SOLANGELO

Nota autrice : tengo a precisare nuovamente che l'idea nasce dalla raccolta di     Ben_yoongi          passate a dare un'occhiata se vi va ;). Mi conviene anche avvisarvi che inizialmente la storia sará un tantino depressa, MOLTO TRAGICA, e che dovreste immaginare dei precedenti simili per capire i gesti estremi a cui i personaggi si spingono. Immaginate l'episodio che sta per accadere come "la goccia che fa traboccare il vaso".

<<Nico, hai finito di allenarti?>>chiese Will sporgendosi per vedere meglio l'arena. Era in piedi accanto a un albero, la mano posata sul tronco ruvido e il busto leggermente piegato in avanti. Lo sguardo percorreva avidamente il petto pallido del figlio di Ade mentre quest'ultimo faceva roteare abilmente la spada e la puntava al petto del suo avversario.

<<Finito>>rispose dando le spalle al biondo e rinfoderando la sua arma. Si voltó e lo raggiunse, fermandosi prima a riprendere la maglia per rinfilarsela.

<<Andiamo a fare una passeggiata?>>propose Will appena lui gli fu a fianco.
Nico si limitò ad annuire e si incamminarono fianco a fianco, osservando  da lontano alcuni ragazzi che si esercitavano nel tiro con l'arco.

<<Perché passi di lá?>>domandò il figlio di Ade notato che l'altro si stava dirigendo verso un punto più nascosto.
Solace scrollò le spalle e gli fece segno di seguirlo, cosa che il moro fece fissandolo accigliato.

<<Ora perchè ti sei fermato?>>chiese sollevando un sopracciglio mentre Will si schiariva la gola. Sembrava in imbarazzo mentre si frugava nelle tasche della giacca alla ricerca di qualcosa.

<<Se continui a parlare è strano>>borbottò a mezza bocca.
Nico avrebbe voluto chiedere cosa sarebbe stato strano ma decise che era più saggio rimanere in silenzio e vedere come si sarebbe evoluta la situazione.
Il figlio di Apollo si inginocchiò e finalmente rivelò cosa nascondeva nella tasca : una scatolina di velluto nero con una piccola ed elegante fibbia in argento.

<<Allora...mh...Nico, vuoi sposarmi?>> Pronunciò le ultime parole tutto d'un fiato, facendo scattare la fibbia e
fissando pieno di aspettativa gli occhi del ragazzo dinanzi a sè.
Sul morbido cuscinetto nero all'interno della scatolina era adagiato un anello d'oro bianco con una piccola pietra scura sopra che Nico fissò senza proferire parola.

<<Ehm...Allora...>>tentò di dire Will, ma Nico lo interruppe.

<<No>>rispose seccamente.

Gli occhi del figlio di Apollo da brillanti qual erano si fecero velati e si abbassarono sul terreno.

<<Ah>>commentò con un filo di voce. <<E...e perché no?>>

<<L'anello.>>

Will tentò di rialzare lo sguardo ma non riusciva a sostenere quello di Nico dunque si limitò a fissare un punto imprecisato tra il petto e il collo.

<<L'anello>>ripetè.

<<Lo volevo con il teschio>>spiegò Nico.
Will lo fissò per un secondo, poi si alzò e scagliò a terra la scatola.

<<Fanculo>>sibilò, questa volta guardandolo bene negli occhi. <<Sei solo un bambino viziato e patetico. Non vuoi sposarmi? Bene, ma non sognarti che io torni a parlarti.>>
Detto questo si allontanò a grandi passi e dopo poco era già troppo lontano perché si potesse scorgerlo da lí.
Nico rimase a fissare inorridito il punto verso cui lui era sparito, poi si sedette a terra e raccolse l'anello.
Che cosa aveva fatto? Aveva detto di no per sdrammatizzare, perché tutte quelle smancerie non gli piacevano, ma Will se l'era presa. Giustamente. Perché diamine aveva detto di no? Certo che voleva sposarlo. Fissò l'anello baciato dai raggi del sole.
Probabilmente Will avrebbe accettato il suo no se solo lui non fosse stato così stupido da dire che era per l'anello. Si era comportato esattamente come aveva detto Will, da bambino viziato e patetico. Non che gli fosse dispiaciuto un anello col teschio, ma avrebbe sposato Will anche se al posto di un anello gli avesse dato un rametto.
E invece no, non lo aveva fatto e ora non avrebbe potuto farlo mai più.
Si fece scivolare l'anello in tasca e si allontanò da quel posto, diretto alla sua capanna.
Si buttò sul letto affondando il viso nel cuscino ma le sue narici vennero invase dal profumo di Will. Aprí gli occhi appena offuscati da un velo di lacrime che si stava sforzando di non far uscire e si ritrovò davanti una sgargiante maglia arancione del campo, chiaramente di Will.
Si alzò velocemente e riuscí fuori, andando a sedersi a terra dietro la capanna.

<<Ho vinto di nuovo io>>urlò Percy sopra di lui, cavalcando Blackjack. Atterrò proprio lí davanti e un secondo dopo Jason fece lo stesso. Blackjack ripartí e Percy si voltò verso il figlio di Ade.

<<Nico?>>

<<Tutto okay?>>domandò Jason guardando preoccupato il ragazzo a terra.
Lui non rispose e i due gli si sedettero a fianco, uno da ogni lato.

<<Nico, che succede?>>ripetè Jason.

<<Senti se Will ti ha lasciato perchè hai ancora una cotta per me...>>tentò di dire Percy ma Jason lo fulminò con lo sguardo.

<<Dovresti rassegnarti al fatto che non sei il mio tipo>>mormorò Nico, continuando a guardare per terra. <<E non sono fatti tuoi perché mi ha lasciato.>>

<<Ti ha lasciato sul serio, quindi? Wow, e Annabeth che dice che non capisco mai nulla.>>

<<Taci>>ribattè Nico, alzando finalmente lo sguardo e fissandolo con astio mentre un'unica lacrima gli solcava la guancia.

<<Mh...Nico, ci spieghi che è successo?>>

<<No>>sbottò il moro ad alta voce. <<Andate via, cazzo.>>
I due si alzarono velocemente ma prima di andarsene Jason si fermò un secondo. <<Dovresti parlarci, comunque>>suggerí per poi allontanarsi.

Nico sospirò, mentre le parole del figlio di Apollo gli rimbombavano nella testa. "Non sognarti che io torni a parlarti." Che senso aveva andare da lui?
Guardò l'anello che teneva ancora in mano e rimase a fissarlo per quelle che gli sembrarono ore. Alla fine si alzò e si diresse verso l'infermeria. Probabilmente Will era lí, si disse.
Bussò e attese che venisse ad aprire la porta.
Quando se lo ritrovò davanti deglutí, cercando di non abbassare lo sguardo e di tenerlo fisso in quello dell'altro.

<<Solace>>esordí, infilandosi le mani in tasca.
Lui non parlò, ma fece per richiudere la porta. Nico la bloccò prontamente con un piede e si infilò nella stanza.

<<Fortuna che ero io il bambino patetico.>>

Will spalancò gli occhi e Nico si maledisse mentalmente.

<<Mi rinfacci le cose ora?>> Nico era sicurissimo di non averlo mai visto così arrabbiato, neanche quando Leo lo aveva baciato per scatenare la sua ira. <<Beh, posso farlo anche io, sai?  Hai idea di come mi sono sentito quando hai detto no? Avrei anche potuto accettarlo, avrei fatto qualunque cosa per te. Se non volevi sposarmi, bene, avevi diritto di scelta. È il motivo che mi dá fastidio.  Un anello, sul serio? Non hai voluto sposarmi per uno stupidissimo teschio su quell'anello. E io sarei il bambino solo perché non voglio parlarti? Ma per favore.>>

Nico avvertí le lacrime pungergli prepotentemente gli occhi ma si impose di ricacciarle indietro. Aveva pianto davanti a Jason ma non avrebbe accettato di farlo anche davanti a Will. Girò sui tacchi e uscí dalla porta, tornando nella sua casa senza curarsi della maglia abbandonata lí. Stranamente non riusciva a provare rabbia, o meglio, non riusciva a provarla verso Will. Verso sè stesso la sentiva eccome, invece.
Si presentava come una macchia scura che si allargava irrimediabilmente nel suo petto comprimendogli i polmoni, spaccandogli le costole fino ad arrivare a sbriciolare il cuore.
Aveva fatto star male Will.
Le lacrime presero a scendere copiose e implacabili sulla pelle pallida lasciandovi scie argentee.
Improvvisamente non gli importava più della sua dignità, non gli importava di non piangere, di dimostrarsi il degno figlio del dio della morte. Ormai non gli importava altro : aveva fatto soffrire Will e non poteva fare a meno di stare male per questo. La sua mano strinse il ferro dello Stige. Non poteva non farsela pagare. Aveva fatto soffrire l'unica persona che amava e che lo amava altrettanto e doveva punirsi per questo.
Avvertí la punta fredda della spada contro il petto mentre nella sua mente si delineava il volto di Will. Deglutí e spinse la spada a conficcarsi nella carne. Avvertí il fiotto di sangue caldo che ne sgorgò inzuppandogli la maglia, poi tutto si fece buio.

Ci fu un urlo, giusto un secondo dopo. Hazel entrò nella stanza e la spada cadde dalle mani del figlio di Ade. Troppo tardi, il sangue si stava già allargando sul suo petto.

<<Aiuto>>urlò la ragazza, chinandosi sul corpo del fratello e tentando di arginare il sangue.
Un attimo dopo, Frank e Leo la raggiunsero. Presero Nico e lo trasportarono verso l'infermeria.
Sotto gli occhi interdetti di Will, lo adagiarono sul letto. Lui gli fasciò il petto con gesti meccanici, senza riuscire a guardarlo in viso.

<<Cosa è successo?>>chiese in un sussurro ad Hazel che era rimasta accanto a lui.

<<Stavo passando di lí. Mi sono appoggiata al vetro per vedere se era dentro e l'ho visto puntarsi la spada al petto. Sono entrata immediatamente ma non sono riuscita a fare a meno che si colpisse...Non pensavo che avrebbe fatto una cosa del genere. Voglio dire, quella storia dell'autolesionismo...devo averla sottovalutata...È imperdonabile.>>

La fronte di Will si aggrottò. <<Quale storia?>>chiese scandendo bene le parole.

Hazel sussultò, poi il suo viso si distese come se improvvisamente avesse capito tutto.

<<Non te lo aveva detto...>>bisbigliò. <<Io non l'ho fatto perché pensavo che lo sapessi, lui diceva che tu lo sapevi...>>. Mentre parlava si era avvicinata al fratello che respirava a stento e aveva girato dolcemente il suo braccio. Sulla pelle candida si susseguivano una serie di cicatrici.
Will le fissò inorridito, senza riuscire a emettere alcun suono.

<<Una volta l'ho sentito parlare. Credo non stesse bene. Piangeva, parlava praticamente da solo. Diceva che ogni taglio era un suo errore, una punizione che si infliggeva. Diceva che era per tutte quelle volte che non riusciva a sottostare a un tuo abbraccio, per tutte le volte in cui non riusciva a prenderti per mano, per tutte le volte in cui non riusciva a dirti che ti ama...>>

<<Hazel esci>>riuscí solo a dire il figlio di Apollo con voce strozzata e senza distogliere lo sguardo da Nico.
Hazel avrebbe voluto obbiettare ma lo sguardo del ragazzo la convinse a seguire il suo ordine.
Appena lei fu fuori, le dita di Will sfiorarono la guancia bianca del ragazzo disteso nel letto.

<<Nico...>>

Improvvisamente capiva come doveva essersi sentito. Si sentiva così anche lui. Provava il desiderio atroce di farsi del male, sapeva di meritarlo. Nico si era ferito tante volte e solo per causa sua.

<<Ti amo>>mormorò, prendendo una freccia e puntandosela contro il petto.

<<Will!>>un colpo al vetro lo fece bloccare e un attimo dopo Piper entrò.

<<Metti giù quella freccia>>ordinò perentoria, attingendo a ogni goccia del suo potere.
Will tentò di resisterle, ma alla fine mise docilmente giù l'arma mentre i singhiozzi lo scuotevano.

<<Devi lasciarmelo fare>>la supplicò. <<Me lo merito. Per favore.>>

<<No che non te lo meriti>>ribattè una voce molto bassa e leggermente roca.
Piper sgusciò fuori dalla stanza mentre Will si precipitava da Nico.

<<Mi dispiace>>disse solamente.

<<Non volevo dire di no>>rivelò il figlio di Ade, la voce ancora troppo bassa per far apparire le parole chiare. <<Aiutami a mettermi in ginocchio.>>

<<Sei ancora troppo debole, non puoi. Perché poi?>>

<<Per favore, aiutami a mettermi in ginocchio>>ripetè, questa volta più duramente.

Will fece come gli aveva detto, mettendosi poi alla sua altezza.
Lo vide infilare una mano in tasca e estrarne una scatolina azzurro cielo.
Quando si aprí, si ritrovò davanti uno splendido anello con un piccolo sole sopra.

<<Probabilmente non merito di chiedertelo, ma lo farò lo stesso. Vuoi sposarmi?>>

Will rimase in silenzio e Nico lo interpretò a suo modo.

<<Okay>>disse con voce piatta. <<Immagino di meritarlo in fondo...>>

<<Certo che voglio sposarti>>lo interruppe Will, stringendolo a sè così improvvisamente da fargli avvertire una fitta alla ferita ancora fresca sotto le bende.
Lo baciò prima che potesse anche solo accorgersene.
Avvertire le sue labbra contro le proprie fu la sensazione migliore che avesse mai provato.

<<Ti amo, Death Boy>>mugugnò Will contro le sue labbra.
Nico affondò le mani tra i suoi capelli.

<<Ti amo anche io, Raggio di sole.>>

Ehy!
Sí, sono ancora io.
Per l'ennesima volta vi dico che l'idea è di Ben_yoongi. Ha scritto sulla sua raccolta di humor solangelo una scena dove Nico rifiutava di sposare Will per via dell'anello e a me è nata questa idea malata.
So che probabilmente ho esagerato con tutte quelle storie del farsi del male ect ma spero apprezzerete.
Detto questo, ciau^^

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