SOLANGELO 4
La foto (presa da Istagram) mi ha ispirato e mi sono detta "vabè, proviamo a scrivere qualcosina". All'inizio volevo farlo dal punto di vista della giacca di Nico perché mi stavo esercitando con la scrittura da parte di oggetti inanimati ma poi ho pensato che forse sarebbe stato troppo strano e ho scritto questo. L'ho fatto in poco tempo, mentre facevo colazione e finivo di prepararmi, quindi abbiate pietá.
Chirone non sembrava contento, anzi, non lo era affatto.
<<Forse...>>il satiro tentennò. <<Che ne dice di Di Angelo? Al Campo non ci sono altri semidei che potrebbero andare. Se non sceglie lui saremo costretti a mandare un figlio di Ipno ma prima bisognerebbe svegliarlo e...>>
<<Va bene>>lo interruppe Chirone. <<Vai a chiamare Nico Di Angelo e anche Will Solace, giusto per accertarci che Nico sia nelle condizioni di compiere la missione.>>
Il satiro si allontanò trotterellando sulle sue zampe caprine e Chirone rimase a guardarlo accarezzandosi la barba.
Non impiegò molto a tornare e quando lo fece portò con sè due ragazzi. Will Solace gli camminava a fianco, i capelli biondi scintillanti sotto la luce bronzea del tramonto.
Nico invece era qualche passo più indietro, come al solito indossava la sua giacca da aviatore e aveva il ferro dello Stige legato alla vita.
Appena furono giunti a destinazione, il satiro salutò Chirone e si dileguò.
<<Buon pomeriggio, ragazzi>>esordí il centauro <<vi ho chiamati perché abbiamo bisogno di un piccolo favore da parte di Nico. Niente di grande, non è un'impresa, non c'è neanche bisogno di una profezia. Semplicemente Percy ci ha segnalato che gli sembrerebbe di aver visto dei mostri nei pressi di quel grande magazzino poco prima di arrivare al Campo, hai presente? Ci sarebbe andato lui, ma Annabeth lo costringe a studiare e praticamente il Campo è vuoto quindi mi chiedevo se tu potessi andare a dare un'occhiata.>>
<<Certo>>rispose rapidamente Nico, lanciando una fugace occhiata a Will.
<<Ah, quasi dimenticavo! Ho fatto chiamare te, Will, per chiederti se Nico è in condizioni di svolgere questa piccola missione.>>
<<Direi che si può fare. L'importante è che eviti nella maniera più assoluta qualunque tipo di magia degli Inferi. Magari, per accertarmene, potrei andare con lui. Così potrei anche aiutarlo, no?>>
Chirone annuí. << Tu cosa ne pensi Nico?>>
<<Mi sarebbe d'intralcio>>borbottò il figlio di Ade.
<<Io sono certo che invece sará un valido aiutante. Partirete domani mattina alle sette in punto. Ora andate a riposarvi.>>
Conclusa la frase, rientrò nella Casa Grande senza aggiungere altro.
<<Beh, Nico, ora abbiamo praticamente un appuntamento>>dichiarò Will mentre tornavano verso le loro cabine.
<<Hai un'idea contorta di appuntamento, vedo>> replicò il figlio di Ade affrettando il passo.
Will lo imitò.
<<Ti interessano le mie idee in fatto di appuntamenti? Perché potrei proportene un paio niente male.>>
Nico si fermò a guardarlo con aria truce. <<Piantala di prendermi in giro, okay? Non è divertente.>>
Il figlio di Apollo aprí la bocca per ribattere ma Nico era già corso verso la sua cabina.
Will sbuffò e si diresse verso la propria.
Quando si svegliò la mattina dopo, qualcuno stava bussando alla sua porta.
I suoi fratelli continuarono a dormire in pace così, sbuffando, si costrinse ad andare ad aprire.
<<Nico?>>mormorò stropicciandosi gli occhi.
<<Se non sei sulla collina tra dieci minuti ti lascio qui>>fu l'unica cosa che gli disse il ragazzo prima di girare sui tacchi e andarsene.
Ancora frastornato, Will si affrettò a prepararsi.
Quando arrivò sulla collina, Nico era già seduto sul sedile posteriore dell'auto. Fece per sederglisi accanto ma lui allungò prontamente le gambe sul sedile per impedirglielo quindi alla fine salí davanti.
Argo mise in moto e partirono verso il magazzino abbandonato.
Ci misero solo una manciata di minuti ad arrivare.
Argo li lasciò proprio davanti alla porta.
<<Ma almeno sai usarlo quell'arco?>>domandò Nico guardando dubbioso l'arma del compagno.
Lui scrolló le spalle. <<Più o meno.>>
Poi spinse la porta ed entrò nel locale con Nico che lo seguiva a ruota.
Era buio e polveroso, con qualche vecchio scaffale buttato qua e lá. Si intravedevano un paio di porte sulla parete di fronte a loro ma a parte quello non sembrava esserci altro.
<<Beh, diamo un'occhiata.>> Nico afferrò il ferro dello Stige e lo fece roteare mentre si avviava nell'oscuritá.
Will lo seguí guardandosi bene intorno.
<<È tutto vuoto, Jackson deve essersi sbagliato.>>
Nico scrollò le spalle. <<Se Percy ha avvisato Chirone deve aver visto qualcosa.>>
Rimasero in silenzio per un po', ispezionando quel grande spazio. Poi Will ruppe improvvisamente il silenzio : <<sono gay.>>
Nico si girò a guardarlo ma anche nel buio i suoi occhi erano decisamente troppo azzurri quindi rispostò immediatamente lo sguardo dinanzi a sè. <<Come?>>
<<Sono gay>>ripetè il figlio di Apollo seguendolo oltre la porta che aveva appena aperto.
<<No, sí, ho capito, mi chiedevo solo cosa diamine c'entrasse ora.>>
<<Era tanto per dirtelo. E per farti capire che ieri non ti stavo prendendo in in giro.>>
<<Okay, wow, fantastico. Che dici, mi sto mostrando abbastanza entusiasta?>>
Will sospirò. <<Dico sul serio, non ti stavo prendendo in g...>>
L'ultima parte della frase fu interrotta dal suono pesante della porta che si chiudeva dietro di loro.
Il figlio di Apollo si affrettò a cercare di riaprirla ma fu inutile.
<<Dii immortales! Non si apre!>>
<<Come sarebbe a dire che non si apre?>>
Nico tentò a sua volta ad aprirla ma la porta sembrava bloccata.
Si guardò intorno ma nella saletta dove erano entrati non c'erano finestre.
<<Che ti prende?>>chiese, vedendo che Will si era accasciato a terra e ora se ne stava seduto lí fissando terrorizzato la parete di fronte a sè.
<<Odio gli spazi chiusi>>spiegò con voce tremante.
<<Stai tremando>>osservò Nico, sempre più preoccupato. <<Perché stai tremando?>>
Will ansimò. <<Non riesco...Non riesco a r-respirare...Voglio u-uscire...>>
<<Sicuramente quando vedranno che non torniamo verranno a cercarci e usciremo sani e salvi.>>
<<No!>> Gli occhi di Will erano lucidi, la fronte era imperlata di sudore e continuava a respirare affannosamente. <<Non voglio...Non voglio rimanere qui...>>
Nico sospirò e si inginocchiò davanti a lui.
<<Will>>iniziò, tentando di mostrarsi rilassato. <<Devi calmarti, okay? Cerca di rilassarti. Non succederá nulla. Presto saremo fuori.>>
<<C-come fai a saperlo?>>
<<Lo so e basta. Avanti, chiudi gli occhi e pensa a qualcosa che ti piace. Rilassati.>>
<<Non...Non ho bisogno di chiudere gli occhi. Ho qualcuno che...che mi piace proprio qui di fronte.>>
Nico avvampò, spalancando gli occhi.
Will si sporse leggermente verso di lui che con uno scatto si tirò indietro e si rialzò.
<<Cosa volevi fare?>>
Will sospirò e non rispose. Se per un attimo sembrava essersi calmato un po', ora sembrava stare peggio di prima.
Nico temette che stesse per svenire.
Proprio in quel momento, qualcosa si abbattè contro la porta e un attimo dopo questa fu spalancata.
Solo che non era qualcuno giunto a salvarli, bensí un'Arpia.
Dopo un attimo di sbigottimento, Nico prese prontamente la spada e partí all'attacco.
L'Arpia però evitò il suo fendente e si buttò dritta su Will.
<<È da vigliacchi colpire qualcuno che è in difficoltá>>gli urlò Nico, correndogli dietro.
Un secondo prima che si avventasse su Will, gli trapassò il corpo con la spada e il mostro scomparve.
<<Beh, a quanto pare Percy non si era sbagliato. Andiamo?>>
<<Sono stato patetico>>borbottò Will alzandosi in piedi e affrettandosi a uscire dalla stanza. <<Grazie per averla colpita.>>
Nico scrollò le spalle e imboccò l'uscita del magazzino. Argo sarebbe certamente arrivato da un momento all'altro.
Intanto fuori aveva iniziato a piovere copiosamente cosí rimasero sulla soglia per non bagnarsi.
Will se ne stette in silenzio, lo sguardo ostinatamente fisso davanti a sè e le braccia incrociate al petto.
Nico si voltò a guardarlo e arrossí ripensando a ciò che aveva detto poco prima.
<<Forse dovremmo incamminarci, Argo non sembra in procinto di arrivare.>>
Il figlio di Apollo si limitò ad annuire e si avviò coprendosi la testa con un braccio per tentare di contrastare la pioggia. Nico lo seguí con la giacca da aviatore sulla testa per non bagnarsi.
Dopo qualche metro, lo affiancò e passò impacciatamente la giacca anche sopra la sua testa.
<<Sei arrabbiato?>>
Will si girò verso di lui.
<<Perchè dovrei essere arrabbiato?>>chiese.
Nico si voltò, ritrovandoselo straordinariamente vicino. Avrebbe potuto contargli le lentiggini.
<<Perchè mi sono scansato>>buttò fuori tutto d'un fiato, imponendosi di non spostare lo sguardo.
<<È tutto okay>>mormorò Will <<non posso arrabbiarmi perchè non ti va di baciarmi.>>
Rimasero a guardarsi per qualche secondo, poi Will distolse lo sguardo e fece per girarsi. Un secondo prima, però, Nico posò le labbra su quelle del figlio di Apollo mentre le sue guance diventavano rosso fuoco.
Si staccarono dopo qualche istante e Nico spostò lo sguardo verso la loro destinazione, affrettando il passo, pur sapendo che Will persisteva a guardarlo.
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