Capitolo 10 - Buio

<< Sono io. >> urlo entrando dalla porta di casa. Il sorriso non me lo può togliere nessuno, oggi.

<< Ciao, ti cercava Brian prima. >> mi informa Sarah appena mi vede.

<< La febbre ti è passata? >>

<< Sì, sto bene. >>

Cerco Brian in camera sua ma purtroppo non lo trovo, così decido di scendere in taverna per stare un po' per conto mio.

Mi preparo un film e una ciotola di patatine fritte e poi faccio partire il lettore DVD.

Qualcuno entra dalla porta, ma non mi volto a guardare di chi si tratta.

<< I film non si guardano in solitudine. Non lo sapevi? >> mi domanda con sarcasmo Brian.

<< Cosa vuoi? >> domando scocciata, nella speranza che se ne vada via subito.

<< Niente, ero venuto qui per chiederti una cosa ma ho cambiato idea. >> lo osservo per qualche secondo e poi mi volto di nuovo verso il televisore. << Questo è tuo? >> domanda porgendomi un quaderno viola rilegato in azzurro.

<< Perché lo hai tu? >> domando alzandomi dal divano.

<< L'ho trovato qui oggi, mentre eri dal tuo ragazzo. >>

<< Questo non ti da il diritto di leggerlo! >> alzo la voce avvicinandomi a lui.

<< Stai calma, non l'ho neanche aperto. >> risponde scocciato.

<< Meglio così, adesso lasciami da sola. >>

<< Come vuoi. >> conclude andando verso la porta.

<< Comunque Simone non è il mio ragazzo! >> aggiungo prima che esca dalla stanza.

<< Okay. >> dice abbassando il tono della voce e chiudendo la porta.

Resto sola in stanza e faccio ripartire il lettore DVD, nella speranza che nessuno venga a disturbarmi. Quanto non sopporto quel ragazzo certi giorni. Altri invece lo adoro.

Controllo il cellulare e trovo una chiamata persa. Simone mi ha chiamata. Cerco subito il suo nome nella rubrica e lo richiamo, sperando che risponda. Niente, segreteria telefonica.

Decido di uscire a fare un giro. Mi metto una felpa più pesante, dal momento che fuori fa più freddo di questa mattina, e poi esco di casa.

Cammino fino a raggiungere il centro commerciale. Compro qualcosa di carino per mia nonna e per mio nonno, e quando finisco il giro è già buio. Chiamo mia zia per chiederle di venirmi a prendere, come ci eravamo messe d'accordo, poi mi incammino verso l'uscita. Mentre aspetto mia zia mi si avvicina un signore, intorno ai venticinque anni di età.

<< Scusami, sai per caso dove posso trovare un negozio di fiori, qui nelle vicinanze? >> domanda, ma la sua espressione non mi convince.

<< Mi spiace, non sono della zona, non conosco. >> rispondo subito, ma l'uomo li afferra un braccio.

<< Vieni con me. >> dice, trascinandomi nella via, contro tutte le mie forze. << Sai che sei bella? >> fa un sorrisetto.

<< Lasciami! Lasciami subito! >> comincio a gridare ma sembra non sentire nessuno. L'uomo posa l'altro braccio sulla mia schiena, facendolo scendere fino al bacino, poi sempre più giù.

<< E se io non volessi farlo? >> mi minaccia continuando a toccarmi.

<< Ti ho detto di lasciarmi! >> urlo, provando a liberarmi dalla sua stretta mentre le lacrime mi scendono sul viso.

Sento dei passi dietro di me, per un attimo credo di essere finita.

L'uomo mi libera dalla sua presa e poi scappa via. Dopo pochi secondi non lo vedo più. Non ho le forze per rialzarmi. Cado a terra.

<< Alex? Ti prego svegliati! >> sento sussurrare da qualcuno. Quando apro gli occhi, davanti a me vedo il volto di una donna. Insieme a lei c'è anche un ragazzo, che sono certa di non conoscere.

<< Dove mi trovo? >> sono certa di non essere a casa mia in questo momento. Mi metto a sedere sul letto e osservo prima le lenzuola bianche, poi le pareti azzurre e un letto accanto a me con le stesse identiche lenzuola. Sono in ospedale.

<< Sei in ospedale cara. Ti abbiamo vista assieme a un signore e quando ci siamo avvicinati il signore non c'era. C'eri solo tu svenuta a terra. >> mi racconta la signora.

<< Si, mi ricordo. Per fortuna che qualcuno si è accorto di me sennò non voglio neanche immaginare cosa sarebbe successo. >> commento. Accanto a lei il ragazzo sembra preoccupato.

<< Mi dispiace molto. Tua zia comunque sta venendo qui. >>

<< Grazie davvero. >> sussurro abbassando lo sguardo.

<< Tua zia è arrivata, ti lasciamo con lei. Ciao cara. >> mi sorride la donna uscendo dalla porta assieme al ragazzo.

<< Cosa è successo? Cosa ti ha fatto? >> domanda allarmata.

<< Un uomo ha provato a violentarmi. Per fortuna quella signora se ne è accorta e l'uomo è scappato. >> dico con le lacrime.

<< Non sai che spavento tesoro, tu come stai? >> mi abbraccia.

<< Bene, sono solo ancora un po' scossa. >> dico stendendomi sul letto.

<< Che bastardo. Ti ricordi la sua faccia? >> mi chiede.

<< Non l'ho visto bene. Però sono sicura che non andava oltre i trenta. >>

<< Ora tesoro ti portiamo a casa che sono tutti preoccupati. Così ti riprendi un po'. >> mi abbraccia ancora.

Salgo in macchina con mia zia. Il viaggio è molto breve, pochi minuti. Quando scendiamo dalla macchina andiamo subito verso il portone ed entriamo.

<< Alex! Cosa ti è successo? >> mi abbraccia subito Sarah.

<< Nulla, ora sto bene. >> mi sforzo di sorridere.

<< No, non stai bene. >> dice Brian avvicinandosi. Mi prende il viso tra le mani e mi osserva attentamente. << Cosa ti hanno fatto? >>

<< Non mi va di parlarne, te lo spiego dopo. Va bene? >> sorride, poco convinto.

<< Va bene, dopo mi racconti tutto. >>

<< Non ho fame zia, ti dispiace se vado nella taverna a rilassarmi un po'? >>

<< No, vai pure. >>

<< Stai meglio? >> mi domanda Brian entrando pochi minuti dopo.

<< Sì, decisamente. >> sorrido. Lui poggia una tazza di camomilla sul tavolino e si siede accanto a me.

<< Ti calmerà un po'. Vuoi raccontarmi? >> sorride. Gli racconto tutto quello che ricordo e ad ogni frase deglutisco, come se dovessi ancora digerire e realizzare l'accaduto. << Se lo trovo lo ammazzo. Giuro. >> commenta alla fine del mio racconto.

<< Calmo. >> rispondo subito sorseggiando la tazza di camomilla bollente.

<< Dimmi la verità. Ti piace Simone? >> cambia discorso.

<< Pensavo di sì. Se devo ammetterlo un po' mi piace. Ma non c'è quella sensazione. Non so se capisci di cosa parlo. >>

<< La scintilla, per così dire? >> dice, ed io sorrido.

<< Esatto. >>

<< Allora non ti piace veramente. Se ti piaceva veramente lo capivi. Lo capivi fin da subito. >>

<< Forse è come dici tu. >>

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