Capitolo 23 - Ora parliamo!

<< Sì, li ho presi io. >> sorride. << Alex, lo so che ti ho ferita scomparendo così, senza neanche salutarti. >>

<< Già. >> rimango ferma sul mio punto.

<< Lo so, fammi finire di parlare. Lo so che adesso non vuoi saperne niente di me. Lo so che ti ho lasciata sola, non dovevo. Non avevo scelta. >>

<< Non è stata la tua partenza il problema. Il problema è che tu mi hai ignorata per mesi e poi sei scomparso! Mi hai lasciata sola a chiedermi per anni cosa ti avessi fatto. >> trattengo le lacrime e deglutisco.

<< Non hai letto la lettera, vero? >> abbassa lo sguardo.

<< No, non serve. >>

<< Quando vorrai leggerla, fallo. >> mi consiglia prima di uscire dalla stanza, rubando un secondo cornetto. So di fargli male, trattandolo così. So che non dovrei, eppure mi ripeto che è la cosa più giusta da fare. Adesso che finalmente stavo bene, ha deciso di tornare nella mia vita, e farmi innamorare di lui?

Per tutta la giornata non ci rivolgiamo la parola, ci ignoriamo e non ci guardiamo. O almeno, io passo il tempo a convincermi che è meglio così. Questa situazione mi fa stare malissimo, come ero stata solo quando lui era partito senza salutarmi. Sto esattamente come quando la professoressa, con la voce squillante e fastidiosa, mi aveva detto 'ha cambiato scuola'. Non riesco però a non volergli bene, perché lui in qualche modo è entrato nella mia vita come non aveva fatto nessuno. Mi ha fatta affezionare a lui non una volta, ma ben due. E con me non è facile. Eppure lui ha saputo farlo, senza rinunciare.

Mentre guardo la televisione in taverna, sento dei passi raggiungermi.

Sono le due di notte, a chi verrebbe mai in mente di scendere in taverna oltre a me?

<< Ora parliamo! >> esclama Brian entrando e sedendosi accanto a me.

<< Non abbiamo niente da dirci. >> ribadisco, cercando di non cedere e perdonarlo.

<< Invece sì, Alex. Abbiamo tante cose da dirci. Io ho tante cose da dirti. >>

<< Ti ascolto. >> mi arrendo.

<< Alex, io sono innamorato di te. Quando Sarah mi ha detto il suo cognome, subito ti ho pensata. Quando mi hanno detto che saresti stata qui, speravo di poterti riabbracciare. Mi è crollato il mondo addosso quando ti sei presentata e non mi hai riconosciuto. Credevo che ti fossi dimenticata di me, che non pensassi più a quel bambino paffuto con l'apparecchio e gli occhiali che era tremendamente impacciato e maldestro. Che cantava quella canzone che ti piaceva. Che ti aveva promesso di portarti a vedere le stelle, che ci sarebbe stato il giorno del tuo diciottesimo compleanno. Quel bambino che si era affezionato per la prima volta a qualcuno. Ho dovuto fare finta di non conoscere la tua storia, di non sapere dei tuoi genitori. Ho dovuto aspettare e fidati, poche persone sanno farlo. Una persona che non ti voleva bene davvero, si sarebbe limitata ad un 'Sono Brian, non mi riconosci?'. Volevo che ti affezionassi a me, volevo essere sicuro che tu mi volessi bene davvero, prima di dirti qualcosa che ti avrebbe fatta stare male. Perché quando quel giorno che sei arrivata non mi hai riconosciuto, io ho deciso di aspettare. E, ti assicuro, che avrei aspettato anche l'eternità per te. E così farò. Aspetterò. >> dice tutto con una tale calma, parlando non con me ma con il mio cuore.

<< Non so cosa dire... >> mi limito a dire, per non scoppiare in lacrime.

<< Dimmi che mi puoi perdonare. Non oggi, non domani magari, ma che lo farai. >> mi implora, accarezzandomi la guancia.

Non sposto la sua mano, anzi, ci poggio sopra la mia e chiudo gli occhi.

Quando li riapro lui ha le lacrime agli occhi, non sorride e si capisce che è abbattuto. Mi fa male vederlo così. Vorrei poter dimenticare tutto, spero che succeda presto. Spero di riuscire a passarci sopra, per poter ricominciare.

Abbasso lo sguardo e lascio scendere una lacrima, trattenuta da troppi minuti, lui me l'asciuga e mi abbraccia. Non dico niente, mi lascio abbracciare e poi mi addormento accanto a lui.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top