Running up that hill

Kim fissò inorridita la scena, l'immagine della propria zia morire tra atroci sofferenze tra le fiamme. Era orribile e spaventoso, così orribile che non riusciva a muoversi né a pensare. Riusciva solo a muovere le gambe, anche se nel suo dizionario "muovere le gambe per la paura" significava tremare per lo shock. Un'altro aspetto che associava allo shock era la gola secca e il pizzicore alle mani, quasi volesse prendere a pugni qualcuno. Quella sensazione l'aveva provata solo un'altra volta in tutta la sua vita, ed era successo solo poco tempo prima.

Schioccò la lingua per dire qualcosa, ma aveva la gola secca e aveva difficoltà a dire qualsiasi frase di senso compiuto. Byorn notò il movimento e le prese una delle mani. "Forse è meglio se cambiamo ricordo: è stato un po' troppo forte per te. Guardiamo uno dei tuoi ricordi, vuoi?". Kim annuì convinta e seguì Byorn con docilità, senza che nessuno aprisse bocca. Non c'era niente da dire, anche se i due avessero voluto.

"Stai meglio ora?". Erano passati più di venti minuti dal ricordo disastroso di Miriam, e Kim e Byorn li avevano passati guardando i numerosi ricordi della ragazza salvati all'interno dello specchio.

Grazie a quei ricordi Byorn aveva conosciuto una Kim più vivace e allegra di come lo era adesso, e aveva anche conosciuto i suoi genitori: la madre, Mary, aveva i distintivi capelli neri di famiglia e gli occhi grigi dei gemelli, e possedeva un carattere molto pratico ed efficiente ma anche molto affettuoso. Il padre, James, aveva i capelli castani e gli occhi verdi, e possedeva un carattere molto tempestivo, simpatico ma anche duro e competitivo.

Byorn aveva visto le numerose lezioni di lotta fisica che James impartiva a Kim per renderla più forte di fronte ad un mondo prevalentemente dominato da uomini. Boxe, judo, corsa, arrampicata, pesi... per lo più Kim usava tutta quella forza fisica per autodifesa personale, come per sconfiggere i bulletti la sera del loro primo appuntamento, o a difendere Nathan e Oliver dai classici bulli della loro classe.

Il ricordo che stavano guardando il quel momento però, riguardavano sempre i gemelli ma in un contesto più felice dei ricordi precedenti. A quanto pare era la prima volta in cui i gemelli dovevano sciare e Kim gli stava insegnando come scendere una piccola discesa. I tre fratelli indossavano delle giacche da scii dai colori chiari e dei caschi veramente buffi, ma a Byorn non interessarono quei particolari perché la scena che stava osservando era di per sé di una tenerezza inaudita.

"Dai, Oliver, puoi farcela. Vieni verso di me a SPAZZANEVE ok? Metti gli scii a V e sei a posto" stava dicendo la Kim del ricordo. Oliver obbedì, e mettendo i corti scii a spazzaneve, riuscì ad arrivare sano e salvo dalla sorella. Al contrario, Nathan osservava la corta discesa sotto di lui con aria pensosa e piuttosto preoccupata. "Kim, non credo di riuscirci"'disse con tono esitante. "E perché? Oliver c'è l'ha fatta, quindi puoi farcela anche tu. Mica vuoi farti battere da tuo fratello, vero?"rispose Kim.

Il bambino non sembrava tanto convinto da quella risposta, anche se i suoi occhi iniziarono a brillare per la possibilità di vincere sul fratello gemello. "Ok, Kim posso farcela. Sto scendendo! Toglietevi però!"esclamò convito, e i due ragazzi obbedirono. A discapito dell'affermazione, il bambino continuò a rimanere fermo osservando con attenzione la discesa sotto di lui.

"Sto meglio ora". Byorn si risvegliò dal torpore in cui era entrato e guardò la Kim del presente. Aveva riottenuto un po' della sua solita vivacità nello sguardo e un lieve sorriso le era comparso sulle labbra, mentre osservava la sé stessa del passato e Oliver far finta di abbandonare Nathan in modo tale che reagisse.

Il bambino, preso dalla disperazione, si era fiondato verso i due, cadendo a rotta di collo sulla sorella ma rialzandosi con un sorriso trionfante in viso. "Vedi che l'ho fatta?" disse con tono orgoglioso. "E bravo fratellino! Vedi che se ci credi c'è la fai? E poi, pensi che ti avrei abbandonato così?" disse ridendo la sorella maggiore.

"Bel modo per insegnare a sciare qualcuno" notò Byorn. "Se non lo avessi fatto Nath sarebbe stato ancora lì fermo. L'ho fatto per una buona ragione" fece notare Kim. "Strano modo per dimostrarlo"disse con tono scherzoso il demone. La ragazza si alzò ridacchiando. "Taci" disse.

"Allora se le cosiddette frecciatine non funzionano su di te, continuiamo a fare un giro? Mi piacciono i tuoi ricordi" disse Byorn alzandosi a sua volta. Kim lo fissò un'attimo per via dell'osservazione, poi alzò le spalle. "Se ti fa piacere per me è ok". Il volto del demone si illuminò dalla gioia, e Kim non riuscì a non pensare che forse Byorn non aveva vissuto una gran bella vita fino ad allora se i ricordi di una diciannovenne gli interessavano così tanto.

Iniziarono a vagare per l'ennesima volta, osservando le numerose cene di Natale passate insieme ai parenti, alle vacanze con amici o fratelli minori, e gli sprazzi della vita quotidiana della ragazza. Fu così che Byorn scoprì che Kim era entrata quell'anno nel club di teatro, ed era sempre lì che era iniziata la sua relazione con l'ormai ex fidanzato. Un elfo molto carino e non fu tanto difficile capire come mai i due si erano messi insieme.

Da lì passarono facilmente allo spettacolo teatrale di fine anno, la cui trama si basava sul libro "Le mille e una notte". I costumi erano bellissimi, con finti gioielli in cartapesta ad adornare i vestiti persiani dai colori blu scuro, oro, rossi e verdi. I paesaggi erano dipinti su grossi pannelli mobili, con le dune realizzate con sabbia vera e pezzi di conchiglie colorati; mentre i palazzi, gli animali e le piante erano stati dipinti o su cartoni a parte o direttamente sui pannelli. Alcune sedie, un vaso con una pianta, dei dipinti e un tavolino con una ciotola in legno erano gli unici oggetti presenti in scena che venivano cambiato di posizione in base alla scena, e Byorn adorava quel lavoro minuzioso di cambiare gli oggetti per le diverse esigenze dello staff.

La Kim del passato impersonava la principessa Shahrazād, e dal quello che il demone vedeva, stava andando benissimo. Ma guardando la Kim del presente, notò il suo sguardo gioioso in contrasto con il suo sorriso esitante. Stava palesemente cercando qualcosa con gli occhi, non dando la dovuta attenzione alla meraviglia di spettacolo davanti a loro. "Kim" la chiamò Byorn a voce bassa. "Non voglio continuare. Oltre allo spettacolo c'è un ricordo che non voglio vedere. E neanche tu dovresti" disse Kim.

Byorn la fissò perplessa. Sospirando Kim gli indicò un'altro ricordo poco più in là, raffigurante un vialetto di una casa illuminato dalla luce fioca di alcuni lampioni. Non c'era niente di particolare nella scena, e a parte le luci che si riflettevano all'interno della casa e i rumori della macchine in sottofondo, Byorn non riuscì a capire cosa ci fosse di così traumatico tanto da spaventare Kim.

"Ecco...". La ragazza stava cercando palesemente di dire qualcosa per rispondere indirettamente alla domanda del demone, ma Byorn la zittì con la mano. "Se non vuoi raccontarmelo non c'è nessun problema, non è ancora arrivato il momento per farlo, sai?" disse con calma. Kim si rilassò immediatamente a quella osservazione, ma si voltò immediatamente a guardare il ricordo quando sentì il rumore di una macchina fermarsi davanti al vialetto.

Dalla vettura si vide scendere Kim con un borsone in spalla e un abbigliamento prevalentemente nero. Stava discutendo con qualcuno all'interno della macchina, poi annuì e attraversò velocemente il breve vialetto. Dal borsone estrasse un mazzo di chiavi, che scintillarono per via della luce artificiale dei lampioni, aprì la porta d'ingresso e sparì all'interno della casa. "Quanto vorrei non vederlo anche qui: me lo vedo ogni volta quando chiudo gli occhi, e non è per niente piacevole. Non potresti fare qualcosa?" chiese la Kim del presente. "Sì posso". Il demone si avvicinò al ricordo e toccò la parete della casa con una mano. La superficie della casa iniziò a rimpicciolirsi con uno strano risucchio, a Kim ricordava l'acqua sporca del lavandino quando finiva nel tubo di scarico, trascinando con sé anche il giardino, il lampione e la strada. Quando il rumore divenne così tanto fastidioso da risultare insopportabile, la scena improvvisamente scomparve. Kim fissò sbalordita il vuoto che il ricordo aveva lasciato, ma anche felice di non dover guardare la scena nei minimi dettagli. E nemmeno Byorn, per fortuna. Il suo sguardo cadde sul demone, che si stava voltando verso di lei nello stesso momento. Teneva in mano una pallina da golf di vetro trasparente, dove una piccola nuvola nera galleggiava come se nulla fosse. "Wow, ma che figata! Ma che hai fatto?" chiese stupita Kim.

"I ricordi si possono anche conservare in altri tipi di modi, e se non vuoi vederne neanche quando sei in questa dimensione, i ricordi si possono ridurre a queste "Sfere dei non-ricordi". Facile e conveniente"spiegò Byorn porgendogli la sfera. Kim l'afferrò e guardò con meraviglia il ricordo bloccato all'interno. Sorridendo iniziò a giocarci, passandolo prima da una mano all'altra, poi a usarlo come pallone da calcio. "Kim, non dovresti usarlo per questi scopi"disse Byorn con gentilezza.

Il sorriso di Kim si spense immediatamente, e con un'ultimo calcio spedì la sfera da qualche parte nel buio. "Se non posso usarla così, meglio sbarazzarsene" osservò con tono improvvisamente freddo. Si allontanò da tutt'altra parte del ricordo dello spettacolo, e sospirando Byorn la seguì. Ormai aveva smesso di farsi domande sul cambio repertino di Kim, e forse era anche meglio.

Byorn trovò Kim in una stanza dove si stava svolgendo una festa. Delle luci colorate la illuminavano, intervallando colori freddi come il lilla a colori caldi come l'arancione. Doveva essere una festa a tema, visto che ragazzi presenti erano travestiti , anche se non riusciva ad afferrarlo visto i costumi non omogenei. Una ragazza che stava prendendo una bibita era vestita da tigre, mentre due ragazzi che chiacchieravano tra di loro erano vestiti da squali. Kim osservava in un angolo il palco, dove una sua versione del passato stava cantando "Running up that hill".

Entrambi le versioni della ragazza tenevano il ritmo con il piede, muovendo il corpo in modo da non dare una posa statica durante lo spettacolo. "Kim, canti davvero bene. Dove hai imparato?" chiese Byorn avvicinandosi alla sua Kim, quella reale. "In realtà questa è stata la prima volta in assoluto in cui ho cantato in quel modo sai? Se vuoi considerarti fortunato, puoi" disse con semplicità Kim. Indicò una persona travestita da T-Rex che si trovava praticamente davanti a loro, che guardava la Kim del passato completamente immobile e forse un po' meravigliato. "Quello era il mio ex, Kyle. Adorava i dinosauri: secondo lui era l'anello dell'evoluzione più bello prima che questa deteriorasse. Contento lui" disse. Indicò poi un'altra persona, questa volta una ragazza vestita da scienziata, ballare alla sua sinistra. "Quella è Steph. Sempre del gruppo di teatro, ma un invasata per scienze. Quei due sono Oscar e Luke: non facevano teatro, ma ci venivano solo per saltare il club di economia domestica. È quella è Amber: studiava moltissimo, ma almeno è simpatica. E le sculture in cera che fa sono bellissime. Ma a parte loro, non vedo nessun'altro" osservò. Lanciò un'ultima occhiata veloce al pubblico prima di ritornare velocemente a canticchiare la canzone tra sé e sé. Byorn sorrise, concentrandosi sul testo della canzone ma lanciando comunque delle occhiate alla ragazza di fianco a lui. Non si era accorta che stava cantando ad alta voce e ballando con movimenti lenti e a volte veloci. Cavoli se era brava. "Questa ragazza è piena di sorprese, non c'è niente da dire" pensò Byorn.

"Be running up that road, Be running up that hill, be running up that building. C'mon, baby, c'mon darling. Let me steal this moment from you now. C'mon angel, c'mon, c'mon darling. Let's exchange the experience!" cantò Kim. Presa completamente dalla musica, afferrò Byorn per le mani facendo così una piccola sequenza di danza, cadendo poi sfinita su un divano in un angolo. Prese lentamente fiato, sorridendo lievemente per la scena appena successa. Era la prima volta che si divertiva così tanto, e per una volta non si sentiva imbarazzata della presenza di Bayorn o arrabbiata con lui. Era solamente... sollevata. Sollevata che non ci fosse qualcuno di rumoroso dei suoi parenti, sollevata che Byorn potesse accettare la sua rabbia e strani comportamenti senza che battesse ciglio. Si sentiva finalmente capita e lo considerava un bene, visto gli ultimi avvenimenti successi.

"Byornnnnnn.... Le bibite nei ricordi si possono bere? Ho bisogno di un po' di alcol" disse con voce lenta. Se voleva concludere per bene quella giornata e non pensare per una volta all'incidente, meglio affogare i pensieri in un bicchiere di alcol bello forte. "Qui dentro non si potrebbe. Ma se vuoi ho un mobiletto pieno di bibite nella cucina" disse Byorn con calma.

"Allora andiamoci" disse Kim sorridendo lievemente. "Per favore" aggiunse per sicurezza. Il demone rise e la ragazza capì di aver fatto in qualche modo centro. "Forza, andiamo" disse infatti Byorn, e Kim lo segui quasi saltellando verso l'uscita.

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