Capitolo 9

Qualche minuto più tardi, sentii bussare alla porta.

«Tesoro, sono io, mi apri?» era la voce di mia madre. Questa volta, aveva una voce diversa dal solito. Le andai ad aprire e lei entrò con un vassoio, su cui era posato un piatto pieno di pancakes con la salsa di mirtilli.

«Ho pensato che avessi fame, dopotutto non hai fatto colazione.» mi disse, appoggiando il vassoio sulla mia scrivania.

«Mamma, che cosa ti è successo all'occhio?» le domandai, non appena notai il livido attorno all'occhio che aveva provato a camuffare con un po' di fondotinta.

«Non è niente tesoro.» disse, schioccandomi un bacio sulla fronte e sedendosi di fianco a me sul letto.

«Te l'ha fatto lui?» scattai subito in piedi per la rabbia «Se è stato lui, la prossima volta che lo vedo gli rompo il naso!»

«Stai tranquilla tesoro, ha già avuto quel che si meritava e poi...» mi rivolse un sorriso un po' forzato «...una fanciulla a modo non va in giro a rompere i nasi alle persone. E adesso mangia!»

La seguii con lo sguardo finché non uscii dalla mia stanza.

Questa volta mio padre aveva proprio raggiunto il colmo...

Prima che mia madre andasse al lavoro, mi chiese di svolgere alcune commissioni per lei, tra cui andare a pagare le bollette, fare un po' di spesa e col resto dei soldi, aveva detto che potevo comprarmi quello che mi piaceva.

Quando uscii sulla veranda, la macchina di mio padre era ancora parcheggiata davanti a casa nostra. Iniziai a sospettare che la sua permanenza sarebbe stata più lunga di quel che pensassi.

Iniziai ad avviarmi verso il marciapiede, quando sentii la porta di casa spalancarsi alle mie spalle.

«Ehi! Vuoi un passaggio?» chiese con voce roca mio padre.

«No.» tagliai corto, non fermandomi nemmeno.

Sentii la porta richiudersi e pensai che, probabilmente, doveva essere ritornato in casa. Tanto meglio così... non mi sarei per nulla al mondo fatta dare un passaggio in macchina da un ubriaco! A dire il vero, non avevo neanche idea di come facesse ad avere ancora la patente.

Raggiunsi la fermata del autobus e salii sulla linea che portava in città.

Sospirai pesantemente, ripensando ancora a quello che mi era successo la sera prima. Possibile che fosse tutto dentro la mia testa? Sentivo di aver bisogno di prove che quello che mi era successo fosse reale... ma perché ne avvertissi il malato bisogno, non ne avevo un'idea. Forse, era solo per avere conferma di non essere pazza.

Il pomeriggio passò rapidamente e avevo svolto tutte le commissioni che mia madre mi aveva assegnato. Stavo camminando per la strada principale del centro, la quale era tutta illuminata dalle vetrine dei negozi, quando decisi di entrare in una libreria.

Era la mia preferita, soprattutto perché era grandissima ed era super-rifornita di ogni genere di libro e avevano anche uno spazio dedicato alla lettura. Io e Alexis la frequentavamo spesso quando venivamo a fare un giro in centro.

Tra qualche giorno Ethan avrebbe compiuto otto anni e visto che non aveva nulla di adatto alla sua età da leggere, decisi che gli avrei regalato il primo libro della saga di Harry Potter. Presi il libro dalla mensola sotto la sezione fantasy e andai a pagare, quando sopraggiunse una voce.

«Non sei un po' cresciuta per leggere ancora quella roba?» ridacchiò una voce baritonale alle mie spalle. Mi voltai e stavo quasi per rispondergli per le rime, quando mi irrigidii.

«Professor Gray!» esclamai.

«Che cosa ci fai qui? Non avrai nostalgia della scuola.» sorrise lui.

Era il mio insegnante di fisica. Un uomo alto, sulla trentina, che viveva per la sua materia. Lo scorso anno ero riuscita a ottenere il massimo dei voti in fisica, peccato soltanto che da settembre avrei avuto un nuovo insegnante.

«Beh, veramente un po' sì... ma lei perché è tornato in città? Pensavo che abitasse a Tampere ed è molto lontano da qui.»

«Ah sei molto attenta! Infatti, sono di passaggio. Io e un professore di fisica dell'università, stiamo studiando delle onde elettromagnetiche particolari e pare che la fonte sia qui in questi boschi.»

«Dev'essere interessante.» dissi, con tono un po' troppo incerto.

«E lo è!» ribatté lui con entusiasmo «Se vorrai passare qualche volta a dare un'occhiata alla nostra ricerca, siamo accampati in una baita vicino al lago Kuurin.»

«Vi passerò a trovare senz'altro.»

«Ci conto, sarà molto interessante.»


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top