||Capitolo 2||

Luna si guardò attentamente negli occhi, attraverso il suo riflesso, determinata e pronta per una nuova giornata. Il nonno le aveva dato, la sera prima, alcune avvertenze su come vestirsi, come comportarsi con i professori, collaboratori scolastici, compagni di classe senza rivolgere la parola a quelli di sesso maschile, solo ripensare al discorso che le aveva fatto, la fece sorridere essendo sicura che l'ultima avvertenza l'avrebbe infranta, non aveva senso. Apri l'armadio prendendo le prime cose che le capitarono a tiro, stando attenta alle parole di suo nonno, si guardò allo specchio con un espressione soddisfatta - Credo che non darò nell'occhio - pensò sistemandosi la frangetta. Prese lo zaino, preparato il giorno prima, che era sulla sedia girevole, si diede un'ultima occhiata soffermandosi sul fondo schiena, non era troppo vistoso. Scese le scale fermandosi quando notò lo scricchiolio del penultimo scalino, ci ripasso alcune volte sopra per essere sicura della sua supposizione - Nonno il secondo scalino è rotto! Lo aggiusto? - chiese entrando in cucina pronta per una sostanziosa colazione - Non ti preoccupare ci penso io - rispose jack piazzandole un piatto di pancake con sopra dello sciroppo d'acero - Mmm.... colazione all'americana, cosa mi stai nascondendo? - domandò addentando il primo pezzo, mugugnando di piacere quando senti lo sciroppo scendere giù per la gola - Ti piace vero? - le chiese sedendosi difronte a lei, con una tazza di caffè - Non mi corrompere, perché lo scalino scricchiola? - disse infilandosi altri bocconi - Lo posso sempre aggiustare io, mentre tu stai a lavoro - continuò tra un boccone e l'altro, al suono di quelle parole, suo nonno, iniziò ad agitarsi cacciando, dal suo repertorio, ogni scusa plausibile - Tranquillo volevo farti solo un piacere, non c'è bisogno di comportarsi in questo modo - mormorò prendendo il bicchiere pieno di succo d'arancia, che era alla sua sinistra - Su forza, andiamo a scuola - suo nonno la prese per i braccio e la trascino fuori di lì - Ma... ma... non ho ancora finito! - protestò lei guardando disperata la sua adorata colazione allontanarsi - Un'altra volta! - disse Jack spingendola in auto chiudendole la portiera in faccia, Luna guardò suo nonno leggermente preoccupata dal suo comportamento insolito, anche quando accese la radio alzando di molto il volume. Guardo fuori dal finestrino è l'unica cosa che pensò per l'intero viaggio fu' atteggiamento sospetto di suo nonno, già il fatto che le aveva preparato una colazione diversa dal solito non era un buon segno. Si era solo offerta di aiutarlo, cosa le nascondeva? Scosse la testa, si stava facendo troppi film e si stava impressionando facilmente .

I nonno parcheggiò sul ciglio della strada, Luna guardo l'edificio e alcuni studenti, che stavano entrando prima del suono della campanella, prese il fogliettino su cui erano scritte le lezioni e le ore buca. Prima di scendere dall'auto suo nonno la fermo - Prima che vai, voglio che tu prenda questo - disse porgendole un telefonino - Finalmente! Me ne hai preso uno! - esclamò prendendolo per guardarlo meglio - C'e segnato solo in mio numero, se succede qualcosa chiamami - disse - Non per qualcosa, uno più moderno no eh? - domando Luna scendendo dalla macchina - Attieniti a quello che ti ho detto, ci vediamo dopo - disse prima di partire - Ma è un Nokia! - urlò per farsi sentire - Ah, la gioventù - disse, a qualche metro di distanza, Jack fra se e se - Questo coso non si distruggerebbe nemmeno se ci passasse una macchina sopra - continuò a mormorare, sospirò andando per la sua strada, con il telefono antiquato in una mano e nell'altra i suoi orari. Si guardò a torno notando i presenti lanciarle strane occhiate, percepì le aure di molti lupi e non, abbasso la sua per non destare sospetti e continuo a camminare verso l'entrata. L'istituto non le sembrava cosi male, l'aria di settembre si era iniziata a sentire, un pò di vento si era alzato, non era violento, le foglie degli alberi si erano iniziate a ingiallire. Il nonno le aveva ordinato, che se qualcuno che avesse chiesto della sua vita privata, dovevano sapere che era una semplicissima ragazza di campagna venuta dall'estero, come accadde nel centro commerciale le persone iniziarono a confabulare tra di loro, Luna sospiro esasperata ascoltando dei commenti di poco gusto e pregò, mentalmente, prego la Dea Selene sperando che la giornata passasse liscia.

Improvvisamente la maggior parte di loro si zittì, ma quel momento durò poco o niente. Ad attirare la loro attenzione furono delle voci, incuriosita anche Luna iniziò a vagare con lo sguardo, intravedendo, due persone o per meglio dire, una coppia che stava avendo una forte lite. Si interessò a loro quando notò il tono accusatorio della ragazza, visibilmente arrabbiata in contrapposizione alla calma del ragazzo, che cercava disperatamente di farla ragionare.
Dopo qualche imprecazione da parte della ragazza bionda, iniziò ad andare verso la sua direzione sorpassandola con una spallata. Luna non ci diede tanto caso, la guardo andarsene con la coda dell'occhio e portò l'attenzione sul ragazzo, moro, con cui stava avendo il litigio, lo  vide, in quel momento, parlare con un altro biondo.
Respirò profondamente, avvertendo il profumo che la stava tormentando da un paio di giorni, riempì le mie narici e le scaldò il cuore, una stana sensazione prese possesso di lei, inconsciamente si agito sul posto quando il ragazzo biondo si girò di scatto verso di lei, le guance le andarono in fiamme quando incrociò il suo sguardo. Le gambe sembravano diventarle molli non riuscendo a staccare gli occhi dal ragazzo, si morse il labbro incoscientemente per distrarsi e staccarsi dal suo stato di trans.  Si guardo intorno cercando di capire se era proprio lei a catturare il suo interesse, deglutì rumorosamente, capendo che era lei, spostò lo sguardo altrove, facendo finta di niente, anche quando percepì lo sguardo del biondo farle la radio grafia. Luna trovò maggior interesse nella ragazza che le aveva dato una spallata, qualche secondo prima, la vide andare verso la strada, automaticamente i suoi sensi di lupo si allarmarono, non sapeva il perché ma iniziò a correre verso di lei. In lontananza, il rumore di un auto che accelerava, capì troppo tardi che da lì a poco la bionda sarebbe stata investita. Ne la ragazza, che stava parlando al cellulare, ne il conducente si erano accorti di quello che stava per accadere, senza pensarci un secondo in più accelerò il passo raggiungendola, la tirò per il braccio verso di lei mentre la ragazza lanciò un urlo per lo spavento e le cadde addosso, e in seguito entrambe atterra - Hey! Chi diavolo ti ha dato la patente?! - urlò Luna, alzandosi con un pugno alzato, all'auto che continuò per la sua strada. Fece un profondo respirò per calarsi e diminuire la sua aurea, si voltò verso la ragazza che era rimasta per terra, pallida in volto e sotto shock - Tutto bene? - le chiese gentilmente, inginocchiandosi affianco spostandole qualche ciocca dal viso, la sconosciuta l'abbracciò iniziando a piangere - Dimmi che non sono morta, per favore! - la supplicò con voce tremante, ricambiò l'abbraccio sorridendole iniziando ad accarezzarle la schiena. Proprio come faceva suo nonno, quando era  piccola e aveva paura dei mostri, che vivevano sotto al suo letto - Non sei morta - le sussurrò - Grazie! Grazie! Mi hai salvato la vita! - lo ripeté più volte continuando a stringerla. Riuscì a mettere un po'di distanza tra di loro, quando vide il ragazzo moro avvicinarsi a loro, ammirò il  viso della ragazza che era caratterizzato da due grandi occhi nocciola, capelli biondi che le ricadevano sulle spalle, con un corpo minuto e slanciato. L'aiutò ad alzarsi - Sei nuova? Non ti ho mai visto da queste parti - le domandò, la sconosciuta, asciugandosi il restante delle lacrime - Si, oggi è il mio primo giorno - le rispose sorridendole  - Sasha piacere - si presentò amichevolmente e lei fece altrettanto, si guardò attorno cercando le sue cose, che erano cadute per l'impatto - Da dove vieni? - chiese la bionda  incuriosita dalla sua salvatrice - Mi sono trasferita da poco - rispose vaga, rimettendosi lo zaino in spalla. Sasha si nascose dietro le sue spalle quando il ragazzo moro le raggiunse - Santo cielo Sasha stai bene? Nulla di rotto vero? - domandò cercando di avvicinarsi, ma la ragazza iniziò ad usare Luna come scudo per allontanarlo - Si, niente di rotto - rispose al suo posto lei accennando un sorriso - Credo che voglia mettere le distanze fra voi due - continuò alzando le mani ai lati, sentendosi di troppo - E dai! Sasha! Non fare cosi era solo un malinteso! - disse il ragazzo - Vallo a dire a quella troia di Tiana! Bernhard! -rispose Sasha, spingendo Luna ancora più avanti - Dai zuccherino mio! Non fare cosi! - la supplicò, quasi in ginocchio. 

Zuccherino mio? Questa ragazza è una belva  pensò Luna tra se e se - Non chiamarmi cosi! Ci siamo lasciati - urlò, vide gli occhi del ragazzo diventare lucidi - Sasha non credi che dovresti dargli un altra possibilità? - si intromise Luna, cercando di guardare la ragazza che si nascondeva dietro la sua schiena  - Quanto sei ingenua, non farti ingannare - disse, Luna spostò lo sguardo tra i due, alzo gli occhi al cielo, non credeva che stava per dire certe cose - Credo... sinceramente, che ti stia dicendo la verità, avanti guardalo! E' innamorato perso di te, si vede da un chilometro di distanza! Su ascoltami - disse riuscendosi a spostare di lato portando la bionda in avanti. Sasha la guardò per un secondo per poi spostarlo sul ragazzo - È la verità? - domandò - Si! Cristo si! - rispose Bernhard, Sasha lo guardo a lungo - Farò uno sforzo - disse prima di fiondarsi tra le braccia dell'amato, grazie venne mimato dalle labbra di Bernhard,  gli sorrise sentendosi ufficialmente un'eroina - Bene, io ora dovrei andare - fece un passo per lasciare spazio ai due, pero Sasha la prese per il polso facendola rigirare - Bernhard lei è Luna, Luna lui è Bernhard il mio ragazzo, per ora - disse Sara, lui allungò la mano per presentarsi, Luna la guardo per un secondo, ma prima che potesse ricambiare la stretta di mano, sentì un ringhio provenire da dietro le spalle, il profumo che la stava perseguitando si sentì, l'avvolgeva in maniera possessiva. Divenne tesa come una corda di violino quando senti una presenza dietro di lei, poi una parola accompagnata da un ulteriore ringhio di possessione - MIA - all'udire di questa parola i brividi iniziarono a percorrerle la mia schiena paralizzandola del tutto, con i piedi piantati nel terreno e con una grande voglia di sotterrarsi.


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https://youtu.be/YBWgqb3KIeA


La ragazze di sopra è Sara 💘

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