⋆˖⁺‧☽CAPITOLO1: DOVE SEI?☾‧⁺˖⋆
Mi posai sulla valigia e curvandomi in avanti provai a chiudere la cerniera di metallo.
«Maledizione! Gli avevo detto che doveva comprarsi una valigia tutta sua! Non riuscirò mai a far stare tutte le nostre cose qui dentro! Nemmeno usando il suo stupido metodo salvaspazio!» invano provai a far avanzare la cerniera con degli strattoni.
«No, ferma Aby, ferma. Se continui così romperai tutto e poi sarà un casino, uno vero» sbuffai, portando dietro le orecchie un lungo ciuffo di capelli sfuggito alla treccia laterale che mi aveva fatto Jungkook prima di uscire.
«Dove diavolo è finito? Doveva solo prendere del pollo fritto! Mica doveva cacciare direttamente il pollo!» continuai alzandomi dalla valigia e dirigendomi verso la finestra.
Scostai la tenda bianca e guardai fuori. Le luci notturne di Seoul sembravano un arcobaleno di colori, le numerose insegne al neon attiravano lo sguardo dei passanti quasi fossero tante gigantesche falene. Osservai una coppia di giovani tenersi per mano, lei indicò la vetrina di un cafè e i due entrarono sorridenti nel piccolo locale. Il battito del mio cuore iniziò ad accelerare.
"Dove diavolo sei?"
Chiusi gli occhi e mi concentrai. Seguii il filo invisibile che ormai da settimane mi legava alla tigre mannara e provai a capire dove si fosse cacciato il mio stupido Famiglio tuttavia, dopo diverse centinaia di metri, la connessione divenne sempre più instabile, fino a svanire del tutto. Merda. Dove si era cacciato?
Sbuffai un'altra volta e mi voltai, osservando la valigia che nel frattempo era esplosa seminando alcune delle mie magliette sul pavimento del soggiorno di Yoongi ma, non appena decisi di tornare ad affrontare quel gigantesco titano, il mio telefono squillò.
Corsi a passo spedito verso il bancone della cucina e quando vidi il nome della mia insegnante sorrisi.
«Agnes dimmi tutto! Ci sono problemi per domani?»
«Buongiorno anche a te Abigail, o meglio dovrei dire buonasera. Qui va tutto bene, grazie»
«Scusa» mormorai, stringendomi all'interno della maglia nera che aveva rubato alla tigre mannara.
La sentii ridacchiare.
«La permanenza in Corea non ti ha cambiata così tanto» commentò.
«Perdonami Agnes è solo che io e Jungkook abbiamo l'aereo fra poche ore e sono ancora in alto mare. La valigia sembra non volersi chiudere e lui è uscito quasi mezz'ora fa per prendere la cena e non è ancora tornato» mi lamentai.
«Rilassa i nervi. Non partite domani mattina? La mattina vostra intendo»
«Sì, ma lo sai che ci tengo ad avere tutto pronto con largo anticipo. Non si sa mai cosa può accadere» risposi, osservando l'orologio sulla parete e chiedendomi per l'ennesima volta dove fosse sparita la mia tigre.
«Una volta non eri così, questa propensione al controllo lo hai acquistato lavorando per la polizia» disse infastidita.
«Lo so che non vedi di buon occhio la mia collaborazione con loro, ma lo sai che mi piace questo lavoro. Pagano bene, mi rendo utile e -»
«E rischi di morire ogni volta» mi interruppe lei.
Alzai gli occhi verso il soffitto.
«Era da tanto che non finivo in ospedale durante un caso»
«Ci sei finita per ben due volte Abigail» commentò lei.
«Non potevo tirarmi indietro. Quel Rakshasa avrebbe fatto una strage» mi inquietai «Non potevo permetterlo».
Questa volta fu il turno di Agnes di sbuffare.
«Ti ho sempre detto che devi fare attenzione e non lanciarti contro tutti i mostri che vedi. La tua vita è più importante della carriera. Devi sempre valutare se i tuoi poteri sono abbastanza forti da poter sconfiggere il nemico che hai di fronte e, se così non fosse, non c'è nulla di male a rinunciare, o a chiedere aiuto»
«Infatti ho chiesto aiuto» ribattei.
«Sì, agli stessi mostri che combatti! Lo sai che come heres della Magistra di Los Angeles avresti potuto chiedere aiuto alla Congrega di Seoul»
«Agnes non...non sono tutti dei mostri come abbiamo sempre creduto. Alcuni di loro...alcuni di loro sono delle brave persone»
«Che stronzate! Loro non sono persone Abigail, ricordatelo! Smettono di essere persone nell'esatto momento in cui abbracciano i loro poteri demoniaci!».
«Anche noi allora non siamo persone. Il mio potere...il mio stesso potere distruttivo non è di certo qualcosa di buono»
«Abigail, piccola, te l'ho già detto. La differenza tra noi e loro è abissale. Noi nasciamo con i nostri poteri, sono parte di noi fin da quando emettiamo il nostro primo vagito, anzi addirittura da prima, da quando siamo ancora nel grembo delle nostre madri. Mentre loro. Loro lo ottengono in modo innaturale»
Rimasi zitta per alcuni secondi. Agnes era sempre stata una strega dalle forti convinzioni e per un lungo periodo di tempo avevo seguito ciecamente i suoi insegnamenti e creduto fermamente nella sua dottrina. Ma da dopo gli avvenimenti di Seoul. Da dopo il mio incontro con Hoseok, Yoongi, Taehyung, Seokjin, Namjoon, Jungkook e soprattutto con Jimin, che era nato come mannaro, qualcosa dentro di me era cambiato.
«Ti farò conoscere Jungkook. Ti farò conoscere il mio Famiglio e poi sono sicura che cambierai idea...come ho fatto io».
La strega non rispose. La immaginai mentre stirava le labbra e tamburellava le dita sulla scrivania, contrita.
«Lo sai che sono disposta ad incontrarlo solamente perché ti voglio bene e ti voglio aiutare, vero?» mi chiese sospirando «Ma non riuscirai mai a farmi cambiare idea. Ne ora, né mai».
«Dagli una possibilità, una sola» per alcuni secondi cadde il silenzio.
«Lo faccio solamente perché me lo chiedi tu» rispose lei e sul mio volto si formò istantaneamente un sorriso.
«Ma ora dimmi: il vostro Legame ti sta dando ancora problemi?» continuò.
«No, da dopo i piccoli consigli che mi hai dato sta procedendo tutto benissimo. Non pensavo, ma in poche settimane abbiamo davvero fatto passi da giganti»
«Se mi avessi chiamata appena scoperto di avere un Famiglio mannaro forse avresti evitato di finire in ospedale anche quando - »
«Lo so, ti chiedo scusa» la interruppi prima che iniziasse ancora una volta la sua lunghissima ramanzina.
«Lo dico perché ci tengo a te» commentò offesa.
Sorrisi.
«Sì, so anche questo, e ti ho promesso che d'ora in avanti ti avviserò di ogni cosa»
«Brava piccola» si rilassò «Comunque sono felice che i miei consigli ti siano stati utili. Ho impiegato moltissimo tempo ad entrare in possesso di quelle informazioni. La magia proibita...non è cosa da poco».
«Ti ringrazio ancora» risposi sommessamente.
«Non ti tormentare Abigail, vedrai che riusciremo a trovare una soluzione a quello che ti è successo. Non appena ci reincontreremo inizierò subito a studiare la magia che vi unisce e ti prometto che riuscirò a trovare un modo per distruggerla».
Nel sentire quelle parole mi irrigidì. Una parte di me voleva ancora liberare Jungkook dal legame che lo obbligava ad essere il mio Famiglio ma un'altra, da dopo la vacanza a Busan, da dopo i giorni e le notti che avevamo passato assieme, iniziava ad apprezzare fin troppo volentieri la presenza della tigre mannara al suo fianco. E nel suo letto. Ma questo non potevo dirlo alla mia maestra, non avrebbe mai capito.
«Grazie Agnes, per tutto quanto...anche per voler affrontare questo assieme a me e per non avermi denunciata appena te ne ho parlato»
«Abigail mia piccola, lo sai che non l'avrei mai fatto. Mai. Risolveremo questa cosa tra di noi e la Congrega non verrà mai a conoscenza di quello che hai fatto. Troveremo un modo per rompere quel Legame, promesso!»
Sorrisi debolmente contro lo schermo del telefono.
«Ma ora non voglio farti perdere troppo tempo. Ti avevo chiamata solamente per avere conferma dell'orario in cui arrivate e per dirti che non è un problema ospitarvi»
«No Agnes non serve, abbiamo già prenotato una stanza in un hotel»
«Una stanza? Per entrambi?» chiese lei stupita.
«Sì, una stanza per entrambi non...non lo farò dormire fuori al freddo»
«Perché no? Il mio Midnight dormiva sempre sul tappeto davanti all'ingresso»
«Midnight era un gatto, non un Famiglio»
«Non vedo molta differenza. Sempre animali sono» rispose lei saccente «Comunque disdici la tua prenotazione perché verrai da me. Sono mesi che non ti vedo e inizio a pensare che tu te ne sia dimenticata dopo essersi trasferita a Chicago, ma qui, ho un sacco di stanze vuote. Non ha senso che stai in hotel»
«Davvero Agnes non voglio disturbare... » mormorai e nonostante dovessi sentirmi felice l'idea di avere la mia mentore a pochi passi di distanza da me e Jungkook mi diede una strana sensazione di angoscia. Se fosse venuta a scoprire che eravamo amanti sarebbe stato un problema, un grosso problema.
«Nessun disturbo, nessun disturbo! Oggi pulisco e sistemo la dependance, quella davanti alla piscina. Lo so, è piccolina, ma almeno hai tutta la privacy che desideri. Una camera, un bagno, una piccola cucina e per il tuo mannaro hai persino un divano. Anche se continuo a pensare che il suo posto perfetto sia fuori dalla porta, a fare la guardia e ad assicurarsi che la sua Padrona faccia sogni tranquilli».
Mi morsi la lingua ed evitai di rispondere. Non avrei mai fatto cambiare idea alla mia insegnante solamente con la dialettica. Eravamo molto simili, più di quanto mi piacesse ammettere. Entrambe avevamo bisogno di prove concrete per iniziare anche solo a rivalutare le nostre posizioni e, anche davanti ad esse, avremmo comunque provato in tutti i modi a mantenerci aggrappate ai nostri principi.
«Grazie Agnes. La dependance andrà benissimo per me e per Jungk- » non riuscii a finire la frase. Nell'esatto momento in cui pensai al mio Famiglio e dissi il suo nome l'immagine di un uomo incappucciato comparve davanti al mio volto e un secondo più tardi ebbi la sensazione di sentire la mia schiena schiantarsi contro un muro.
Un lieve gemito di dolore si liberò dalle mie labbra.
«Abigail, tutto bene?»
La voce di Agnes mi raggiunse come un'eco lontano mentre l'adrenalina nelle vene mi faceva contrarre tutti i muscoli. La pelliccia di tigre premette contro la pelle, desiderosa di liberarsi.
«Abigail?!» chiese Agnes sempre più preoccupata.
Gemetti, quando una fitta lancinante si propagò dal mio fianco.
«Agnes penso...penso che abbiano appena attaccato Jungkook» dichiarai con il fiatone mentre l'immagine della cucina iniziava a tornare nitida davanti a me.
«Cosa?! Come!? Lo hai sentito?! Lo hai visto?» chiese lei in panico.
«Io l'ho -»
Dolore. Un fortissimo dolore alla spalla sinistra mi tolse il respiro ma non feci nemmeno in tempo ad urlare che la stessa sensazione si propagò anche a destra. Boccheggiai aggrappandomi al pianale. Il telefono cadde a terra con un tonfo sordo.
«Abigail?! Rispondimi! Abigail? Cosa ti sta succedendo? Cosa gli sta succedendo?» nonostante non avessi attivato la modalità vivavoce, la voce di Agnes rimbombò attraverso gli altoparlanti.
Strinsi i denti e mi concentrai sulla respirazione.
"Inspira ed espira Abigail. Inspira ed espira" pensai mentre percepivo il potere iniziare a ribollire nelle vene.
«Abigail maledizione rispondimi! Cosa ti è successo? Sei svenuta? Stai bene? Devo chiamare qualcuno?»
«Tranquilla Agnes, sto bene, ma devo andare! Devo andare da Jungkook!» dichiarai, prima di sentire qualcosa di affilato accarezzarmi il ventre.
L'adrenalina fece pulsare la mia energia, il cuore di Jungkook rimbombò nella mia mente. Dovevo sbrigarmi.
«Vai da lui Abigail!» mi incitò lei «Ma fai attenzione, ti prego, fai attenzione e non rischiare la tua vita per salvarlo».
«Ci proverò» un secondo più tardi terminai la telefonata.
Il dolore alla spalla destra tornò a farsi sentire.
Cosa diavolo stava succedendo?
Affannata corsi verso la camera da letto, presi il trolley contenente le mie armi e lo lanciai sul materasso, aprendolo più rapidamente possibile.
«Resisti Jungkook! Resisti!» dissi sperando mi potesse sentire.
Un istante più tardi le immagini frammentate di quello che gli stava accadendo si susseguirono come fotogrammi di un film muto nella mia mente.
Vidi un sorriso malvagio spuntare dal sotto un cappuccio scuro, il luccichio di una lama affilata alla periferia del mio campo visivo, il movimento lento di altre tre persone che si stava avvicinando.
il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
Percepii i miei muscoli tendersi, mentre una strana forza mi impediva di muovermi. Poi una mano scattò. Un pugnale affilato si conficcò nel mio ventre, ma non fu per quello che urlai. Urlai perché, mentre la lama affondava nel mio corpo, la mia carne iniziò a bruciare.
«Argento cazzo! Sanno che è un mannaro...lo sanno!» ansimai mentre ogni fibra del mio corpo si contraeva. Dovevo sbrigarmi.
Presi tre lunghi pugnali, indossai la fondina con la Beretta, il giubbotto nero per nascondere il tutto e poi corsi verso la porta. La rabbia che ormai aveva completamente preso il posto del dolore.
L'avrebbero pagata cara. Chiunque in quel momento avesse preso la folle decisione di attaccare il mio Famiglio, di attaccare il mio Jungkook, l'avrebbe pagata cara.
Il mio potere si riversò al di fuori del mio corpo, iniziando a fluttuare attorno alla mia figura, voleva sfogarsi, e io non l'avrei di certo fermato.
Quella sera le strade di Seoul sarebbero state testimoni della mia furia.
☼Spazio autrice☼
E dopo il piccolo prologo della settimana scorsa eccomi tornata con il primo vero capitolo di SOLAR ECLIPSE:
Finalmente avete conosciuto Agnes. Cosa ne pensate di lei? Vi piace come personaggio? L'insegnante di Abigail sarà molto importante e vi assicuro che la adorerete. Forse, se tralasciamo la sua lieve inclinazione a reputare tutti dei mostri ma alla fine anche Abigail era così...chissà se anche la sua Magistra cambierà idea.
Ma ora arriviamo alla parte succosa del capitolo: cosa sarà successo a Jk? Perché lo stanno attaccando? ma soprattutto chi lo sta facendo?
Avete una settimana per scrivermi le vostre teorie.
Come sempre vi ringrazio per tutto il supporto che mi state dando in questi mesi e se vi va, aspetto su Instagram!
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