Il potere di Byorn entra in azione ma non come sperato
La furia di Kim era come il carburante: più si aggiungeva, più l'incendio che si sarebbe creato sarebbe aumentato in modo drastico. E nel caso, l'incendio che Pablo aveva acceso era terribile: Mary non si poteva toccare, e il recente comportamento di Kim non centrava niente con lei. Era solamente peggiorato negli ultimi tempi dopo l'incidente.
Le venne in mente un ricordo con il padre avvenuto anni prima: erano nel giardino di casa loro, in estate, nel bel mezzo di un allenamento. Per lo più erano lezioni di autodifesa e su come usare ogni tipo di oggetto per difendersi o attaccare il proprio avversario, e una volta al mese facevano un recap delle lezioni imparate e passavano minuti, addirittura ore, a colpirsi senza inclusioni di colpi.
La Kim di allora, di quattordici anni ben piazzati ma con una faccia da wrestler professionista, venne colpita prima da una mazza di hockey, poi da un pugno in piena pancia. La bambina cadde a terra, e dolorante replicò al padre che era troppo ingiusto nei suoi confronti.
"Non si fa così papà! Mi hai fatto male!" continuò inviperita. "Il mondo ti farà sempre male in qualche modo, sia fisicamente che mentalmente. Io ti devo aiutare a salvarti, temperando il tuo fisico in modo che non devi aspettare che qualcuno si prenda tutto il tempo per venirti a salvare da un coglione con dubbie intenzioni" ribatté l'uomo che torreggiava sopra di lei. "Ma che stai dicendo papà? Ti sei ammattito?" esclamò Kim.
"Tesoro, tu non lo hai ancora notato ma sei una ragazza molto carina. Avrai molti pretendenti in futuro, solo che ci saranno dei tipi così tanto sviati che per averti faranno di tutto. Di tutto Kim, anche rapirti e legarti e abbandonati morente da qualche parte. E se ora ti lamenti che sono troppo cattivo con te che hai quattordici anni, non tutti la pensano nello stesso modo: molti bambini della tua età e anche di meno lavorano per recuperare materiali per i telefoni o per i trucchi. Capito Kim? Sopravvivi e sii brutale verso gli altri, difenditi perché non tutte le pecore sono quello che sono".
"E dovevo sapere che tu eri una di quelle pecore" pensò Kim. Tirò un calcio ad una sedia ornamentale di un negozio di falegnameria, e con il cuore in fiamme superò la via e il negozio di dischi che fino a qualche minuto prima voleva andare a visitare.
Dopo il libraio, Byorn visitò rispettivamente un negozio di pozioni di una strega (le pozioni venute male creavano una strana puzza di uovo marcio e i vicini continuavano a lamentarsi), una birreria di distillati magici ormai in declino di una coppia mista (l'umana della coppia, Lily, voleva usare i nuovi macchinari che il mercato offriva mentre il marito, l'uomo-zucca Clay, voleva continuare ad usare quelli ad alimentazione magica), e un negozio di manichini viventi in ceramica (ultimamente il materiale che il gestore usava era sempre più grezzo e i manichini non venivano bene).
Secondo la lista che Byorn aveva in tasca, l'ultimo posto che doveva visitare era la casa di un ragazzo che si credeva un gran produttore di film ma che creava solo disturbi vari agli attori che noleggiava a ore, tipo non pagandoli quanto gli era dovuto.
"Dai, posso farcela. E a lavoro finito, posso continuare il libro" pensò. Il volume, depositato in un sacchetto di una pasticceria ricevuto in regalo da Lily, continuava a sbattergli contro la gamba, rammentandogli continuamente tutte le informazioni che non aspettavano altro di essere scoperte.
L'indirizzo del regista si trovava lungo la strada che portava alla collina dei sindaci, e Byorn sperò di trovare anche un po' di tempo per andare a visitarlo, giusto per qualche minuto.
I suoi programmi vennero disfatti in breve tempo da qualcuno: quel qualcuno non era altro che la stessa persona sdoppiata e con la stessa maglietta viola, gli stessi capelli neri chiaro, gli stessi occhi grigi-verdi e lo stesso sorriso il volto. Meglio noti come Nathan e Oliver, I due gemelli osservavano con interesse la vetrina di un supermercato, indicando con il dito cosa dovessero prendere e segnandolo con una penna rossa sul foglio che tenevano in mano.
Si avvicinò ai due con aria furtiva, che da quel che sentì volevano comprarsi gli ingredienti per le crêpes e del salame piccante. "Salame piccante? Non siete troppo giovani queste cose?" chiese appena fu abbastanza vicino.
I gemelli fecero un salto all'indietro per lo spavento, rischiando per poco di far volare in un tombino il piccolo portafoglio verde che Nathan- o forse Oliver- teneva in mano.
"Che ci fai qui?!" esclamò quello che sembrava Oliver. "Questioni di lavoro. Perché volete comprare un salame piccante?" ripete Byorn con voce tranquilla. "Fatti nostri!" ribattè quello che sembrava Nathan, mentre cercava di tenere un'espressione orgogliosa incrociando le braccia al petto. "Volevamo fare una gara a chi resisteva di più mangiando più fette possibili di salame!" esclamò Oliver/Nathan. "Idiota! Doveva rimanere un segreto!" sbottò il fratello. Gli tirò un pugno sul braccio, ma il ragazzino rimase confuso.
"Nath, che c'è? Tanto lo avrebbe scoperto comunque" disse. "Doveva rimanere comunque una cosa nostra" affermò Nathan con aria truce.
Il litigio venne fermato dall'improvvisa comparsa di Kim. Oliver, che teneva la lista della spesa in mano, se la nascose frettolosamente in tasca ma la sorella non parve neanche notare il gesto. Si rivolse a Byorn con aria così furiosa che il demone temette che di andare a fuoco da un momento all'altro.
"TU! PERCHÉ NON MI HAI DETTO DEI TIZI PIETRIFICATI?!" gridò. "Tizi pietrificati? Quali tizi pietrificati?" chiese stupidamente uno dei gemelli. "Nath, non mi rompere il cazzo. Entrate subito nel negozio e comprate quel cazzo che vi serve. Poi andatevene a casa!" urlò la ragazza. I due bambini arretrarono spaventati poi, con le lacrime agli occhi, corsero all'interno del supermercato .
"Kim, posso spiegare" tentò di dire Byorn. Aveva capito che la ragazza intendeva il trio che l'aveva attaccata dopo il loro primo appuntamento, ma non pensava che l'avrebbe scoperto. Anzi, sospettava che quei tre avrebbero svuotato il sacco appena l'avessero riconosciuta... Dannazione, avrebbe dovuto fare qualcosa per evitare la cosa.
"Davvero?! Allora dimmi, sono molto curiosa!" esclamò Kim. Incrociò le braccia al petto e pianto gli occhi sul viso del demone, che per la prima volta esprimevano solo una follia omicida per il mondo in generale, senza alcuna distinzione se la persona che si trovasse davanti fosse uno sconosciuto o no.
Byorn si irrigidì: quel tipo di sguardo lo aveva due volte nella sua vita. La prima volta con i genitori di Jacqueline, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, la seconda volta quando Arthur era andato a trasformarlo in un maiale. Per la prima volta non era una persona esterna alla faccenda a reagire con rabbia, questa volta era il diretto interessato...
Sentì il suo respiro diventare molto più rarefatto, e anche Kim sembro notare quello strano comportamento. Il suo sguardo si sciolse e venne sostituita con una più preoccupata. "Byorn? Tutto bene?" chiese. Fece qualche passo verso di lui ma il demone si allontanò.
"Kim, fammi spiegare" disse. La ragazza si bloccò immediatamente. "Io volevo dirtelo... o forse no. Non mi sembrava importante da dire. Stava andando tutto così bene, e rovinare il tutto per una cosa così marginale... non mi sembrava il caso ecco. Ci divertiamo insieme, no?" chiese Byorn esitante. Kim sembrò stupita da quella strana confessione.
"Certo che ci divertiamo. Anche se in alcuni momenti sembra che stiamo correndo troppo per essere un normale rapporto di amicizia" disse con tono esitante. "In che senso stiamo correndo troppo? Kim, per favore sii sincera: ho qualche problema che non ti aggrada? Sono rotto per te?" chiese Byorn ancora più confuso. "Byorn, che cazzo stai dicendo? Per me vai benissimo così . Al massimo sarei io quella rotta" esclamò Kim.
"È tutto uno sbaglio... Questa amicizia è uno sbaglio... Io... Ecco...". Lo sguardo di Byorn si posò su quello di Kim, e quell'attimo di disperazione misto a follia finì in fretta com'era iniziato. Tirò un lungo sospiro di sollievo, rassicurato che quell'attimo di debolezza fosse definitivamente passato.
"Byorn, che stai facendo?!" gridò qualcuno alle sue spalle. Riuscì a voltarsi leggermente prima che Nathan gli desse un violento spintone facendolo volare a terra malamente. Con la coda dell'occhio notò Kim barcollare all'indietro mentre si teneva la testa, e il demone sentì un rumore che conosceva fin troppo bene: un rumore simile ad una corda rotta, ricollegabile a quando la sua pietrificazione veniva interrotta mentre era in uso.
E capì che inconsciamente stava pietrificando Kim, che ora lo stava guardando con terrore. Aveva il respiro affannato e le gambe le tremavano non poco. Sembrava che stesse per dire, che non tardò ad arrivare. "Ma che cazzo fai Byorn!" urlò infatti dopo qualche secondo. Afferrò la borsetta che le era caduta per terra, e con un'ultimo sguardo rivolto al demone scappò via.
"Kim!" urlò uno dei gemelli. Fece qualche passo verso la sorella ma la ragazza era già scomparsa. L'altro gemello si voltò verso Byorn, che era ancora seduto per terra e si teneva la maschera in mano.
Il bambino restò scioccato quando realizzò che la maschera non era al suo posto, e fissò il viso del demone. Per fortuna non lo vide perfettamente, solo un pezzo della guancia sinistra, evitando di rimanere pietrificato neanche lui.
Riuscì a sbottare un: "Byorn, ma che è successo?" prima che il demone si alzasse e si avviasse nella strada opposta presa da Kim. Lasciò cadere la maschera per terra, che atterrò con un tonfo secco, e si allontanò.
"Ho pietrificato di nuovo una persona innocente e neanche lo volevo" fu l'unico pensiero che attraversò la mente del demone.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top