I ricordi di Opal

"É stato fantastico! Dovevate vedere la faccia di Byorn e delle ragazze. E c'era Erycan che non emetteva nessun suono dalla paura... quello sì che era divertente! L'unica che è rimasta impassibile è stata Rosalya... Nath, non credo che sia andata a leggersi la trama su internet, a malapena sanno cosa sia l'internet... No, non ho visto computer in giro, ne tanto meno dei telefoni. Si, puoi dire allo zio che passo qui la notte a dormire? Byorn non si fida di Orchidea della Luna a quest'ora della notte e sinceramente non posso dargli torto. Ti voglio bene, mostriciattolo. Salutami gli altri. Ciao". Kim spense il tasto per finire la conservazione e fissò la porta che Byorn gli stava indicando fieramente.

"Che è? Per caso hai una stanza segreta piena  di dolci e hai intenzione di mostrarmela? Perché, in quel caso, non farei a meno di un bel gelato alla crema" disse Kim ridacchiando. "Purtroppo no, non ho una camera del genere. Ma questa ti piacerà di più, ne sono certo" disse Byorn aprendo la porta, rivelando al suo interno una camera da letto. Una camera provvista da un letto dalle tendine in seta trasparente, pareti rivestite da una carta da pareti di un bel rosso rubino e dal pavimento di un bel legno scuro. Anche li erano presenti delle librerie, ma un'altro dettaglio che fece impazzire Kim erano i lampadari antici ad illuminare l'ambiente con una bella luce calda. Era fantastica e Kim non poté non adorarla.

"Posso trasferirmi qui? È seriamente bella. I curatori di un qualunque museo impazzirebbero per una stanza del genere" disse. "Bhe, pensa che ci dormirai tu questa notte. Ti sembrerà di essere una principessa, te lo prometto" disse Byorn. "In realtà mi preoccupo più per te che per me dopo la visione di Annabelle. A proposito, in tutto questo dove hai lasciato la bambola?" chiese Kim sorridendo maliziosamente. "È al piano di sotto, ancora sul divano. Ho chiuso la porta del salotto a chiave, così per questa notte saremo al sicuro" spiegò Byorn con fare pratico.

"Accidenti, l'ho proprio traumatizzato" pensò Kim sorpresa. "Senti, visto che non voglio che tu muoia di infarto durante la notte, mi fai vedere dov'è camera tua così vengo a salvarti in caso di bisogno?" chiese invece con tono scherzoso. Dei passi leggeri interruppero la conversazione, e nel voltarsi Kim si trovò a faccia a faccia con Rosalya. Si teneva la maschera con due dita, e dal lieve sorriso che aveva sulle labbra, non sembrava rimasta troppo spaventata dal film. "In realtà questa sera Byorn non avrà bisogno di te cara, dormirà tranquillamente per tutta la notte" disse. Poi si avviò verso camera sua con fare tranquillo.

"Ma che cavolo è appena successo?" chiese Kim perplessa. "Avrà usato il suo potere. Ma non preoccuparti, la mia camera è quella lì" disse Byorn indicando la terza porta a destra. "Perfetto, e dopo questa bella notizia vado a provare quel bellissimo letto che mi sta chiamando. Buonanotte Byorn" disse Kim battendogli una mano sul braccio. Si fiondò sul grosso letto, mentre il demone le chiudeva la porta alle sue spalle con una risatina, non sentendo così il piccolo urlo strozzato quando Kim sprofondò nel morbido materasso.

"Vaffanculo!" riuscì a pensare, mentre riuscì a trovare una posizione comoda a mo di stella marina. Come se il materasso non fosse già comodo, anche la coperta in velluto rosso scuro trasudava un esplicito messaggio: "Usami". "Vaffanculo a te e a questi comodissimo letto" pensò Kim ficcandosi sotto la coperta con fare iroso. Rimase immobile, accoccolata e avvolta nella sofficessa della coperta e del calore che trasmetteva come, beh, come una coperta calda. E fu così che, in una sonniveglia piacevole, la mente di Kim iniziò a vagare nei ricordi dei Natali precedenti, sognando ciccoccolate calde, sciate in montagna e vestiti caldi.

Dei leggeri passi sul parquet arrivarono all'orecchio di Kim, ma si svegliò completamente quando percepì qualcuno sedersi accanto a lei. "Kim, tutto bene?"sussurrò una voce femminile. "Sarebbe stato meglio se mi avessi fatto dormire, Opal" replicò Kim.

Opal rise imbarazzata, ma questo non le impedì di stendersi sul letto e fissare Kim mentre si svegliava lentamente. "Bello il coniglio" disse quest'ultima dopo aver notato l'animale scorrazzare libero sul letto. "Dovresti conoscerlo sai? Me lo ha regalato Miriam poco prima che morisse" spiegò Opal. Kim osservò meglio il coniglio e inarcò il sopracciglio. "Ed é sopravvissuto seriamente per tutti questi anni? I conigli non  dovrebbe vivere per otto anni se tutto va bene?" chiese. "Non so che cosa gli abbia dato Lives, ma al  mio piccolo amore deve avergli fatto bene perché ora è in forma. Ma ora la mamma è venuta a prendersi cura di te, e posso coccolarti quando voglio e curarti molto più spesso di prima" disse Opal accarezzando il coniglio tra le orecchie. In tutta risposta, l'animale si rifugiò sul cuscino di Kim e si appisolò in un battibaleno.

"Senti, posso andare a dormire o devo subirmi i tuoi messaggi d'amore per le prossime ore?" chiese Kim spostando il coniglio sul materasso. "In realtà volevo chiederti com'è andata all'interno dello specchio" disse  Opal frettolosamente. "Bene, perché?" chiese Kim confusa. "E per caso hai visto, così per sapere, com'è morta Miriam" chiese Opal imbarazzata. "Certo. Insomma Opal, che c'è? Che vuoi sapere?"esclamò Kim ormai seccata. "Volevo sapere se ti avesse fatto vedere quando Arthur  ci ha  trasformato in maiali, tutto qui. Sai, per lui quell'episodio non è proprio una cosa per cui va fierissimo, e visto che temevo che non ti avesse fatto vedere tutto pensavo che perdessi qualche pezzo della storia. Perché se Byorn non ha accennato al dopo dell'incidente di Miriam, dovrei fartelo vedere io" spiegò Opal velocemente. Kim non disse niente sul fatto che il discorso appena fatto non avesse molto senso, ma le pareva ancora più strano che quella parte della storia dovesse raccontarlo lei.

Lo chiese e Opal rispose con tono  serio: "Perché sarei l'unica persona che può raccontartelo meglio su come è andata quella sera". "Va bene?" disse Kim con fare perplesso ma allo stesso tempo incuriosita. "E preparati, non sarà un racconto leggero" replicò Opal prima di sistemarsi per bene sul letto e iniziare il suo racconto di ventiquattro anni prima.

"Quel maledetto di Arthur! Non dovrebbe trattarti così, non hai ucciso tu Miriam!" esclamò Erycan con tono infuriato. "Ma per lui è così" replicò Byorn con voce ferma. Erycan incrociò le braccia con tono offeso. Non aveva mai visto quella versione così dedita allo sconforto, e se doveva essere onesta non le piaceva neppure. "Dovresti andare lì e dirgli qualcosa. Fatti valere. Insomma, sei un Demone Superiore, dovrebbe essere facile per te. Perché non lo fai?!" ribattè.

"Erycan smettila subito. Adesso non serve la tua moralità seccante. Non vedi che ha bisogno di aiuto?" esclamò Opal entrando nella stanza. Indossava un lungo vestito blu scuro e teneva in entrambe due tazze fumanti. Del coniglio che Miriam le aveva regalato solo poche ore prima, nessuna traccia.

"Perché, tu sapresti aiutarlo?" sbottò Erycan furiosa. "Sicuramente meglio di te. E ora fuori" disse Opal. Il demone dai capelli castani sbuffò rumorosamente e uscì come una furia dalla stanza, sostituendo l'aria pesante in un silenzio delizioso. Opal si avvicinò lentamente a Byorn e si sedette sul bracciale del suo piccolo trono in legno, con delicatezza gli mise una tazza nella mano destra e l'osservò mentre sorseggiava il suo tè preferito. Sicuramente non si accorse di cosa stava bevendo perché non la ringraziò ma a lei andava bene così: a volte lo shock e il dolore ti faceva muovere  in automatico, e lui né aveva  subito uno pesante da poche ore. Con tristezza osservò il tramonto fuori dalla finestra.

"È molto bello, non ti pare?" disse Opal dopo qualche minuto di silenzio. "Sarebbe molto più bello se Miriam non fosse morta qualche ora fa per colpa mia. Sono un pessimo amico e un pessimo fidanzato con Jacqueline" ribattè Byorn. Con furia sbatte la tazza sul tavolino vicino a lui, e sulla ceramica comparirono diverse crepe più o meno profonde.

Opal scosse la testa. "Non fare così Opal. Sai che è così. Tutte le persone che amo poi muoiono, e di certo non dovremo aspettare molto prima che la furia di Arthur si abbatta su di noi. Forse non dovremmo aspettare troppo: potrebbe succedere anche ora" replicò Byorn. "E allora aspetterò qui insieme a te, anche a costo di morire" disse Opal abbracciandogli il braccio destro. Senti la pelle sotto il tessuto irrigidirsi, e sentì la voce del demone che ormai da tempo adorava replicare un: "Non dirlo neanche per scherzo Opal. Se morite anche voi, resterò solo per sempre".

"E chi dice che rimarrai da solo?" ribattè lei. "Il fato" rispose Byorn. "Allora dovremo tirare un bel calcio a questo fato, perché io non ti abbandonerò mai. E neanche mia sorella. Ma se ci fosse questa remota possibilità che possa succedere,  dovrai trovare qualcun'altro da amare. Devi promettermelo assolutamente. Nessuno può restare troppo tempo da solo senza qualcuno da amare, capito?" chiese Opal fissandolo con sguardo serio. Per la prima volta da ore Byorn sorrise, ma scomparve in fretta appena qualcuno comparve alla porta.

Opal si voltò e si trovò faccia a faccia con Lives, che si era appoggiato al muro per riprendere fiato. Sembrava che avesse fatto una corsa per arrivare fin lì, supposizione che si rivelò esatta  visto che il demone esclamò: "C'è Arthur che sta lanciando un incantesimo verso di noi fuori dalla villa". "Cosa?!" esclamò Byorn fiondandosi verso la finestra. Ritornò qualche secondo dopo verso Opal, le afferrò il braccio come per dirle qualche messaggio, Opal suppose uno d'addio, ma ci ripensò. Lasciandole il braccio si affrettò a raggiungere Lives alla  porta. "Dobbiamo cercare di fermarlo. Lives, vieni con me" disse. "Subito mio signore" affermò il portinaio. "Vengo anch'io" ribattè Opal. "E chi dice che non volevo portarti con me?" chiese Byorn sorridendogli. Opal fece lo stesso.

Il trio iniziò a correre verso l'entrata della villa, mentre strani lampi di magia color blu risplendevano lungo le pareti e sui pavimenti. Opal si rese conto che le frequenze tra un lampo e un'altro dimuovano e che il blu diventava via via sempre più intenso. Strinse forte la mano di Byorn, che si voltò prontamente per chiederle se stesse bene, ma lei scosse la testa. "Byorn, l'incantesimo si sta facendo sempre più forte. Non riusciremo mai ad arrivare in tempo" disse. "Allora se è così... Lives, dovrai cercare di  salvarti. Devi prenderti cura della casa mentre noi saremo sotto l'effetto dell'incantesimo, qualunque esso sia. Mi raccomando Lives, è importante per noi se lo fai" disse Byorn guardando il demone-portiere con serietà. "Ma signore, come faccio ad uscire se non dalla porta d'entrata?" ribattè Lives.

"Dovrai uscire dalla finestra" affermò Byorn. Lasciò la mano di Opal per afferrare il braccio del servitore, correndo all'interno della stanza più vicina a loro. Era una delle stanze delle ragazze, probabilmente quella di Pearl per via del colore lilla presente in molti oggetti d'arredamento, e aprì la finestra. Sotto la finestra, c'erano quattro metri d'altezza che terminavano su una piccola siepe di orchidee. Lungo la strada, un cerchio rituale di luce blu risplendeva di inimmaginabile bellezza.

"Stanno facendo sul serio!" esclamò Lives colpito. "E tu non devi rimanere qui per scoprire come finirà. Addio Lives, e alla prossima, se ci rivedremo. Ricordati della promessa, mi raccomando" disse Byorn. Con un movimento veloce, lanciò il servitore dalla finestra e lo vide sparire nella siepe con un urlo. Urlo che si mischiò con quello di Opal nel corridoio.

Byorn ritornò di corsa da lei, e la trovò a contorcersi per terra dal dolore, mentre il viso e i capelli si ricoprivano lentamente di una strana peluria bianca. "Opal!" esclamò atterrito Byorn mentre si precipitava in suo soccorso. Le labbra della ragazza cercavano di  mimare qualcosa ma senza tanto successo. Byorn le afferrò il viso tentando di rassicurarla in qualche modo, ma si prese un colpo quando la stessa peluria iniziò a comparirgli lungo le mani e sparigli oltre le maniche della camicia, ma sapeva che in quel momento sarebbe cresciuta fino alle spalle e poi fino in viso.

Si staccò violentemente dalla ragazza e cadde sul pavimento, ansimando mentre con l'orribile sensazione di avere centinaia di ragni rampettarli sulla pelle, mordendolo lungo il loro cammino perverso e facendogli deformare e ingrandire la struttura del suo corpo. Per un secondo diede un'occhiata a Opal, che aveva preso una strana forma accovacciata, poi notò con orrore che le sue braccia si stavano tramutando pian piano in delle zampe. "Delle  corte gambe di maiale" si corresse mentalmente.

Atterrò sul pavimento col fianco sinistro, cercando inutilmente di urlare mentre il suo corpo si contorceva, diminuiva e accorciava  in quello di un maiale.

Finalmente quella tortura finì, e Byorn osservò con tristezza l'ormai Opal trasformata nella stessa cosa che era diventato lui, che agitava le gambe per cercare di abituarsi al suo nuovo corpo. Byorn sentì dei passi attutiti avvicinarsi a sé, e alzò lo sguardo verso l'alto.

Arthur lo osservava con un sorriso stampato in volto, mentre Camille lo osservava con fare un po' imbarazzato. A quanto pare non era orgogliosa di quello che aveva appena fatto, e la prova a favore di quella teoria era che evitava esplicitamente di guardarlo negli occhi per troppi secondi consecutivi.

"Guarda qua, l'assassino di mia moglie senza nessuna possibilità di combinare qualcosa. Come ci si sente ad essere inutile, Byorn?" disse Arthur con tono orgoglioso. Sembrava un bambino che aveva appena vinto un pupazzo ad una fiera e che lo mostrava a tutti con fare gioioso . Ma Arthur aveva gli occhi rossi per il pianto mischiato ad  un filo di follia. E in quel momento, Byorn capì che l'uomo era molto differente dallo stesso Arthur che conosceva fino al giorno prima.

Byorn riuscì a dare solo un grugnito come risposta, e Arthur rise. "In bocca al lupo Byorn per i prossimi anni, non ti libererai così facilmente né riuscirai a trovare un qualche modo per rovinare altre famiglie. Resterai bloccato così per sempre, e morirai come un maiale. Sono molto felice per questo sappilo. Almeno Miriam saprà che il suo assassino è stato punito come si deve. Camille, prendi l'altro maiale e portalo con gli altri" disse Arthur con tono secco.

"E poi?" chiese Camille. "E poi cosa?" esclamò Arthur. "E poi cosa facciamo con loro? Li vuoi uccidere?" chiese Camille perplessa. Arthur scosse la testa. "Certo che no. Li porteremo a casa. Almeno li possiamo tenerlo d'occhio" disse prima di andarsene definitivamente. Camille sbuffò demotivata, poi cercò di avvicinarsi ad Opal per afferrarle il collo e portarla via. Ma non aveva preso in conto il potete morso di Byorn, e urlò per il dolore appena né ricevette uno sul polpaccio sinistro.

"Byorn, che fai?!" esclamò inviperita mentre saltellava in giro per il corridoio, tenendosi la gamba ferita con una mano. Byorn non grugnì niente. Si avvicinò solo ad Opal, la sorresse per la spalla mentre quest'ultima trovava l'equilibrio e poi correndo verso l'uscita della villa, iniziando così la loro lunga vita di maiali che sarebbe terminata tra ventiquattro anni esatti.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top