorriso enorme.

<< Oddio, che bello. Mi manca tanto. >> mia zia sorride.

<< Lo sappiamo, anche tu manchi molto a lei. >> guardo l'orologio e sono quasi in ritardo.

<< Sono in ritardo, corro a scuola. Ne parliamo a pomeriggio! >> corro entusiasta a mettere il giubbotto e le scarpe e poi esco di casa. Questa mattina Sarah ha la febbre quindi oggi sarò sola.

Cammino per le strade allegramente mentre osservo il cielo che oggi non è coperto dalle nuvole grigie. La bella notizia mi ha rallegrato completamente la giornata, nulla potrebbe rovinarla.

Arrivo a scuola e, come mi aspettavo, i cancelli sono già chiusi.

Sento qualcuno correre dietro di me in direzione del cancello.

<< Anche tu in ritardo? >> mi domanda il ragazzo di fronte a me.

<< Già. Ero talmente contenta questa mattina che mi sono distratta e ho perso tempo. >>

<< Capita, almeno è per un bel motivo. >>

<< Tu perché sei in ritardo? >> gli domando.

<< Non ho sentito la sveglia. >> dice ridendo.

Non riesco a distogliere lo sguardo da lui. È bellissimo. Ha due bellissimi occhi azzurri, di un azzurro particolare. I suoi capelli sono castani, abbastanza chiari ed è molto alto. Il suo sorriso è stupendo, ha i denti perfettamente dritti e le labbra non troppo sottili.

<< Ci faranno entrare vero? >> domando preoccupata.

<< Perché sei così agitata? È solo un ritardo. >>

<< Perché non voglio arrivare in ritardo il secondo giorno. >> provo a spiegargli.

<< Sei nuova? >> domanda.

<< Si, sono in 4°D. >> la sua faccia mi lascia un po' perplessa.

<< Allora siamo in classe assieme. >> la giornata va di bene in meglio.

<< Non mi sembra di averti visto ieri in classe...>>

<< Ero assente. Ero ancora in montagna. >> mi spiega.

Cominciamo a parlare un po' e proprio quando comincio a divertirmi con lui si aprono i cancelli.

<< Credo che sia meglio entrare. >> dico incamminandomi verso la classe.

<< Come vuoi. >> mi segue.

Quando entriamo la prof. ci blocca sulla porta. Ci osserva a lungo mentre io e questo ragazzo ci guardiamo e tratteniamo una risata.

<< Per questa volta passi, la prossima volta senza giustifica non vi lascio entrare. Andate al posto. >> ci rimprovera, noi corriamo ai nostri posti e appena mi siedo Chiara fa un sorrisetto.

<< Lo conosci? >> fa una faccia entusiasta.

<< No. >> il suo sorriso sparisce.

<< E cosa ci facevi con lui allora? >> mi domanda.

<< Aspettavo che aprissero il cancello. >> rispondo, e lei sembra credermi.

<< Però è carino vero? >> mi domanda sempre con il suo sorrisetto.

<< Sì, da morire. Ma non dirlo a nessuno. >>

<< Tranquilla non dirò a nessuno che ti piace il ragazzo più bello dell'istituto. A me non ha nemmeno mai parlato. Sei fortunata. >>

<< Adesso esageri. >> dico ed entrambe ridiamo e smettiamo solo dopo ben tre rimproveri da parte del professore di inglese.

All'intervallo Chiara e io decidiamo di uscire dalla classe.

<< Ehi, Alexandra. >> mi si avvicina una ragazza. Alta, bionda, con gli occhi azzurri e otto quintali di trucco in faccia.

<< Ehi. >> rispondo mantenendo le distanze, questa ragazza non mi piace per nulla.

<< Cosa ci facevi con il mio ragazzo? >> mi fissa in cagnesco e per un attimo vorrei essere da un'altra parte.

<< Aspettavo che aprissero il cancello. E l'ho incontrato poco prima di entrare; non ero con lui. >>

<< Bene. Allora la prossima volta arriva puntuale e evita di provarci con il mio ragazzo okay? >>

<< Nessuno ci stava provando con lui. Adesso te ne vai? >> la ragazza se ne va e io e Chiara usciamo nel giardino.

<< Che caratterino quella lì eh... >> ridacchia Chiara.

<< Ma quella è matta. >> commento.

<< Dovresti dirlo a Simone. >> afferma più che convinta.

<< Non voglio mettermi in mezzo. >> abbasso lo sguardo e poi cambiamo discorso.

La campanella suona subito e quando rientro in classe Simone mi viene incontro.

<< Ascolta, lascia perdere la mia ragazza. È un po' gelosa. >> si giustifica come se io gli avessi chiesto qualche spiegazione.

<< Un po' tanto mi sa. >> gli faccio notare sorridendo.

<< Lo so, non darle retta. >>

<< Tranquillo. >>

Si allontana da noi per tornare al suo banco e intanto Chiara è più esaltata di prima.

<< Hai fatto colpo! >> urla.

<< Zitta! Comunque ha la ragazza. >>

<< Se lo dici tu. >>

<< A te invece chi ti piace? >>

<< Un ragazzo dell'altro indirizzo. So solo il nome, non ci conosciamo. Si chiama Brian. >> per poco non mi va di traverso l'acqua che stavo bevendo mentre pronuncia quel nome.

<< Biondo, con gli occhi castani per caso? >>

<< Sì, conosci anche lui? >>

<< Se stiamo parlando della stessa persona, sì. Vive con me e mia cugina. >> per poco non cade dalla sedia appena pronuncio la frase.

<< Non è giusto. Sei troppo fortunata. Bella la collanina che hai al collo. Dove l'hai comprata? >> dice indicando la catenina con il ciondolo a forma di luna.

<< Era di mia mamma. >> dico cercando di trattenere le lacrime.

<< Era? >> dice lei con le labbra tremanti.

<< Già. >>

<< Mi dispiace, per questo vivi con tua zia? >>

<< Già. >>

<< E tuo padre? >>

<< Mio padre è con mia madre. >> dico tagliando corto.

La lezione prosegue, sempre più lenta. I minuti che sembrano ore non passano più. Voglio solo andare a casa, rifugiarmi nella taverna. Allontanarmi un po' da tutti e uscire solo quando potrò finalmente abbracciare mia nonna.

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