16) Illusione
Bakugou's POV
"Un cazzo di regalo?!" Ringhio sollevando il cofanetto.
"Che c'è qua dentro eh?" Domando.
"Aprilo." Dice tranquillamente.
Si è stabilizzato di colpo...
Eseguo, strappando la carta con i denti, incazzato come non mai.
Kaminari mi guarda interdetto, palesemente disgustato dalle mie maniere.
Sai che cazzo me ne frega.
Faccio per dirlo, ma poi ci ripenso.
Tolgo li fiocchetto ed infine apro il cofanetto, contente una collanina da uomo, composta da delle sottilissime palline d'oro.
Rimango talmente affascinato dalla loro lucentezza che per un attimo dimentico quanto Kirishima mi stia insultando in realtà.
"Quant'è costata?!" Chiedo di scatto.
"Non si dice mai il prezzo di un regalo."
"Dimmelo stronzo!"
Kirishima prende un leggero respiro e poi dice:
"Molto più di te. Ti basti sapere questo."
Chiudo di colpo il cofanetto, rimettendolo con un colpo secco sul tavolo.
"Tienitela in cambio della mia libertà!" Sentenzio, "Non voglio una collana Kirishima, e lo sai."
"Non posso." Dice lui, la sua voce s'incrina ed i suoi occhi tornano umidi, "Accetta il mio regalo e basta, ti prego."
Sento un ammontare di rabbia incredibile.
"Pensi che una cazzo di collana possa sistemare le cose?!" Urlo.
"Pensi che possa restituirmi la mia dignità? Pensi che possa cambiare ciò che penso di te? Pensi che possa cancellare il mio ricordo di quella sera, o che possa farmi superare il trauma dell'essere stato stuprato?!"
Sento gli occhi inumidirsi.
Sento scendere le lacrime.
Mi tocco la guancia, solo per sentirle umide.
Perché...sto piangendo?
Stringo il mio capo tra le mani e mi chino sul cofanetto posto sul tavolo.
La mia testa retta solo dai gomiti ben piantati sul tavolo.
Vedo il velluto inumidirsi sotto il peso delle mie lacrime e penso che vorrei solo non fosse accaduto nulla.
"Uscite, Kaminari, Ashido." Lo sento dire.
Ashido, della quale manco mi ero accorto, annuisce.
Il biondino, contro ogni previsione, questa volta non protesta.
Sento i loro passi allontanarsi, come ne sento altri venire verso di me.
Una mano si poggia sulla mia testa in un goffo tentativo di conforto.
"Una collana non può fare nessuna di queste cose." Dice la voce del rosso, da sopra il mio capo.
È definitivamente rotta.
Straziata.
Ostacolata dal pianto.
Non me ne frega un cazzo.
"Non ti ripagherà del danno subito. Non cambierà la tua opinione su di me. Non ti aiuterà a dimenticare, né tantomeno ti renderà libero..." dice, "Spero solo che...tu decida d'indossarla...così che io possa sentirmi perdonato..." Sospira sonoramente e dice, "anche se so che non è così...che funziona..."
"Su questo hai ragione. Non e così che funziona..." piango, rivolto nuovamente verso di lui, "io non potrei mai perdonarti."
Sta piangendo a sua volta, ma non m'importa.
Non m'importa cosa prova lui.
Non mi è mai importato.
"Non...non importa quanto io mi scusi, non è vero?" Domanda, ormai disperato.
"Non importa quanto io sia triste, quanto io sia pentito...quanto vorrei non averlo mai fatto..."
Non importa, no.
"No." Dico solo.
Mi alzo dalla mia sedia, le guance solcate dalle lacrime.
Kirishima fa qualche passo indietro, come...ferito.
"Che cos'è quella faccia?!" Urlo ad un tratto, "Sono io quello che ha subito un torto, non tu, con la tua cazzo di collanina!"
Con un colpo secco faccio cadere il cofanetto a terra.
"Bakugou..." tenta di dire, ma lo interrompo:
"Non me ne frega un cazzo di quello che hai da dire!" Mi alzo di scatto.
"Non hai idea di cosa si porvi ad essere violati in quel modo, non ne hai una cazzo d'idea!" Tiro un respiro profondo, prendo aria.
"Mi sono rotto il cazzo delle tue scuse. Non me ne faccio niente! Se ti ho perdonato? No cazzo. No. E non pensare che basti un regalo a elemosinare il mio perdono. Tu non lo otterrai mai!"
Detto questo, me ne vado con passo deciso.
Alle mie spalle, la voce di Kirishima riecheggia per la casa:
"Bakugou...aspetta!"
Ashido's POV
Sono seduta davanti alla porta del mio padrone.
La schiena contro il legno, l'orecchio ben teso verso l'interno della stanza.
Singhiozzi soffocati e lacrime.
Qualche parola sconnessa, qualche maledizione lanciata a sé stesso.
È tutto quello che sento.
"Perché? Perché sono stato così debole...perché ho finito per commettere lo stesso errore?" Lo sento dire.
Altre lacrime ed altri lamenti.
Mi alzo e prendo un profondo respiro, per poi bussare decisa alla sua porta, attendere il suo consenso ed entrare.
Il padrone è steso sul letto a pancia in giù, il corpo coperto dalle lenzuola, la testa immersa nel cuscino.
"Mi ha chiamato, signore?" Domando, "Le serve qualcosa?"
"Potresti...potresti dire a Bakugou che mi dispiace?"
"Già lo sa, signore."
"Lo so..." Borbotta lui.
Silenzio.
"Perché ci sono ricascato, Ashido?"
Sospiro.
Cosa vuole sentirsi dire, in realtà?
"L'alcool è una dipendenza signore...non mi stupisco che le sia accaduto di nuovo."
"Eppure stavo andando così bene..." Mugola disperato con la voce soffocata dal cuscino.
"Se non le serve altro...io vado." Dico, girandomi ed afferrando la maniglia della porta, assalita da un forte desiderio di levare le tende prima di mettermi a piangere a mia volta.
"Ashido...aspetta..." mi ferma lui, la sua testa riemerge dalla stoffa bianca e guarda verso di me, "Dormiresti con me, questa notte?" Chiede.
"Non ho la mia camicia da notte con me, signore...se attende un attimo posso andare a prenderla..." accenno.
"Non importa..." dice piano, "Puoi spogliarti e basta, prometto che non ti farò niente."
Sembra troppo provato per star mentendo.
Mi tolgo l'umiliante vestitino da maid, rimanendo in mutande e reggiseno, per poi infilarmi tra le coperte.
Tocco inavvertitamente il corpo di Kirishima, nudo, eccetto per un paio di pantaloncini.
La temperatura del suo corpo è così bollente da farmi preoccupare.
"Signore...ha la febbre?" Domando portando una mano alla sua fronte, rivolta verso di me.
"Non so...non m'interessa ora." Borbotta.
Allunga le sue mani gentili fino alla mia vita, prendendomi gentilmente ed avvicinandomi a sé.
È così muscoloso, così caldo, così bello...
Quanto vorrei lui avesse occhi solo per me...
"Come posso fare con lui, Ashido?" Chiede d'un tratto.
Ecco. Sento di nuovo i miei occhi inumidirsi.
Perché deve per forza pensare solo a lui?
"Tutto quello che potevo dirle...l'ho già detto." Rispondo cercando di non lasciar trasparire il mio dolore.
"Io...vorrei solo non aver fatto quello che ho fatto..." Mormora.
Mi giro verso di lui.
Porto una mano lungo il suo corpo, fino a raggiungere il suo viso, accarezzando lentamente le sue guance.
Sono morbide ed ancora umide, per via delle lacrime.
Lui prende la mia mano, portandosela alle labbra e baciandola con delicatezza per poi lasciarla nuovamente sulla sua guancia.
"Lei è innamorato di Bakugou, non è vero?" Domando, ormai troppo ansiosa per trattenermi.
Fa che non sia così, ti prego.
Ti prego.
Ti prego.
"Io temo di sì...." Dice piano lui.
Ricaccio indietro le lacrime, o almeno, mi sforzo di farlo...ma diventa di colpo troppo difficile, persino per me, che lo faccio da tempo.
È successa la stessa identica cosa.
Con me, con Kaminari e probabilmente anche con Sero.
Lui piange e si strugge fin dove non può arrivare, ma quando ci arriva, cambia obiettivo.
Allontano la mia mano dal suo viso, mi costringo a farlo.
Mi sento usata e ciò mi fa schifo.
Uno schifo terribile.
"Spero le dia ciò che si merita." Mi sfugge allora, in preda alla rabbia ed al dolore.
"Uh?"
"Spero continui a non corrispondere il suo amore...spero che...che la faccia soffrire, tanto quanto io sto soffrendo in questo momento e..." La mia voce si rompe all'improvviso.
Mi sollevo, rimanendo seduta accanto a lui poggio le mani sul suo petto.
La mia voce viene interrotta da continui singhiozzi, ma in un attimo di fermezza riesco a dire:
"Spero la usi, la sfrutti e la illuda come lei ha fatto con me!"
"Ashido...io non pensavo tu stessi così male..."
"E invece sì!" Lo interrompo.
"Lei è il tipo d'uomo che s'innamora solo il tempo necessario per conquistare la preda e quando questa diviene sua, non si cura più di lei!"
Piango e stringo i pugni sul suo petto inerme.
Non si muove di un millimetro, non fa nulla per confortarmi.
"Io sono innamorata di lei, da tempo immemore ormai e...l'ho vista conquistare Kaminari, l'ho vista usarci entrambi per poi prendere ed andare dietro a Bakugou!"
Lui si solleva un poco ed io ritraggo i pugni, portandoli al mio petto.
"Mina...io..."
"I cuori delle persone non sono giocattoli!" Urlo infine.
Gli ho vomitato addosso tutto quello che pensavo.
Tutto quello che mi tenevo dentro e questo solo grazie al coraggio ed alla sfacciataggine dimostrata da Bakugou.
Kirishima non dice nulla e nel buio della stanza nemmeno posso godermi la sua espressione.
Scendo dal letto con passo deciso e cerco a tentoni il vestito lasciato a terra, per poi caricarmelo in spalla ed uscire di corsa dalla sua stanza.
Afferro le chiavi dalla tasca dell'uniforme ed apro la porta della mia camera al piano di sotto.
Entro e mi butto sul letto, imbucandomi sotto le coperte, lasciando il vestito chissà dove.
Ero solita stare male per lui...
Penso, piangendo contro il cuscino.
Ora non accadrà più.
Kirishima's POV
'I cuori delle persone non sono giocattoli!'
La frase di Ashido mi risuona in testa per ore, durante la notte.
Distruttiva, prorompente.
Ha ragione.
Ha ragione, non c'è scusa che tenga.
"Dannazione..." mormoro.
I miei occhi, fissi verso l'alto, cercano un soffitto che non riescono a raggiungere per via del buio.
Mi sono innamorato di Bakugou.
Del suo modo di fare da ribelle, delle se convinzioni e dei limiti che si è posto in quanto uomo.
Sono schiavo della sua bellezza, della sua arroganza e del suo senso di giustizia.
Sospiro.
Sono proprio le qualità che più apprezzo di lui a darmi maggiori problemi nella sua conquista.
'Conquista.'
Se la metto così do' ragione ad Ashido...
È forse un trofeo? Una sfida da vincere?
'I cuori delle persone non sono giocattoli!'
Porto il mio braccio a coprire gli occhi.
Vorrei morire anche per la cazzata della collana.
Che mossa stupida.
Mi sento un'idiota per aver pensato di ottenere il suo perdono con un regalo.
E poi, non è nemmeno quella la verità: io volevo solo avere l'illusione del suo perdono...una copia sbiadita, una cazzata qualunque sarebbe andata bene, purché mi avesse anche solo dato l'illusione del perdono.
Io vivo in un mondo d'illusioni.
Dal mattino alla sera, solo falsità, e me le faccio bastare.
Quasi le preferisco all'originale.
'Pagato per fingere di essere gay.'
Questa è la frase che dissi a Bakugou il suo primo giorno qui.
Io volevo che lui fosse gay, non che fingesse di esserlo.
Ma, quel giorno io mentì a lui e mentì a me stesso.
Pensavo di essere diverso dagli altri, ma no.
Sono identico a loro.
Un bugiardo.
Come tutti.
Qualcuno me lo spiegò anche, molto tempo fa...non so se mia madre o un'insegnante, ma ricordo che qualcuno me lo disse:
'Le persone, per comodità o perché prese dal momento, si fanno scappare una parola di troppo, per poter magari raggiungere un obiettivo o un altro.
Dicono anche cose che non pensano, come un ti amo non del tutto sentito.
E sebbene il più delle volte non lo facciano con cattiveria, ricorda, Kirishima, che 'chi è innamorato non dimentica.'
Esatto.
Proprio questo mi fu detto.
Non importa che sia uomo o che sia donna.
Non importa quale sia la cosa detta o il torto fatto.
Chi è davvero innamorato, non dimentica.
Angolo autrice
Bene genteh.
Cap si riflessione perlopiù (Amo questo genere di cose :3).
Spero la ff vi stia piacendo, ci si vede domani.
Shiauuu *.*
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