Il demone, la ragazza e lo specchio

"Quindi si possono vedere anche i ricordi più vecchi? Allora mi hai mentito l'ultima volta" disse Kim mentre osservava i pezzi dello Specchio dei Ricordi svolazzare qua e là. "Da quel poco che conosco di te, meglio dirti le cose a piccole gocce: per fare in modo che un fiore cresca in un modo meraviglioso, devi dargli un sacco di attenzioni sai?" disse Byorn sorridendo. "Quindi per te sarei un fiore: posso sapere quale?" chiese Kim perplessa. Il demone la fissò per qualche secondo, mentre Kim cercava di tenere una posa più formale e dritta possibile: se doveva scoprire che tipo di fiore fosse, meglio fare la migliore figura possibile. "Una rosa sarebbe troppo facile: ti inquadro meglio come una mimosa o la lavanda" disse Byorn sorridendo.

"Fiori alternativi... mi piace" pensò Kim soddisfatta. Per un'attimo pensò a Kyle e al fatto che l'aveva sempre chiamata "Bocciolo di Rosa": quel soprannome le aveva sempre fatta sentir desiderata e amata, ma con Byorn che l'aveva chiamata con un fiore diverso... in realtà neanche lei sapeva cosa sentisse in quel momento: non riusciva proprio a definirla quell'emozione.

"Kim?".La ragazza alzò lo sguardo verso Byorn, che la fissava con fare perplesso mentre lo specchio integro dietro di lui brillava di un'improvvisa luce bianca. "Scusa che hai detto?" chiese Kim. "Stavo dicendo che era giunta l'ora di affrontare i miei demoni" disse Byorn. Kim lo fissò in silenzio. "Byorn" disse. "Kim" ribatte il demone. "Hai veramente un umorismo di merda" disse la ragazza con semplicità. E fu così che quella sensazione che aveva provato pochi istanti prima si dissolse con velocità, facendo tornare Kim alla solita ragazza degli ultimi mesi. Un cambio così impercettibile ma che non fuggì all'occhio attento di Byorn.

"Dai, ci ho provato. E poi Kim, basta con questo linguaggio così scurrile. Se provi ad essere più gentile potresti essere, non lo so, più felice?" tentò di dire Byorn. "Ma anche no! Sono felice anche così. Ma la cosa che mi interessa ora è un'altra: cosa devo fare con lo specchio?" chiese Kim indicando l'oggetto dei suoi desideri. "Devi solamente attraversarlo, senza se senza ma" disse il demone, dispiaciuto per il suo tentativo fallito di far tornare Kim al lato buono dell'esistenza.

Kim si avvicinò allo specchio e provò ad appoggiare la propria mano sul vetro, tirando un mini urlo quando l'intero braccio sprofondò all'interno dello specchio. "Ma che?!" sbottò. "Tranquilla Kim, ci sono qui io" disse Byorn afferrandogli delicatamente il braccio sinistro. Kim si girò lentamente verso di lui incenerendolo con lo sguardo, e il demone la lasciò immediatamente, allontanandosi per sicurezza anche di qualche passo.

Kim respirò profondamente , chiuse gli occhi e "immerse" nel vetro la testa fino a metà busto.La sensazione che provava non era neanche così spiacevole: sentiva solo una leggera sensazione di freddo lungo la spina dorsale, ma nient'altro di strano. Con la propria serenità riacquisita, Kim portò le gambe al di là dello specchio e si stiracchiò con calma.

Sentì un rumore strano dietro di sé, una specie di sussurro molto basso, e si voltò. Con suo sommo sollievo era solo Byorn che stava attraversando lo specchio, e capì che lo strano sussurro di poco prima doveva essere il "rumore" che un corpo produceva quando attraversava lo strano portale magico. "Allora Kim, com'è andato il breve viaggio?" chiese il demone. "Si si, solo un po' di freddo ma tutto bene" rispose Kim.

Solo in quel momento si degnò di osservare il posto in cui si trovava e restò abbastanza perplessa. Il demone e la ragazza si trovavano in una semplice stanza fatta con un legno rozzo e chiaro, dalle pareti alte e dagli angoli obliqui. Sembrava l'interno di una torre medievale, ma l'unica decorazione oltre a qualche finestra era lo specchio da cui erano entrati.

"Ehm... Byorn, dove sono i ricordi?" chiese Kim perplessa. "Aspetta un attimo Kim, ancora un momento di pazienza e vedrai con i tuoi occhi" disse Byorn con tono tranquillo. La ragazza sospirò frustrata e incrociò le braccia al petto, guardando la stanza attorno a sé aspettandosi di vederla esplodere o cosa. Invece dell'esplosione, le pareti davanti a lei si divisero lentamente, allargandosi lentamente verso l'esterno, rivelando un'immensa stanza bianca stendersi per kilometri in ogni direzione. "Wow! Che figata!" esclamò Kim correndoci dentro. Byorn sorrise divertito, anche se si chiese cosa volesse dire "che figata". "A quanto pare deve essere un nuovo gergo dei giovani" pensò mentre seguiva la ragazza.

Byorn trovò Kim intenta ad osservare un suo ricordo riguardante molti anni prima: un ballo dell'aristocrazia all'interno di una sala da ballo, decorata per lo più con colonne e pareti dorate e con drappi dalle sete più preziose, con i membri della nobiltà intenti a ballare un complicato valzer nei loro bellissimi abiti in velluto e gioielli. In sottofondo un'orchestra suonava con violini, piani e arpe.

La cosa divertente della "Dimensione dei Ricordi" era che potevi vedere ogni singolo ricordo conservato lì dentro come se la stessi vivendo in tempo reale: Byorn poteva sentire le risate e le chiacchiere proveniente dal pubblico che non ballava, i passi dei ballerini che riecheggiavano nella sala e i rumori delle stoviglie. Sorrise tra sé e sé.

"Dove ti trovavi in questo ricordo?" chiese Kim indicando la sala da ballo. "Era la festa di compleanno di qualche nobile, ora non mi ricordo quale... Mi verrà in mente dopo" disse con tono pensoso il demone. "Comunque è fighissima sta cosa che vedi i ricordi... così. Sembra di vedere un film" disse Kim sorridendo. "E pensare che da qualche parte dovrebbero esserci anche i tuoi ricordi: non so come funziona, ma quando entri nello Specchio dei Ricordi, quest'ultimo li riflette anche se non li hai mai salvati all'interno" disse Byorn. Kim sgranò gli occhi e si voltò di scatto verso di lui. "Come?Perché?!" gridò sbalordita. Byorn alzò le spalle. "Non saprei. L'ho scoperto per caso quando, la prima volta che ero entrato qui con le ragazze, c'erano dei loro ricordi che loro non avevano mai salvato. All'inizio pensavamo che avessimo comprato uno Specchio difettoso, ma a quanto pare è proprio un'opzione dello specchio. Non fare quella faccia Kim, ti scongiuro. Giuro che non vedrò nessun tuo ricordo se non vuoi" disse Byorn notando lo sguardo pieno di orrore della ragazza. "E farai bene!" sbottò Kim.

Si voltò e si diresse a passo deciso verso un ricordo a caso del demone, evitando di fargli notare che era arrossita dalla rabbia. Possibile che, ogni volta che faceva qualcosa che riguardava il demone, poi la situazione si rivoltava sempre contro di lei? Faceva meglio a chiudersi in camera e incendiarla dall'interno, ecco cosa doveva fare. Poi il viso dei gemelli le comparve in mente e si fermò di botto: sicuro non li avrebbe abbandonati per così poco, e sicuro i bulletti della classe dei gemelli non si distruggevano da soli.

Tirò un lungo sospiro, e solo in quel momento si accorse che era finita in un reparto di ricordi vecchi. Lo aveva capito grazie ai vestiti che i personaggi indossavano: sembravano provenire dall'inizio del novecento, e poteva scommettere tutta la sua paghetta settimanale che quella nel suo ricordo a destra era una macchina della seconda guerra mondiale.

Alla guida della macchina c'era una versione di Byorn più giovane e con addosso una divisa militare vecchia, mentre al posto del passeggero c'era Jacqueline, con la stessa divisa ma dall'aria più trasandata, stanca e completamente assorta nei propri pensieri. Del ragazzo nessuna traccia.

"Kim, sei andata troppo oltre. Questi ricordi sono del 1946" disse Byorn spuntando dietro di lei. Le afferrò la mano e con delicatezza la direzionò da tutta altra parte. "Ehi aspetta!" sbottò Kim voltandosi per un secondo verso la macchina. Fece appena in tempo a vedere Jacqueline appoggiare il proprio braccio destro sulla portiera dell'auto prima che Byorn l'avvolgesse in un abbraccio interrompendole la visuale. "Kim. Per favore" disse a bassa voce.

Kim rimase immobile, con la faccia schiacciata tra le braccia e il petto di Byorn, pensando a quanto fosse strana situazione. "Ma che sta succedendo? Ho fatto qualcosa di strano?" pensò perplessa. Con le dita strinse il completo elegante di Byorn notando l'ottima fattura e la morbidezza della seta, e per un attimo si lasciò cadere nel torpore che il corpo del demone trasmetteva. "Ha la pelle calda. E molto morbida. Chissà che crema usa" pensò per un secondo. Un attimo dopo si riscosse e con delicatezza si staccò dal demone. "Ma che cazzo di pensieri faccio? Solo perché mi ha abbracciato per la prima non vuol dire che devo fare questo tipo di pensieri. Kim, stai perdendo colpi" pensò rigida.

"Senti Byorn, indicami i ricordi che non devo guardare così andiamo direttamente a quelli con Miriam" disse con tono truce. Il demone allungò il braccio destro e indicò un punto impreciso tra un ricordo rappresentante una gara tra due cavalli e uno con Opal e Pearl che si allenavano in una complicata danza che si allontanava da ogni ballo che Kim aveva mai visto.

Si diresse verso quel punto senza dire niente seguita a ruota libera da Byorn, dove il demone si fermò solo per un secondo verso il ricordo dell'auto, dove Jacqueline rivelava un moncone vuoto dove una volta aveva il braccio sinistro. E Byorn sapeva che era colpa sua se la ragazza non aveva più il braccio sinistro e di cosa sarebbe successo dopo. Corse via prima che quei pensieri infidi si riversassero sulla sua mente, cercando una speranza di vita nella pericolosità simpatica di Kim.

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