||Capitolo 7||
Luna finì di mangiare con, ancora, il sapore della bistecca in gola, lavò i piatti, mentre suo nonno toglieva la tovaglia e spazzava il pavimento. Una volta finito come da rutin, iniziò a spolverare per la casa, qualcuno vedendola poteva pensare che era ossessionata dal pulito e dall'ordine, come una maniaca. Per lei era uno dei modi per non pensare, per staccare la spina e per non credere che suo nonno le nascondeva qualcosa. Un qualcosa in più sulla sua vita che lei non sapeva. Non si era scordata del gradino scricchiolante, poteva essere paranoica, ma il comportamento di suo nonno non le andava giù. Il suo sesto senso le diceva che c'era qualcosa di grosso è lo avrebbe scoperto, e come l'avrebbe scoperto!
Sospirò posando gli stracci nello stanzino, andò nel soggiorno trovando suo nonno sulla poltrona, intento a ripulire la canna del fucile con il sottofondo della televisione. Si schiarì la gola attirando la sua attenzione - Si? - lui alzò lo sguardo verso la nipote, lei si appoggiò al divano difronte la poltrona - Ti volevo chiedere una cosa - Jack la guardò spostando di fianco il fucile, vide la nipote temporeggiare un pò grattandosi la nuca - Luna lo sai che a me puoi dire tutto? - il suo tono dolce la rassicurò, ma non del tutto, in cuor suo sapeva che sarebbe esploso - Sai sabato prossimo.... - parlò con calma non volendo farlo arrabbiare - c'è una festa e lei mie amiche ci andranno, ti volevo chiedere se posso andarci anche io - si guardò le scarpe sentendo i sospiri contrari del nonno - E chi sarebbero le tue amiche? - domandò, non credeva che in due giorni la nipote in tre giorni di libertà si fosse fatta amiche affidabili, già scoprire che l'avessero già reclamata era un problema per lui. Per Luna dall'altro canto se fosse stata una ragazza normale avrebbe accettato tutto pensò iniziando ad alterarsi - E io ti dovrei mandare ad una festa con dei tenneger liberi di fare ciò che vogliono? Non se ne parla - continuò borbottando sperando chi è sua nipote cambiasse idea. Per lei non era un capriccio, voleva fare nuove esperienze, era lui che le aveva detto di scoprire il modo. Lei avrebbe fatto di tutto per andarci, doveva capire Alexander come era veramente all'infuori del suo stato di supervisore e di compagno protettore, e per scoprire chi era Tiana per lui, il perché del suo cambio di atteggiamento al nome di quella ragazza, la festa era un pretesto perfetto - Cosa c'è di male? -protestò alzandosi - Le feste sono troppo pericolose e le ragazze non dovrebbero andarci! - Jack non si accorse di quello che aveva detto, le parole gli erano uscite il momento, non erano quelle le parole che la potevano convincere a cambiare idea. Si tappò la bocca vedendo Luna stringere i pugni dalla rabbia. Il voleva solo proteggerla e in quel momento si stava preparando al peggio - Le feste sono pericolose? Questo lo dici tu! Non io! Non credi che io sia quella pericolosa?! - alzò il tono di voce, era la prima volta che le capitava - Tu mi hai rinchiuso in questa foresta, per tutta la mia vita! Adesso voglio solo un po'di libertà niente di più - lo guardò negli occhi pronta riversare tutto quello che portavo dentro da tempo - Sto scoprendo il mondo da poco solo per colpa tua! - gli puntò il dito contro, mentre lui deglutiva e i sensi di colpa risalivano - Ho sempre fatto tutto quello che volevi, ti ho sempre ascoltato, ora ti chiedo un misero favore e tu che fai? Mi neghi anche questo?! - una lacrima le rigò il viso, mentre suo nonno ascoltò tutto quello che aveva da dire la nipote. La morsa dei sensi di colpa strinse il cuore di Jack, sapeva che le aveva fatto del male. Già le avevano rubato l'infanzia, ma lui poteva dargli di più e non lo ha fatto, solo per paura, era l'ultima della usa specie, e la figlia di una persona che era considerata da lui come un figlio di sangue. L'immagine di Rick Gesegnet appariva sempre davanti ai suoi occhi quando guardava Luna e ultimamente ancora di più. Adesso eccola qui, dopo anni, difronte a lui, a sputargli la verità in faccia, e se i suoi genitori fossero ancora vivi la vita della ragazza sarebbe stata migliore e più facile adesso. Aveva chiacchierato a lungo con una vecchia conoscenza, gli aveva detto che era il momento che il destino della ragazza si compisse, predicendo anche il legame predestinato tra Alexander e la nipote, e sapeva benissimo che tra la dea non si poteva mettere in mezzo. Anche le tracce dei cacciatori Black Blood si erano perse, soprattutto quelle di Mark Rodriguez, il capo del clan, anche per quel motivo aveva iniziato ad allentare la presa - Va bene - disse sfinito dai pensieri, alzò lo sguardo su di lei - Ma solo ad una condizione - disse, la ragazza annui, incredula che lo avesse convinto - Mi devi presentare le tue amiche - riprese il fucile e lo strofinaccio - Va bene - quella condizione le stava più che bene, si avviò verso la porta sotto lo sguardo interrogativo del nonno - Adesso dove vai? - - Al lago per studiare e per prendere un po' d'aria - non lo facce neanche parlare che era già uscita. Jack lasciò un lungo sospiro, non voleva accettare che Luna stava crescendo.
Luna corse e salto sugli alberi, si sentì leggera e senza nessun pensiero, senza responsabilità, quello sfogo era stato più che sufficiente, in quel momento pensò alla sua trasformazione che non era ancora giunta. Forse se si fosse trasformata per la prima volta, avrebbe capito qualcosa in più si di sé.
Arrivò al lago, si fermò dove poteva avere la miglior visuale del lago, lo specchio d'acqua rifletteva il cielo, che quel pomeriggio era più limpido del solito.
Sorrise iniziando a farsi un giro per la foresta, quel giorno non voleva studiare, aveva voglia di rischiare e l'idea di visitare i confini non le sembrò così cattiva, camminò a passo svelto, spinta da un brivido di curiosità. Nell'aria era sparso il profumo di Alexander, forse rimasto per via dei giorni passati, pensò, ma ricredette quando lo sentì più vivido. A quanto pare non solo lei era uscita per fare una passeggiata, seguì la sua scia arrivando ai confini, guardò i cespugli di rose bianche annusandole. Il bianco, un colore che la maggior parte delle persone associava alla purezza e prestigio, per lei era uguaglianza, libertà, un colore dove potevi creare da zero te stessa.
Sentì il rumore delle foglie che si spostavano dietro di lei, non se ne curò molto finché un presenza non le si manifestò di fianco.
Si girò lentamente e vedendo lupo mannaro che poteva intimorire chiunque, ma non lei, il folto mantello scuro le fece venire voglia di accarezzarlo, aveva le zampe erano nere e si mischiavano al marrone delle gambe, si piegò leggermente in avanti per guardarlo meglio occhi, avevano l'iride simile a quelli dei gatti, erano di un blu intenso. Si chiese come sarebbe stata lei una volta trasformata - Ciao Alexsander - sorrise vedendolo sorpreso. Il ragazzo non si aspettava che l'avrebbe riconosciuto, cosi in fretta, si avvicinò a lei leccandogli la guancia - Dai Alex! Ora ho la faccia tutta appiccicosa! - si lamentò cercandosi di togliersi la bava dalla faccia, lo guardò male vedendolo sghignazzare in risposta gli fece una linguaccia. Lui sparì tra gli alberi per qualche secondo, il tempo per vestirsi e tornare dalla compagna - Non fa ridere - continuò imbronciata - Invece si - le rispose sedendosi al suo fianco, mentre lei sbuffava - Più tosto, come hai fatto a riconoscermi? - - Sesto senso - si porto le gambe al petto - E poi l'altro ieri ti ho visto quando te ne sei andato- - Che ci fai qui? - - Mi annoiavo è volevo esplorare un po' il posto - rimase sul vago spostandosi la frangetta che le pizzicava gli occhi, l'avrebbe dovuta tagliare pensò - È meglio che non lo fai più - era serio, lei inclinò il viso verso di lui arricciando la fronte - Stiamo ai confini della foresta della luna è dall'altra parte di questa siepe, c'è il branco mio braco - - Allora? Hai paura che qualcuno del tuo branco possa invaghirsi di me? - lo guardò di sottecchi, era assurdo per lei che qualcuno potesse innamorarsi di lei se non spinto da un legame, era sicura che se il legame non ci fosse Alexsander non l'avrebbe mai guardata - No, già tutti sanno che sei solo mia - le rispose orgoglioso - Allora di cosa hai paura? - il ragazzo ripenso al padre e al suo desiderio di avere dei nipotini e di marchiarla seduta stante, scosse la testa - Posso farti una domanda? - disse cambiando discorso, la ragazza annui - Dove abiti? - Luna spalanco gli occhi, non poteva dirgli dove abitava, il nonno l'avrebbe uccisi entrambi e nessuno doveva sapere la vera localizzazione della sua abitazione, il nascondiglio di suo nonno, e poi perché non si era trasformata, quindi in caso di attacco non poteva difendersi al massimo della sue potenzialità. Ma lui era anche il suo compagno predestinato, si morse il labbro combattuta dal dirgli la verità o no - Perché lo vuoi sapere? - lui di leccò il labbro inferiore pronto a metterla alle strette pur di sapere di più di lei - Beh sai, riguardando il discorso di qualche giorno fa, e visto che siamo nel posto più misterioso dei queste contee vorrei capire la tua presenza qui - si avvicino di più a lei. I suo profumo riscaldo il cuore di Luna facendola rilassare immediatamente, il ragazzo era proprio insistente pensò, doveva dargli una spiegazione per allontanarlo da li - Te lo dirò, ma devi giurare che non lo dirai a nessuno chiaro? - lei alzò in mignolo e lui intreccio il suo con quello di lei, sigillando una promessa come facevano i bambini - Abito qui, questa foresta è la mia casa - la guardò come se le stessero uscendo tre teste dal collo, di certo non si aspettava un risposta del genere - Forse mi sono spiegata male. C'è una casetta all'entrata del bosco, lì abito con mio nonno, come tu sai sono la nipote del famoso Jack Wood ed e il protettore del branco che popola questa foresta ed e per questo che quando varchi i territori nessuno ti disturba, già te l'ho detto... - disse, certo che nessuno lo disturbava perché erano tutti morti, penso, il sorriso le scomparì lasciando spazio alla mente dove le immagini del massacro si fecero più limpide.
Un uomo difronte a un grosso lupo, teneva tra le braccia una donna, mentre le puntava un coltello alla gola, i suoi genitori. Le persone scappano e urlavano, lei era nascosta tra i cespugli perché stava giocando con una sua amichetta. Quella notte vegliò su di lei la costellazione della bilancia, i suoi ricordi erano un miscuglio, si ricordò solo un ringhio alle spalle mentre un lupo le saltava addosso, le salto all'occhio la stella che aveva sul petto e poi buio.
Le lacrime minacciano di uscire preoccupando il giovane affianco a lei - Luna tutto bene? - le prese il volto tra le mani - Alex mi prometti che non lo dirai a nessuno? - la portò vicino a se appoggiando la fronte contro la sua, non sapeva se stava sbagliando tutto in quei giorni - Parola di alfa - le prese la mano portandosela sul suo petto, proprio sul cuore. Luna si consolo con quel gesto, sentendo il battito dal ragazzo, sentiva che poteva fidarsi di lui o almeno ci contava - Meglio che vada, si è fatto tardi - disse alzandosi seguita da lui - Di già? - protestò lui facendo il broncio, lei sorrise pizzicandogli la guancia dandogli un bacio, se lo meritava dopotutto pensò - Preparati per sabato - continuò facendogli un'occhiolino, prima di scomparire tra gli albero, rimanendo li il ragazzo, mentre si toccata la guancia baciata era diventato rosso pomodoro. Nessuna lo aveva mai fatto sentire cosi con cosi poco.
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https://youtu.be/WkyDce0AQ6s
Nella foto di sopra c'è il nonno di Luna
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