||Capitolo 25||
Pietrificata, era diventata come una pietra, le suole delle scarpe erano incollate al pavimento. Non riusciva a pensare ad altro. Chiuse gli occhi inspirando ed aspirando freneticamente. Non ci poteva credere, non poteva essere vero, non potevano averla trovata. Una mano le si posò sulle spalla muovendola leggermente, mentre qualcuno le parlava, le voci le arrivarono ovattate. C'era i buio intorno a lei, non vedeva altro. Ma quando sentì che la sua mano, quella mano che teneva chiusa l'orrore, veniva avvicinata da un altra, spalancò gli occhi. Sposto lo sguardo verso il ragazzo affianco a lei, che la guardava con un cipiglio preoccupato. Quel gesto fulminio, cosi improvviso, non faceva presagire nulla di buono - Che succede? - domandò Alexsander, cercando di scrutare il volto della propria compagna, difficile da decifrare in quel momento, non lo stava guardando negli occhi, li evitava come se da quello dipendesse la sua stessa vita - Niente - disse riportando gli occhi nuovamente sull'armadietto - Sei sicura? - domandò Evangeline affiancandola - Si. - la mora guardò preoccupata il ragazzo, facendo un cenno di negazione. No, non era nulla e lei lo sapeva troppo bene. - Luna dimmi che succede - usò quel tono da alfa che penetrò il suo corpo, facendola rabbrividire. Lei strinse le labbra in una linea sottile, non doveva andare nel panico e, soprattutto, non doveva perdere il controllo - Non é successo niente - disse, ancora una volta, ma il tono inclinato la tradì facendo innervosire il compagno che la richiamò - Non è niente, voi andate io vi raggiungo - cercò di mantenere il panico nel miglior modo, ma non guardava altro che la lastra di metallo del suo armadietto. Non poteva far sapere. Come comportarsi. La sua risposta provocò un ringhio da parte del giovane Forester, che cercò di levarle la mano dal armadietto - Non è niente! - il tono di voce le uscì più alto del dovuto, ma non era quello il problema, non si accorse che aveva usato la sua vera forza ammaccando ancora di più la lastra - Com... - lei spalanco gli occhi portandosi le mani alla bocca, cercando di far ritornare gli occhi normali evitando lo sguardo del ragazzo. Il suo cervello era fottuto. Lei era fottuta. Sopraffatta dal panico. Quella sua mossa comandata dall'istinto, fece cadere qualche foto da una piccola fessura sul fondo e con esse una busta bianca. Si affrettò a prenderla, ma Alexander fu' più veloce di lei. Prese la busta, allontanandosi leggermente, aprendola in un colpo solo - Che cazzo significa? - sussurrò tra se, ma l'imprecazione arrivò alle loro orecchie, alle sue orecchie, si voltò verso la compagna - Cosa cazzo significa Luna!? - ringhiò nuovamente mentre le iridi divenivano più accese alzando il foglio in aria, lei deglutì fortemente, non voleva vederlo in quel modo, soprattutto con lei. Con un gesto veloce si avvicinò strappandogli il misterioso foglio dalle mani e leggendole il contenuto:
Buon compleanno
- Orion -
I due avevano lo sguardo puntato su di lei, inattesa di una sua reazione. Orion. Lei sbiancò, era la costellazione più conosciuta del firmamento. Il significato di quel nome era chiaro. Cacciatore. Rabbrividì ricordandosi le parole di suo nonno, i cacciatori che avevano sterminato il suo branco sapevano il suo segreto, il suo volto, chi era e dove si trovava. Si passò una mano tra i capelli, mentre il suo sguardo passava dal bigliettino alle foto sparse a terra. Strinse gli occhi sperando che fosse solo un incubo e presto si sarebbe risvegliata, ritornando alla sua vita normale, ma no era la realtà quella.
Era un orrenda realtà.
Alexsander le posò là mani sulle spalle, tutta se stessa rabbrividì, sentendo con quanta pressione la teneva ferma. Inspirava e espirava rumorosamente, mentre lei stringeva il foglietto tra le mani, stropicciandolo - Luna - disse lentamente, lei socchiuse leggermente gli occhi, tenendoli bassi, assaporando il suo nome scivolare sulla lingua di lui. Deglutì - Luna dimmi che cazzo sta succedendo, altrimenti diventerò pazzo! - strinse la presa su di lei, il suo tono, quel tono, la stordiva. Il tono da alfa che voleva prendere il sopravvento su di lei, ma senza successo. Quello che più la tormentava era l'atteggiamento del suo compagno e la paura di star perdendo il controllo sulla situazione che la circondava.
L'aveva mai avuto in fondo?
- Non.. non... no...- la gola le diventò improvvisamente secca - Non è niente - cazzata. Un ringhio di frustrazione arrivò alle orecchie di lei - Non dirmi stronzate! Chi è? Cosa vuole da te!? - si sentì il cuore in gola. Non poteva coinvolgerlo, non poteva coinvolgere tutti. Passò lo sguardo sulle foto, che in quel momento Evangeline stava raccogliendo, erano presenti tutti. Tutti quelli che erano stati con lei dall'inizio della sua "nuova vita". La guerra era iniziata da più di un mese, anzi. Una caccia. Una tremenda caccia che avrebbe affrontato da sola. Nessuno oltre lei doveva esserne vittima. Con uno scattò si liberò dalla presa del compagno - Non sono affari tuoi - sibilò, tenendo lo sguardo basso, risposta che provocò una risata distorta da parte del ragazzo - Non solo farri miei!? Stai scherzando spero!? - - No! non sto scherzando! - Luna fece qualche passo indietro, volendo scappare da li. Ma fu' afferrata dal polso, in una morsa che non le lasciava scampo, si voltò incrociando lo sguardo da brividi del ragazzo, feroce e vorace - Tu sei la mia compagna, te lo metti in testa? SEI MIA! - lei strabuzzò gli occhi, quelle parole. Quelle maledette due parole. Parole che si insidiavano sotto la sua palle, sentì nuovamente le gambe molli, troppo molli. In balia del futuro alfa del branco Forester, che in quel momento sembrava che avesse il pieno ruolo in suo possesso. Lo sguardo di lui, passò su tutto il suo corpo, come se volesse incidere su di lei quelle ultime parole, pur di fargliele entrare in testa - Chi ti tocca, tocca anche me. Chi ti minaccia, minaccia anche me. E chi minaccia me, minaccia il branco - continuò, mentre la sua presa di venne nuovamente più ferrea sul suo polso. Lei si morse il labbro per trattenere il leggero fastidio. Stava per perdere il controllo, stava per vacillare, stava per crollare alle sole richieste del compagno. Come poteva essere che quel ragazzo avesse tutto quel potere su di lei, su tutta lei. Il legame o i suoi sentimenti? Il petto del ragazzo si alzava e abbassava frettolosamente, catturando lo sguardo della compagna, credeva di poter vedere prima o poi il cuore uscire da lui. Alexsander aveva ragione, indipendente da ciò che faceva era sua. Qualsiasi cosa che le avrebbe anche solo sfiorata lui sarebbe stato lì a proteggerla. Ma chi proteggeva lui? L'idea di vomitargli letteralmente tutta la verità su di lei era diventata insopportabile da gestire. Mancava poco, troppo poco. Ma i suoi ricordi, quei pochi distorti, sullo sterminio del suo branco erano lì, pronti a rimetterla sulla retta via. Quella via che cercava di seguire per non coinvolgere innocenti. Per non coinvolgere il suo compagno. Per non trovarlo apposto dei suoi genitori. Per salvarlo da lui. E' faceva male - Io non... - una lacrima solitaria le rigò il volto - Io non sono tua - sussurrò, di getto, e ancora una volta si liberò dalla sua presa. Mentre una freccia scoccava nel cuore di lui. Divenne fulminea, specializzata a scapare da situazioni scomode. La facciata di ragazza forte stava crollando per via della sua impulsività e quello che riusciva a salvarla era scappare. Doveva trovare un posto sicuro per parlarne con suo nonno.
Non riuscì ad andare lontano, perché prima di svoltare l'angolo, con il compagno alle calcagna, si scontrò con un altra figura. Fu' sostenuta da altre due forti braccia cercando di non farla cadere per l'impatto. No, non era giornata, non era giornata per nessuno dei suoi piani. - Che sta succedendo qui? - la voce del suo amico-nemico risuono nel corridoio. Guardò Luna, allontanandola leggermente, e ciò che vide nelle sue iridi verde bosco non gli piacque. Aggrottò la fronte esaminando il viso sconvolto della ragazza, mentre teneva in mano un bigliettino stropicciato. Un ringhio carico di gelosia lo mise su gli attenti. Alzò lo sguardo vedendo Alexsander abbastanza infastidito. No, anzi, stava bruciando. Con le mani strette lungo i fianchi e le nocche bianche, si stavano auto consumando. Xavier tirò su un ghigno beffardo - Vedo un alfa mancato alzare troppo la cresta - lui ignorò le sue parole, se avesse risposto sarebbe diventato una pedina dei suoi soliti giochetti - Stacca le tue luride mani da lei - ringhiò stringendo la mascella, il ragazzo alzò un sopracciglio stringendo ancora di più la ragazza in risposta - Xavier hai già una compagna - Evangeline squittì, sentendosi nominata, schiacciando la schiena su gli armadietti, volendo sprofondare nel terreno sotto di lei - Non fate caso a me - sussurrò sopraffatta dallo scontro delle aure dei due lupi, alzò una mano facendo cadere alcune foto che finirono vicino ai ragazzi. Lo sguardo di Xavier passo in rassegna su tutto, prima su di lei poi sulle polaroid, incupendosi. Scosse la testa, abbassando la sua energia - Puoi finire di peggiorare le cose? - sussurrò Luna attirò l'attenzione di Xavier, lui annuì allontanandosi leggermente - E' uno dei miei doni - disse facendole l'occhiolino, lei scosse la testa, era il solito. L'alfa del branco Atena alzò lo sguardo verso Alexsander - Contento? - domandò beffardo provocando una smorfia da parte dell'interessato - Poi anche andare - Xavier scosse la testa in segno di negazione - Che significano? - disse indicando le foto - Non sono cazzi tuoi - lo sguardo di Xavier passò sul volto di Luna - Mi hanno trovata - mimò con le labbra, deglutendo fortemente. Capì al volo a chi e a cosa si riferisse l'amica e i suoi occhi poteva leggere la paura che cercava di nascondere - E' invece si - disse l'alfa Atena verso Alexsander - C'é di mezzo anche la mia compagna - continuò prendendo una foto rigirandosela tra le mani - Dovresti capire in che posizione mi trovo - disse ghignando, il ragazzo incrociò le braccia al petto - Di chi si dovrebbe fare i cazzi suoi - - Come te li sei fatti tu? - domandò lanciandogli un occhiataccia che passò su Evangeline. Era calato il gelo ne corridoio, mentre davano spettacolo a tutto l'istituto e i due ragazzi si scambiavano occhiatacce in cagnesco - Credo che stiamo dando nell'occhio - la vece flebile arrivo alle loro orecchie, rompendo quella tossica atmosfera. Luna si voltò verso l'amica, passando lo sguardo su tutta la sua figura. Era terrorizzata dai due alfa. Si guardò attorno avendo conferma delle parole di Evangeline. La moltitudine di occhi erano fissi su di loro. Anche se da dietro a vetrate e distanti. Erano comunque lì. Avevano dato spettacolo, mentre lei non voleva essere notata. Scosse la testa sconsolata, il suo piano per svignarsela e non dare nell'occhio era fallito. Come quello di nascondere il "pericolo" dai due. Non aveva altro che affrontare la realtà. Orrenda. Avrebbe trovato o inventato una scusa plausibile. Sospirò rumorosamente, affranta dalla situazione. Aprì ancora una volta il biglietto lasciato da Orion, rileggendo quelle due parole più e più volte. Buon compleanno. Fanculo, pensò con un sorriso amaro, cercando di togliere pieghe che aveva fatto. Si avvicinò all'amica prendendo le polaroid, sotto lo sguardo indagatorio dei due ragazzi - Luna che stai facendo? - le domandò il compagno ancora ferito nell'orgoglio, mentre la guardava andare nuovamente verso l'armadietto. Lei sospirò cercando di riaprire l'armadietto con delicatezza, ma fallì, l'aveva ridotto male e non le rimaneva che completare l'opera. Inspirò profondamente e con un gesto fulmineo finì per rompere la serratura, e per poco non si trovo la porta in metallo tra le mani - Luna - la richiamò Alexsander avvicinandosi e sporgendosi per vedere il contenuto dell'armadietto, cosi come le altre due figure insieme a loro. Luna iniziò a staccare le foto che erano rimaste al interno, sentendo una morsa allo stomaco dopo averne tolta e guardata una. Erano tutti condannati alla caccia, solo per il fatto di essere vicini a lei e non poteva fare niente per evitarlo. Forse era meglio che fosse rimasta nella foresta, rinchiusa lì, lontano da tutti. Ma che diceva? Come le aveva detto suo nonno era destinata a trovare Alexsander. Una cosa poteva fare e l'avrebbe fatto. Prese una polaroid, dove erano intrappolati in quell'immagine lei e il suo compagno predestinato. Uno scatto rubato alla festa a cui erano andati. Il punto di ripresa era particolare, proveniva da fuori l'abitazione ma non troppo lontana. Si vedevano perfettamente le loro figure che si tenevano per mano, prima di sedersi sui i divanetti. Lei aveva lo sguardo su Alexander, mentre lui passa in rassegna con lo sguardo quella che starebbe stata la loro postazione per la serata. Lei aveva un sorriso sereno, quell'espressione da teenager con le prime cotte che agognava tanto. Sospirò - Hai detto che "chi minaccia me, minaccia anche te" dimostramelo - disse passandogli la polaroid quasi sotto al naso. Lo guardò di sottecchi, mentre continuava a staccarne altre, studiando le sue espressioni che mutavano alimentando lo stress e la preoccupazione del compagno che aveva avuto nell'ultima settimana. Quanto era crudele il destino, pensò Luna staccando l'ultimo scatto rubato a sua insaputa - Mi è permesso dirti solo una cosa - disse chiudendo l'armadietto - Qualsiasi cosa vedrai e affronterai - fece una pausa sospirando - Fidati di me - posò lo sguardo sul suo volto incastrandosi nel suo - Questa è una caccia - lo strano bagliore di quelle iridi blu la fece quasi dubitare di quello che stava facendo. Quei pochi secondi in cui si erano guardati cosi intensamente non sembravano terminare. E la frase che aveva pronunciato che fece venire i brividi ad Evangeline che squittì tremando - Una caccia? - sussurrò tra se e se terrorizzata dall'idea, affiancandosi all'amica - Non dovremmo chiamare Jack Wood? - domandò allungando il dito sulla spalla della ragazza colpendola ripetutamente. Luna fece una smorfia guardando oltre le spalle del ragazzo - Nomini il diavolo spuntano le corna -
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OK OK! Lupachiotti e Lupachiotte!
Questa volta ho avuto bisogno di più tempo per scrivere questo capitolo, aggiungendo scene nuove e spostando le vecchie o facendo una fusion di capitoli vecchi. Ma spero che vi sia piaciuto! ❤️
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