Capitolo 21 - Auguri Alex!
La sveglia suona. Mi sono dimenticata di silenziarla l'altra sera. Anche se è sabato decido di alzarmi abbastanza presto. Senza curarmi del mio terribile aspetto, scendo le scale per andare in cucina a fare colazione.
Appena varco la porta della cucina, urlano tutti in coro: << Auguri! >>
<< Grazie... >> rispondo un po' in imbarazzo e ancora coperta di sonno.
<< Tesoro! Diciotto anni si compiono una volta sola! >>
<< Menomale! >> rido, mentre mia zia mi guarda sorridendo.
<< Alle undici arriva tua nonna. Questa sera festeggerai, non mi interessa se vuoi o no. Ti faremo divertire. >>
Inutile provare ad opporsi, quando Carola o mia nonna si mettono in testa qualcosa, risulta impossibile ribellarsi. Sospiro, in fondo è anche una bella idea, magari mi aiuterà a distrarmi.
<< Va bene. >> mi arrendo.
Carola e mia nonna passano la giornata fuori insieme a Brian, mentre Sarah mi accompagna a fare un giro per il centro commerciale.
<< Cosa hanno in mente tua madre e la nonna? Oggi sono uscite insieme a Brian senza dirmi niente. >>
<< Inutile che ci provi, sarò muta. >>
<< Uffa, comunque ti va se pranziamo fuori? >> propongo e l'idea sembra piacergli parecchio. Prendiamo due tranci di pizza e ci sediamo ad un tavolino nell'angolo a parlare davanti a quella meraviglia.
<< Fa caldo in questi giorni! >> dice Sarah togliendosi la giacca di pelle.
<< Sì. È la primavera più calda negli ultimi cinque anni, l'ho sentito alla radio. >>
<< Ah, beh fa piuttosto caldo per essere il 7 di Aprile. >> commento.
Mangiamo la pizza e poi ci alziamo per guardare tutte le vetrine nei negozi. Parliamo a lungo e discutiamo riguardo ai vestiti esposti in vetrina. Si avvicina a noi , a un certo punto, un ragazzo alto e decisamente bellissimo. A Sarah le si illuminano gli occhi, allora deduco che si tratta del ragazzo di cui mi parla da mesi.
<< Ciao! >> esclama appena ci vede.
<< Ciao Lorenzo! >> esclama lei prima che lui si avvicini per baciarla. Vederla così sorridente mi rende felice.
<< Piacere, Lorenzo. >> si presenta.
<< Alexandra. >> ricambio e poi torno a guardare Sarah, che ha gli occhi illuminati.
<< Non voglio trattenervi troppo, Sarah ci vediamo domani vero? >> domanda lui sorridendole. Anche lui sembra molto preso da lei, non smette un attimo di sorriderle.
<< Certo, adesso devo tornare che sono le due passate! >> esclama lei, sembra dispiaciuta di doversi allontanare così in fretta.
<< Non sono le due, Sarah, sono le quattro. >> appena sente pronunciare l'orario da Lorenzo si allarma, mi prende per un braccio e mi trascina via salutandolo. Lui scoppia a ridere e la saluta con la mano.
<< Davvero carino! >> esclamo appena siamo abbastanza lontane da lui.
<< Lo so! Adesso andiamo! >> esclama cominciando a correre, per non perdere la metropolitana che sta passando proprio adesso.
Riusciamo a prendere la metropolitana, eppure non riesco a capire perché è così di fretta.
Quando arriviamo a casa, Sarah mi fa vestire come decide lei e mi trucca.
<< Adesso usciamo. >> impone.
<< Dove andiamo? >>
<< Vedrai. >> sorride con fare malizioso.
In casa non c'è nessuno, perciò nessuno può vedermi vestita in modo così ridicolo e provocante.
Il taxi ci lascia davanti ad un enorme locale, allora mi rendo conto di aver sbagliato a fidarmi di mia cugina.
<< Entriamo! >> mi trascina per un braccio, più entusiasta di me.
Il locale è quasi identico a quello dove è stato festeggiato il compleanno di Lara, e tra la folla c'è anche lei.
Tra le persone invitate noto subito Simone, Chiara e Camilla. Poi tutte le mie cugine, che tanto mi erano mancate, e infine Brian.
Da lontano, mi si avvicina e mi sorride.
Non volevo una festa, però forse devo ringraziare mia zia e Sarah per non avermi ascoltata. Per aver fatto di testa loro, rendendomi questa serata piacevole nonostante la mancanza dei miei genitori.
Ad un certo punto, il DJ fa partire una canzone particolare. Lui probabilmente l'ha messa perché è bella, perché suona bene. Perché la conoscono tutti. Nessuno sa che per me quella canzone è speciale.
La cantavo sempre quando ero piccola, insieme a mio papà. Dopo la sua morte non l'ho cantata più, fino a quando non ho conosciuto quel bambino. Lui mi aveva sentita cantarla una volta, mentre ero da sola in un angolino della classe, e l'aveva cantata con me.
<< Bella questa canzone, vero? >> sorride Brian, avvicinandosi.
<< Già, molto. >> sorrido uscendo dal locale un attimo, per riprendermi. La musica è molto forte anche fuori, ma più sostenibile.
<< Tutto bene? >> domanda lui, seguendomi.
<< Sì, è solo che questa canzone mi ricorda troppe cose... >> sorrido.
<< Ti va di ballarla con me? >> mi prende per mano e mi fa girare, per poi posizionare le sue mani sui miei fianchi. Posiziono le mie mani dietro al suo collo e cominciamo a dondolare. Appoggio la mia testa vicina alla sua spalla. Comincia a cantare quella canzone, con un'intonazione impeccabile. La sua voce, in quel momento, mi rende i ricordi più chiari.
<< Canti bene, Brian. >>
<< Cantala con me. >>
Comincio a cantarla con lui, mentre dondoliamo e balliamo, il suo profumo è buonissimo e mi fa sentire bene.
<< Sei bellissima questa sera. >>
Continua a cantarla, e sotto le luci dei lampioni mi fermo un attimo per guardarlo negli occhi. Improvvisamente mi è tutto molto più chiaro. Lui sembra sorpreso del mio sguardo, che è metà confuso e metà sorridente.
<< Cosa c'è? >> domanda poi, continuando a guardarmi negli occhi.
<< Non riesco a crederci. Non può essere vero. >> la mia voce trema, mentre lui sorride. Le lacrime cominciano a scendere dai miei occhi.
<< Te lo avevo promesso, ricordi? Auguri, Alex.>> sussurra, abbracciandomi ed io lo stringo forte a me.
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