CAPITOLO 1

Quel mattino, quando Nico si svegliò, l'altro lato del letto era vuoto e freddo. Il figlio di Ade sospirò. Non doveva essere tanto sorpreso: capitava spesso che Will dovesse alzarsi presto per i turni in infermeria.

Il ragazzo si avvolse per bene nelle coperte poi, con gli occhi ancora chiusi, cercò con le dita il cuscino del figlio di Apollo e lo avvicinò al viso, deciso ad affondarvi e respirare il profumo del suo ragazzo.

"Il mio ragazzo" pensò sorridendo mentre si lasciava cadere sul morbido cuscino...

Qualcosa gli graffiò il volto.

Nico aprì gli occhi di scatto, la mano pronta ad afferrare la spada nera di fianco al letto. Guardò il cuscino. Sopra c'era una busta nera. Il ragazzo scrutò con sospetto il libro posato sulla scrivania, Harry Potter e Il Calice di Fuoco. Ma qualcosa gli fece intuire che la lettera per Hogwarts non gli sarebbe arrivata, tanto meno in quel modo. Non in una busta così macabra. Nico la aprì e lesse la lettera, sgranando sempre di più gli occhi a mano a mano che procedeva con la lettura.

-

Will aveva appena indossato il camice, quando Nico di Angelo aprì le porte dell'infermeria con un calcio e gli si mise di fronte.

-Ti mollo- esordì, i capelli scuri sparati ovunque. Will non poté fare a meno di pensare a quanto fosse dolce, con quell'aria spiritata negli occhi e i segni del cuscino sulla faccia. Per non parlare del terrificante pigiama che aveva indosso. Poi il figlio di Apollo si rese conto di ciò che aveva appena detto Nico.

-Aspetta. Cosa?

-Hai capito. Ti sto mollando. E ringrazia che non lo faccio per messaggio iride...

Will smise di ascoltare quando vide la lettera che il più piccolo gli sventolava davanti alla faccia. Gliela strappò di mano e la dispiegò davanti agli occhi, leggendola mentre la voce di Nico si affievoliva fino a spegnersi. Quando arrivò alla fine, Will la appoggiò sulla scrivania.

-Non vedo il problema, Nico.

-Non vedi il problema?! Mio padre vuole conoscerti! Ti ha invitato ad una cena con lui e Persefone!

-Sembra intimo. Vuoi che ti aiuti a scegliere i vestiti?- replicò Will, dandogli un lieve buffetto sulla guancia.

Nico arrossì. Sebbene mesi prima avesse rivelato al Campo i suoi sentimenti per il figlio di Apollo, era ancora restio a lasciarsi andare a gesti d'affetto in pubblico. L'ultima cosa che voleva era dare qualcosa di cui parlare ai semidei.

-Will io... non voglio andarci. Sarà complicato e imbarazzante. E poi...

-Volevi mollarmi solo perché tuo padre vuole conoscermi?

-Solo momentaneamente!

-Be', sai che ti dico? Io voglio conoscere tuo padre. Insomma, io ti ho già portato dalla mia famiglia mortale. È ora che mi presenti alla tua, di famiglia.

Nico sgranò gli occhi.
-La tua famiglia mortale non aveva il potere di fulminare sul colpo le persone!
-Tutti dettagli!
-Tu non hai idea di cosa possa voler dire!
-Conoscere tuo padre?
-Sì! Insomma, tu sei... tu! E lui è il Re degli Inferi, Signore dei...

Will soffocò il resto della frase con un bacio.
Il figlio di Ade emise qualche suono indefinito in segno di protesta, ma alla fine si lasciò andare.
Del resto, i pazienti erano in un'altra sala, nell'atrio dell'ospedale c'erano solo loro due. Non fece in tempo a finire il pensiero che una figlia di Apollo sorella di Will fece capolino dalla porta, sogghignando con aria furba. -Disturbo?

Nico fece per allontanarsi, ma Will lo trattenne.

-SÌ! Non ti chiedo se è tua abitudine entrare negli studi altrui senza bussare, perché la risposta è evidentemente sì. Cosa vuoi, Jane?

-Oh, solo darti il cambio, fratello. Mi sembri occupato.

Will non ribattè, ma trascinò l'altro ragazzo fuori dall'infermeria e si diressero verso la Cabina di Ade.

Quando si furono chiusi la porta alle spalle, Will riprese: -Affronteremo questa cena. Ora riposati. Più tardi verrò qui per portarti qualcosa da mangiare e ci prepareremo insieme.

-Come ti pare. Ma non resterò qui. Vado ad allenarmi.

Nico fece per infilare la porta, ma il biondo lo trattenne e alzò un sopracciglio, una strana luce che gli brillava negli occhi.

-Sicuro?- gli chiese a voce bassa. Il figlio di Ade guardò l'altro con un pizzico di ironia negli occhi, mentre un sorriso gli increspava il viso. Sorrideva molto di più da quando Will era entrato nella sua vita.

Si baciarono con passione, fino a non avere più fiato. Allora Nico chiese: -Cosa vuoi dire, Solace?

Will si attorcigliò i capelli corvini dell'altro tra le dita.

-Voglio dire che non ti puoi allenare. Sei ancora in pigiama.

Nico sbuffò. -Fuori di qui, Solace!

-

Quel pomeriggio Will e Nico pranzarono insieme, poi il figlio di Apollo tornò nella propria Cabina per prepararsi. I due Dei li avrebbero aspettati in un ristorante italiano a Manhattan. Quando Nico uscì dalla Cabina 13, era vestito con jeans neri, maglietta dello stesso colore e anfibi. Sperava che Will non si fosse messo una delle sue terrificanti camicie hawaiane tutte palme e soli ammiccanti. Ma ovviamente il figlio di Apollo non si era fatto troppi problemi, così che quando fece capolino dalla porta, con occhiali da sole in testa, infradito e, ovviamente, la sgargiante camicia di flanella, Nico gridò: -NO! IO CON UNO VESTITO COSÌ NON CI ESCO!

-Ehi Mister Morte! Ci esci tutti i giorni.

-Mister che?! Ah questa me la paghi, Solace...

Arrivarono a Manhattan in orario, tra battibecchi e insulti vari. Entrarono nel ristorante. Nico sentiva il cuore in gola e aveva il fiatone, come se avesse corso per chilometri. Individuò Ade e Persefone seduti ad un tavolo. Lui era nei panni di un quarantenne, ed era vestito più o meno come il figlio, mentre la dea indossava un vestito bianco punteggiato da piccoli fiori. Su qualunque altra donna sarebbe potuto sembrare una tovaglia, ma addosso a Persefone era... be', divino.

Scoraggiato, con la mente affollata da mille e più aggettivi negativi per descrivere l'imbarazzante serata che lo aspettava, Nico fece per uscire. Will lo trattenne, ma il moro era più forte.

Fortunatamente (o sfortunatamente) Ade lo vide e se ne usci con: -Figliolo! Che bello vederti! Vieni qui, presentami il tuo ragazzo!

Mezzo ristorante si voltò a guardarli. Nico si ricompose in fretta, le orecchie in fiamme. Valutò un'ultima volta l'idea di una fuga, ma non poté attuarla: Will si stava già dirigendo verso il tavolo di Ade e Persefone. Con un sospiro teatrale e drammatico, Nico lo seguì.

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