||Capitolo 29||

La presenza si Axel, per più di un ora, in quella casa era sconosciuta a Luna. La presenza di chiunque in quella casa era sconosciuta. Ma con quei ultimi avvenimenti, poteva iniziare a farci l'abitudine, almeno per i prossimi tre giorni. Giorni in cui il giovane protettore li avrebbe aiutati con il trasloco nella casa branco dei Forester e da lì in poi era certa che sarebbe stato una cosante nella sua vita.
Una spina costante.
Dove non poteva arrivare il grande Jack Wood sarebbe arrivato lui.
Luna non aveva ben presente il motivo della immensa fiducia che suo nonno gli riservava.
È il perché avesse scelto proprio lui.

Era stato la prima persona ad entrare in quella piccola casa di legno in dieci anni. Jack aveva avuto sicuramente le sue motivazioni per farlo avvicinare a lei, delle giuste motivazioni o una giusta strategia.
Ma per lei, c'era qualcosa in quel ragazzo che la turbava.
Qualcosa che non ci dovrebbe essere con uno sconosciuto, un senso di famigliarità.
Una strana famigliarità.

Luna si trovava in camera sua seduta a gambe incrociate sul letto e il misterioso libro dei lupi benedetti appoggiato sulle ginocchia. Stava sfogliando le pagine, cercando la pagina esatta in cui aveva interrotto la sua lettura qualche giorno prima.
Stavano aspettando l'arrivo di Axel e mentre suo nonno era impregnato a finire la colazione, colazione a cui lei non aveva partecipato, trasformando quella attesa in tempo di qualità.
Quella mattina aveva preferito riferire gli ultimi aggiornamenti a Xavier ed ora era lì, a sfogliare le pagine di quel vecchio libro.

Un disegno attirò il suo interesse, raffigurante una pianta, un tipo fiore, dai toni del blu. Le sembrò di averlo già visto da qualche parte nella foresta, in uno dei suoi tanti giri di perlustrazione. Qualche anno indietro, era passata affianco ad un campo composto da quel genere di fiore ed aveva percepito subito una sensazione di benessere, forse causata del polline che i fiori aveva sprigionato nell'area. Era stata lì per pochi secondi, la vocina nella sua testa le aveva suggerito di allontanarsi velocemente da lì, se non sarebbe fatto non sarebbe più tornata indietro. Lesse la descrizione di quella particolare pianta.

• • STROZZA LUPO • •

Lo strozzalupo o aconito, è un fiore velenoso. Chiamato anche fiore del diavolo, tanto bella quanto la sua velenosa. Era spesso usato per avvelenare uccidere i lupi mannari. Il veleno è concentrato maggiormente alle radici, macinandole si può ottenere del liquido che può essere somministrato al soggetto senza lasciare tracce.

Oltre la sua tossina per i lupi mannari era anche usato dalle streghe per i loro riti, in pochi conoscono il modo di utilizzare questo veleno in maniera guaritiva.

Principalmente il suo effetto è diverso sui lupi benedetti, il suo polline non e velenoso ma ha un affetto del tutto contrario. Il polline dello strozzalupo diventa rilassante, dando una sensazione piacevole e di estremo riposo.

• • •

- Wao - mormorò. Era cerca che il campo che aveva visto apparteneva allo strozzalupo. La zona di quel campo era segnato su una mappa della foresta, presente nella pagina antecedente. Tracciò con l'indice i confini di quel disegno. Su quella mappa era segnati campi di strozza lupo, varie abitazioni e capi di allenamento. Questi ultimi ormai distrutti. Era passata in quelle zone, ma sembrava che un uragano ci fosse passato sopra. La mente di Luna vagò tra i pensieri, immaginandosi la sua di casa branco. Se fosse stata più grande o più piccola di quella dei Forester. Di quale aspetto avesse, imponente o minimal.
Luna aggrottò la fronte notando una zona segnata in rosso. Una specie di zona proibita per i lupi benedetti, spiegavano i pochi appunti annotati in quel lato della pagina. Luna sfoglio qualche pagina, seguendo l'ordine della leggenda che seguiva la mappa. Fermandosi su un altra specie di fiore, molto simile allo strozzalupo in fatto di gradazione di colori.

• L' IRIS SANGUINEA • •

I lupi benedetti sono "allergici" a l'iris sanguinea, questa pianta fa parte della famiglia Iridaceae, ha un effetto negativo.

Se il polline e disperso nell'aria si possono avvertire dei giramenti di testa, nausea e una grande perdita di forza.

Se ingerito o somministrato può causare la morte.

• • •

- Solo questo? - si domandò tra se e se continuando a voltare la pagina tra la mappa e l'illustrazione del disegno - Niente altro? Qualcosa di positivo? - continuò sfogliando le pagine senza trovare qualche altra informazione su quel fiore. Che ottima notizia, penso. Aveva trovato la pianata che avrebbe potuto mettere fine alla sua vita da un momento al altro, senza la presenza di un antidoto. Ritornò sulla mappa, guardando quel cerchio disegnato in rosso, che indicava il campo dell'iris sanguinea. Fortunatamente non era mai passata in quelle zone, non poteva immaginare cosa le sarebbe successo. Forse il suo sesto senso l'aveva avvertita prima del tempo. Continuo la sua lettura, trovando poco più avanti la stessa mappa, ma con annotazioni diverse. La mappa questa volta si estendeva su tutta la facciata della due pagine e con zone interamente colorate, quasi distrattamente e in maniera sbrigativa.

In alto al centro delle pagine la scritta "Schwarzwald". La parte che andava dal centro verso est della foresta era colorata di verde, ed era la parte più colorata. Comprendeva il lago benedetto, la casa branco con tutti gli edifici annessi e la piccola casa di legno che abitava in quel momento. Annotato con "foresta benedetta". Il territorio a sud e a nord in giallo era annotato come terreno di caccia. I confini della foresta segnati in rosso ed escludevano una parte la ovest. Questo ultimo pezzo era clorato interamente di nero, con scarabocchiato la parola "ombra" e " foresta nera". Luna inclinò la testa di lato assottigliando lo sguardo cercando di capire il significato e il motivo di quelle parole. Parole che per lei erano sconnesse visto che molti civili chiamavano quel posto in entrambi i modi, ma a quanto pare il mondo magico la pensava diversamente o chi aveva scritto quel grimorio.

Alcuni delicati colpi alla porta attirarono la sua attenzione. Chiuse di botto il libro nascondendolo di fretta sotto al suo cuscino - Avanti! - disse sistemandosi al meglio sul letto - È permesso dolcezza? - la figura si Axel aprì delicatamente la porta, sorridendole a trentadue denti - Non credo che dolcezza mi doni - - Io sono pronto a scommettere il contrario - disse appoggiandosi allo spintone della porta, mentre guardava Luna scendere dal suo letto e stiracchiarsi con le mani verso l'alto. Con i capelli scompigliati, con indosso dei jeans skinny e una maglietta a collo alto a maniche lunghe nera. Sì diresse verso di lui - Adulatore - lo superò passandosi una mano tra i capelli facendoli volare verso il volto del ragazzo - Sempre per te, dolcezza - la canzonò con un ghigno divertito mentre chiudeva la porta della camera della ragazza, non prima di dare un occhiata al suo interno e la seguì per le scale. - Jack ha detto che dobbiamo iniziare a smontare le armi e metterle nelle valigette, come prima cosa. Non ho la più pallida idea di dove possano essere - disse con area pensierosa raggiungendo il soggiorno - Dove meno te lo aspetti - commentò Luna estraendo da un cassetto, nascosto sotto la penisola della cucina, una Walter semiautomatica. Quel cassetto era cosi sottile che pochi ci potevano fare caso - Vedi proprio sotto la tuo naso - gliela sventolò davanti agli occhi prima di voltasi e iniziarla a smontare posizionando ogni pezzo sul tavolo. Come aveva imparato da piccola, con movimenti fluidi perfezionati negli anni. La ragazza si sentì gli occhi indagatori di Axel sulla schiena mentre era all'opera - Ma questo non è niente in confronto a quello che ti sto per far vedere - continuò cercando di rompere quello strano silenzio che si era creato. Lui rimase a fissarla mentre lei si avvicinava a gli scaffali pieni di libri del piccolo soggiorno. Luna si mise davanti alla congiunzione tra una libreria e l'altra, posizionando i pollici lungo i bordi e scese fi quando non trovo i bottoni a pressione a loro interno. La libreria si aprì leggermente verso l'esterno con l'aiuto delle rotelle sotto di essa, Luna l'apri completamente. Davanti a lei si ergeva un ulteriore porta di ferro con al centro un panello con i numeri. Inserì la password aspettando che la luce rossa del panello passasse la verde e la tirò su tramite una maniglia sul fondo.

Ed ecco che il nascondiglio delle loro armi è della sala dei suoi allenamenti furono aperti. Una grande scalinata di pietra andava verso il basso, illuminata da luci a led poste dai lati delle pareti tonde. Sì voltò soddisfatta verso il ragazzo, sicura di avergli fatto una certa impressione, ma non fu ciò che trovò. Axel passo ad esaminare quell'entrata, di quel seminterrato, con un volto cupo è assorto tra i suoi pensieri - Hei, tutto bene? - domandò Luna sventolandogli la mano davanti al volto, lui sposto lo guardo su di lei, vuoto e freddo, è per un secondo giurò di sentire scosse in tutto il copro. Pietrificandosi per una frazione di secondo prima che lui le potesse rivolgere un sorriso genuino - Sono... solo sbalordito - lei annuì, con una strana inquietudine addosso, ma cercò di cacciare i strani pensieri dalla mente - Allora lo sarai ancora di più quando scenderemo! Non sai quante cose si possono fare laggiù! - disse dandogli una leggera gomitata sul busto, prima di iniziare a percorrere le scale. Ma la mente del giovane si fermò automaticamente sull'ultima frase, mordendosi il labbro inferiore mentre la seguiva.
Alla fine di quella scalinata di presentava un immenso stanzone, era grande quanto tutta la casa, visto che si estendeva sotto di essa. Era molto diversa da quella che aveva i Forester, era più fredda e tecnologica. Interamente illuminata da led freddi che risaltavano le pareti grigie. Al centro della stanza c'era un enorme pedana segnata con delle strisce grigiastre. Intorno, vicino alle pareti, c'erano gli espositori per le armi con annessi molteplici tavoli, a destra quelle a fuoco a sinistra quelle bianche. All'inizio dell'entrata di quella stanza era organizzata con tipici attrezzi da palestra - Inizieremo da qui - disse Luna dirigendosi verso uno tavoli ferro con le armi bianche. Notando con piacere, che suo nonno aveva posto affianco a ogni tavolo ed espositore delle valigette.
Iniziò a filare i coltelli più piccoli dai incastri che li tenevano fermi. Due mani di sua conoscenza si appoggiarono sul bordo del tavolo, incastrandola. Luna sentì il fiato del ragazzo sul collo e la schiena incollata al suo petto - Axel... che stai facendo? - lui appoggi la testa sulla sua spalla - Ti sto guardando lavorare, devo prima un po' di gavetta - disse scollando le spalle - Non credo che tu abbia bisogno di fare la gavetta - commentò ironica voltandosi, ma fu un errore poiché si trovò il suo volto a pochi centimetri dal suo. Le si mozzò il fiato in gola mentre Axel la guardava, anzi divorava con gli occhi, il suo viso.
Memorizzandosi ogni dettaglio, lentiggini, ciglia folte, occhi da cucciolo e lo sguardo.

Quello sguardo, che attendeva una mossa, un segnale, da lui.

Le iridi verdi che tentavano di capire che stava accadendo nella sua testa, ormai, in confusione.

Era un casino.

Poi il metallo freddo sotto alla sua gola.

Lui abbassò lo sguardo guardando il pugnale a pochi centimetri dal suo volto, che si avvicinava lentamente invitandolo ad allontanarsi.
Lo guardò per un attimo, immaginandosi cosa avrebbe fatto se non ci fosse stato tra loro due, se la situazione, quella situazione poteva essere diversa.
Poi fece un passo indietro, deglutendo, mentre sentiva che qualcosa stava vacillando in lui - Scusami...- sussurrò Luna posando il pugnale velocemente nella sua scatola - È che... eri troppo vicino - mormorò cupa - Hey! Non mordo mica, eh! - commentò sarcasticamente Axel, cercando di alleviare quella strana atmosfera che si era creata in tono a loro. Lei lo guardo di sottecchi mordendosi l'interno guancia.

Quella frase pronunciata da lui aveva un tono strano, distorto.

Tra i due era lei quella che mordeva, penso.
- Tu no, ma qualcun altro si invece - disse portandosi una ciocca dietro l'orecchio e sentendosi le guance riscaldare solo pensando a Alexander.
O pensando a lui in preda alla gelosia da lupo e a quello che poteva fare.
Come era possibile?
Come era possibile che una cosa così macabra le potesse piacere.
Aveva qualcosa che non andava in lei.
- Stai parlando del tuo compagno "predestinato"? - domando, segnando con le dita l'ultima parola. Annuì - Si Axel, non voglio che senta il tuo odore su di me. Dovresti conoscere la gelosia del lupi, soprattutto degli alfa - lui si mise una mano sul petto, all'altezza del cuore - Tieni cosi tanto alla mia vita? - domandò melodrammaticamente. Sorrise divertita - Non posso mica permettere che il futuro "Grande protettore" di mio nonno muoia cosi stupidamente - il viso di Axel sì incupì per una frazione di secondo - Si. - lei inclinò la testa cercando di catturare il suo sguardo, preoccupata da quell'improvviso cambiamento - Ho detto qualcosa di sbagliato? - lui scosse la testa - No... hai detto tutto giusto - - E' allora perché hai quella faccia? - Axel sposto lo sguardo su di lei - Come mai non vuoi prendere tu le redini del grande Jack? - Luna alzò le sopracciglia sorpresa, prima di emettere una leggera risata che ipnotizzò il ragazzo - Non è il mio destino Axel - fece un girò intorno al tavolo continuando a posare le armi - Allora perché ti alleni cosi duramente? - Luna lo guardò velocemente, per una frazione di secondo, e il dubbio si insinuava in lei.
Aveva chiesto delle informazioni su di lei?
A che scopo?
Le aveva ottenute?
Deglutì sentendo che il dubbio si stava trasformando in una vocina che si alimentando. Era un tratto che stava sviluppando in quei giorni, non si poteva far sopraffare, non doveva diventare come suo nonno, doveva rimanere una normale ragazzina di sedici anni, doveva essere così - Ah... vedo con piacere che qualcuno si interessa di me... - disse sorridendo sotterrando le voci - A cosa devo questa ricerca di informazioni? - lui deglutì, capendo che la sua bocca aveva parlato prima dei suoi pensieri, non si era mai sentito in quel modo - Come hai detto tu, mi interesso a te - cercò di rimanere rilassato iniziando ad aiutarla con le armi, mentre veniva analizzato dallo sguardo indagatorio di lei.
Se suo nonno aveva concesso a qualcun altro di sapere qualcosa su conto significava solo una cosa, si fidava.
Era un uomo molto riservato e diffidente anche con lei.
Per sapere qualcosa, qualsiasi cosa, dovevi scalare monti, foreste, fosse, le peggiori creature magiche e se sopravvivevi forse potevi avere qualche briciola.
Oppure, un uomo del genere doveva essere messo solo all'angolo, ma cosi tanto che nemmeno la tortura avrebbe funzionato.
Era il tipo di persona che diceva solo quello che voleva far sapere è nient'altro.
Luna non poteva far altro che scrogiolarsi nel dubbio di quale informazione avrebbe dato a quel ragazzo di fronte a lei è soprattutto il perché.

La vocina era ritornata.

- Come ho già detto non è il mio destino, ma sono sempre la nipote di un leggendario protettore, poi già capire solo da questo - lui annuì mormorando tra se e se - Un punto debole - ma per il suo udito arrivò forte è chiaro - Ma se potessi cambiare il tuo destino? Cosa faresti? - un sorriso triste comparve sul viso della ragazza - Per cambiarlo dovrei uccidere il passato - alzò leggermente il viso - Ma il passato non può essere cambiato... - Axel appoggiò la mano sulla sua stringendola leggermente - Come fai a sopportarlo? - lei corrugò la fronte - Sopportare cosa? - - Tutto questo Luna! Come fai ad essere in balia degli eventi senza fare nulla?! Come fai a non voler scappare? - - E' dove dovrei andare Axel? - disse sarcasticamente - Ovunque ma non qui! - - Perché non qui!? - Luna inchiodò lo sguardo del ragazzo al suo - Può essere difficile per te da comprendere, ma io devo rimanere qui. Non avrebbe senso se me andassi. -

Se fosse scappata non avrebbe dato giustizia al suo branco.

A tutte le anime che hanno cercato di proteggerla.

Lo doveva a loro.

Scappare non era tra le opzioni.

Ed era quello che voleva dire, ma non poteva.

Luna abbasso lo sguardo sulle loro mani, una sopra l'altra, sospirò sconfortata. Più rimuginava sulle parole di Axel più sentiva che il pesò sulle sue spalle diventava sempre più pesante. Voltò il palmo della mano stringendo, anche lei, la mano del ragazzo e posiziono quella libera su di essa - Il mio posto é qui. E' anche se c'è un pazzo che mi da la caccia io sono qui - - Luna... - lei scosse la testa fermandolo - Mi farò dare la caccia e caccerò, affronterò il mio destino e i Forester staranno al mio fianco - uno strano lampo attraversò gli occhi del ragazzo che si trasse la mano dalle sue. Luna sentì improvvisamente a disagiò, si morse il labbro ritirando anche lei le mani e strofinandole leggermente sul pantalone, come se potesse cancellare quella sensazione di dosso - Beh, volevo semplicemente dire che sono protetta è non c'è bisogno di preoccuparsi - disse chiudendo l'ultima custodia prima di voltarsi iniziando a sistemare un altro tavolo pieni di armi - Nessuno è veramente protetto Luna - lei si sboccò per un attimo, aveva pienamente ragione, ma continuò a far finta di nulla.

Anche se tutto il suo essere la spingeva a continuare quella spinosa conversazione.

Voleva l'ultima parola.

Ma il suo orgoglio fu messo da parte quando udì dei passi scendere per le scale di pietra seguito da un brontolino che non portava buone notizie. La possente figura del grande Jack arrivò davanti a loro, alquanto alterato, alle prese in una animata discussione al telefono.
Non era solito riscaldarsi in quel modo davanti a qualcuno, solitamente manteneva la faccia da poker anche nelle situazioni più difficili. Luna lanciò una veloce occhiata ad Axel per vedere una ipotetica reazione, ma fu impassibile. Ciò la portò a ipotizzare che non era nuovo a quel tipo di atteggiamento.

Solo una persona riusciva a far esaurire letteralmente Jack Wood e quella persona abitava a qualche chilometro da quel luogo - È va bene stronza di merda!- urlò riagganciando la chiamata. Voleva fare uno spargimento di sangue, aveva bisogno di farlo, quando Aron Forester metteva i bastoni tra i suoi piani, ma la cosa peggiore era quando si intrometteva nella sua vita privata.

Era una serpe manipolatrice.

Un doppiogiochista della peggior specie.

Una vipera.

- Nonno? - Jack spostò lo sguardo su i due che aveva davanti. Era cosi furioso che non si era accorto della presenza dei due giovani. Cercò di ricomposi, ma il tono che aveva usato sua nipote per chiamarlo gli suggeriva che era inutile nascondere il suo malcontento. Scollò le spalle, passandosi una mano sul volto prima di tirarsi i capelli all'indietro - È successo qualcosa? - - Tua suocera - lanciò uno sguardo tagliente al telefono prima di posarlo nella tasca. Axel guardò perplesso la ragazza - Suocera? Ma la luna del branco non era morta anni fa'? - Luna tirò su un sospiro, pensando alla particolarità del carattere del attuale capo branco dei Forester - È Aron, in alcune situazioni si auto da del lei è solo mio nonno può farlo a sua volta - poi si posizionò una mano al lato della bocca - Soprattutto quando lo deve insultare - sussurrò versò il ragazzo mentre annuiva.
Avevano un rapporto strano i due, un amore e odio costante e lei stava scoprendo a poco - Allora, cosa a fatto sta volta? - continuò mentre si appoggiava le mani su i fianchi teatralmente.
Jack scosse la testa - Quella...- iniziò stringendo un pugno facendo diventare le nocche bianche - Si nonno abbiamo capito - disse mettendo le mani in avanti - Continua - lui passo lo sguardo prima sulla nipote e poi sul ragazzo. Pensando a come dovesse pesare le sue parole, ma quando c'era di mezzo Aron andava tutta a puttane e con essa anche la sua pazienza e il suo autocontrollo.
Scosse la testa, ormai la sua razionalità era andata - Nel pomeriggio ci saranno dei rinforzi per il trasloco - disse tirando un sorriso mentre l'occhio destro stava avendo un tic nervoso - Ed è un problema? - Luna diede una gomitata al braccio di Axel per aver posto quella domanda apparentemente innocente per i comuni mortali, ma non per Jack che lo ammutolì con uno sguardo,tagliente, gelido che prometteva di fargliela pagare in seguito. Jack non poteva passare sopra a quel abuso di potere da parte di Aron, minacciarlo con la strega, la sua strega. Non poteva passare che un branco di lupi potessero toccare le sue bambine, tutte le sue bambine.
- Dobbiamo far sparire tutte armi da qui, prima che i Forester ci possano mettere le mani sopra. - disse avvicinandosi ai ragazzi.
Era lui che comandava lì dentro, era il suo territorio, non avrebbe permesso ad un vecchio cane rognoso di fare quello che voleva lì.
Ed era così fuori di sé che fece un passo falso, non contò che quel vecchio cane aveva l'umore mutevole come il tempo è la conferma era dietro le sue spalle.
- Qualcuno te lo ha mai detto che non bisogna lasciare i passaggi segreti aperti? -

Vipera di merda.







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Visto che è da un po' di tempo che non pubblicavo ho deciso creare è pubblicare un capitolo più l'ungo del solito! ✌🏻
Non pensavo che rimodificare una vecchia storia fosse così complicato, ma ce la metterò a far combaciare tutti i tasselli, soprattutto con contenuti extra! ✍🏻 🤞🏻

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