Magliette oscene
Kyle
14:01
Quindi la situazione è a posto?
Kim
14:01
Si
Kyle
14:01
Lo hai raccontato ai gemelli?
Kim
14:02
Già avvertiti che stasera faremo una chiamata con mia madre. È tutto sotto controllo. Volevo solo avvertirti
Kyle
14:02
Menomale. E tu? Tutto a posto?
Kim
14:03
Sì
Kim
14:04
Mi sento un po' più leggera
Kim
14:04
Ora devo andare mi spiace
Kyle
14:04
Certo, buona giornata. E fammi sapere se ci sono altri aggiornamenti
Kim
14:05
Certo
Kim mise via il telefono nella borsa, giusto il tempo per far in modo che Oliver pensasse che fosse una buona idea disturbare il chihuahua del proprietario del negozio A Tutto Sport.
Il cane, che credeva palesemente di essere un lupo sotto mentite spoglie, iniziò a inseguire il bambino, che in tutta risposta non sembrava così tanto preoccupato di farsi staccare a morsi un polpaccio.
Di tutt'altra idea era il proprietario, che riacchiappò l'animale e lo chiuse in tutta fretta nel retro del negozio, anche se i due fratelli continuavano a sentire il suo abbaiare inferocito anche se drasticamente attutito.
"Non lo devi far agitare quel cane! Sennò passano ore prima che si calmi!" esclamò inviperito il proprietario.
"Dovresti vedere il nostro cane appena vede le auto in autostrada" replicò Oliver, ignorando volutamente le occhiatacce di Kim.
L'uomo sbuffò, inviperito dall' impertinenza del bambino e dall'indifferenza della sorella. Ai suoi tempi si sarebbe sognato di rispondere così a un adulto. Una gioventù allo sbaraglio, ecco com'erano diventati.
Un nuovo cliente entrò nel negozio, e l'uomo dovette allontanarsi dai due per aiutarlo a cercare un determinato tipo di scarpe per correre in montagna. Kim e Oliver usarono quella scusa per uscire con tutta tranquillità, pregustandosi il sole del primo pomeriggio sul volto.
"Comunque, sei un demente" disse Kim. Il volto del fratellino si incupì, dispiaciuto nello scoprire che la sorella stava dalla parte del commerciante piuttosto che dalla sua.
"Se devi confrontare gli altri cani con il nostro dovresti fare meglio" continuò Kim con un sorriso beato in volto. Oliver si distese con una forte risata. Gli mollò un pugno non troppo forte sulla gamba, mentre Kim gli stropicciò i capelli già disordinati.
"Comunque quella maglietta che volevo non si trova. Com'è possibile?" chiese Oliver giusto per cambiare discorso. "Perché è così tamarra che nessuno sano di mente vorrebbe averci a che fare" ribatté Kim, osservando la foto dell'indumento in questione sul proprio telefono. Oliver lanciò un'occhiata sia alla foto che alla sorella, scuotendo la testa con fare altezzoso.
"Semplicemente sei troppo elegante per questo. Non capirai mai. Anzi, perché non disegni qualcosa di altamente tamarro ma anche così elegante da far sfigurare chiunque sulle passerelle di alta moda?" esclamò il bambino, gasato da quella idea. Già si immaginava il modello in questione con la visiera del cappello girato all'indietro, occhiali da sole e il qualsiasi indumento creato dalla sorella fare un figurone durante una sfilata. Kim ci avrebbe fatto i milioni per averlo ideato e cucito, ma anche Oliver ci avrebbe guadagnato qualcosa visto che l'idea vera e propria l'aveva ideata lui.
Kim guardò perplessa il fratellino immerso nel suo sogno ad occhi aperti, il volto disteso in un'espressione così gioiosa da poter illuminare la cascina di Arthur per almeno due settimane. Riguardò la foto rappresesentate una maglietta grigia, dove svettava un muso di un lupo. Il viola gli colorava il pelo, mentre gli occhi e il naso lo contrastavano con un caldo arancione scuro. Probabilmente l'intera catena era fallita dopo l'uscita di quell'abominio, oppure era solo l'idea di qualche artista dell' internet che non aveva avuto successo.
Kim decise di illudere il fratellino ancora per un po', almeno fino a quando non si sarebbe stancato di fare continuamente un buco nell'acqua. "Allora cerchiamo nel prossimo negozio, poi basta. Oggi devo finire un po' i compiti e anche tu" osservò. In tutta risposta Oliver sbuffò, e cercò di seminare la sorella allontanandosi il più possibile da lei.
"Ingenuo. Non si ricorda che gli ho insegnato io questi trucchi?" pensò Kim, sorridendo al pensiero che i fratelli stessero imparando così in fretta. Aveva un vago ricordo di lei a cinque anni che chiedeva perché non aveva una sorella o un fratello più grande al contrario di una sua amica di allora, ma non si ricordava n'è a quale genitore l'aveva chiesto né la sua risposta.
Mentre rincorreva Oliver per le strade di Orchidea della Luna, Kim rifletté come sarebbe stata la sua vita con un fratello maggiore: magari sarebbe stato lui o lei a insegnare i trucchi su dove andare in vacanza con gli amici o che tipo di macchina comprare appena presa la patente. O anche avere una figura di riferimento su come affrontare la tesi all'università.
Per fortuna aveva già programmato il tipo di università da fare: quella di Fashion Design. Aveva calcolato quella più vicina a Last Coast, i costi e se fosse il caso di affittare un appartamento per tutta la durata degli anni scolastici o di soggiornare nel campus. Aveva pensato anche di iniziare a lavorare part-time in un bar vicino alla sua scuola per racimolare qualche soldo pur di non pesare ai genitori, ed effettivamente il proprietario aveva dato il suo consenso, avvertendola appena uno dei suoi dipendenti avesse dato le dimissioni.
Kim non seppe mai se uno dei dipendenti si fosse licenziato alla fine, ne gli scrisse un messaggio per averne la conferma. Anche la scelta dell'università alla fine le era sfumata davanti agli occhi. Anche se mancava un anno per scegliere, ai suoi occhi decisamente poco per una tappa così importante della sua vita, dopo l'incidente non le importava più niente.
Perché pensare al suo futuro se il suo presente era così incerto?
Perché quel coglione ha dovuto rovinare tutto per un suo capriccio?
Perché la gente doveva essere così egoista tanto da rovinare la vita alla gente che gli stava attorno?
Furente Kim tirò un calcio a un sasso al lato della strada, colpendo il sedile di un motorino grigio parcheggiata abusivamente sul marciapiede. Non le parve un'idea malvagia colpire il mezzo per farlo cadere a terra, giusto per ricordare al proprietario che non ci fossero conseguenze per le sue bravate, ma venne fermata giusto in tempo da un urlo di Oliver.
"Kim! L'ho trovata!" esclamò. La ragazza si voltò verso la sua direzione, sorpresa di vedere quella dannata maglietta-lupo esposta in bella mostra in vetrina.
Per fortuna non aveva quei colori oscena visti in foto, ma un sobrio nero per il pelo e un blu scuro per i dettagli.
"Me la prendi? Per favore!!!" esclamò Oliver, sfoderando la mossa degli occhioni da cucciolo. "Non esageriamo, non spenderò tutti i miei risparmi per una roba tua. Facciamo metà e metà!" ribatté la sorella.
Il bambino sembrò offeso da quella eventualità, sicuramente voleva comprarsi chissà quanti dolci durante tutto il corso delle vacanze, ma Kim non lo permise.
Trascinò così il bambino all'interno del negozio, e dopo aver trovato la sua taglia giusta, aspettò con impazienza che Oliver prendesse il suo portafoglio e contribuisse nel pagarla.
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