Chapter 6

I raggi di sole che entravano dalla finestra destarono Evelyn dal sonno. Le tende azzurro chiaro non impedivano alla luce di entrare, quindi tutta la stanza era illuminata d'oro.
-Evy!!!- dalla cucina si sentì la voce della madre della bimba, chiamarla a gran voce- la colazione è pronta, svegliati!!-
-arrivo!- biascicò Evelyn con la voce impastata dal sonno. Infilò le ciabatte, che giacevano disordinate ai piedi del letto, e fece per uscire dalla cameretta con le pareti blu mare. Ripensò all'uomo che era entrato dalla finestra quella stessa notte; era stato un sogno? L'immagine della sua figura snella e nera era nitidamente stampata nella sua mente, come poteva essere un sogno?
Quegli occhi, o meglio, quelle pozze nere, esprimevano la stanchezza che può dimostrare chi non ha più la voglia di vivere, chi l'ha persa da anni ormai.
-Evelyn!!- chiamò ancora la donna. La bambina uscì, e richiuse la porta di legno verniciato di bianco dietro di lei.
Si sedette al suo posto, e cominciò a bere silenziosamente il suo latte caldo.
Finita la colazione, andò verso camera sua, pronta per andare di nuovo a letto, quando la madre la fermò.
-dove stai andando?- chiese quella con uno sguardo inquisitore puntato dritto sulla bimba.
-vado a coricarmi di nuovo.- rispose la piccola, cercando di imitare il tono più stanco possibile. -non ho dormito proprio stanotte.-
La donna la squadrò attentamente dalla testa ai piedi, per poi sorriderle amorevolmente.
-va bene, ma dopo ti vengo a chiamare, oggi dobbiamo andare da nonna, ricordi?- chiese, passando una mano tra i suoi capelli biondo, come quelli della piccola.
Evelyn annuì e corse in direzione di camera sua, con l'obbiettivo di buttarsi sul letto a peso morto. Affogò un sospiro di gioia nel cuscino e chiuse gli occhi. Si coprì tutta con Ele lenzuola azzurre e prima di lasciare che     il      sonno la prendesse, sussurrò qualcosa rivolto a nessuno:
Spero tu venga di nuovo a trovarmi, papà.

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