𝕊𝕠𝕡𝕣𝕒𝕧𝕧𝕚𝕧𝕖𝕟𝕫𝕒
Lan Wangji aveva appena scoperto che Wei WuXian era morto. Suo fratello lo aveva avvertito e poi, vedendo che non aveva intenzione di parlare, silenziosamente lo aveva lasciato da solo.
Era ancora dolorante, le ferite fresche infatti non accennavano a guarire, ma era stata una punizione troppo severa per poter sperare in un altro risultato. Quando seppe che Wei Ying era morto, il dolore alla schiena svanì, inghiottito da una sofferenza bruciante che non aveva mai provato prima. Non riusciva ancora a muoversi bene, ma voleva sfogarsi in qualche modo, sentiva di averne bisogno, i suoi pensieri erano confusi, il dolore insopportabile, il cuore sembrava aver smesso di battere.
Cominciò silenziosamente a piangere.
Non aveva potuto farne a meno, si sentiva lacerato da una sofferenza insopportabile e non sapeva cosa fare, non sapeva come gestirlo e pensò che la sua vita sarebbe finita in quel momento; voleva che la sua vita finisse in quel momento. Con le poche forze che aveva, diede un pugno contro la testiera del letto e la mandò in frantumi, ma non bastava, non era cambiato nulla, doveva far uscire quel dolore in qualche modo, non poteva sopportarlo, era troppo forte.
Voleva urlare, ma non poteva, altrimenti tutti sarebbero accorsi nella sua stanza e la situazione sarebbe peggiorata.
Continuò a dare pugni alla testata del letto finché non andò completamente in frantumi e a quel punto, continuò a tirare pugni a vuoto senza accorgersi di non colpire nulla. Si accasciò a terra singhiozzando, "Perché non sono morto io al suo posto? Perché è dovuto morire? Perché è morto e io non ero lì a proteggerlo? Perché io sono ancora qui? Perché non mi hanno detto dell'assedio? Perché lo hanno attaccato? Perché non lo hanno capito? Perché me lo hanno portato via? Perché? " amsimò con voce spezzata tra un singhiozzo e l'altro, sbattendo i pugni a terra impotente. Erano riusciti a portarglielo via, lo odiavano e lo avevano portato via da lui che lo amava. Non riusciva a perdonarli, non riusciva a perdonarsi, voleva sapere cosa fosse successo, perché fosse morto, perché non fosse riuscito a difendersi, "Che cosa gli hanno fatto?" si chiedeva mentre le sue emozioni si trasformavano un groviglio di tristezza e rabbia senza fine. Non era abbastanza lucido in quel momento, ma sapeva di dover scoprire cosa fosse successo, doveva accertarsi che fosse morto sul serio, pur continuando a sperare con tutte le sue forze che si fosse trattato ti uno sbaglio; magari era riuscito a fuggire, oppure aveva inscenato la sua morte per far disperdere i nemici, gli sembravano opzioni valide e si riempì la mente di quelle dolci speranze, mentre si alzava, si asciugava le lacrime e si ricomponeva per andare a parlare con suo fratello.
Dovette rifare la fasciatura e cambiarsi d'abito perché durante il suo crollo le ferite si erano naturalmente riaperte, e nonostante non riuscisse a percepirne il dolore, sapeva di dover essere presentabile, sia perché nessuno era a conoscenza della sua punizione, sia perché doveva essere ricevuto da suo fratello e aveva bisogno di essere ascoltato, non compatito.
Si diresse a passo svelto verso le stanze di suo fratello e bussò educatamente, nonostante avesse provato l'impulso di irrompere poco cortesemente nella stanza e iniziare a porre domande. Lan XiChen aprì la porta poco dopo e non sembrò molto sorpreso nel vederlo, mostrò un espressione di sorpresa solo guardandolo attentamente negli occhi e capendo che aveva pianto. Lan Wangji non se lo spiegava, ma suo fratello riusciva a leggere sempre ogni espressione sul suo volto impassibile e a leggere informazioni impossibili da notare per tutte le altre persone, quindi quando vide la compassione sbocciare sul suo volto, non si stupì e avanzò fingendo di non aver notato nulla.
Lan XiChen lo salutò, "Wangji"
"Xiong-Zhang" rispose Lan Wangji rispettosamente.
"Cosa vuoi sapere?" chiese Lan XiChen andando dritto al punto. Non c'era bisogno di divagare, sapeva che sarebbe arrivato e sapeva che avrebbe chiesto spiegazioni.
Lan Wangji fece un respiro profondo e disse,
"Vorrei che mi raccontassi tutta la storia." Sapeva che sarebbe stato peggio di come si era sentito dopo la notizia e temeva di poter crollare davanti al fratello, ma sentiva un bisogno disperato che lo spingeva a chiedere informazioni. Voleva conoscere ogni dettaglio, sapere dove erano avvenuti i fatti, chi era presente, perché la situazione era precipitata e soprattutto, se Wei Ying avesse o meno sofferto. Quella era la domanda che lo spaventava di più in assoluto, temeva che la risposta lo avrebbe distrutto completamente e che non sarebbe mai più riuscito a riprendersi. Già senza sapere i dettagli si sentiva sull'orlo della follia, ma non poteva lasciar perdere, almeno quello, glielo doveva.
Suo fratello lo guardò attentamente sospirando e poi cominciò a parlare, "Come sai, dopo la tragedia avvenuta alla città senza notte, tutti i cultori erano in preda la panico e volevano vendetta. Si sono riuniti e hanno iniziato a pianificare un assedio, capeggiati da Jiang WanYin che conosceva il luogo in cui vivevano Wei WuXian e i Wen superstiti e i suoi punti deboli. Anche io, Jin GuanYao e Nie MingJue abbiamo partecipato all'organizzazione dell'assedio, per porre fine alla questione e proteggere le nostre scuole. Si sono uniti più di mille cultori e siamo partiti, per quanto non tutti fossero d'accordo, con l'idea di non lasciare sopravvissuti. L'unico che temevamo era Wei WuXian perché i Wen erano tutti anziani o malati, e non erano pericolosi. Quando siamo arrivati ai colli dei sepolcri, il patriarca di Yiling ci attendeva davanti alla sua caverna. Ovviamente la situazione è precipitata subito e Wei WuXian ha iniziato a perdere il controllo, sembrava volesse unire le due parti del sigillo demoniaco con tutte le sue forze e allo stesso tempo, sembrava voler impedire che accadesse. Jiang WanYin è intervenuto per attaccarlo e proteggere tutti i partecipanti e lo ha colpito con la sua spada; dopodiché gli eventi non sono per nulla chiari. Wei WuXian ha iniziato a dimenarsi e ad urlare e, dopo poco, di lui non è rimasto nulla. Sospettiamo che sia stato consumato dall'energia del risentimento che non riusciva più a controllare, ma sono solo sospetti, perché non abbiamo prove. Subito dopo, hanno dato la caccia ai Wen, li hanno uccisi tutti e hanno saccheggiato la caverna. Una volta terminato, siamo tornati alle nostre scuole per iniziare a spargere la notizia. Wangji, ascolta, so cosa provavi per Wei Gongzi e capisco come ti senti, ma ormai era inevitabile, era troppo pericoloso e aveva perso il controllo in più di un'occasione. Non dico che sia stata la decisione giusta, ma non poteva essere lasciato a piede libero, inoltre l'energia del risentimento presto o tardi... " si interruppe guardando suo fratello. La sua espressione era fredda e impassibile come sempre, ma aveva alzato una mano per interromperlo e respirava più velocemente del solito. Lan XiChen sapeva che raccontargli la verità lo avrebbe distrutto, ma non poteva fare altrimenti. Wangji era terribilmente testardo e non avrebbe mai lasciato perdere. Se non gli avesse detto nulla, probabilmente sarebbe partito in quello stato per andare a controllare personalmente cosa fosse accaduto e quello, non poteva permetterglielo. Non lo avrebbe mai confessato a Wangji, ma una parte di lui era soddisfatta per la morte del patriarca di Yiling. Era la parte più egoista di lui e se ne vergognava, ma non poteva fare a meno di pensare che se lo fosse meritato e che Wangji sarebbe stato meglio senza di lui, e che con il tempo, se ne sarebbe dimenticato.
Il suo ragionamento non era del tutto illogico, semplicemente non aveva ancora compreso quanto fossero profondi, sinceri e indissolubili, i sentimenti che legavano Lan Wangji a Wei WuXian. Lo avrebbe capito con il tempo, ma in quel momento commise un grave errore di valutazione che lo avrebbe perseguitato per anni.
Lan Wangji aveva alzato una mano intimandogli di fermarsi, perché non poteva ascoltare una parola di più. Da quando aveva sentito frasi come "Jiang WanYin lo ha colpito" e "ha iniziato a dimenarsi e ad urlare", la sua mente si era annebbiata e aveva sentito poco e niente di quello che il fratello aveva detto in seguito. Era furioso, accecato da una rabbia che aveva cancellato per un attimo il dolore, che ora tornava a ruggire e combattere per la supremazia. Jiang WanYin lo aveva colpito, aveva pugnalato il suo stesso Shixiong e voleva ucciderlo. "Come aveva potuto? Come si era permesso? Se non fosse per l'alleanza che lega la scuola Jiang e la scuola Lan, andrei subito a ucciderlo per vendicare Wei Ying.
Wei Ying è stato ucciso da suo fratello, è morto da solo mentre cercava di proteggere qualcuno, è morto odiato da tutti quando lui non aveva avuto alcuna scelta, non ha percorso quel cammino per malvagità, ma per mancanza di possibilità, non meritava di morire e soprattutto non meritava di essere colpito da suo fratello!" ruggì Lan Wangji nella sua testa. Il vuoto che sentiva, non era minimamente paragonabile al vuoto provato per la morte della madre o del padre, era una sensazione di tristezza infinita che gli faceva desiderare solo di lasciarsi andare e raggiungere l'amore della sua vita. Desiderava morire tanto intensamente che tornò in sé; morire non sarebbe servito a nulla si disse. Doveva reagire e fare qualcosa, doveva vendicarlo o almeno cercare delle prove della sua innocenza. Morire sarebbe stato stupido, non sapeva ancora con certezza se fosse morto realmente e voleva provare ad andare sul posto per cercare indizi e soprattutto per provare a contattare la sua anima. Non poteva starsene con le mani in mano, non poteva crogiolarsi nel dolore e non poteva smettere di lottare per il suo amore, che non riusciva ancora a credere fosse perduto.
Prese la sua decisione e affrontò il fratello a testa alta e con la voce ferma, "Io andrò lì". Disse quella frase con un tono tanto intenso da non ammettere repliche. Gli occhi di suo fratello si spalancarono leggermente e provò a protestare, ma Lan Wangji lo fulminò immediatamente con lo sguardo, facendogli chiaramente intendere che, nonostante la sua furia in quel momento fosse rivolta a Jiang WanYin, non significava che non ne avesse in serbo anche per lui, dopotutto non aveva fatto nulla per impedirlo, aveva partecipato e aveva avuto il coraggio di dire che capiva come lui si sentisse. Non si era mai davvero arrabbiato con suo fratello maggiore, ma in quel momento sentiva che se lui avesse continuato a protestare, sarebbe esploso e non avrebbe più badato alle buone maniere. Continuò a fissare suo fratello con sguardo gelido fino ad ottenere un cenno di assenso; subito gli voltò le spalle e si diresse verso la porta. Mentre la apriva per uscire, suo fratello parlò di nuovo:
"Quando Shifu lo scoprirà, sarai punito una seconda volta."
Lan Zhan non si voltò neanche a guardarlo, chiuse gli occhi e rispose, "In ogni caso, non sarà mai abbastanza" e uscì chiudendosi la porta alle spalle, lasciando un Lan XiChen incredulo con gli occhi sgranati.
Non tornò neanche alla sua stanza, si limitò ad allontanarsi leggermente per poi montare sulla sua spada e a volare verso i monti della sepoltura, incontro alla verità. Con la spada non impiegò molto tempo a raggiungere Yiling e si affrettò ad individuare quei monti cupi e nebbiosi che avevano ospitato il suo Wei Ying negli ultimi mesi. In quel momento aveva la mente svuotata, solo il nome di Wei Ying si ripeteva all'infinito come una preghiera. Era la speranza che ancora non lo aveva abbandonato e una supplica disperata che lo aiutava a restare in sé. Si fece cullare dal nome del suo amato, mentre si avvicinava ai monti e iniziava a perdere quota, con il cuore stretto in una morsa e gli occhi lucidi che si rifiutavano di versare ulteriori lacrime. Quando scese dalla spada, la rinfoderò e iniziò a camminare su per il sentiero che portava alla caverna, analizzando tutti i particolari e cercando tracce, ma a parte impronte e segni di lotta, non trovò nulla.
Si avvicinò alla caverna e si guardò attentamente intorno, ma anche lì, non trovò nulla. Non c'erano tracce significative, non c'era Wei Ying, non c'erano i Wen, non c'erano neanche dei morti, era come se di lì non fosse passato nessuno negli ultimi venti anni, eppure lui sapeva che si era svolta una battaglia, così come sapeva che erano morte molte persone. Entrò nella caverna, controllò se tutto fosse rimasto al proprio posto e si costrinse a non scatenare la propria furia, quando notò che la caverna, che fino a poco tempo prima, era piena delle cianfrusaglie di Wei Ying che impedivano di camminare o di sedersi, ora era completamente vuota, non era rimasto neanche un foglio di carta, un libro, o una delle sue invenzioni, avevano portato via ogni cosa. Avevano profanato la sua casa e avevano assassinato le persone che voleva proteggere, lo avevano provocato in più di mille, lo avevano distrutto, e infine avevano cancellato ogni traccia della sua esistenza su quelle montagne. Lan Zhan diede un pugno a uno degli altari di pietra usati da Wei Ying come ripostigli e non contento, ne diede un altro e poi un altro ancora, fino a ridurre la roccia in frantumi. Era debole e ferito, ma la sua rabbia aveva cancellato ogni sensazione esterna lasciando solo quel dolore bruciante che lo aveva spronato a distruggere, distruggere, distruggere per non sentire più. Tornò in sé solo quando si accorse che stava facendo peggio di coloro che avevano saccheggiato la caverna; stava distruggendo la casa di Wei Ying. Si colpì rabbiosamente la fronte e si prostrò chiedendo perdono per il suo comportamento imperdonabile. Pensò che quella era la prima volta che si prostrava per Wei Ying e avrebbe dato tutto per poterlo fare insieme a lui altre due volte, ma non era possibile, perché aveva gettato al vento tutte le possibilità che aveva avuto e lo aveva perso per sempre.
Era uno stupido, "Patetico! Sono stato patetico! Un codardo! Una persona orribile! L'ho perso! Come ho potuto essere così stupido? L'ho perso!" urlò al vento con tutto il fiato che aveva in gola, provocando un eco assordante che lo incolpava ancora e ancora. Aveva perso l'unica persona che amava e l'unica che sarebbe stato in grado di amare da sempre, per sempre. Ora era solo, sarebbe rimasto da solo, avrebbe vissuto da solo e avrebbe cacciato e coltivato da solo. Da solo, come era sempre stato fino all'incontro con Wei Ying, dopodiché, solo, non ci si era sentito più. Wei Ying aveva riempito le sue giornate, lo aveva fatto riflettere e lo aveva cambiato, ma in cambio aveva ricevuto solamente quell'orribile trattamento dettato dal carattere ingestibile di Lan Wangji che mai aveva avuto il coraggio di dire la verità. Ciò che lui aveva ottenuto con la sua stupidità erano state trentatré frustate, la solitudine e una perdita inimmaginabile. Se fosse potuto tornare indietro nel tempo, non avrebbe ripetuto gli stessi errori e avrebbe conquistato Wei Ying a qualunque costo, ma era troppo tardi ormai, e nulla aveva più senso. All'improvviso, Lan Zhan scattò in piedi ricordandosi che doveva assolutamente provare l'ultima opzione rimasta: doveva chiamare la sua anima e provare a parlarci, doveva provare ad ogni costo, altrimenti non avrebbe avuto pace. Si sedette a terra compostamente ed estrasse il Guqin dal borsello Qiankun, per poi posizionarlo sulle sue ginocchia e iniziare a suonare "Inchiesta". Con la speranza che lo avvolgeva, prese a suonare freneticamente e iniziò a porre domande sperando di trovare la sua anima, ma le corde di Wangji non vibrarono. Provò di nuovo, ancora più insistentemente, ponendo domande sempre diverse, sempre mirate a riconoscerlo, ma nuovamente, le corde del guqin non vibrarono. Prese lo strumento e lo scaraventò a terra. Si spezzarono tre corde e il legno si scheggiò, ma a lui non importava nulla. "Non mi ha risposto. Non mi vuole parlare, o la sua anima non è qui? È andata in frantumi? Perché nessun'anima ha risposto al mio richiamo? Dove sono tutte le anime dei Wen?" Si pose quelle domande mentre si alzava e arrancava verso la pozza di sangue. Guardò attentamente e la trovò molto più rossa rispetto all'ultima volta che era stato lì; anche l'odore di sangue era più intenso, quindi capì che molti nuovi corpi erano immersi in quella pozza in attesa di essere trasformati in cadaveri feroci. Che si fossero aggiunti anche i Wen che erano stati uccisi? Si fermò un attimo a riflettere e pensò, conoscendo i cultori, che potevano averli gettati lì senza il minimo riguardo per le loro vite o per il loro diritto alla sepoltura. Si scoprì leggermente disgustato dal loro atteggiamento crudele, ma quella sensazione sparì immediatamente quando si ricordò del bambino che era insieme a quei pochi Wen rimasti. Ricordò che si chiamava Wen Yuan, che aveva quattro anni e che stava sempre attaccato alla gamba di Wei Ying e quando poteva, giocava con il suo dizi. Era un bambino piccolo e molto vivace, gli ricordava il carattere di Wei Ying e soprattutto, era solo un bambino. Probabilmente era stato ucciso nella confusione della battaglia, ma era solo un piccolo bambino innocente, la cui unica colpa era di avere il cognome Wen. Naturalmente, un bambino così piccolo non aveva partecipato alla distruzione delle scuole di coltivazione, né ai massacri compiuti dal suo clan. Era nato nel luogo sbagliato, al momento sbagliato e purtroppo ne aveva pagato le conseguenze, mentre Wei Ying non era riuscito a proteggerlo e sicuramente ne era stato distrutto.
"Quanto dolore può contenere una persona prima di scoppiare?" Si chiese pensando all'amore della sua vita che aveva perso tutto, non una, ma ben tre volte e nonostante ciò, si era rialzato e aveva combattuto, era andato avanti con il sorriso e a testa alta, affrontando tutto ciò che si era trovato sul cammino. Aveva vissuto solo poco più di venti anni, come poteva essersi meritato tutto quel dolore? Cosa aveva mai fatto per guadagnare tutto quell'odio e per andare incontro ad una fine tanto orribile e disonorevole? Non poteva fare a meno di pensarci; non solo era stato pugnalato da suo fratello, ma era anche morto divorato dalla sua stessa arma, auto-distruggendosi e sparendo. Non poteva essere seppellito e non era possibile lasciargli uno spazio nella sala ancestrale della scuola Jiang, quindi non avrebbe potuto riposare in pace, non avrebbe mai recuperato la sua dignità e non avrebbe avuto l'occasione di ripulire il suo nome, mai. Lan Zhan non poteva accettarlo, non poteva credere che una persona tanto incredibile potesse fare una fine del genere e passare alla storia come uno degli uomini più crudeli e sanguinari mai esistiti, essere ricordato come un demone. Come avrebbe potuto lui andare avanti sapendo tutto ciò e senza essere punito adeguatamente per i suoi errori? Aveva ricevuto le frustate per averlo aiutato, ma non era servito a nulla e si apprestava a tornare a Gusu per essere punito nuovamente, ma anche quello non sarebbe stato sufficiente. Avrebbe meritato trecento frustate, e anche così non si sarebbe sentito meno colpevole. Sentiva fisicamente il bisogno di soffrire quanto aveva sofferto lui, di provare ciò che aveva provato lui e quindi di avvicinarsi a lui, tramite l'unica esperienza che avrebbero potuto condividere. Capì che se fosse rimasto lì un solo minuto di più, la sua mente non avrebbe retto; infatti si accorse che stava piangendo di nuovo e che gli tremavano le gambe. Si impose di camminare dritto e uscì dalla caverna per apprestarsi a scendere dalla montagna, ma per qualche motivo, non riuscì a muovere un altro passo. Si bloccò fuori dalla caverna e non riuscì a lasciare quel luogo.
Non poteva gettare la spugna. Era totalmente irrazionale, se ne rendeva conto, ma doveva rimanere lì e continuare a cercare qualcosa, anche solo un nastro, o una nappa, una campanella, un talismano, qualunque cosa che potesse lasciargli un ricordo di lui. Fece il giro di tutta la montagna guardando in ogni angolo, e non trovando nulla, iniziò a disperarsi, ma continuò comunque testardamente a cercare e a cercare ancora, fino a quando non sentí che le forze lo stavano abbandonando e quasi non riusciva più a camminare dritto. Si disperò perché avrebbe voluto conservare Suibian, o almeno Chenqing per tenersi Wei Ying sempre vicino e mantenendo vivo il ricordo grazie alle armi che lo avevano accompagnato in vita. Ma non aveva trovato niente, erano passati tre giorni e non riusciva più a guardare quella caverna. Aveva perso le speranze e decise di andarsene e di non tornare mai più in quel luogo orribile. Si trovava nella parte posteriore della montagna e iniziò a scendere senza montare sulla spada, sia perché era troppo esausto per volare, sia per assaporare i ricordi del loro ultimo incontro normale e quasi felice; camminavano fianco a fianco e A-Yuan era con loro, chiedeva a Lan Zhan di restare per cena, di stare ancora un po' con loro e di giocare. Quanto sarebbe voluto tornare indietro nel tempo e dire di sì, non solo quella volta, ma ogni volta in cui Wei Ying gli aveva chiesto di giocare insieme, o di andare alla sua scuola, a caccia di fagiani, o a bere sul tetto! Gli avrebbe fatto davvero così male infrangere le regole? Non lo sapeva, ma iniziava a credere che sarebbe stato molto meglio infrangerle ed essere felice, piuttosto che essere ligio al dovere e non aver alcun ricordo davvero felice al quale aggrapparsi. Avevano condiviso qualche esperienza, ma non quante avrebbe voluto lui in quel momento e purtroppo non avrebbe più avuto altre opportunità. Strinse i pugni sforzandosi per non spaccare qualche albero e continuò a scendere, ma all'improvviso si immobilizzò. Aveva avvertito la presenza di una persona. Si fece prendere dal panico e iniziò a guardarsi intorno freneticamente cercando quegli occhi o quel sorriso che sperava di incontrare; purtroppo però si accorse che la presenza che avvertiva, proveniva dal tronco di un albero, quindi doveva essere un bambino per essere entrato in quello spazio minuscolo. Si avvicinò al tronco dell'albero mezzo bruciato e guardò dentro, allontanando all'istante la testa di scatto e sgranando leggermente gli occhi; dentro il tronco c'era effettivamente un bambino piccolo che dormiva, ma non era un comune bambino, quello era Wen Yuan.
Lan Zhan trattenne il respiro sconvolto e toccò il polso e la fronte del bambino per controllare le sue condizioni fisiche e notò che aveva la febbre molto alta. Non sapeva quanto tempo avesse passato nel tronco perché suo fratello non gli aveva rivelato il giorno dell'assedio, ma quello era l'ultimo dei problemi; doveva salvarlo, perché quello era il bambino che era con lui e Wei Ying nel loro ultimo incontro perfetto, era una persona cara a Wei Ying, di conseguenza, era anche una persona importante per Lan Zhan, non lo avrebbe mai lasciato lì a morire. Estrasse alcune medicine dalla manica e le somministrò al bambino, sperando di far abbassare la febbre. Non sapendo da quanto tempo fosse dentro al tronco e non sapendo quando gli era venuta la febbre, temeva che sarebbe potuto morire durante il viaggio di ritorno, però doveva tentare di portarlo a Gusu per curarlo in modo adeguato e tenerlo con sé. Si stupì di quel pensiero, ma era spuntato così dal nulla e credeva fosse la decisione migliore. Avrebbe tenuto quel bambino speciale, lo avrebbe cresciuto e lo avrebbe amato come un figlio. Non sapeva assolutamente come trattare i bambini e ne aveva dato prova quando lo aveva incontrato per la prima volta, ma si sarebbe impegnato e avrebbe imparato a crescerlo nel modo migliore possibile. Lo prese e lo sistemò comodamente tra le sue braccia, e a piedi, si diresse verso Gusu. Pensò di non essere in grado di volare per il momento, quindi decise di comprare un po' di cibo per il bambino in caso si fosse svegliato, di mangiare leggermente per recuperare le forze e di provare a volare sulla spada, non appena avesse sentito di aver recuperato le forze. Tornando a Gusu, arrivò alla città di Caiyi e, spinto da un impulso incontrastabile, atterrò e comprò una giara di "sorriso dell'imperatore", il liquore preferito del suo Wei Ying, che aveva detto di volerlo bere nuovamente, perché nessuno sapeva produrre un liquore migliore. Lo comprò senza sapere esattamente cosa avrebbe fatto, ma il solo pensiero di stringerlo in mano, lo faceva sentire vicino a Wei Ying, tanto vicino che gli sembrava quasi di sentire la sua risata e le battute che aveva fatto la sera del loro primo incontro. Subito provò una grande sensazione di vuoto, unita a malinconia e un pizzico di calore legato a quei ricordi del passato, che ormai erano persi per sempre. I rimpianti rischiavano di divorarlo, ma doveva essere forte, portare quel debole bambino in un luogo sicuro e prendersi cura di lui, come sicuramente avrebbe voluto Wei Ying. Ripose la giara nel borsello qiankun, salì su Bichen e si diresse verso Gusu, dove lo attendevano una punizione e una lotta assicurata con suo zio, per poter tenere quel bambino. Non avrebbe ceduto però, avrebbe fatto in modo di tenere quel bambino ad ogni costo, anche pagando con cento punizioni, era troppo importante per lui.
Arrivò a Gusu quando era ormai buio e si diresse immediatamente da suo fratello per chiedere aiuto, bussò alla sua porta e attese. Lan XiChen aprì subito e spalancò gli occhi sorpreso vedendo suo fratello che appariva stremato e con in braccio quel piccolo bambino che sembrava morto.
"Xiong-Zhang, l'ho trovato ai piedi della montagna, è malato, aiutami per favore." disse Lan Zhan con tono serio, mentre adagiava il bambino sul letto del fratello e controllava i suoi battiti.
Lan XiChen scacciò via la confusione e lo stupore e, senza rispondere, iniziò subito a preparare l'occorrente per curarlo. Aveva la febbre; sicuramente se era nel tronco di un albero aveva preso freddo e non aveva neanche mangiato.
Dopo aver preparato le medicine, le consegnò a Lan Wangji e si diresse velocemente verso la porta, girandosi solo per spiegare velocemente, "Tu somministragli le medicine e controlla la sua temperatura, io vado a chiamare Shifu e a procurarmi del cibo. Wangji, sai che non possiamo lasciarlo all'oscuro della faccenda."
Dopo aver pronunciato quelle parole, si diresse verso le cucine, per poi andare a chiamare Lan QiRen.
Lan Wangji, non protestò e si apprestò a fare ciò che gli era stato detto; diede le medicine al bambino, controllò la temperatura e provò anche a svegliarlo, ma senza riuscirci. Sapeva bene che suo zio avrebbe protestato e probabilmente lo avrebbe anche punito, ma non avrebbe ceduto, quel bambino al momento rappresentava l'unico barlume di speranza che gli restava nella vita e non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via. Dopotutto, si era fatto portare via la persona più importante al mondo e ora che aveva imparato la lezione, non si sarebbe tirato indietro di fronte a nulla e non avrebbe nascosto i suoi pensieri. Mentre pensava a come poter affrontare suo zio, sentí la porta che si apriva e capì che erano tornati.
Lan XiChen si avvicinò subito al bambino con il piatto di cibo a portata di mano e provò a svegliarlo, mentre rivolgeva poche parole a Lan Wangji, "Qui ci penso io, tu vai nell'altra stanza a parlare con Shifu. Se dovessi avere problemi, ti aiuterò io." Con quelle parole tentò di infondergli coraggio e di rassicurarlo, avendo capito quanto fosse importante quel bambino per suo fratello. Sospirò e iniziò lentamente a nutrire il bambino con la zuppa che aveva fatto preparare, sperando che si sarebbe ripreso presto.
Lan Wangji si limitò ad un cenno del capo e andò nella stanza accanto, seguito da suo zio, che con uno sguardo severo, attendeva spiegazioni.
Infatti appena chiuse la porta, suo zio iniziò a parlare, "Wangji, spiegami cosa è successo."
"Non c'è molto di cui parlare. Sono andato a Yiling e ho trovato questo bambino che è un sopravvissuto della scuola Wen e ho intenzione di farlo crescere qui." Pronunciò poche semplici parole senza preoccuparsi di portare rispetto o di essere cortese. Doveva solamente mettere in chiaro le cose.
"Sei forse impazzito?" chiese Lan QiRen con tono incredulo. Quello non sembrava il ragazzo che aveva cresciuto ed educato. Il suo sguardo era gelido, il suo tono fermo, la sua mancanza di rispetto palese, ma non riusciva ad essere arrabbiato. In fondo non era cieco, sapeva bene quanto suo nipote avesse sofferto e quanto stesse soffrendo anche in quel momento, era solo sorpreso e sconvolto, mentre la sua furia era rivolta a Wei WuXian, che anche da morto riusciva a rovinare quel discepolo perfetto che tutti avevano sempre ammirato. Non riusciva a capire cosa Wangji avesse trovato di buono in un uomo venuto al mondo solo per portare disgrazie. Come aveva potuto suo nipote addirittura innamorarsi di una persona tanto corrotta e immorale? Non lo capiva, non lo accettava, ma le cose stavano così, e non aveva il cuore per infierire ulteriormente. Dopotutto Wangji era stato punito molto più crudelmente di quanto meritasse per gli errori che aveva commesso, ma ora era costretto ad imporsi, perché quel bambino non poteva lasciarglielo tenere. Era un membro della scuola Wen, era sopravvissuto all'assedio e tutto sarebbe potuto venire a galla, inoltre non potevano spiegare il bambino arrivato all'improvviso. Non gli avrebbe permesso di tenerlo. Prese un respiro profondo e cercando di non alterarsi, continuò a parlare, "Wangji, cerca di ragionare. Hai portato nella nostra scuola l'ultimo sopravvissuto della scuola Wen, come pensi che potremo nasconderlo? Cosa ne sarà della scuola se qualcuno dovesse scoprirlo? Ci considererebbero dei traditori, è questo che vuoi? Non tieni più alla tua scuola? Wangji, per favore ascolta, in questo momento tu non stai ragionando lucidamente, riparliamone... " si interruppe bruscamente intimidito dallo sguardo di suo nipote. Era uno sguardo che poteva descrivere solo come "assetato di sangue" e non aveva mai visto suo nipote con un'espressione tanto feroce, come non aveva mai pensato di poterlo vedere rivolgere un tale sguardo proprio verso il suo stesso zio. Ne rimase profondamente turbato e maledisse nuovamente Wei WuXian per averlo ridotto in quello stato, gioendo mentalmente per la sua morte. Ora che quella catastrofe era stata scacciata dal mondo, sarebbe riuscito a riportare il suo pupillo sulla retta via. Ci sarebbe voluto del tempo, perché Wangji stava soffrendo molto, ma sicuramente sarebbe rinsavito e avrebbe dimenticato quella brutta esperienza. Esattamente come XiChen, Lan QiRen aveva sottovalutato l'intensità dei sentimenti di suo nipote, e anche lui se ne sarebbe accorto troppo tardi e si sarebbe sentito colpevole.
Lan Zhan era furioso. Non riusciva a controllare la sua espressione; sapeva che era fredda e crudele e che era rivolta verso suo Zio, ma non gli interessava. Il tempo delle buone maniere e della pazienza era finito ed era arrivato il momento di combattere per ciò che desiderava. Vedendo che suo zio era sconvolto pensò di dover moderare i toni, ma mentre rispondeva la voce gli uscì più alta e più crudele di quanto avrebbe voluto, "Shifu chi tra noi due sarebbe impazzito? Hai dimenticato le regole della scuola? Dove sono le tue virtù, l'altruismo, il senso etico, la morale, o semplicemente la tua umanità? Che importa se è o se non è un Wen? È solo un povero bambino che non ha alcuna colpa, è malato, è rimasto da solo e mi stai dicendo che avrei dovuto abbandonarlo a morte certa, perchè non sapresti come spiegare la sua presenza? Ora l'importante è farlo ristabilire e proteggerlo, basterà poi dire che uno di noi durante una caccia notturna, o un viaggio, ha trovato questo bambino malato da solo in mezzo al nulla e non ha avuto il cuore di lasciarlo lì a morire. Chi potrebbe mai sospettare la sua discendenza? Chi potrebbe mai aver notato il suo aspetto durante l'assedio? Senza il nostro aiuto morirà e io ho memorizzato le regole della nostra scuola senza dimenticarmene, ma a quanto pare non si può dire lo stesso di te. E poi sarei io a non essere lucido? Sono solamente triste, non sto delirando!" Proseguendo nel suo discorso aveva alzato sempre di più la voce e si accorse che suo fratello era entrato nella stanza e gli aveva poggiato una mano sulla spalla. Si scansò immediatamente, come se fosse stato ustionato dal contatto e si allontanò stupendo lo zio e il fratello che continuavano a non riconoscere l'uomo che avevano davanti.
Lan XiChen fu il primo a riprendersi, perchè Lan QiRen stava ancora fissando suo nipote a bocca aperta, senza riuscire né a rimproverarlo, né a ribattere alle sue accuse, e guardò negli occhi Lan Wangji facendo un passo avanti, "Wangji calmati per favore, è sera, non puoi alzare così tanto i toni, o qualcuno si preoccuperà e accorrerà qui. Fermiamoci qui per oggi; siamo tutti d'accordo che per il momento la priorità è far riposare il bambino e aiutarlo a guarire. Potrà restare nella mia stanza almeno per questa notte, poi vedremo dove sistemarlo. Zio perdona i toni poco calmi di Wangji, non voleva dire ciò che ha detto" e nel concludere la frase, fece capire a suo fratello di non peggiorare la situazione e di finirla lì per il momento. Lan XiChen si preoccupò di ammonirlo, perchè lo aveva visto inarcare un sopracciglio e stringere i pungi; sapeva che sarebbe esploso da un momento all'altro e si apprestò a far terminare la discussione lì senza causare ulteriori problemi. Lan QiRen, ancora sconvolto, si diresse a passo veloce verso la porta, ma non riuscì a guardare Wangji, troppo deluso e confuso dal suo atteggiamento. Salutò XiChen e si recò nelle proprie stanze. Lan Zhan lo fulminò con lo sguardo, ma non proseguì nella discussione e andò a controllare il bambino. Suo fratello lo seguì e provò nuovamente ad appoggiargli una mano sulla spalla, ma Wangji si scansò per la seconda volta. Sapeva che ce l'aveva con lui, e dal suo punto di vista aveva anche ragione, ma faceva male vederlo in quello stato senza poter fare nulla per consolarlo; sapeva che se ci avesse provato avrebbe solo peggiorato la situazione e che Wangji aveva bisogno di stare un po' da solo per riflettere e provare a calmarsi. "Wangji, qui ci penso io, tu vai a riposarti. Sei stato via per tre giorni, sicuramente sarai sfinito. Non ti preoccupare, io sono dalla tua parte, ti aiuterò a convincere Shifu. Però cerca di parlarci con un po' più di calma, altrimenti si arrabbierà soltanto e non ti darà ascolto." Disse Lan XiChen con tono calmo per non farlo arrabbiare nuovamente. Lan Zhan però non rispose; si voltò e uscì dalla stanza senza neanche salutare o ringraziare. Lan XiChen non se la prese e fece finta di nulla. Sperava che suo fratello sarebbe tornato normale il prima possibile, perchè in quel momento era un po' spaventato dal suo comportamento e temeva che avrebbe potuto fare qualcosa di stupido essendo poco lucido e troppo arrabbiato. Tornò dal bambino e gli rimase accanto per controllare le sue condizioni e per essere lì in caso si fosse svegliato improvvisamente.
Lan Zhan tornò nelle sue stanze da solo. Era riuscito a portare con sé il bambino ed era contento, ma suo zio lo aveva fatto infuriare. Ovviamente non poteva capire, nonostante fingesse il contrario, proprio come suo fratello. Nessuno dei due si era innamorato e nessuno dei due aveva perso la persona amata, quindi no, nessuno poteva capire come si sentisse e nessuno doveva provarci, perchè il suo umore sarebbe solamente peggiorato. Dopo aver svolto lucidamente tutti i compiti prioritari, non riuscì più a trattenersi una volta solo e pianse per la terza volta da quando lui non c'era più. Non sapeva davvero cosa fare, come sarebbe sopravvissuto con un simile dolore nel petto? Si sentiva tremendamente vuoto, come se il suo intero mondo fosse sparito e non vedeva via di fuga. Voleva disperatamente averlo vicino in qualche modo e all'improvviso, si ricordò di aver comprato la giara di liquore. Subito si calmò un pochino. Non aveva mai bevuto nei suoi venti anni di vita, ma non aveva paura; quello era il liquore che il suo Wei Ying amava tanto; forse berlo lo avrebbe aiutato a capirlo meglio, ad avvicinarsi a lui e magari, a vederlo per un'ultima volta. Spinto da quei desideri, tirò fuori la giara dal borsello Qiankun, la aprì e bevve un sorso. Bruciava, non gradiva il sapore e lo faceva tossire, però finalmente aveva capito perchè lui lo amava tanto; le sensazioni erano completamente diverse dopo un solo sorso, si sentiva inebriato e molto più calmo. Non appena finì di formulare il pensiero, sentì una pesante sonnolenza e si accasciò sul tavolino, cadendo in un sonno profondo.
Il momento di tranquillità, però, durò poco, perchè venne subito tormentato da incubi terribili; sogni in cui Wei Ying moriva davanti ai suoi occhi in modo straziante, lo incolpava per la propria morte, gli urlava di odiarlo e lo tormentava. Si svegliò di soprassalto con il cuore in gola e l'affanno, completamente ubriaco. Non si sarebbe mai ricordato nulla di quella notte, ma in quel momento si sentiva lucido, arrabbiato e pronto a tutto per sentire Wei Ying vicino. Uscì silenziosamente dalle sue stanze e si diresse ai depositi per cercare un dizi. Non era in grado di suonarlo, ma voleva disperatamente il dizi di Wei Ying ed era sicuro che lo avrebbe trovato proprio lì. Entrò senza farsi notare dai cultori che facevano i giri di ronda e chiuse la porta a chiave dietro di sé; non voleva assolutamente essere disturbato, voleva stare da solo, trovare Chenqing e tenerlo stretto tutta la notte; credeva di poter provare sollievo solo in quel modo. Era così triste, così immensamente triste che anche da ubriaco, percepiva un dolore straziante che gli impediva di pensare a qualunque altra cosa. "L'unica cosa importante è trovare Chenqing" sussurrò a sé stesso, "devo trovarlo e poi sarò vicino a lui. Sicuramente lo hanno portato qui, deve essere da qualche parte" continuò a ripetere mentre iniziava a cercare dappertutto alla ricerca di quell'importantissimo dizi. Dopo più di un'ora di ricerche, perse la pazienza e iniziò distruggere il magazzino che lo aveva privato tanto crudelmente di quel sollievo di cui aveva assolutamente bisogno. Prese a calci e a pugni ogni oggetto, cassa e scaffale, provocando un frastuono tale che avrebbe probabilmente svegliato tutti i cultori nelle vicinanze, ma al momento, l'unica cosa per lui importante, era riuscire ad eliminare un po' del dolore e della rabbia che lo colmavano. Continuò a buttare all'aria tutto ciò che era nel magazzino, stracciando anche tutti i libri e le pergamene raccolte, ma non era abbastanza; aveva bisogno immediatamente di quel dizi, non poteva vivere senza, non poteva sopravvivere senza stringerlo tra le dita. In quel dizi c'era parte della sua vita, c'era la sua essenza, c'era il suo Wei Ying da qualche parte e lui non poteva raggiungerlo. Era talmente in preda al dolore che non si accorse dei rumori che provenivano dall'esterno. Qualcuno stava bussando freneticamente e chiamava il suo nome; quel qualcuno era suo fratello, ma Lan Wangji non riusciva a sentire nulla all'infuori del ronzio che aveva nelle orecchie. Poco dopo però, sentì un rumore tanto forte da non poter essere ignorato e si voltò di scatto, sfoderando Bichen e pronto a colpire, ma si fermò a metà del gesto quando riconobbe suo fratello e rinfoderò la spada.
Lan XiChen, che aveva buttato giù la porta con un calcio senza curarsi delle buone maniere, entrò nel deposito fingendo di non notare il disastro per terra, rimise la porta al suo posto e fece un cenno a qualcuno fuori, probabilmente altri cultori che erano accorsi sentendo i rumori, per non farli entrare e lasciarlo solo con suo fratello. Lan Wangji restò immobile solo un attimo per guardare il fratello e poi riprese da dove si era interrotto, ricominciando a rompere tutto ciò che gli capitava a tiro. Lan XiChen intervenne per fermarlo e lo fece girare per poterlo guardare negli occhi, evitando il calcio e il pugno che erano arrivati veloci come fulmini quando si era sentito afferrare all'improvviso; immobilizzò Wangji e cercò di parlare con tono calmo, senza far trasparire l'orrore e la paura che provava in realtà vedendolo disperato fino a quel punto, "Wangji, perchè sei qui a quest'ora? Stai cercando qualcosa? Se mi dici cos'è ti posso aiutare anche io per trovarlo. Non continuare a rompere tutti gli oggetti senza nemmeno guardarli, altrimenti potresti distruggere proprio ciò che stai cercando. Forza, calmati e prova a dirmi cosa ti serve." Il tono di Lan XiChen era tanto calmo e tranquillo, che Lan Wangji si rilassò all'istante e smise di provare a calciare ancora tutto ciò che era a terra. Sembrò averlo riconosciuto e non pareva più interessato a cercare di colpirlo, quindi Lan XiChen lo lasciò andare e chiese nuovamente: "Wangji, che cosa stai cercando?"
Lan Zhan lo guardò e rispose guardandosi intorno, "Dizi" rispose senza specificare quale dizi volesse precisamente.
Lan XiChen, capì che qualcosa non andava, ma non afferrò subito la portata di ciò che aveva richiesto, quindi si limitò a voltarsi e a dirigersi verso l'uscita. "Il dizi non è in questa stanza. Aspettami qui, vado a prenderlo e te lo porto, non ti muovere, torno subito" disse, sperando che lo avrebbe ascoltato e non ricevendo alcuna risposta, all'infuori del suo sguardo perso, uscì chiedendo ai Qianbei che erano là fuori di impedire ad ogni costo che HanGuang-Jun lasciasse quel deposito. Poi senza perdere altro tempo, andò a prendere uno dei loro tanti dizi di giada; scelse il migliore e tornò subito indietro. Fortunatamente tutti erano ancora al loro posto, quindi suo fratello doveva essere ancora lì dentro. Ringraziò i presenti per averlo controllato ed entrò nel deposito per consegnargli quello che tanto cercava. "Ecco Wangji, questo è il nostro dizi più pregiato, cercavi questo vero?" chiese con tono calmo, cercando di non farlo arrabbiare. Dopotutto aveva scoperto che Wangji aveva bevuto, ed essendo la prima volta, non sapeva quali reazioni avrebbe potuto avere. Quindi gli parlò cautamente.
Wangji sentendo che aveva portato il dizi si girò di scatto a guardarlo, ma quando i suoi occhi entrarono in contatto con quel piccolo flauto bianco di giada, strinse gli occhi in due fessure e colpì il braccio del fratello, facendolo indietreggiare e facendo cadere a terra il dizi. Ignorando completamente suo fratello, raccolse da terra il dizi e lo scaraventò contro il muro per poi cominciare ad urlare, "Non va bene! Non è questo quello che cerco, non è questo! Devo trovare quello giusto adesso, devo trovarlo, devo trovarlo..." continuò a dire in una cantilena abbassando il tono di voce, ma ricominciando a calciare tutte le casse. Ad un certo punto, proprio quando suo fratello stava andando alla porta per chiedere rinforzi, per provare a portarlo via di lì, calciò una cassa e un oggetto metallico a lui familiare cadde a terra. Con un luccichio negli occhi, lo raccolse immediatamente e senza dare il tempo al fratello di capire cosa stesse succedendo, lo premette contro il suo petto. Era riuscito a mettere le mani su uno dei ferri per marchiature della scuola Wen e senza pensarci un secondo, se lo era premuto contro il petto per avere lo stesso marchio che aveva avuto lui, quello che aveva ricevuto come ricompensa per aver salvato una ragazza anni prima nella caverna del monte Muxi. Ustionandosi, non aveva provato alcun dolore, era troppo immerso nei suoi pensieri per notarlo, ma quando guardò il marchio rosso fuoco sul petto che gli aveva bruciato le vesti, si sentì incredibilmente soddisfatto e accennò un sorriso. Quando fece per toccarlo, proprio mentre allungava un braccio, fu afferrato e tenuto fermo da qualcuno. Non sapeva chi fosse quindi iniziò subito a dimenarsi e a cercare di sfoderare Bichen per provare ad uccidere colui che gli impediva di osservare la parte di Wei Ying che aveva appena trovato. Lo aveva appena trovato, il dolore stava leggermente diminuendo e subito qualcuno gli impediva di sentirsi meglio. Chi poteva essere così crudele e cosa aveva fatto per meritarsi tanto odio? Si divincolò usando ancora più forza e riuscì ad estrarre la spada; si girò di scatto e la puntò alla gola di quell'orribile persona, per poi scoprire con orrore che si trattava sempre di suo fratello, che lo fissava con uno sguardo che gli mozzò il fiato: era spaventato. Grazie a quello sguardo tornò subito lucido e abbassò la spada, per poi allontanarsi di un passo e fissarlo negli occhi.
Lan XiChen era sconvolto, pietrificato. Non riusciva a muovere un muscolo. Aveva appena visto suo fratello prendere un ferro incandescente e premerselo contro il petto, per poi guardarlo sognante e sorridere. Perché si stava comportando in quel modo? Perché si era marchiato con quei terribili strumenti? Perché ne sembrava felice? Non riusciva proprio a capire. Mentre rifletteva tra sé e sé ancora terrorizzato, notò che Wangji stava cercando di toccare la ferita e lo bloccò all'istante. Non si aspettava di venire aggredito con quella furia e non si aspettava di vedersi puntata contro Bichen. Fortunatamente suo fratello tornò in sé al momento giusto, poco prima di colpirlo alla gola e lo fissò con gli occhi sgranati, sembrando essere tornato leggermente in sé. Subito dopo però Lan Wangji, gli diede uno spintone, aprì la porta con un calcio e si diresse a passo spedito nelle sue stanze, ignorando sia i richiami del fratello, che gli sguardi stupidi dei cultori che ancora erano lì fuori. In quel momento non gliene importava nulla, era felice. Aveva trovato Wei WuXian, aveva bevuto il suo liquore preferito e aveva il suo stesso marchio sul petto, erano legati ora e non sperava in niente di meglio. Mentre camminava sentì che la testa iniziava a girargli e che aveva difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti, quindi si appoggiò pesantemente agli alberi e in qualche modo arrivò nelle sue stanze. Si gettò sul letto senza curarsi di nulla e si addormentò all'istante.
La mattina seguente
Provava molto dolore. Sentiva un dolore bruciante lungo tutta la schiena, uno martellante alla testa e uno pungente sul petto. Apri gli occhi di scatto e provò a sedersi sul letto, ma ebbe immediatamente un capogiro e rischiò di ricadere sdraiato sbattendo pesantemente la schiena contro il letto di legno. Fortunatamente venne preso al volo da qualcuno, che lo afferrò per un braccio e lo adagiò delicatamente sul letto, rimboccandogli le coperte. Lan Zhan faticò a metterlo a fuoco, ma dopo un po' capì che si trattava di suo fratello, che cercava malamente di nascondere la preoccupazione dietro un sorriso.
"Non ti alzare ancora, è troppo presto. Sei ferito gravemente e a causa della mancanza di riposo, non potrai muoverti liberamente ancora per un po'" iniziò cautamente Lan XiChen non sapendo quale fosse l'umore del fratello, ma vedendo che si era limitato ad annuire e pareva tranquillo, continuò a parlare con tono un po' più sicuro.
"Dovrai restare a letto almeno per un paio di giorni per recuperare completamente le forze, quindi ti prego di non provare ad alzarti e ad andare in giro. Come ti senti?"
"Mi fa male la testa e sento dolore alla schiena e al petto" disse Lan Zhan seccamente, sapendo quanto fosse inutile provare a nascondere qualcosa a suo fratello.
"Ti ricordi qualcosa di ieri sera?" Chiese di nuovo cautamente Lan XiChen, sperando di non risvegliare in lui brutti ricordi.
Lan Zhan appariva confuso, "Ieri sera? Ieri sera quando?" chiese non capendo cosa intendesse il fratello.
Lan XiChen sospirò e si avvicinò. "Wangji, ieri sera, dopo aver parlato con Shifu, hai bevuto 'il sorriso dell'imperatore' e ti sei ubriacato" gli raccontò esitante. Lan Zhan non sembrò stupito dalla notizia e rimase immobile a guardarlo senza porre domande; però XiChen lo conosceva e sapeva bene che voleva sapere i dettagli, quindi si avvicinò ulteriormente e riprese a parlare, "Hai detto che ti fa male il petto, prova a scostare la veste e controlla" gli disse.
Lan Zhan si mosse subito per spostare la sua veste e guardò. Non appena scostò leggermente le bende e poté vedere la ferita, si accorse che sul suo petto c'era un marchio impresso a fuoco a forma di sole. Capì immediatamente che si era marchiato con i ferri dei Wen e quando pensò che aveva provato lo stesso dolore che aveva provato lui e aveva la stessa cicatrice che aveva avuto lui, le sue labbra si inclinarono impercettibilmente verso l'alto e sentí il dolore che si attenuava leggermente. Ora sentiva di essergli vicino, e non c'era sensazione migliore.
Si accorse che suo fratello si alzava con sguardo perso, si dirigeva alla porta e diceva "Vado a prenderti qualcosa da mangiare, mi raccomando non muoverti". Poi uscì velocemente per evitare che suo fratello notasse lo sgomento che aveva scritto in volto.
Rimasto da solo, Lan Zhan continuò ad osservare la ferita, sentendosi leggermente più simile a Wei Ying, leggermente più vicino e mentre si concentrava su quella sensazione e fissava quel marchio che in quel momento gli sembrava bellissimo, sentí delle lacrime scendere lungo le sue guance e si promise che da quel giorno, non avrebbe pianto mai più.
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ᴄʜᴇ ᴅɪʀᴇ? ϙᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ sᴀʀᴀ̀ ᴅɪᴠɪsᴀ ɪɴ ᴛʀᴇ ᴘᴀʀᴛɪ (ᴄʜᴇ ɪɴ ᴏʀɪɢɪɴᴇ ᴀᴠʀᴇʙʙᴇʀᴏ ᴅᴏᴠᴜᴛᴏ ᴇssᴇʀᴇ ᴅᴜᴇ). ɪ ᴘʀɪᴍɪ ᴅᴜᴇ ᴍᴏᴍᴇɴᴛɪ, ɪɴᴄᴇɴᴛʀᴀᴛɪ sᴜ ʟᴀɴ ᴢʜᴀɴ, ʟᴇ sᴜᴇ ᴇᴍᴏᴢɪᴏɴɪ ᴇ ʟᴇ sᴜᴇ ʀᴇʟᴀᴢɪᴏɴɪ ғᴀᴍɪʟɪᴀʀɪ ᴇ ᴜɴ ᴛᴇʀᴢᴏ ᴍᴏᴍᴇɴᴛᴏ ᴄʜᴇ sᴀʀᴀ̀ ɪɴᴄᴇɴᴛʀᴀᴛᴏ sᴜʟʟ'ᴇᴅᴜᴄᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴅɪ ʟᴀɴ sɪᴢʜᴜɪ.
ᴛᴇɴɢᴏ ᴘᴀʀᴛɪᴄᴏʟᴀʀᴍᴇɴᴛᴇ ᴀ ϙᴜᴇsᴛᴏ "ᴘʀᴏɢᴇᴛᴛᴏ" sᴇ ᴄᴏsɪ̀ ᴘᴜᴏ̀ ᴇssᴇʀᴇ ᴄʜɪᴀᴍᴀᴛᴏ, ɪɴɴᴀɴᴢɪᴛᴜᴛᴛᴏ ᴘᴇʀᴄʜᴇ́ ᴇssᴇɴᴅᴏ ɪᴏ ᴡᴇɪ ʏɪɴɢ, sɪ ᴘᴀʀʟᴀ ᴅɪ ᴍɪᴏ ᴍᴀʀɪᴛᴏ ᴇ ᴘᴏɪ ᴘᴇʀᴄʜᴇ́ sᴏɴᴏ ᴇɴᴛʀᴀᴛᴀ ᴍᴏʟᴛᴏ ɪɴ sɪɴᴛᴏɴɪᴀ ᴄᴏɴ ʟᴇ sᴜᴇ ᴇᴍᴏᴢɪᴏɴɪ ᴇ ᴄɪ ᴛᴇɴɢᴏ ᴀ ᴄᴏɴᴅɪᴠɪᴅᴇʀᴇ ɪʟ ᴍɪᴏ ᴘᴇɴsɪᴇʀᴏ.
sᴘᴇʀᴏ ᴠɪ sɪᴀ ᴘɪᴀᴄɪᴜᴛᴏ ᴇ ᴄʜᴇ ʟᴇ ᴇᴍᴏᴢɪᴏɴɪ ᴄʜᴇ ʜᴏ ᴘʀᴏᴠᴀᴛᴏ ɪɴsɪᴇᴍᴇ ᴀ ʟᴀɴ ᴢʜᴀɴ ᴠᴇɴɢᴀɴᴏ ғᴜᴏʀɪ.
ᴘs. sᴏ ᴄʜᴇ ᴇ̀ ᴍᴏʟᴛᴏ ʟᴜɴɢᴀ, ᴍᴀ ʟᴀɴ ᴢʜᴀɴ ᴍᴇʀɪᴛᴀᴠᴀ ᴛᴜᴛᴛᴇ ϙᴜᴇsᴛᴇ ᴘᴀʀᴏʟᴇ
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Infine, un grazie speciale al mio Lan Zhan Bichenqing per avermi aiutata a decidere come impostare questa storia.
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