5) Perché?
Kirishima's POV
"Voglio che tu lo vesta e lo trucchi al meglio. Deve essere perfetto...sono stato chiaro?"
"Sì signore." Risponde diligentemente Ashido, "Lei non necessita alcun aiuto?" Domanda poi.
Mi sistemo la cravatta dinanzi allo specchio e sorrido maliziosamente.
Mi giro e mi avvicino a lei.
La ragazza arrossisce di colpo.
Un leggero sorriso affiora sulle mie labbra.
Ti piaccio ancora, eh?
"Riesco anche da solo, grazie." Mi abbasso all'altezza del suo viso per poi baciarla lentamente.
La mia lingua si fa strada tra le sue labbra sottili e dopo solo un attimo di esitazione, lei ricambia il bacio.
Sicuro di me e dei miei movimenti, mi allontano qualche secondo dopo.
Gli occhi della ragazza mostrano un chiaro struggimento, un palese e lussurioso desiderio.
So quanto mi desideri, ma ora non posso proprio.
Sono ben consapevole del potere che esercito su di lei, di quello su Sero e su Kaminari.
Lo stesso che presto mi farà possedere Bakugou.
Non vedo davvero l'ora...
Non posso accontentarla ora, ma decido comunque di farle un regalo, perciò, mi avvicino al suo orecchio e sussurro:
"Stasera voglio te, hai capito? Aspettami."
Lei sgrana gli occhi, sorpresa.
Deglutisce ed annuisce debolmente.
"Ora vai." Dico dolcemente, sempre sorridendo malizioso.
Ancora rossa in viso, esce dalla porta con espressione perplessa ed io torno al mio specchio.
Mi metto del profumo e mi do un'ultima controllata.
Scendo al piano terra, attraverso la sala da pranzo fino ad arrivare in salotto e lì, attendo su di una delle poltrone, il mio tanto atteso ospite.
A pochi metri da me una bottiglia di scotch, comprata apposta per lui nel caso lo volesse, ed un bicchiere, mi chiamano a gran voce.
Dio, quanto vorrei bere...
Mi lecco le labbra guardandolo.
Ho sempre avuto un debole per l'alcool.
Per un periodo é stato l'unico vero amore della mia vita, ma dopo vari casini combinati, cambiai interesse, trovando nelle aste un passatempo più dispendioso, ma anche più appagante.
Trattieniti. TRATTIENITI.
Afferro i braccioli della sedia mentre attendo il suo arrivo.
Cerco di respirare, di non pensarci.
Sto cercando di annullare totalmente il mio consumo d'alcool, nonostante andare alle feste comporti una discreta sfida.
Mentre sto iniziando a sudare, assalito dalla voglia di berne un goccio, il mio più recente acquisto fa capolino dalla porta seguito da Ashido e si sistema il semplice abito nero che mi ha chiesto di poter indossare questa sera.
Ha i capelli tirati all'indietro da una quantità assurda di gel, con tanto di fondotinta, eye-liner leggero sugli occhi ed un profumo travolgente che gli aleggia intorno.
"Perfetto." Dico guardandolo per poi rivolgermi alla ragazza:
"Hai fatto un ottimo lavoro, brava."
Evito che l'ospite mi veda e le faccio l'occhiolino.
"Sai cosa fare per dopo." Dico e lei arrossisce tutta d'un colpo.
I miei pensieri di spostano dalla bottiglia di scotch al ragazzo vestito di tutto punto.
Non appena lo prendo a braccetto, il biondo non riesce a mascherare la propria riluttanza.
Con un lieve sorriso lo conduco alla porta d'ingresso e poi alla macchina.
Non importa, penso, riuscirò a farti cambiare idea, prima o poi.
"Allora? Ti trovi bene alla villa?" Domando non appena la vettura parte e lascia il vialetto.
Siamo seduti negli spaziosi sedili posteriori della mia limousine dai vetri oscurati.
L'autista si è isolato su mia richiesta ed ora è come se fossimo soli.
"Oh...sì, è una meraviglia." Risponde senza muoversi.
Noto subito che si sta trattenendo.
Che sia...nervoso?
"Il tragitto è lungo." Esordisco, "Raccontami un po' di te."
Lui sgrana gli occhi come se non se lo aspettasse.
"Beh...ecco...non è che ci sia molto da dire..." Borbotta, sforzandosi di essere gentile ed educato.
Il suo normale carattere è tutto tranne che questo, si vede benissimo che è sul punto di ebollizione.
"Mi accontento anche di poco." Dico allora io.
È come se stesse affrontando una sfida di resistenza...come se per paura che io possa arrabbiarmi in qualche modo, si stia trattenendo.
"Vediamo...ehm...i miei genitori sono benestanti...ma io no." Inizia a tormentarsi le dita per poi proseguire:
"Avevo le potenzialità...secondo loro, ma non ho comunque voluto studiare.
A diciotto anni me ne sono andato di casa per andare a vivere in un appartamento fatiscente da due soldi. Ho cominciato ad allenarmi ed a competere nella Boxe, ma non ho mai vinto alcun incontro significativo..."
Fa una breve pausa.
"Sono solo da tre anni ormai ed ho vissuto fino ad ora facendo questo."
"Un pugile? Davvero? Ma io ho sempre adorato la Boxe!" Dico.
Non mi è mai capitato di avere un pugile nella mia collezione!
"Desidero allenarmi con te." Dico, "Non appena avrò trovato il tempo, faremo un incontro."
Gli rivolgo un sorriso che lui ricambia forzatamente.
Nonostante la tensione si fosse inizialmente allentata un poco, finiamo per tornare allo stadio iniziale.
Basta santo cielo, mi sembri una bambola!
"Ti stai trattenendo?" Chiedo, incuriosito dalla sua eventuale risposta.
"Uh?"
"È da quando siamo partiti che non fai altro che stringere e rilassare i pugni. Ogni tanto serri i denti, vedo i muscoli della mandibola contrarsi. C'è qualcosa che vorresti dirmi?" Dico.
"Ah, non me ne sono neanche accorto...ehm, credo non ci sia niente che non va..." mormora.
In un attimo sono al suo fianco, il naso ad una spanna dal suo orecchio.
"Bugiardo." Sussurro e lui si allontana di scatto.
"Ma che...?!"
"Il vero te non è così, o sbaglio?"
Lui mi guarda con aria confusa, i suoi occhi sono palesemente perplessi ed il suo animo è pressato.
Non sa cosa fare.
"È da quando hai accettato di vivere da me che sei così mansueto, hai paura forse?"
Lui serra la mandibola, ma non parla.
"Ti ho chiesto di essere docile, ma solo in presenza di altre persone..."
Ancora niente.
Aggrotto leggermente le sopracciglia.
Non capisco perché diavolo non voglia parlare...
"Senti, non credo proprio che un ragazzo che se ne va di casa a diciotto anni, si allena, vive di Boxe anche se vive nella miseria ed infine, si presenta sul palco di un'asta con un fisico da atleta olimpionico e la sfacciataggine degna di un bullo, se ne starebbe zitto di fronte ad un riccone che lo prende per il culo, solo per paura che questo s'incazzi. Ti stai trattenendo, o sbaglio?"
"Tsk!"
Ho colto nel segno.
Lui digrigna i denti e stringe nuovamente i pugni.
"Puoi dirmi tutto." Dico benevolmente, "Non ti giudicherò né ti punirò. Qualunque cosa dirai."
Ed è proprio a quelle parole che il ragazzo esplode in maniera definitiva:
"Prima che tu t'illuda o simili, vorrei mettere in chiaro il fatto che io non sono gay."
La cosa mi lascia un po' stranito, un po' ci speravo, lo ammetto...ma sapevo che non lo fosse, lo avevo intuito.
La cosa che più mi affascina, in realtà, è il fatto che si sia fidato al volo delle mie parole.
"Tutte le cose che farò stasera saranno solo ed esclusivamente perché tu me lo hai chiesto."
Non sei diverso da nessuno, in questo mondo...è sempre questione di denaro, per chiunque.
"Quindi ti lasceresti baciare?" Domando provando a provocarlo.
Lui deglutisce.
"Sì." mormora.
Mi avvicino di più a lui mettendo una mano sulla sua gamba e provando a farla scorrere lungo di essa, invano.
La principessina mi ferma a metà coscia.
Notando tale reazione sussurro al suo orecchio:
"Ti lasceresti toccare?"
Questa volta è titubante.
Chiude gli occhi, come se volesse farsi coraggio ripensando a qualcosa.
Probabilmente pensa ai miei soldi.
"Sì..." dice infine, lasciando libera la mia mano.
Vorrei davvero mettere le mani su di un corpo così perfetto, ma ora non posso.
"Perché dovresti farlo?" Domando, rimanendo fermo.
Vediamo se ha anche la sfacciataggine di dire che lo fa solo per soldi.
La macchina si ferma e lui mi guarda con aria di sfida.
Si solleva lasciandomi seduto sul divanetto ed avviandosi verso la portiera.
Mentre lo guardo con aria interdetta, lui dice:
"Fai assaggiare una bistecca ad un cane che è stato nutrito a crocchette per tutta la vita...poi fammi sapere se mangerà ancora volentieri le crocchette."
Detto questo la portiera si apre e lui scende dall'auto sistemandosi la giacca spiegazzata.
Quindi lo hai ammesso alla fine, eh?
Non vuoi tornare alle condizioni pietose in cui vivevi prima che io ti comprassi, eh?
Non sei diverso da una puttana qualunque...a quanto pare mi sbagliavo...
Penso con un sorriso.
Mi alzo a mia volta e scendo dall'auto.
Interessante...
È nettamente diverso rispetto agli altri tre.
Non é come Kaminari, Sero o Ashido, perché loro non hanno mai avuto le palle di dirmi che lo facevano solo per i soldi, mentre lui sì.
Si può quasi percepire la sua arroganza e la sua sfacciataggine.
Non si farebbe mai trattare come un cane, se non fosse che gli conviene...su questo, non ho dubbi.
Sorrido al pensiero di poter piegare una bestia tanto fiera e feroce, ma sono comunque deluso poiché una piccola parte di me ancora sperava di trovare un amore disinteressato.
Mi sistemo la giacca e ringrazio con un cenno del capo il mio autista.
"Stammi vicino." Dico a Bakugou, facendo finta di niente.
Prendo a camminare sulla ghiaia dell'aia, dirigendomi verso le scale che danno sul grande palazzo dove si tiene la tanto decantata festa.
Angolo autrice
Bakugou ha seriamente le palle di dire "Okay, sono solo una puttana".
Incredibile, non è vero?
Credo che nell'originale non lo ammetterebbe neanche sono tortura :3
Bene! Spero il cap vi sia piaciuto e che la storia vi stia intrigando abbastanza! Ci vediamo domani.^^
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