SOLANGELO 6
Ultimamente sto TROPPO in fissa.
Ho visto un video bellissimo sulla solangelo e mi è venuta questa idea.
Dovrei sul serio smetterla di scrivere perché mi rendo conto di star scrivendo un sacco di cagate ma vi giuro non riesco a smettere.
Pure questa l'ho scritta studiando, ma sto facendo questa introduzione ora che è sera. E comunque avevo in mente cosí tante versioni di questa One shot che alla fine temevo che non avrei scritto nulla.
Il sole aveva sfumato il cielo di arancione e rosso, inducendo quasi tutti a tornare verso le loro cabine.
Nico Di Angelo, al contrario, era ancora fuori e fissava dritto il capanno in cui sapeva per certo che Will Solace stava suonando.
Sebbene fosse ancora abbastanza lontano, sentiva chiaramente la melodia.
Quanti giorni erano che lui e Will non si parlavano? Tre settimane e due giorni, se non si contava il pomeriggio del litigio.
Nico aveva già provato ad andare a parlargli bendei volte volte ma a ogni tentativo si era tirato indietro proprio all'ultimo.
Sospirò tirando un calcetto a un sassolino e si avviò verso la porta del capanno. Era stato costruito da poco, proprio a ridosso della spiaggia, e dentro c'erano solo due panche e una moltitudine di strumenti appesi alle pareti. In prevalenza erano chitarre e violini, ma potevi trovare anche qualche strumento a fiato.
Si fermò davanti alla porta per qualche secondo e infine si decise a spingerla.
Will non parve accorgersi che qualcuno era entrato o, se lo fece, non lo diede a vedere. Continuò a dargli le spalle e a suonare la sua chitarra.
Nico rimase per qualche attimo fermo sul posto, poi recuperò a sua volta una chitarra e si sedette sulla panca accanto a quella di Will.
<<Dovresti provare qualcosa di più veloce. Una cosa del genere>>suggerí, intonando un paio di note con la chitarra.
Will gli rifilò un'occhiataccia e si alzò, andando a rimettere a posto lo strumento.
<<Questo "stupido bambino" ,come hai amabilmente deciso di chiamarmi, non ha nessuna intenzione di parlarti. Ah, e tanto per la cronaca, ha anche un appuntamento.>>
Se ne andò senza aggiungere altro e Nico rimase a guardare afflitto il punto in cui era stato fino a qualche secondo prima.
Un appuntamento.
Certo, cosa si era aspettato?
Era ovvio che Will avrebbe trovato qualcun altro.
Solo non si aspettava che lo avrebbe fatto così in fretta...
Rimise la chitarra al suo posto e si avviò verso la sua cabina.
Camminava talmente assorto che non si rese conto di avere davanti Jason e per poco non gli ruppe gli occhiali quando sbattè contro di lui.
<<Nico>>lo salutò il biondo posizionando meglio gli occhiali. <<Ho appena visto un tipo che ti assomiglia davvero un sacco. Era con Will. Da lontano pensavo fossi tu, sul serio. Beh, portava una maglia arancione, da quello ho capito che non eri tu ma diamine, è davvero simile.>>
<<Con Will>>ripetè Nico. <<Fantastico. E da che parte sono andati?>>
<<Verso i campi di fragole. Voi non avete ancora fatto pace?>>
<<Lo hai appena visto con un altro ragazzo>>gli ricordò il figlio di Ade.
<<Ah, giá. Se vuoi ti mostro dove sono andati.>>
Si incamminò senza attendere risposta e Nico si decise a seguirlo.
Non ci misero molto a individuare Will e Morgan, questo era il nome del ragazzo. Camminavano pigramente tra i campi di fragole, ridendo di qualcosa che Jason e Nico non potevano conoscere.
Morgan non era poi così simile a Nico, Jason aveva esagerato : aveva i capelli decisamente più lunghi e gli occhi erano verde smeraldo, contornati da matita nera.
<<Andiamo via. Ho visto abbastanza.>>
Nico lanciò un'ultima occhiata ai due e riprese la via della sua cabina.
Jason si affrettò a raggiungerlo.
<<Sono sicuro che farete pace>>asserí. <<Quel tipo ti assomiglia, probabilmente Will vede te in lui.>>
<<È me versione più bella e probabilmente anche più simpatica, gentile e aperta ai rapporti sociali. In ogni caso, non importa. Non stiamo più insieme, non sono affari miei con chi esce.>>
Prese a camminare più veloce, tanto da lasciare indietro Jason.
Entrò nella sua cabina e si buttò a letto, addormentandosi quasi all'istante.
Quando si svegliò c'era qualcuno che bussava alla sua porta.
Si alzò tentando di appiattirsi i capelli sparati da tutte le parti e andò ad aprire.
Will se ne stava davanti a lui, a braccia incrociate, e lo guardava contrariato.
Gli mise in mano un sacchetto.
<<Per quanto la cosa sia fastidiosa, sono ancora il tuo dottore e devo accertarmi che i miei pazienti mangino. La prossima volta vedi di venire a cena. Devo vedermi con Morgan e sono in ritardo.>>
<<Non ti ho chiesto io di portarmi la cena>>ribattè Nico.
<<Avevo voglia di vederti>>borbottò Will, cosí piano che Nico temette di averlo solo immaginato. <<Ma immagino che tu non avessi voglia di vedere un "bambino stupido".>>
<<Hai un altro ragazzo ora, Will>>gli ricordò il figlio di Ade in tono piatto, tentando di mostrarsi indifferente. <<Non dovresti perdere tempo con me.>>
Detto questo, chiuse la porta, posò il sacchetto sul comodino e si rannicchiò a letto.
La cena non fu toccata.
Rimase sdraiato e sveglio quasi tutta la notte, immagini sempre più terribili che si susseguivano nella sua mente. Will e Morgan mano nella mano, Will e Morgan che si baciavano, Will morto, Bianca...
Alla fine si costrinse ad alzarsi non appena il sole fece capolino rischiarando la sua cabina.
Si alzò e si infilò in bagno per farsi una doccia, desiderando ardentemente vedere i problemi scivolare via insieme all'acqua.
Purtroppo, i suoi desideri non vennero esauditi.
Si asciugò rapidamente e andò a vestirsi. Poi si fermò davanti allo specchio e raccolse i capelli ancora bagnati in un codino. A quel punto, frugò in un cassetto e ne estrasse una matita nera.
La osservò per un paio di secondi, sentendosi davvero ridicolo, e poi ne applicò giusto un pochino sotto gli occhi.
Senza guardarsi ulteriormente allo specchio, si decise a uscire.
Per il campo girava ben poca gente a quell'ora. Andò ad allenarsi nell'arena, ma era continuamente distratto dai figli di Apollo che uscivano per dirigersi verso l'infermeria. Continuava a guardarli tentando di individuare Will ma di lui non sembrava esserci neanche l'ombra. Eppure era sicuro che lui avesse il turno quella mattina.
Poi lo vide e preferí non averlo fatto : stava uscendo dalla cabina di Ares, la cabina di Morgan, ovviamente in sua compagnia.
Nico rimase a fissarli fin quando non entrarono nell'infermeria, poi si accaní contro il manichino di fronte a lui fino a farlo a pezzi.
<<Che ti ha fatto di male?>>chiese una voce dietro di lui.
Nico si girò facendo ritoeare il ferro dello Stige in mano.
<<Di Angelo.>> Morgan doveva essersene andato dopo aver accompagnato Will in infermeria perché ora se ne stava lí di fronte a lui.
<<Rives>>rispose Nico con lo stesso tono.
<<Carina la matita sotto gli occhi>>sogghignò Morgan, infilandosi le mani in tasca. <<Will la adorerebbe, non fa altro che dire quanto a me stia bene.>>
Nico si morse le labbra a sangue ma alla fine riuscí a non mostrarsi triste nè arrabbiato.
<<Will Solace?>>chiese, fingendosi completamente all'oscuro. <<Non pensavo stessi con lui. Ti facevo più un tipo da... Non saprei, di sicuro non Solace.>>
<<Immagino. E chi sarebbe quindi il tipo da Solace? Tu?>>
<<Non ho detto questo.>>
<<Bene, faresti bene a non dirlo e neanche a pensarlo. Ora lui sta con me, okay? Non gli interessi piú, anzi, non gli sei mai interessato : era evidente che stava con te solo per pietá. Potrei davvero male se tu dovessi metterti in mezzo tra di noi, chiaro? . E non fare questi stupidi giochetti, non mi spaventano.>>
Mentre pronunciava le ultime parole per un attimo aveva squadrato Nico preoccupato per poi riassumere subito un'espressione minacciosa.
Nico si guardò le mani e si rese conto che stava spargendo ombre nere tutt'intorno. Non se ne era neanche accorto.
<<Finito?>>
<<Finito. Ci si vede in giro.>>
Si allontanò con un sorrisetto di trionfo e Nico si sedette a terra tentando di calmarsi. Dopo un paio di respiri profondi, recuperò la spada e si decise ad andare a fare colazione.
Giunto al padiglione però cambiò idea.
Non se la sentiva di affrontare Will, peggio ancora Will insieme a Morgan.
Era abbastanza sicuro che nella sua cabina ci fossero ancora un paio di barrette ai cereali che sarebbero state perfette per colazione.
Si affrettò a fare dietrofront e tornò alla sua cabina. Ci mise un po' a trovarle ma le barrette erano effettivamente ancora lí.
Scartò l'involucro colorato e le guardò minuziosamente : sembravano essere ancora commestibili.
Diede un morso. Non era poi così male. Si chiese cosa stesse facendo Will. Probabilmente Morgan era tornato da lui.
Si passò una mano sugli occhi ma le lacrime gli avevano già bagnato le guance, sciogliendo la matita e sporcando di nero la sua pelle lattea.
Si stava giusto alzando per andarsi a sciacquare il viso quando qualcuno bussò alla porta.
Si impose di smettere di piangere, prese un respiro profondo e andò ad aprire.
<<Di Angelo, sono davvero stufo di arrivare tardi agli appuntamenti solo perché tu ti scordi di mangiare. Questa è la tua colazione e la prossima volta...>> Will smise di parlare e abbassò la mano che teneva il sacchetto della colazione. <<Hai pianto? E cos'hai sul viso?>>
<<Certo che no.>> Nico si allontanò dalla porta e andò a sedersi, posando la barretta ai cereali sul comodino.
<<Si vede che hai pianto>>lo informò Will, chiudendo la porta dietro di sè e raggiungendolo.
Il figlio di Ade scrollò le spalle. <<La barretta che stavo mangiando era così buona da commuovermi.>>
<<Quella è la cena che ti ho portato ieri?>>domandò Will indicando il sacchetto ancora pieno sul comodino. <<Sul serio? Io sono venuto qui, ti ho portato la cena e tu...>>
<<Te l'ho già detto ieri>>lo interruppe Nico. <<Non ti ho chiesto io di farlo. La prossima volta vai pure al tuo prezioso appuntamento senza starti a preoccupare di cosa mangio o non mangio. Ah, a proposito, non era necessario mandare Rives a dirmi che non vuoi più avere niente a che fare con me, lo sapevo già, grazie.>>
Will aggrottò la fronte. <<Mandare Morgan a fare che? Non sapevo neanche che avevate parlato.>>
<<Lascia stare.>>
<<Che ti ha detto?>>
<<Non molto.>>
<<Nico, che ti ha detto?>>
Sentendosi chiamare per nome, il figlio di Ade gli lanciò una fugace occhiata. Will lo guardava con le braccia incrociate, in attesa di una risposta.
Nico si sdraiò con un braccio sulla testa, lo sguardo rivolto al soffitto.
<<Ha detto la veritá, niente di che : ora state insieme, non ti importa niente di me, stavi con me solo per pietá. L'ultima parte però non era vera, insomma, non credo che riuscirebbe a farmi molto male.>>
Il figlio di Apollo rimase in silenzio per qualche secondo, sembrava confuso.
<<Ma io non...>>
<<Will>>lo interruppe Nico, dandogli le spalle. <<È ora di andare. Sono sicuro che ti stia aspettando. Scusami, è colpa mia se abbiamo litigato. Ah, già che ci siamo, mi dispiace non averti mai detto che ti amo. Ora puoi stare tranquillo, comunque, parto sta sera.>>
<<Come sarebbe a dire che parti sta sera? Dove vai?>>
<<Da mio padre. Non ho più nessun motivo per restare qui : Percy, Jason, Leo, Piper e tutti gli altri partiranno presto per Nuova Roma e tu...Beh, spero che sarai felice con Morgan.>>
<<Avevi detto che saresti restato>>gli ricordò.
<<Non ho mai specificato per quanto tempo. Ora è il momento di andare via. Non sei felice? Non arriverai più tardi solo perché devi portarmi la cena.>> Si premette il dorso della mano sugli occhi, deciso a non piangere di nuovo.
<<Non puoi andare via.>>
<<Certo che posso, basterá un viaggio nell'ombra. Ora, per favore, lasciami da solo.>>
<<Non l'ho mai neanche baciato.>>
Nico si girò verso di lui guardandolo male. <<Almeno risparmiami le cavolate, okay? Vi ho visti sta mattina uscire dalla sua cabina e, guarda caso, tutti i suoi fratelli non sono al campo. Ma immagino che voi abbiate passato la notte a dipingere le pareti, no? In ogni caso, non sono affari miei.>>
<<Lo avevo riaccompagnato ieri sera, ero stanco e mi sono addormentato. Non abbiamo fatto niente.>>
<<Okay, come dici tu. Ora ti decidi a farmi il piacere di andartene?>>
Prima che Will potesse ribattere, qualcuno bussò alla finestra ed entrambi videro Morgan oltre il vetro.
Il figlio di Apollo andò ad aprire la finestra.
<<Hey>>lo salutò il moro. <<È un'eternitá che sei qui dentro, iniziavo a pensare che Di Angelo ti avesse rapito.>>
<<No, mi stava solo raccontando della vostra chiacchierata.>>
<<Ah sí?>> Gli occhi di Morgan si spostarono da Will a Nico. <<Pensavo di essere stato chiaro.>>
<<Lo hai minacciato.>>
<<L'ho semplicemente avvertito.>>
<<Senti, Morgan, mi dispiace. Ho fatto una cosa davvero orribile, tu non mi piaci. Sul serio, sono dispiaciuto, ti ho chiesto di uscire perché ero arrabbiato e frustrato e probabilmente volevo anche farlo ingelosire, non lo so, so solo che l'ho fatto senza pensare e mi dispiace di averti illuso. Questo però non toglie che non avresti mai dovuto dire quelle cose. Gli hai detto che stavo insieme a lui solo perché mi faceva pena.>>
<<Beh, mica puoi nascondergli la realtá per sempre. Chi mai vorrebbe stare con il figlio di Ade? Era evidente che stavi con lui solo per pietá, anzi, è strano che lui non se ne fosse accorto prima.>>
<<Sei un'idiota, Rives.>>
Will richiuse la finestra e Morgan pensò bene di dileguarsi.
Il figlio di Apollo si girò verso Nico che si era messo seduto e lo stava guardando.
<<Non è stata una grande conversazione, ma ho apprezzato l'insulto finale. Ti va di ripeterlo una decina di volte? Potrei addirittura sorridere.>>
<<Mi spieghi cos'hai sul viso? Sembri uno spazzacamino.>>
<<È trucco...Pensavo...Nulla, lascia stare.>>
<<Ti sei messo la matita come Morgan?>>
<<Ha detto che non facevi che dirgli quando gli stesse bene.>>
<<Sono sicuro che a te starebbe meglio, se non fosse sparsa su tutte le guance.>>
<<Mh?>>
Will sospirò e si sedette accanto a lui.
<<Mi dispiace per ciò che ha detto su di te. Non ero il tuo ragazzo per pietà. Mi dispiace anche di essermela presa così tanto e soprattutto di essere uscito con quell'idiota.>>
<<A me dispiace di averti chiamato "stupido bambino", di averti detto che sei infantile e soprattutto di non averti neanche risposto quando mi avevi detto che mi amavi.>>
Mentre parlava si era alzato ed era andato verso il bagno per sciacquarsi il viso. Si stava pulendo dai residui di trucco quando Will arrivo alle sue spalle.
<<Hey>>lo chiamò appoggiandosi allo stipite della porta.
<<Questo cavolo di trucco non va via.>>
<<Nico, lascia stare un secondo il trucco.>>
Il figlio di Ade si girò verso di lui posando l'asciugamano sul piano del lavandino.
<<Sí?>>
<<Non ho smesso di amarti, scemo.>>
Nico gli sorrise. <<Ti amo anch'io.>>
<<Visto, non era poi così difficile>>ridacchiò Will, sporgendosi verso di lui per baciarlo.
<<Sto morendo di fame, comunque. Cosa mi avevi portato ieri per cena?>>
<<Cheseburger. Doppio.>>
<<Ora ti amo ancora di più.>>
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