Capitolo 10
-Api frizzole.-
Una scala a chiocciola si rivelò alle spalle delle statue di pietra. Lily e James salirono i gradini, in un silenzio lugubre. Avevano lasciato la Stanza delle Necessità dirigendosi verso lo studio di Silente, senza rivolgersi la parola. Era sceso un muro tra loro, una barriera di dubbi e incomprensioni. Il preside era seduto dietro la scrivania, intento a guardare la porta, come se si fosse aspettato la loro visita. Li osservava curioso dagli occhiali a mezzaluna, con un sorriso accennato. Aveva lo sguardo stanco e triste, le spalle incurvate per il peso delle responsabilità. Ma quando parlò, la sua voce era ferma e autoritaria, come sempre.
-Evans, Potter. Come posso aiutarvi?-
Lily si girò verso James, in attesa. Il ragazzo sembrava ignorare la sua presenza e si rivolse al preside raccontando la vicenda. Gli comunicò che la stanza delle Necessità si era aperta senza essere stata chiamata. Parlò dello specchio e delle loro visioni. Vide il preside immobilizzarsi quando James accennò ai desideri che si erano formati. Notò che i suoi occhi si intristirono, quasi come se stessero anticipando le parole di Ramoso.
-..poi, quando le ho preso la mano, la visione è cambiata. Anzi- James sembrò cercare le parole giuste -non era più una visione. Era come se lo Specchio delle Brame fosse solo uno specchio.-
Silente annuì, silenzioso.
-Dopo i nostri riflessi sono...invecchiati. È comparso un bambino. Una luce verde..-
-Che luce?- lo interruppe il preside.
Lily si schiarì la voce. -Era lo stesso colore dell'Anatema che Uccide.-
Silente studiò le sue parole, con attenzione.
-C'è stato un urlo e poi..- James inghiottì, nervoso -..e poi niente.-
Silente sgranò gli occhi, passando lo sguardo da uno all'altra, torturandosi le mani.
-Professore?- lo richiamò la rossa.
-Signorina Evans, mi sa dire la funzione esatta dello Specchio delle Brame?-
-Ovvio. Riflette i desideri più profondi.-
-Che tipo di desideri?- domandò retoricamente Silente, attendendo che la ragazza cogliesse il significato dell'accaduto.
-Quelli che più vogliamo, i più grandi e potenti. Delle utopie irrealizzabili, ma su cui tu continui a sperare. Per questo un orfano può vedere i genitori morti..-
-Irrealizzabili?- sibilò James, interrompendola.
-Sì, Potter- sbuffò Lily -i desideri che possono realmente portarti al massimo della felicità, non si realizzeranno mai. La mente tende sempre ad avere bisogno di qualcosa che non ha, dunque se questi sogni fossero quantomeno possibili, il nostro cervello si metterebbe a lavoro per trovarne di nuovi. Appunto per questo lo specchio delle Brame ti mostra quello che vuoi, uno spicchio di vita che non potrai mai avere.-
-Quindi non ti mostra di cosa hai bisogno, ti fa vedere esattamente quello che non hai e che non avrai mai. Molte menti sono rimaste talmente affascinate dalle dolcezze dello Specchio che si sono perse nell'Oblio, senza capire quanto i desideri possano essere pericolosi.- concluse Silente, pensieroso.
-Allora perché io ho visto te e tu hai visto me?- domandò il ragazzo a Lily.
La rossa si bloccò, boccheggiando, incapace di trovare una risposta. Silente li osservava curioso.
-Semplice, ragazzo mio. Il vostro é stato un caso raro, probabilmente unico. Anche a voi lo Specchio ha mostrato i vostri desideri che, in via eccezionale, non erano utopie. Il vostro legame é stato talmente forte da condizionare uno strumento millenario come lo Specchio delle Brame. Il suo creatore l'ha predisposto per mostrare ciò che desideri ardentemente, senza considerare la possibilità che qualcuno non possa desiderare la fama, la ricchezza, il controllo sulla morte. Ma che, invece, voglia semplicemente l'amore.-
Lily si alzò.
-Ma noi non abbiamo cercato la Stanza delle Necessità.-
-Lo Specchio ha una propria volontà, ha percepito i vostri desideri ardenti. È stato lui a cercarvi.-
James picchiettava con le dita sul tavolo di legno.
-Questo che vuol dire?-
-Che siete le prime persone a desiderare ciò che avete la fortuna di avere accanto.-
-Ma non spiega il resto!- affermò esasperato il moro.
-No, James. Lo spiega, certo che lo spiega. Quando i nostri desideri si sono uniti, abbiamo invertito il potere dello Specchio.- disse Lily, guardando Silente. Il preside annuì, stancamente.
-Vi ha mostrato i vostri incubi che, in perfetta contrapposizione ai desideri, sono assolutamente reali.- dichiarò l'uomo.
-Quindi abbiamo visto..- cominciò la rossa.
-..il nostro futuro insieme. Moriremo?- sussurrò James, guardando a terra.
Silente parlò, distogliendo lo sguardo. -È un futuro sconosciuto. Non sai quando succederà, ma sì Potter, morirete.-
Lily trattenne il fiato, incontrando gli occhi di James. Aveva uno sguardo triste e segnato da un destino troppo crudele, sembrava aver perso tutta la vivacità e la luminosità che di solito risiedeva in quell'oro. Aveva paura di quello che lui stava per dire perché, conoscendolo, sapeva già quale soluzione avrebbe scelto: esattamente la stessa sui cui stava riflettendo lei.
-C'è un modo per evitare questo destino.-
Silente lo fissò, in attesa. James si schiarì la voce e continuò.
-Se noi stessimo lontani, il futuro sarebbe diverso, e Lily non morirebbe.-
La rossa in questione sentì gli occhi inumidirsi, ma non riuscì a fiatare. Stava per dire la stessa cosa, stava per proporre la stessa soluzione. James.doveva.vivere.
-Ragazzo, hai appena scoperto che lei è il tuo destino, il tuo più grande desiderio, che il vostro amore ha compromesso il potere di uno strumento millenario, e vuoi perderlo?-
-Che ironia della sorte!- commentò sarcasticamente James.
-È una scelta coraggiosa, ma se è quello che avete deciso, dovete compierlo fino in fondo.-
Ramoso si voltò, chiedendo conferma a Lily.
-Sì, la decisione è presa. Staremo lontani.- disse la ragazza.
Silente annuì, triste. -Vi lascio il tempo per dirvi addio.- comunicò, uscendo dall'ufficio.
James e Lily erano soli. Lei era appoggiata alla scrivania di mogano, intenta a trattenere le lacrime. Il ragazzo le si avvicinò, lentamente, ma senza toccarla.
-Evans, mi dispiace.-
-È la cosa giusta, lo sappiamo entrambi.-
James sorrise, studiandole il viso. Aveva paura di dimenticarne i tratti, aveva il terrore di non poter più godere della sua vicinanza, del suono dei suoi respiri, della bellezza dei suoi smeraldi. Tremava al solo pensiero. Ma Lily aveva dannatamente ragione. Perché la vita si prendeva gioco di loro, maledizione? Perché proprio di loro due?
-Lily..-
-No James- lei alzò lo sguardo, lasciando scorrere le lacrime -non permetterò che tu muoia.-
Avrebbe voluto stringerla e baciarla fino a perdere il fiato. Ma non poteva, sarebbe stato come firmare il contratto di morte che avevano davanti.
-Nemmeno io, Lils.-
La rossa si portò le mani sul volto, singhiozzando qualche secondo. James si sarebbe volentieri tagliato una gamba pur di interrompere quella disperazione. Poi lei riprese il controllo di sé, respirando a fondo.
-Noi non eravamo scontati, James.-
Ramoso sentì il cuore sbriciolarsi, annegando nel dolore. Poi nella rabbia, per il loro destino. E infine nel silenzio, vuoto e ancora più terribile.
Si sporse in avanti, raggiungendo il viso di Lily. Non l'avrebbe baciata, non poteva, non avrebbe potuto mai più. Sprofondò nei suoi occhi, un'ultima volta. La guardò così a fondo che -era sicuro-, se avesse chiuso gli occhi, si sarebbe ritrovato una piccola Lily stampata nel retro delle palpebre che lo sgridava agitando i pugni. Poi si rialzò, dirigendosi verso la porta, per lasciare la stanza. Abbandonando lì la metà esatta del suo cuore.
-Addio, Evans.-
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