Capitolo 16

-Dovevamo aspettarcelo, Albus! Il marchio nero sopra Hogwarts!-

Alastor Moody sbraitava nell'ufficio del preside. Silente lo osservava, con il capo chino. Qualcuno li aveva traditi, qualcuno li aveva venduti a Voldemort e ai mangiamorte. Non potevano più contare sulla sorpresa, adesso erano davvero soli. Con un cenno della mano fece tacere Malocchio.

-Anche l'uomo più buono e più valoroso del mondo, davanti al desiderio del potere, prende le scelte sbagliate.-

Lo disse con la consapevolezza di chi ha provato sulla pelle tali scelte. Lui, il grande Albus Silente, l'unico mago di cui Lord Voldemort abbia mai avuto paura, un tempo aveva venduto la sua anima per tentare di controllare l'unica cosa davvero incotrollabile: la morte. Ancora una volta gli venne in mente l'uomo che era stato suo amico. Gellert era la loro unica possibilità di salvezza. Erano forti, si erano allenati, ma davanti al potere di Voldemort nemmeno lui stesso avrebbe potuto fare qualcosa. Grindelwald aveva ragione, quella non era la sua battaglia. Non avrebbe vinto, non toccava a lui. Ma loro due, insieme, avrebbero potuto guidare l'Ordine della Fenice, rallentando la venuta del Signore Oscuro.

Ci aveva creduto davvero, ma la decisione era stata presa.

-Alastor, raduna l'Ordine della Fenice e tutti gli Auror del Ministero.-

Malocchio sgranò gli occhi. -Vuoi combattere? È un suicidio.-

Silente arricciò le labbra, chiudendo gli occhi azzurri. Passò un dito sul dorso di Fanny e con l'altra mano afferrò la bacchetta.

-Sarebbe un suicidio non fare nulla. Vai, adesso.-

Moody annuì, abbandonando la stanza e percorrendo la scala a chiocciola. Il preside si portò la bacchetta alla gola.

-Ragazzi.- Sentì la sua voce alta e squillante, che rimbombava attraverso le mura del castello.

-Ragazzi- ripeté -Rientrate immediatamente all'interno della scuola. Qui sarete al sicuro, gli incantesimi vi proteggeranno. Chi di voi si sente pronto, può mettere il suo coraggio a nostra disposizione. Invito i prefetti e i caposcuola delle case a far si che gli studenti più giovani restino nei Dormitori. L'Ordine della Fenice sta arrivando, mantenete la calma. Siate prudenti.-

***

Le nuvole oscuravano il cielo notturno, spegnendo le stelle e la luna. Regnava un'atmosfera lugubre e silenziosa, un equilibrio precario prima della tempesta. Gli studenti stavano percorrendo velocemente la via per Hogsmade al contrario, affrettandosi a ritornare nella scuola. Silente era stato chiaro, dovevano sbrigarsi. Lily tentava di reggere il passo di Sirius, che avanzava spedito. Non aveva avuto il tempo di tornare da Emmeline e Alice, perché, dopo aver ricevuto il messaggio di James, Black l'aveva letteralmente trascinata lontano dal villaggio.

-Evans, accelera.- borbottava di tanto in tanto Felpato, e la rossa aumentava il passo, ignorando la stanchezza. Non vedeva nemmeno Remus e Peter nelle vicinanze, e nemmeno Potter. Attraversarono il cancello, dove Gazza imprecava per fare fretta ai ragazzi.

-Lily!-

Una ragazza bionda correva nella sua direzione. -Em, grazie al cielo sei qui!- Emmeline guardò per un attimo Sirius, stava per voltarsi, poi sembrò ripensarci e si buttò tra le sue braccia. Sirius Black spalancò gli occhi, così come Lily. Dopo qualche attimo sbuffò, strinse la ragazza, avvolgendola in una abbraccio.

-Lily sei qui! EMMELINE CHE STAI FACENDO?- Alice era arrivata, al fianco di Frank. Aveva un'espressione scandalizzata sul volto e indicava in segno di accusa la Vance e Felpato che si abbracciavano. Em si allontanò di scatto, rossa in viso. Lily trattenne un sorriso, ricordandosi poi della grave situazione in cui si trovavano.

-Dobbiamo andare dentro!- disse, salvando la bionda dalle domande di Alice. Sirius annuì, avanzando verso il portone d'ingresso. Le ragazze e Frank lo seguirono, facendosi strada tra la folla. Entrarono nella Sala Grande, avvicinandosi al tavolo di Grifondoro. Lily sentì l'ansia affievolirsi, quando riconobbe una testa spettinata e mora, accanto a due ragazzi familiari. Anche Sirius si rilassò, sedendosi vicino ai malandrini.

-Felpato, ci stavamo preoccupando.- disse Remus. L'altro ghignò, passando un braccio sulle spalle dell'amico. Peter si agitava, come al solito, sorridendo leggermente quando Sirius gli diede un colpetto sulla spalla, in segno di saluto. Lily prese posto di fronte a James, trattenendosi dal baciarlo. Vederlo lì, al sicuro, le aveva tolto un peso dallo stomaco che non si rendeva conto nemmeno di avere. Tuttavia, come accadeva spesso negli ultimi mesi, Ramoso aveva uno sguardo preoccupato. Si osservava intorno, cercando qualcuno. La rossa si sporse in avanti. -Che succede, Potter?-

Lo sguardo del ragazzo, offuscato dalla paura, si illuminò per un attimo quando incrociò gli smeraldi di Lily.

-Ti ricordi quando Silente ha detto che uno studente lo aveva informato dell'arrivo dei Mangiamorte?-

La ragazza ripensò al discorso che aveva tenuto il preside, quando aveva invitato tutti ad addestrarsi. Vide Sirius annuire e lo imitò.

-Questo studente ha tradito i mangiamorte, facendo credere loro di essere dalla parte di Voldemort.-

Remus sgranò gli occhi. -Quindi adesso che ci hanno scoperti..-

-È in pericolo!- concluse James. Lei ripensò ai gesti che Ramoso aveva fatto, ripensò al modo in cui lanciava occhiate al tavolo dei Tassorosso, ripensò alla costante preoccupazione nei confronti di una Tassorosso.

-È Raven.- disse Lily. James sorrise, annuendo. Vide i malandrini che trattenevano il fiato. Lei si guardò intorno, cercando una testa castana tra gli studenti. Sentì di nuovo un peso nello stomaco. -Non è qui.-

James si alzò, in silenzio.

-Devo andare a cercarla.-

-La mappa..- cominciò Peter.

-Oh andiamo! Come faccio a trovare il suo nome tra migliaia di studenti in preda ad un terrore isterico che li fa correre in giro come formiche spaesate?- lo anticipò Ramoso, ritrovando per un attimo il sarcasmo. -Devo andare!-

-Potter, non puoi. È pericoloso!- disse Lily, in preda al panico.

-Evans, non posso lasciarla da sola.-

La ragazza sentì un dolore al centro del petto, ma in cuor suo sapeva che era la scelta giusta. Era così stanca di dover decidere sempre cose che la distruggevano dentro.

-Vengo con te.-

-No, Lily..-

-Non mi importa cosa pensi!- urlò, per superare il vociare della folla. Sentì le occhiate della gente perforarle la schiena. Abbassò la voce, in modo che solo James potesse sentirla. -Non mi importa se devo morire.- Vide gli occhi nocciola tanto amati, che ardevano. Capì che lui aveva colto l'allusione al loro futuro. Non le importava di morire. Non le sarebbe mai importato, perché una vita senza James era peggio della morte. Sirius, Peter e Remus li superarono, avvicinandosi alla porta.

-Resta qui.- le sussurrò lui.

-James..-

-Sei una grande strega, Lily Evans. Resta e combatti.-

Lei annuì. Il ragazzo le sfiorò il viso con la mano, poi fece per raggiungere i malandrini, che lo aspettavano.

-Torna da me.- gli disse.

James si voltò, ghignando. -Farò tutto il possibile.-

-Giura, Potter!-

-Te lo giuro solennemente, Evans.-

Lily sorrise, guardandolo mentre usciva dalla Sala Grande. Sentì qualcuno che le scuoteva il braccio. Voltandosi vide una bambina del primo anno, seguita da tanti altri giovani Grifondoro.

-Susan!-

-Lily, noi dobbiamo tornare nei Dormitori.-

-Okay, vi accompagno.-

Fece strada verso la Torre di Grifondoro, con la bacchetta sfoderata. Superarono il ritratto della Signora Grassa e aspettò che tutti i bambini fossero al sicuro nel loro Dormitorio. Si sedette sul davanzale della finestra, osservando il parco. La serata era cambiata, il cielo era sgombro dalle nuvole e le stelle brillavano. Sentì come un pugno nello stomaco quando li vide. Erano James, Sirius e Peter. E stavano correndo dritti verso la Foresta Proibita, quasi a voler scappare dalla luna che troneggiava sulle loro teste. La luna piena.
Oh, Merlino. REMUS!

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