2.3
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<<Papà, papà! Guarda!>> strilla un piccolo Nico mentre indica un bruco che sta mangiando una foglia.
Lo squadra con gli occhioni neri curiosi di chi sta facendo le sue prime scoperte.
Ade si avvicina a lui. Non sorride, non l'ha mai fatto. Forse una volta con la mamma, ma Nico sa che, nonostante non stia sorridendo, nei suoi occhi c'è tutto l'amore di un padre verso suo figlio.
<<Cos'è? >> gli chiede il bambino.
<<È un bruco. Sono degli animaletti che mangiano le foglie e poi diventano farfalle>> gli spiega il padre.
Nico fissa l'insetto, poi lo pende in mano.
Il bruco fa su e giù per il suo palmo.
<<Papà! Papà! Cerca di mangiarmi! >> strilla spaventato.
Ade ridacchia senza espressione.
<<Non ti sta mangiando, Nico. Sta semplicemente camminando>>
Il bambino spalanca gli occhi.
<<Posso farla vedere a Bianca?>> chiede al padre.
L'uomo annuisce.
Nico si mette a correre e a chiamare a gran voce la sorella.
Quando la raggiunge ha il fiatone.
<<Bianca, guarda!>> dice mostrandole il bruco.
La ragazza sorride. È molto simile alla madre, anche nei movimenti. Al bambino manca molto.
<<Che bello, Nico>> esclama facendo sorridere il bambino.
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Nico è seduto accanto ad una lapide del cimitero.
La foto sembra volerlo prendere in giro. Bianca non avrebbe sorriso in quella situazione, non avrebbe sorriso vedendo il suo fratellino seduto in mezzo alla neve. Nico non piange, ha esaurito le lacrime ormai.
<<Mi manchi. Non è più lo stesso senza di te>> sussurra al vento.
Sono passati ormai due mesi dalla sua morte e lui ha già 11 anni.
Ma sarebbe voluto morire lui al posto di Bianca, avrebbe voluto che quella maledetta macchina schiacciasse lui. La sorella avrebbe saputo come andare avanti.
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<<Perché non mi parli?>> chiede la ragazza riccia.
Nico non le risponde e tiene il suo sguardo puntato sul cellulare.
È cresciuto, ha già 13 anni adesso.
Il padre è via per un viaggio di lavoro e lui deve stare a casa con la sua nuova sorellastra, Hazel, anche lei di 13 anni.
<<Ehi! Ascoltami>> gli strilla in un orecchio.
Nico non si muove.
La ragazza sbuffa.
Vorrebbe riuscire a parlare col fratello, ma sono ormai quasi 5 mesi che abita lì e che il ragazzo sembra non vederla.
Qualcuno suona al campanello.
Hazel corre ad aprire.
<<Ale! >> esclama abbracciando il suo fidanzato.
La testa di Nico si muove in modo quasi impercettibile. Quel ragazzo non gli piace.
<<Usciamo?>> chiede Alessandro ad Hazel.
La ragazza annuisce e prende la borsa, chiudendosi la porta alle spalle.
Nico non si fida. Si alza ed esce anche lui.
<<Bastardo! Lasciala!>> grida sferrando un pugno al ragazzo di Hazel.
Ex ragazzo,ormai.
Nico gli sta facendo il culo.
<<Non toccare mia sorella. Non ti avvicinare. Non sfiorarla. Non guardarla nemmeno>> gli sibila mentre lo butta per terra.
Per avere 13 anni picchia molto forte.
Hazel lo guarda e Nico lo fa a sua volta.
La ragazza comincia a piangere, per poi buttarsi tra le braccia del fratellastro.
<<Non ti farà più niente, te lo prometto>>
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<<Cosa vuoi ancora? Ti ho dato tutto!>> gli grida il padre.
Nico lo fissa senza emozioni. Ha ereditato questa caratteristica da lui.
Il ragazzo non ha paura: durante quei quattordici anni il padre non l'ha mai picchiato, quindi non ha da temere.
<<Chi è questo qui? Perché non mi hai detto che ti servivano soldi? Te li avrei dati senza fare domande! Potresti avere problemi con la polizia>> continua Ade.
Nico lo guarda. Quegli stupidi dei suoi compagni di classe hanno imboscato dell'erba nel suo zaino durante la gita e, durante il viaggio di ritorno, alla dogana l'hanno fermato.
A niente sono servite le spiegazioni del moro, è stato riaccomlagnati a casa da una volante tra le risate dei suoi compagni.
<<Non l'ho presa io. Loro me l'hanno messa nello zaino>> ribatte con freddezza.
Nemmeno il padre gli crede.
Hazel, che è nascosta dietro la porta, sente tutto e sobbalza quando sente lo schiocco di uno schiaffo.
La pelle candida di suo fratello ora ha un'impronta rossa molto accesa.
<<Sei il disonore della famiglia>> termina il discorso Ade.
Esce dalla camera del figlio senza far rumore.
Nico si siede sul letto e sbuffa. Vorrebbe andarsene.
Hazel entra dentro la stanza e si siede accanto a lui.
Il moro le prende la mano.
Non servono parole.
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<<Frocio! Sei solo uno stupido finocchio!>> lo deridono alcuni ragazzi che non ha mai visto mentre attraversa il corridoio.
È passato appena un giorno da quando ha detto a Lorenzo, il suo unico amico, che ha qualche dubbio sulla sua sessualità che già tutta la scuola lo prende in giro.
Nico si lascia scivolare gli insulti sulle spalle e fa come ha sempre fatto: ignora tutto e tutti.
Non ci può ancora credere, ma quello che credeva fosse suo amico ha raccontato in giro il suo segreto.
A Nico viene quasi voglia di piangere, ma non lo fa. Metterebbe solo in mostra le sue debolezze.
Si trascina lungo tutta la giornata fino all'ultima ora.
Cammina a passo lento verso il suo armadietto. I corridoi sono vuoti, sono andati già tutti a casa.
Hazel lo raggiunge e gli si accosta, prendendo a camminare con lui.
Quando arriva al suo armadietto, Nico non può credere ai suoi occhi: una scritta rossa, enorme e orribile troneggia sul metallo.
Frocio
È attorniata da altri insulti e consigli, come "Suicidati che fai un favore a tutti".
Il ragazzo vorrebbe piangere, come sta facendo Hazel al suo fianco, ma non lo fa.
Semplicemente, prende una decisione: lui non metterà mai più piede in quella scuola.
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Will mi circonda le spalle con un braccio. Stiamo camminando da più o meno mezz'ora. Dopo aver lasciato Ethan da solo, abbiamo deciso di fare una passeggiata. Stranamente, l'aria non è molto fredda e la temperatura è quasi piacevole.
<<Che gran casino>> esclama il biondo con un sorriso.
Lo guardo interrogativo.
<<Si, insomma, mio padre ha deciso di andare a puttane in giro per il mondo, tuo padre è un maniaco -senza offesa- che è venuto a sapere di me in chissà quale modo. La nostra sfera genitoriale paterna fa proprio schifo>>
Abbozzo un sorriso anch'io, stringendomi di più a lui.
<<Hai ragione, fanno schifo. Ma mi sento bene>> dico annuendo più a me stesso che a Will.
<<Perché? >>
<<Ho te>> gli rispondo sinceramente.
Lui non mi risponde con frasi dolci o cazzate del genere, semplicemente mi fa appoggiare ad un albero dietro di me, tenendomi i polsi bloccati.
<<Perché scappi da tutti?>>
Perché questa domanda? Non so perché ma mi fa leggermente irritare. Non scappo da tutti, solo dai problemi.
<<Non sono affari tuoi, Solace>> gli rispondo un po' più bruscamente di quello che vorrei.
<<Da me non scappi però >>
Il discorso sta prendendo una piega strana.
<<Solace zitto!>>
La presa sui miei polsi si allenta un po'.
<<Nico?>> mi richiama.
<<Uhm?>>
<<Ti amo>>
Sorrido. Non ci sto capendo niente, ma una cosa è certa: lo amo anch'io e usciremo da questa situazione insieme.
Ora come ora è leggermente difficile uscirne, non state facendo niente apparte baciarvi come se non ci fosse un domani!
Chi non muore si rivede
Comunque, continuate pure, non c'è nessunissimo problema
Non guardare!
Contaci caro!
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La sottoscritta torna ad aggiornare, see!
Ehi people, come va?
Il capitolo fa schifo, ho tirato giù tutti i santi per aiutarmi a scriverlo, ma non mi piace molto.
Comunque, sono le 3:42 del mattino, amatemi perché sto aggiornando a quest'ora.
E poi...... GRAZIEEE❤ 3,41 k di visualizzazioni! TRE VIRGOLA QUARANTUNO KAPPA!
Io vi amo🌵
||Choco🌸
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