||Capitolo 3||

Saha e Bernhard sgranarono i loro occhi, con tutto il coraggio che aveva in corpo, Luna si voltò trovandosi un ragazzo molto più alto di lei, lo stesso con cui Bernhard  stava parlando, pochi minuti prima. Incrociò i suoi occhi, che in quel momento le sembravano zaffiri, il ciuffo biondo che gli cadeva, leggermente, sul volto, la pelle abbronzata, lui emanava una strana aurea di possesso e protezione che avvolsero Luna, molto nuovo per lei. Per la prima volta si senti intimidita da qualcuno. Di verse sensazioni si risvegliarono, la sua aurea voleva rispondere, ma mantenne il controllo di se. Si accigliò non volendo che qualcuno le mettesse i piedi in testa, o che si prendesse troppa confidenza senza il suo permesso, cercò di essere indifferente a tutto quello che provava - Come scusa? - chiese infastidita, corrugando la fronte, lui la guardò ancora qualche minuto, il suo sguardo vagava su di lei come se volesse memorizzare ogni suo minimo particolare - Non sei di queste parti, vero? - domandò con voce roca, evitando di risponderle perché non doveva, aveva marchiato il territorio pensò chinandosi verso il suo viso - No - rispose, Luna, con voce bassa deglutendo senza volerlo, il suo profumo e la sua vicinanza le mandarono in tilt il cervello. Cosa le stava succedendo?  pensò, notando lo strano effetto che lo sconosciuto le faceva - Quindi non sai cosa intendo vero? - domandò avvicinandosi, cercando di diminuire le distanze tra di loro, mentre lei indietreggiò cercando di prendere un po' d'aria, per ritornare in se - No e non mi interessa - cercò di superarlo, ma lui prontamente la bloccò mettendole un braccio intorno alla vita, facendola girare verso di lui. Luna spalancò gli occhi sentendo il battito cardiaco accelerare, era troppo vicino - Tu. Ora. Sei. Mia. - scandì bene ogni parola, avvicinandosi al suo orecchio per poi tirarle il lobo prima di allontanarsi , una scarica di brividi le percorse la schiena, brividi di piacere, troppo nuovo, tutto troppo in fretta, non capiva perché il suo corpo gli rispondeva in quel modo. Cercò di riprendersi senza dare a vedere l'effetto che aveva su di lei - C'è un problema - disse guardandolo negli occhi - E quale sarebbe? - rispose beffardo. Luna si alzò sulle punte avvicinandosi al suo orecchio, cosi che la sentisse per una volta per tutte - Primo, non sono un oggetto con cui puoi giocare come ti pare, secondo non ti conosco e terzo - lo spinse facendolo cadere a terra - Questo metodo, con me non attacca, ritenta la prossima volta sarai più fortunato - alzo il tono di voce, serio e fermo, si volto andandosene il più in fretta possibile, l'aria si era fatta pesante. La schiena le bruciava ancora la stava guardando, lo percepiva troppo bene.

Entrò nell'edificio cercando il suo armadietto, ma sentì i passi di qualcuno dietro di lei, la stava seguendo, sbuffò. Questo non si arrende,  pensò prima di ritrovarsi intrappolata, tra il muro e due braccia possenti - Dove pensi di andare? - chiese il biondo con il respiro affannato. Luna si appoggio comodamente al muro, guardandolo dall'alto al basso, anche se, non lo ammise a se stessa, la sua presenza era ben accetta. Non poté rispondergli a tono che un grido si sperse lungo i corridoi. Entrambi si voltarono vedendo un gruppetto in fondo, la persona più possente era accompagnata da altre, sovrastando una più minuta, che cercava di difendersi. Luna ebbe un flashback riguardante giorno prima, analizzò l'aurea della vittima, confermando la sua ipotesi, Evangelina era di nuovo in pericolo. Il sangue le iniziò a ribollire nelle vene - A salvare una amica - disse liberandosi dalla presa del ragazzo, iniziando a correre seguita dal biondo a ruota libera anche altri studenti, interessati alla rissa, oltrepassò la folla che si era creata attorno a quella scena raccapricciante. Si parò di fronte a Evangelina come il giorno prima, fermando con la mano, il colpo che uno di loro le stava per infliggere - Ma la smetti? Cosa ti ha fatto di male! - gli urlò contro - Guarda chi abbiamo qui, sei venuta a soccorrere la tua amichetta? - disse, il troglodita, deridendola davanti alla folla di alunni che si era formata. Invece di sentirsi offesa, provò solo pena per il bulletto che si trovava davanti a lei, butto la sua mano del ragazzo lontano da lei con uno scatto - Sai ti cercavo per darti una bella lezione e- inizio a parlare un altro non finendo la frase, la prese per il collo e la sbattè su un armadietto, d'istinto lei mise entrambe le mani sul suo polso, cercando di fargli allentare la presa - Adesso sei qui e avrai quel che meriti, per aver sfidato un alfa! - le ringhiò contro, le sue mani le strinsero ancora di più il collo, mentre i suoi artigli iniziarono ad allungarsi mentre gli occhi si tinsero di rosso - Tu non meriti di essere chiamato alfa - sibilò Luna, con il poco ossigeno che riusciva a prendere, ringhio anche lei, e i suoi occhi iniziarono a tingersi d'oro, per quanto le era possibile, fece dei lunghi respiri cercando di controllare la rabbia che le cresceva dentro di lei. Nel viso del bullo vide stupore, ghignò vendendolo confuso. Te la stai prendendo con la ragazza che ti farà il culo una volta per tutte! pensò,, anche quando sentì stingere la sua gola, gli artigli entrare nella carne facendo uscire qualche goccia di sangue - Lasciala Xavier! - urlò il ragazzo che l'aveva dichiarata sua, pochi minuti prima, iniziando a ringhiargli contro - Se no? Vai dal paparino? Che farai Alexsander? - ghignò, mentre anche gli occhi del ragazzo iniziarono a mutare - Questo - disse Luna a denti stretti, dandogli un calcio all'inguine e graffiandogli il polso, in profondità. Il bullo gridò allontanandosi, lasciandola respirare, dal dolore Xavier cadde con le ginocchia a terra. Con le mani sporche del suo sangue, prese grosse boccate d'aria, la gola le bruciava e la vista annebbiata. Due braccia la presero da dietro aiutandola a sollevarsi - Piccola tutto bene? - Alexsander la guardò negli occhi, avevano ripreso il loro aspetto originale, spostandole qualche ciocca di capelli dal volto - Non chiamarmi mai più piccola - Rispose Luna spingendolo via da lei, in quel momento Sasha soccorse Evangeline, Luna prese per il polso di quest'ultima tirandola a se portandola lontano da lì, Sasha lanciò uno sguardo al fratello allibito al comportamento della nuova arrivata - Apposto di fare il cazzone occupati di loro - disse la bionda indicando con un cenno il gruppo di ragazzi, prima di seguire le due fuggitive tra i corridoi.

Le tre ragazze entrarono nel bagno più vicino, con il fiatone, spalancando la porta, Sasha con un gesto della mano fece usciere le due ragazze che erano lì. Luna si appoggio alla parete, con le mani si sfiorò i segni che Xavier le aveva lasciato, sul collo - Evangelina, come stai? - chiese avvicinandosi a lei - Come sto io?! Come stai tu invece?! - urlò preoccupata, prendendola per le braccia, ripensando a ciò che aveva fatto per lei - Io? Sto benissimo - rispose Luna, nulla in confronto all'allenamento a cui il nonno le aveva sottoposto per anni - Luna hai attaccato un alfa, mi stupisco che tu sia ancora viva - disse Sasha dividendole - Appoggiati sul lavandino che ti controllo le ferite - continuo prendendo il kit medico attaccato alla parete.
- Lui non mi sembra un alfa - mormorò facendo ciò che le chiesero, Sasha le si posizionò davanti alzandole, leggermente, il mento.
- Wow per essere una cacciatrice umana guarisci presto - commento Evangeline, avvicinandosi guardandola stranita - Perché tu sei umana giusto? - scrutò il volto della ragazza  - Voi siete tutti licantropi? - chiese Luna, evitando la domanda - Non tutti, questa scuola è frequentata da creature sovrannaturali, provenienti da tutte le contee dalla nazione e estere - spiegò Sasha mentre disinfettava i graffi. Luna senti ogni suo gesto e la delicatezza con cui la curava, era il suo primo giorno di scuola e aveva fatto già scompiglio, si maledisse per non farsi mai gli affari suoi, suo nonno lo avrebbe scoperto subito e avrebbe perso la sua fiducia. Aveva attirato l'attenzione, pero il altro dubbio le sorse, forse anche più grave  - Per curiosità Alexsander, per come ho capito, cosa voleva dire prima, in cortile? - domandò, mentre le due ragazze difronte a lei si scambiarono alcuni sguardi - Come fai a non capire? Non hai sentito niente? - Sasha la guardo sconcertata - Sapete vengo da un posto dove, diciamo, molte cose sono ancora sconosciute - sparò fuori dalla bocca la prima cavolata che le passo per la mente - Credevo che era risaputo in tutto il mondo! Anzi è una cosa più che naturale - commentò la bionda, ancora non capiva chi avesse davanti e da dove provenisse, come era possibile non conoscere una cosa cosi naturale - Comunque mio fratello voleva dirti che sarai la sua compagna a vita, salvezza mia, diventerai ovviamente la sua ragazza, moglie e futura luna del branco! Saremo cognate! - esclamò, Sasha, mentre Luna guardò Evangeline sconvolta. Ho cosi tanto atteso la mia libertà e ora mi ritrovo legata a una tizio che non conosco?! pensò maledendolo - Mi oppongo! - disse d'istinto - Come puoi fare una cosa del genere? - esclamò una scioccata Evangeline - E una delle cose più belle della vita, trovare un compagno che ti ama e che ti protegga anche a costo della sua stessa vita - continuò con gli occhi a cuoricini iniziando a fantasticare - Io non voglio essere protetta, posso cavarmela benissimo da sola - disse Luna incrociando le braccia sotto al petto - Per favore Luna, mio fratello e diverso da come si è comportato con te, prima, è l'istinto che lo ha guidato, sei la sua compagna a vita, non giudicarlo senza conoscerlo, te ne prego - la supplicò, Sasha, sull'orlo di un pianto isterico, quando prese le sue mani guardandola con un cucciolo indifeso. Riuscendo a smuovere i sentimenti della ragazza, non poteva fidarsi di chiunque, ma dalla bionda trapela sincerità e verità da tutti i pori - Ci proverò - disse mordendomi il labbro, mentre andava contro i suoi ideali, sapeva che non poteva farlo - Ma non ti assicuro niente - disse abbassando lo sguardo, non riusciva a guardarla mentre le mentiva. La porta del bagno si spalancò, facendo sobbalzare le ragazze sul posto - Parli del diavolo e spuntano le corna - mormorò, Evangeline, alzando gli occhi al cielo - Che cavolo Alexsander! È il bagno nelle belle ragazze! - sbraitò Sasha, lui restò indifferentemente alla strigliata della sorella, fin quando il suo sguardo non trovò la figura di Luna - Lasciateci soli - ordinò, le due ragazze si scambiarono uno sguardo preoccupato, Evangelina chinò il capo, mentre Sasha rimase a squadrare il fratello per qualche minuto, era palese la differenza di rango tra i tre - Ci vediamo dopo - disse Sasha prima di uscire dal bagno seguita dall'altra ragazza - Protesti essere più gentile - commentò Luna, lui la guardò mentre avanzava verso di lei, mettendosi tra le sue gambe - Fammi vedere - le prese con una mano il volto alzandolo - Ti curi velocemente per- non lo lasciò finire che lo zittì mettendogli con un dito sulle labbra - Si... si... lo so -  disse leggermente infastidita per la troppa confidenza che si prendeva, mentre sul visto di lui comparve un sorriso furbo, le leccò il dito - Che schifo! - disse disgustata, pulendosi sul bordo della maglia - Ad alcune piace - rispose lui con un sorrisino fastidioso sulle labbra - Appunto alcune, non a me - rispose lei, ancora disgustata - Come è possibile che un umana guarisca così in fretta? - domandò sospettoso cercando di guardarla negli occhi, nella speranza di leggerle dentro. Quanto è insistente pensò, Luna - Non lo so! Sono solo una ragazza che il primo giorno di scuola, stava per essere uccisa da un troglodita che si crede un dio sceso in terra. Mentre un ragazzo del tutto estraneo, che molto probabilmente oggi non aveva nulla da fare, mi dichiara sua senza che io gli dessi il permesso! - disse velocemente mentre, Alexsander le continuò a sorridere, come se fosse osservando una bambina di cinque anni - Quindi non hai detto di no? - le domandò - Aspetta! In tutto il discorso che ti ho fatto, ti interessa solo questo? - gli puntò il dito al petto, mentre il sorriso del ragazzo si allargò sempre di più. Luna alzò gli occhi al cielo, non si aspettava che i ragazzi di quel posto fossero cosi, credeva di ricevere di meglio dal mondo esterno, e in cuor suo, si rese conto che la vita reale non assomigliava a un romanzo - Giusto per la cronaca e per non avere tua sorella sulla coscienza, non ho detto ne si ne di no, ma ti ho consigliato di riprovarci - disse mettendo subito in chiaro le cose o al meno sperò che il ragazzo, difronte a lei, avesse letto qualcosa le righe - E se ti baciassi? - domandò passandosi la lingua sul labbro inferiore - Tu vuoi prendere gli attributi, vero? - rispose facendolo ridere. Luna percepì un leggero formicolio su collo, segno che le piccole ferite si stavano chiudendo del tutto, con un gesto spontaneo si portò il capelli in avanti, coprendoselo - Perché non mi avete portato in infermeria? - chiese, Alexsander la guardo per un momento diventando più serio - È meglio che ti spieghi come funzionino qui le cose. In questa scuola sono presenti diversi branchi, ogni branco da dei  "super visore", il loro compito e di evitare spiacevoli episodi. Vengono scelti dall'alfa competente - - Questo cosa c'entra con me? - lei si auto indicò - Nel tuo caso, Xavier, non è solo l'alfa del suo branco ma anche un super visore, è l'unica eccezione. Ha già avuto diversi richiami in passato, per questo tipo di situazioni, non ha digerito la morte della madre e non era ancora pronto per diventare alfa, tutti noi stiamo cercando di farlo tornare in se - spiegò - E per questo non mi avete portato in infermeria per evitare di dargli altri problemi? - lui annui, Luna fece un profondo respiro cacciando la sua frustazione. Per lei non c'era motivo di comportarsi in quel modo, almeno Xavier ha avuto e continua ad avere, dei ricordi insieme alla madre o al padre, a differenza sua, che l'unico ricordo dei suoi genitori e la loro morte. Le lacrime iniziarono a minacciare di uscire da un momento all'altro, soltanto al pensiero zittendosi improvvisamente - Hey - sussurrò Alexsander, preoccupato dal cambio d'umore della ragazza, l'abbracciò cercando di confortarla in qualche modo - Non credevo che Xavier arrivasse a tanto, non preoccuparti ci sono io a proteggerti - disse annusando a fondo il profumo della sua compagna, credendo che stava realizzando lo spavento - Non ho bisogno di protezione - disse lei mentre ricambiava l'abbraccio del ragazzo, in verità voleva solo un pò di conforto mentre pensava ai suoi genitori,  si sentì bene tra le sue braccia, come se qualcosa le dicesse che era il il suo posto. Il suo corpo si muoveva in automatico e gli fu grata quando non fece domande sul suo comportamento, si senti per la prima volta capita per d'avvero. Rimasero abbracciati lì il quel bagno, tra le piastrelle e l'umidità, finché non suonò la campanella che li fece sussultare, e svegliandosi dal suo stato di trans, non si era resa conto che era passata un ora - Devo andare in classe - mormorò Luna, allontanandosi da lui, sentendo crearsi un vuoto dentro di lei - Tu in quale stai? - domandò aprendo la porta del bagno - In verità, io sono un super visore - le rispose il ragazzo - Mi presento sono Alexsander Forester, figlio del grande Aron Forester e alfa del branco protettore della seconda contea - fece un inchino che le strappò un sorriso - Adesso mademoiselle, mi dareste l'onore di scortarla in aula? - continuò imitando un cavaliere del medioevo. Le parole di Sasha le riapparserò nella mente, suo fratello aveva tolto la maschera da spaccone solo quando lei aveva abbassato la guardia, quindi, perché non stare al gioco? Gli sorrise - Ma certamente monsieur -

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Nella foto è raffigurante un Bernhard selvatico 💙

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