16. Il lavoro

ᡣ𐭩Soleil

Oggi inizio a lavorare al club di Simon, il mio primo lavoro, non contando i due giorni che ho lavorato in quel vecchio bar vicino alla mia vecchia casa.

Vecchia casa... Mi sembra così strano pronunciare queste due semplici parole.

Chissà come sta mio padre, cosa sta facendo...

Scaccio quei pensieri macabri, non dovrebbe più importarmi di quel mascalzone.

Ma purtroppo o per fortuna, non ho il suo stesso cuore.

Mi avvio in quello che dovrebbero essere i camerini, almeno così mi ha detto una guardia, ed entro.

Mi guardi attorno, persino un semplice camerino mi coglie di sorpresa.

«Ciao» mi distrae una voce, mi volto e mi ritrovo una ragazza bellissima, bionda con le labbra carnose, sembra essere uscita da una rivista di modelle.

«Tu devi essere Soleil» dice dolcemente, «io sono Diana» mi porge dolcemente la mano che io stringo timidamente.

«Simon mi ha detto che anche tu sarai nell'area bar»

«Esatto» dico timida.

«Sei tanto carina, non devi essere così timida, sono certa che diventeremo amiche» dice, «anch'io sono al bar.

Siamo solo noi due, il resto dei componenti è tutto maschile»

«Tutto maschile?» chiedo spalancando la bocca, non mi troverò sicuramente a mio agio.

«Giá, anch'io ho avuto la tua stessa espressione, ma immagina me, l'unica e sola donna in mezzo a tutti quei maschi a servire, almeno adesso ho te» dice, «le altre hanno preferito dedicarsi a altri lavoretti»

Suppongo si riferisca alle prostitute, «Li si guadagna il doppio, come potevano rifiutare?»

«Non hai mai avuto ripensamenti?» chiedo con tono gentile, sperando che non fraintenda, «assolutamente no, i soldi piacciono a tutti. Ma preferisco di gran lunga guadagnare meno e tenere le gambe chiuse anziché il contrario» dice.

«Lo preferisco anch'io»

«Sei la moglie di Simon, no? Perché vieni a lavorare?»

«Simon è stato tanto gentile ma, vorrei essere autonoma».

«Sei davvero dolce e genuina. Vieni iniziamo» dice facendomi il cenno di seguirla.

«Questi sono gli armadietti, il tuo è accanto al mio» dice mostrandomi il mio, «qui devi uscire le unghie, altrimenti ti mancheranno.

Parlo sia con i clienti» si blocca, «e soprattutto con le nostre colleghe gambe aperte»

«Sono così tanto male?»

«Ooh mia cara, vedrai»

«Va bene» annuisco.

«Queste sono le divise» dice, porgendomi una gonna corte nera e un corpo del medesimo colore con la pancia scoperta.

«Non sono gli stessi di quelle che ho visto quando sono venuta qui l'ultima volta»

«Indovina?» chiede divertita, «sono le nuove divise da oggi» mi fa l'occhiolino, «Simon ci ha detto che quelle erano passate di moda. Ma io credo che le abbia cambiate perché quelle erano troppe scollate per farle indossare anche a te»

Sorrido timidamente, «non credo sia così tanto geloso»

«Oh, tesoro, dammi retta. Lui è più che geloso»

«Siete molto amici?»

Mi sorride dolcemente, «e come se fosse mio fratello, mi ha salvata dalla strada, dandomi un posto per mangiare e per dormire. Per ringraziarlo ho deciso di sdebitarmi lavorando qui gratis, ma lui non ne ha voluto sentire ragione e mi continua a pagare regolarmente»

Sorrido felice della bontà di Simon, adesso mi rendo conto che l'ho giudicato male sin dalla prima volta che l'ho incontrato.

«Vieni indossiamole, tra poco inizia il turno, e incontrerai i nostri colleghi.

Sembrano dei veri stronzi, ma sono fantastici. Per qualsiasi problema loro ti aiuteranno sempre»

Dopo aver indossato le uniformi, allaccio gli stivali alti, facendomi aiutare da Diana, «sei bellissima» mormora, sorrido timidamente «vieni mettiamo un po' di trucco» dice poi prendendo una pochette nera dal suo armadio.

Applica del mascara, un po' di blush e un rossetto rosso scuro, poi la stessa cosa fa con lei «bene, siamo pronte» dice.

Prende il telefono «facciamoci una foto, come ricordo del tuo primo giorno di lavoro qui»

Mi alzo timidamente e mi avvicino a lei.

«Possiamo andare» mi prende la mano e mi porta dietro il bancone dove ad accoglierci ci sono altri quattro ragazzi.

«Ciao ragazzi lei è nuova si chiama Soleil» dice, poi si gira verso di me, «questo è River» indica un ragazzo dalla carnagione scura e con gli occhi chiari, i capelli ricci e neri.

«Questo è Stefano» indica un ragazzo biondo con gli occhiali e un po' basso, «questo è Damon» indica un ragazzo con gli occhi chiari, ci si può specchiare, credo di non averne mai visto di così, alto, con i muscoli tonici e i capelli ribelli marroni.

«E infine questo è Salvatore» indica un ragazzo, forse il più grande di tutti, con i capelli marroni e gli occhi scuri e tenebrosi.

Credo abbia sui trentacinque anni ma, resta comunque un uomo che attira abbastanza con il suo fascino, «per gli amici Sasà» conclude poi.

Faccio un sorriso timido, e porgo la mano, loro la stringono e mi danno il benvenuto, «ve la affido a voi, vado a vedere la merce che è arrivata e controllo se manca qualcosa»

«Non preoccuparti è in buone mani» dice occhi color ghiaccio rivolgendole un occhiolino.

«Smetti di bavare, è la moglie del capo» lo ammonisce Diana con un sorriso per poi dileguarsi nel magazzino.

«Hai mai lavorato in un night club?» chiede Salvatore.

Scuoto la testa, «solo in un piccolo bar in cui facendo interminabili caffè» dico.

«Va bene, non preoccuparti. In pochi giorni imparerai tutto, nel frattempo fatti aiutare di uno di noi quattro avrai degli ordini» dice il riccio, River se non sbaglio!?

«Grazie» dico timidamente.

«Vieni iniziamo con i bicchieri» mormora Damon, prendendomi la mano.

Dopo un paio di ore di lezione il locale si riempie.

Sono grata hai miei nuovi colleghi che, mentre Damon mi insegnava qualcosa di nuovo, loro erano da soli a servire.

Mi guardi attorno alla ricerca di Simon, oggi non l'ho visto praticamente nemmeno una volta, nonostante mi avesse dette che sarebbe stato sempre qui.

Cosa posso aspettarmi? È un uomo d'affari, deve risolvere anche i suoi problemi.

Scaccio quei pensiero e decido di mettermi a lavoro, il mio primo ordine è un mojito, per fortuna sono una che impara molto in fretta.

Prendo un tumbler alto e metto rum, soda, zucchero di canne, lime e menta.

Aggiungo una cannuccia e lo servo al tipo davanti a me.

«Grazie bellezza, sei nuova?» dice l'uomo con gli occhi marroni, appoggiando la bocca sulla cannuccia.

Sorrido e annuisco con la testa, passo al secondo ordine, mentre quel tipo continua ancora a parlarmi ma, sono troppo concentrata a fare il mio Negroni per prestare attenzione a lui.

«Il gatto ti ha tagliato la lingua?»

«Come scusa?» dico mentre porgo il bicchiere colpo di Negroni a un tipo sulla quarantina di anni.

«Dico non hai risposto alla mia domanda»

«Puoi rifarla?»

«Sei fidanzata?» chiede il tipo dagli occhi marroni, mi blocco alla vista di Simon dietro di lui, «e' felicemente sposata e adesso puoi toglierti dai coglioni» mormora dietro l'uomo.

L'uomo si volta scattando dalla sedia, «beh, grazie allora» mi dice alzando il bicchiere e andando a sedersi in un tavolo per due persone.

«Tutto bene?» chiede Simon.
Il mio cuore fa le capriole, «tutto alla grande» dico con un sorriso, mentre preparo il mio terzo ordine.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top