||Capitolo 22||

Si svegliò di soprassalto dal letto, la fronte gocciolava. Iniziò a guardarsi in torno spaesata, la stanza era immersa nel buio. Alzò gli occhi al cielo buttandosi all'indietro e affondando la testa nel cuscino, quest'ultimo se lo porto al volto cercando di reprimere un urlo di frustrazione.
Dopo quello che era accaduto in mezzo al bosco, erano tornati tutti alla casa branco. Non solo fu' costretta a passare un'altra notte lì, ma dovette dormire con la supervisione di Alexsander e Axel, mentre si lanciavano occhiate di fuoco. Perché poi? Ovviamente avevano notato lo strano atteggiamento che aveva avuto la creatura, Jack aveva mandato il suo giovane protettore a sorvegliarla, ma ovviamente la gelosia di Alexsander si era fatta sentire e a quel punto poté dire addio al suo desiderio di rimanere sola e in pace, soprattutto in pace. Era l'alba, di un martedì, non voleva alzarsi, ma ora mai aveva perso il sonno. Si rigirò più e più volte nel suo letto, era nervosa, non sapeva se era il carico di emozioni che aveva provato i giorni prima o era altro. Prese il telefono dal comodino affianco al suo letto  - Perfetto sono le cinque del mattino, e adesso che faccio? - diede voce ai suoi pensieri. Sbuffò immergendo, nuovamente, la testa nel cuscino. Di malavoglia si alzò con l'intento di andare in cucina per mettere qualcosa sotto i denti. Scese lentamente i gradini, cercando di non far rumore.
Era certa che suo nonno si trovava, ancora, nel mondo dei sogni. Aprì il frigorifero infilandoci la testa all'interno, gli occhi vagavano tra gli scaffali in cerca di qualcosa che la soddisfacesse il suo umore, arrivando a una conclusione, bisognava fare assolutamente la spesa. Luna sbuffò non trovando nulla a base di cioccolato, afferrò una mela.
Esci fuori di casa diretta sul retro dell'abitazione. Dondolò sull'amaca ammirando l'alba, masticando lentamente la mela. L'aria frizzante della mattina le solleticò il naso, spostandole qualche ciocca di capelli davanti al viso. Era tutto cosi tranquillo quel luogo, ma sapeva tristemente il motivo. Chissà se qualcuno del suo branco poteva essere ancora vivo, da qualche parte, nel mondo. Chiuse gli occhi nella speranza di ricordare qualche volto, per qualche amara consolazione. Un fruscio di troppo le passò a canto - Da quando così mattiniera? - domandò scherzosamente una voce, sul volto di Luna spunto un sorrisetto - Sono solo in sovrappensiero - gli lanciò un'occhiata mentre si avvicinava a lei - Cos'è che ti tormenta? - Jack si accomodò sulla panchina difronte alla nipote separati da un tavolino. Era mattino presto e suo nonno era già pronto per affrontare la giornata, con maglia a maniche lunghe nera e pantalone cargo verde militare - Solite cose - il protettore sposto lo sguardo dalla tazza alla nipote - Dimmi la verità Luna - la canzonò lui - Voglio sapere cosa vi siete detti alla riunione - ammise con troppa enfasi, era ciò che si era chiesta per due giorni di seguito. Lui scosse la testa in segno di negazione, non glielo avrebbe detto mai - Dovresti stare lontana da questa questione - - Ma io sono l'...- venne interrotta dallo sbattere la tazza sul tavolo - La migliore, si, lo so Luna. E per questo che non voglio che t'immischi - volle controbattere ma venne fulminata con lo sguardo - Cosa sarebbe successo se avessi preso il controllo? - lei deglutì, spalancando gli occhi, non ci aveva pensato, anzi non era manco un opzione per lei  - Sei stata coraggiosa, hai rispettato il codice, complimenti - si interruppe per bere ancora un sorso - Ma se ti avessero scoperta non avrei saputo come - Luna aggrottò la fronte - Spiegare a loro chi io sia? - lui alzò l'angolo delle labbra - Come eliminare chiunque sapesse della tua vera identità - uno sguardo amaro si posò su di lui - Quando potrò essere libera? Veramente - Jack chiuse gli occhi pesando le parole della nipote - Quando sarò certo che il clan Black Blood non sia più un problema - sospirò appoggiandosi allo schienale della panchina - Ho dovuto allentare la corda solo quando Alexsander aveva annunciato di aver trovato la sua compagna predestinata, ovvero tu - - Dovuto? - annuì - Che mi piaccia o no, lui e il tuo compagno e se avessi continuato a nasconderti non sarebbe passato molto che ti rapisse - lei aggrottò le sopracciglia - Luna non fare quella faccia, lo sai benissimo, hai studiato, il legame prende sempre il controllo prima o poi, anche se cerchi di respingerlo - rimasero in silenzio ancora per un po', l'unica compagnia era il cinguettio degli uccellini che si stavano risvegliando. Jack si porto una mano sulla gamba, dove si trovava la tasca più grande del cargo, estrasse un piccolo libricino o per meglio un grimorio. La copertina in cuoio con in rilievo un disegno di quello che sembrava una dea, portava le mani in alto come se sorreggesse la luna piena in cielo - E per questo che ti ho allenata cosi duramente negli anni e continuerò a farlo - lo appoggiò sul tavolo allungandolo verso la direzione della ragazza -L'ho trovato in soffitta, è un po' impolverato ma credo che ti aiuterà a capire meglio come funzionano i tuoi poteri - Luna lo prese tra le mani, soffiandoci sopra, alzando un piccolo cumulo di polvere - Come è possibile che dopo anni riesci a trovare novità in questa casa? - sorrise amara, poteva capitarle tra le mani molto prima, a quel punto pensò che avrebbe dato anche lei un occhiata in quella soffitta, lui scollo le spalle - E' una vecchia casa. E' stato l'unico edificio, più o meno, a rimanere in piedi durante quel giorno. I cacciatori raserò tutto al suo - - Perché non ricordo niente - mormorò lei, lui assottiglio le labbra il un alinea - Devo accompagnarti a scuola - si alzò e rientro nella piccola casetta, lasciando interdetta la ragazza. 

Ed eccola lì, ad iniziare una nuova giornata scolastica, sospirò guardando l'ingresso dell'istituto. Gli studenti entravano spensierati all'interno dell'edificio, quando suonò la campanella. Avevano sicuramente avuto un fine settimana e un inizio migliore del suo.  Seguì la massa, guardandosi attorno, avvertiva uno sguardo insistete sulle sue spalle. Vide alcuni ragazzi rigarsi nella sua direzione, impauriti, da ciò che aveva alle spalle. Da chi la stava pedinando. Luna non volle dargli nessuna soddisfazione e continuò il suo cammino. Sapeva cosa voleva domandarle. Sapeva cosa voleva e cosa avrebbe voluto in cambio. Girò l'angolo, con il lupo alle calcagna, aveva quasi raggiunto il suo armadietto, ma si fermò quando vide l'amica ad aspettarla. Ovviamente si fermò anche il lupo dietro di lei, la mora aggrottò le sopracciglia - Ci vediamo in classe - disse Evangelina con tono fermo, gelido, mascherando le sue emozioni. Luna si girò di scatto verso Xavier - Ti ho lasciato una notte con lei, cosa le hai fatto? - domandò inclinando la testa, il tono accusatorio della ragazza fece innervosire l'alfa del branco Atena - Chi ti dice che sia stato io? - si difese incrociando le braccia al petto, lei alzò un sopracciglio - Che vuoi Xavier? - disse incrociando le braccia anche lei - Non fare la altezzosa con me o mi costringerai a dire il tuo piccolo segreto - disse inclinandosi in avanti, i loro sguardi si incrociarono anzi lottavano, una lotta silenziosa a chi cedeva per per primo. Xavier si accorse che stavano attirando gli sguardi degli studenti, ma non voleva cedere per primo e nemmeno lei - Seguimi - disse con il suo tono da alfa, mentre le iridi diventavano rosse. Luna assottigliò gli occhi, quadrandolo dalla testa hai piedi e si accorse delle circostanze in cui si trovavano. Lui la sorpasso, e lei alzò gli occhi al cielo, prima di seguirlo per i corridoi. Si erano appartati nello stanzino degli attrezzi della scuola, li nessuno li avrebbe potuti sentire. Xavier si chiuse la porta alle spalle e chiudendola a chiave, Luna rimase difronte a lui, con capo alzato in segno di sfida, ancora - Che cos'era quella scenata? - Xavier alzò un sopracciglio guardando il suo atteggiamento - A me sembra che la stai continuando tu - lei schioccò la lingua contro il palato, poi si girò sedendosi, spostando qualche attrezzo su una panca. Xavier rimase appoggiato alla porta, in caso sentisse qualcuno che potesse disturbarli - Cosa sei e chi sei? - lei rise leggermente sentendo quelle stupide domande - Potresti essere più originale? - lui ringhio basso, ma non ottenne l'effetto sperato dalla ragazza. Lui scollo le spalle - Allora  visto il tuo atteggiamento dirò il tuo segreto ad Alexsander - disse girandosi per aprire la porta. Luna sgranò gli occhi - No! - urlò, scattando in avanti, richiudendo la porta, non troppa enfasi. Ed eccolo li il panico e l'istinto che la faceva sempre sgamare.  Soprattutto quando la questione coinvolgeva anche il compagno predestinato. Xavier le mise due dita sotto il mento, facendo scattare il viso verso di lui, si avvicinò al suo volto, lei riusciva a sentire il suo respiro scontrarsi sulla sua pelle, mentre lui ammirava gli occhi dorati che erano apparsi, per via della troppo agitazione - Chi sei lupa? - Luna di libero dalla sua presa, facendo qualche passo in dietro, prendendo le distanze. Era inutile fare finta che non sapesse, si stava solo auto prendendo in giro - E' bastato cosi poco a farti scattare? - domandò il lupo dietro alle sue spalle. Lei sbatte le palpebre velocemente. Si era bastato poco. E se ne vergognava. Era bastato cosi poco a farla sgamare una seconda volta, per una conferma, era la situazione che non l'aiutava affatto - Cosa vuoi da me Xavier? - disse risedendosi sulla panca - Chi sei Luna? La verità - lei sospirò - Vuoi altre nozioni su di me, cosi da potere più informazioni da minacciarmi? - disse ironica, ma lo sguardo di lui non accettava nient'altro che la verità - Sono un lupo benedetto - - Lo sapevo! - disse lui con troppa enfasi, ma si accorse dello sguardo perplesso della ragazza e si ricompose - Ho avuto i mei dubbi, per via del graffio che mi hai fatto - si corresse mascherandosi dietro una tosse finta. Si avvicinò  a lei, che aveva rivolto al il suo sguardo pavimento, si inginocchio, quasi preoccupato dal cambiamento dei umore della ragazza. La guardò negli occhi che evitavano i suoi, in ogni modo possibile, sembrava che aveva perso un battaglia - Di che rango sei? - chiese, a questo punto, quasi preoccupato anche dal sapere, a quel punto. Luna butto giù un grappolo di saliva, sospirando nuovamente - Scoprilo da solo - disse quasi in un sussurrò, alzandosi con una mano la frangetta, scoprendo un cerotto quadrato, Xavier aggrottò la fronte. Sposto lo guardo prima sul cerotto e poi sul suo viso, che era coperto da un misto di emozioni negative, ma a quel punto la fame della verità era troppo forte. Allungo la mano, prese un lembo del cerotto e con un gesto, che sembro interminabile per Luna, lo tose. La mano di Xavier rimase a mezz'aria, mentre guardava ad occhi spalancati la voglia della ragazza. Una mezza luna, rivolta verso l'alto. Scura. Era davanti ai suoi occhi. Si ergeva fiera sulla fronte della ragazza difronte a lui. Un alfa era difronte a lui. Era l'alfa. Sposto lo sguardo verso il basso - Tra tutte le cose che potessi immaginare, questa non era manco nei miei pensieri - - Grazie - sussurrò lei a sua volta. Xavier si sentì quasi in colpa, gli dava l'impressione di aver visto una cosa troppo intima di lei. Lui deglutì, ora si stava sentendo anche lui a disagio, rimise il cerotto apposto, aggiustandole la frangetta. Quel tocco delicato, troppo delicato, non sembrava  appartenere al ragazzo difronte a lei, ovviamente per via del suo caratteraccio - Perché la tieni nascosta? - domandò sedendosi sulle ginocchia difronte a lei. Luna continuò ad evitare il suo sguardo e lui sospirò - Lupacchiotta facciamo un patto - lei alzò, finalmente lo sguardo su di lui, Xavier deglutì, non si era mia comportato cosi, ma gli sembrava di avere un cucciolo cosi indifeso davanti a lui, e non se la sentiva di essere il solito stronzo - Io voglio Evangeline - disse prendendole le mani, lei annui facendo un cenno di continuare - Aiutami con lei, e io manterrò il tuo segreto - lei inclinò la testa di lato, non le convinceva tanto quel paino. Lui sospirò - Allora mettiamola in quest'altro modo. Tu mi dici quello che ti e successo, perché non ti nego che e strano vedere un alfa nascondersi. Se io fossi in te, mi comporterei diversamente. E io ti dico cosa e successo tra me e Evangeline, cosi potresti aiutarmi meglio -  lei annuì, a sto punto era meglio avere qualcuno che la potesse aiutare in qualsiasi altro modo, dopo tutto era più sempre un altro alfa. E non si sarebbe sentita in colpa se le cose fossero andate storte. Sospirò, era una pessima amica. Guardò Xavier che aspettava solo il momento che parlasse - Allora - - Ti ascolto - - Io sono l'ultimo del branco della luna - Xavier aggrotto la fronte - E gli altri? - - Morti - - Come morti!? - - Si morti, anzi sterminati! - - In che senso sterminati?! - - Xavier! - - Luna - lei strinse le labbra in una linea, assottigliando lo sguardo, mentre vedeva il ragazzo scioccato - Zitto è fammi parlare - lui annui energicamente - Allora, prima di tutto io non ricordo granché - lei alzò, un dito vedendo il ragazzo in procinto di parlare - Trauma, hanno ucciso i miei genitori davanti ai miei occhi, sono viva per miracolo, non chiedermi il perché, perché non ricordo manco quello - - Quante informazioni utili - commentò sarcastico, Luna ringhiò basso per farlo ammutolire - E' stato il clan dei cacciatori Black Blood ad eliminare il mio branco dieci anni fa - Xavier assunse una nota pensierosa - E tutto molto interessante, ma non riesco a togliermi un altro dubbio dalla testa - Luna l'incitò con un gesto della testa a continuare - Io mi chiedo, visto che il branco più famoso e temuto di queste contee e stato eliminato, noi come facciamo a non ricordarlo, io avrei dovuto avere otto anni, quando accaddero i fatti, ma tutti gli altri? Come e possibile che nessuno sappia che siano morti... - - Jack mi ha detto che se ne è occupato lui della questione, per non far conquistare il territorio, ma se mi chiedi come ha fatto, non lo so. Ogni volta che provo a chiedere di più cambia discorso - - Interessante - mormorò Xavier - Luna, credo che dovresti farti marchiare - continuò tra un pensiero e l'altro, lei spalancò gli occhi - E' questo cosa c'entra? - lui scollò le spalle - Il branco Bleck Blood, ti stara sicuramente cercando, per ovviamente ucciderti. Ti serve più della protezione di Jack Wood - Come fai a dire che non è abbastanza -  - Luna, quel clan e molto particolare e se sono riusciti a sterminare il tuo, non credo che una scuola di protettori riuscirà a proteggerti, hai bisogno del tuo compagno - lei aggrottò le sopracciglia - Io non voglio metterlo in pericolo - - Ma lo stai già facendo - scosse la testa, non capendo - I compagni predestinati sono più forti insieme, seti fai marchiare, Alexsander sarà sempre dove ti troverai, il legame vi rende più forti, in caso i cacciatori malauguratamente ti trovassero - Xavier vide nei suoi occhi la più totale perplessità, aveva bisogno di convincerla in altro modo - Soprattutto perché con il marchio salveresti Alexsander da un matrimonio combinato - lei scatto in piedi e lui la segui con un sorriso beffardo - Quale matrimonio? -  - Ah vedo che non sai - - Quale matrimonio Xavier?! - lo prese per il colletto della maglia, provocando una risata da parte del ragazzo - Lupacchiotta se fai cosi, non ti dico niente - lei sbuffò lasciandolo - Alexsander e messo sotto scacco da un contratto stipulato anni e anni fa, lo sanno praticamente tutti, se non avrebbe trovato la compagna entro un tot. di tempo, avrebbe dovuto sposare Tiana, sia perché il padre, il grande Aron Forester, non riesce più a mandare avanti il branco da solo, sia perché c'é l'esigenza di assicurare un erede, il termine di questo contratto scade quest'anno Luna - lui vagava avanti e indietro per la stanza ascoltando le parole di Xavier - E per questo vogliono che lui mi marchi - - Io sono sconvolto del fatto che non l'abbia già fatto - - Io non voglio essere marchiata - lui alzò le sopracciglia - Ma non voglio manco che lui debba stare con quella... - lui scollo le spalle - E' tutto nelle tue mani - disse con ovvietà. Luna sospirò frustrata ripensando ai comportamenti Aron e Sasha, stavano facendo di tutto per spingerla tra le braccia di Alexsandere. Beh in verità sapeva che ci sarebbe andata prima o poi da sola. Ma un dubbio la tormentava, suo all'amico nemico che stava nella stanza con lei  - Xavier, perché non hai marchiato ancora Evanegline? - lui rimase in silenzio per un po' di tempo, osservando il vuoto - Perché ho sfidato la luna - 

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E da tanto che non aggiorno. Comunque come saranno andando le vacanze?

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