Capitolo 20
Emily's P.O.V.
Erano trascorsi poco più di venti minuti da quando avevo lasciato casa e stavo seguendo le tracce di Ethan sul sentiero, le quali sembrava che portassero in un unico posto: la radura dove lo avevo trovato quella mattina.
Il rumore degli spari aveva iniziato a farsi più vicino e avevo visto dei lampi in mezzo ai boschi, che avevano appena confermato la mia ipotesi che là si trovassero Toby e la figura incappucciata che avevo visto al limitare della foresta.
Mi fermai al centro del sentiero per riprendere fiato e anche per pensare a cosa avrei dovuto fare.
Ero molto preoccupata per Toby, ma consideravo imprudente l'idea di inoltrarmi nei boschi per cercarlo. Tra l'altro, lui non sapeva che ero rimasta a Thur. A quest'ora, mi avrebbe creduta su quell'autobus diretto a Tampere. I sensi di colpa mi assalirono all'istante e un groppo alla gola mi impedì di deglutire.
Avrei voluto fargli sapere che ero qui... ma come?
Non avendo altre idee, mi sciolsi i capelli e gettai in terra il mio elastico blu, sperando che lo avrebbe trovato. Calde lacrime iniziarono a scivolarmi sulle guance e nonostante le mie gambe tremassero, ripresi a correre.
-Toby se la caverà, vedrai... devi pensare a Ethan, adesso pensa a salvare lui -. Cercai di farmi forza, ripetendo quelle parole nella mia testa come un mantra e continuando a correre sul sentiero.
Dopo un paio di minuti superai la baracca di legno e in lontananza, iniziai a scorgere il bivio.
Toby's P.O.V.
Era arrivato il momento.
Sgusciai fuori dal mio riparo e con un movimento rapido sferrai un colpo basso diretto alle sue gambe, ma riuscì a evitarlo con agilità. Senza esitare, feci un passo verso di lui e lo colpii con un fendente al braccio, prendendolo solo di striscio e lacerando appena il tessuto della felpa.
Si muoveva fin troppo bene e riusciva a eludere i miei colpi letali con movimenti rapidi e fluidi, quasi come se leggesse nei miei movimenti e fosse in grado di anticipare le mie mosse. Avanzai su di lui e tentai di prenderlo dal fianco e nuovamente eluse il mio attacco scartando di lato.
Non sapevo spiegarmi che cosa mi stava succedendo, ma il mio corpo aveva iniziato a sentirsi intorpidito e un brivido freddo mi percorse la spina dorsale.
«Hehehehehe...». Mi feci scappare una risata. «Hahahahahaha!». Stava diventando incontrollabile.
Tutto quel complesso di emozioni, mi fece provare una piacevole e nostalgica sensazione... era qualcosa che non provavo più da tanto tempo, da quando... da quando avevo fatto a pezzi mio padre.
Non potevo fare a meno di ridere, ormai i miei freni inibitori erano andati a farsi benedire. L'odore del sangue mi stava dando alla testa e senza che la mia mente potesse prenderne atto, il mio corpo si stava già muovendo verso il mio avversario. Le mie mani si chiusero ermeticamente sul manico delle accette e mi scagliai nuovamente su di lui.
Con un movimento rapido mulinai un'accetta e con un taglio obliquo lacerai il suo addome e lo costrinsi a indietreggiare; Hoody perse la presa sulla pistola che cadde al suolo. Rapidamente, la calciai via. In un secondo momento, ne approfittai per dirigergli un colpo letale che avrebbe mirato al collo e lo mancai per poco.
Ora, sembrava fosse in difficoltà dal momento che si era portato una mano al ventre e una chiazza di sangue stava sporcando la sua felpa. Era riuscito a scansarsi in tempo e il taglio era stato appena superficiale; ma il prossimo sarebbe andato più in profondità.
«Hehehehe...». Continuai ad avanzare verso di lui, pronto a sferrare un nuovo attacco e nello stesso istante, lo guardai infilarsi una mano della tasca della felpa ed estrarre una Glock.
- Merda! Il bastardo ne aveva due -.
In un batter ciglio lo vidi smaterializzarsi all'improvviso e rimasi sorpreso da ciò che vidi. Mi guardai intorno, aspettando di ritrovarmelo alle spalle e invece, me lo trovai proprio davanti a me, con la canna della pistola che puntava in mezzo ai miei occhi.
«Fine dei giochi».
Sentenziò, pronto a premere il grilletto.
«Fermati Brian!».
Sopraggiunse una voce familiare alle nostre spalle. Con la coda dell'occhio, riuscii appena a scorgere Masky.
«Stanne fuori, Tim». Ringhiò lui.
«No!». Incalzò Masky. «Pensi che l'Operatore sarebbe contento del tuo gesto?».
Dopo una lunga pausa, Hoody decise di abbassare la pistola e si voltò verso in sentiero, come fosse rimasto in ascolto di un rumore che io non potevo sentire.
«C'è un intruso nella foresta».
Digrignò qualche istante dopo, prima di voltarsi nuovamente verso di me.
«Regoleremo i conti un'altra volta». E detto questo, si smaterializzò di nuovo sotto i miei occhi.
«D-da quanto t-tempo...?». Balbettai, rivolgendomi a Tim.
«Non lo so neanch'io da quanto tempo ha quel potere, ma ha pagato a caro prezzo ciò che ha avuto». Rispose, voltandomi le spalle e trovando una strada per uscire dalla foresta.
Lo seguii e poco dopo, ci ritrovammo sul sentiero principale. Tim continuò ad andare avanti, ma notai qualcosa per terra che aveva attirato la mia attenzione. Mi chinai per raccoglierlo e lo analizzai.
Era un elastico blu.
«E-Emily!».
(spazio autrice)
Scusate se ultimamente non aggiorno molto spesso ^^'
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