Discussione tra fratelli

"Ragazzi, sono arrivata!" esclamò Kim entrando dalla porta principale della cascina.

Si trovò davanti una Camille dal viso rosso per la rabbia, anche se dalla carnagione scura che aveva assunto e dal taglio di capelli lungo solo da un lato, Kim non riuscì a non pensare a quanto stesse bene con quella forma. "Finalmente, dove sei stata per tutto questo tempo?" chiese Camille con un ringhio.

"Che c'è? Te lo avevo detto che ero fuori per un appuntamento" rispose subito Kim sfacciata. Camille assottigliò le labbra, ma non disse niente appena vide Byorn entrare  dalla porta di ingresso. Si diresse  verso il salotto senza preferire parola, e iniziò a riordinare i Cd in ordine alfabetico.

"Senti Camille, sai dove sono Nath e Oliver?" chiese Kim.  Non sapeva spiegarsi  il malumore della Mutaforma, ma al momento le interessavano più i gemelli che l'umore di Camille. La donna non rispose, e Kim ripetè la domanda con fare seccato. "Sono al piano di sopra. Ma non sperarci troppo di ricevere risposta, Kim: sono spaventati a morte" rispose seria Camille.

"Cavolo, hai scoperto l'acqua calda. Complimenti" rispose scortese la ragazza prima di correre al piano di sopra.  "Non iniziare Kim!"sbottò infastidita la Mutaforma.  Con uno scatto si alzò e si diresse verso la porta d'ingresso, anche se si fermò per un'attimo per guardare Byorn con attenzione.

"Tutto bene Camille?" chiese gentilmente il demone. Al posto di rispondere, la donna sorrise semplicemente. "Prenditi cura di lei, ne ha veramente bisogno" disse prima di uscire dalla casa, decisamente più calma di com'era solo qualche secondo prima. "Prenditi cura di lei? Ma che intende?" pensò perplesso il demone.

Quella domanda rimase senza risposta visto che due bambini si fiondarono giù per le scale e si nascosero tra le sue gambe. "Byorn, fermala te!" esclamò uno dei gemelli. "Fermare chi?" chiese Byorn ancora più confuso. La risposta la ricevette poco dopo, quando Kim spuntò dalle scale, fissando i gemelli con così tanta tristezza nello sguardo che fece stringere in una morsa il cuore di Byorn.

"Qualcuno mi spiega che succede qui?" chiese, cercando almeno di capire il motivo di quella sceneggiata. L'altro gemello, che stringeva il polpaccio sinistro del demone con così tanta forza da fargli male, indicò la sorella con fare tremante. "È entrata in camera per parlarci, ma con la sfuriata di prima non abbiamo tutta questa voglia di parlarle. Puoi dirle qualcosa così parliamo più tardi?" chiese.

Con un singhiozzo improvviso, Kim fece dietrofront e risalì le scale. Un attimo dopo una porta batte e sulla casa cadde il silenzio. I polpacci iniziarono a fargli male, e con un gesto gentile Byorn riuscì a staccare i gemelli e farli sedere sul divano. Con calma si sedette sul tavolino, incrociò le mani sotto il mento e li fissò con fare pacato.

Non ci volle molto prima che i due esplosero, iniziando a gridare frasi a caso e sovrapponendole su quelle del fratello. "Lo sappiamo che abbiamo sbagliato". "Ma di molto". "Di solito Kim non se la prende con noi". "Anzi, ci difende molte volte". "Ed ha un sacco di pazienza". "La sorella di Mark, il mio compagno di flauto elettrico, è molto più antipatica ed egocentrica". "Certe volte Kim si arrabbia, sia per cose gravi sia per non cose così tanto gravi. Come lo spuntino di mezzanotte: Oliver aveva detto che sarebbe stata una buona idea mangiare il salame che c'era in frigo". "Era un idea tua!". "Zitto! Ma quella volta Kim ci aveva scoperti e ci aveva sbraitato contro dicendo che quel salame serviva per il compleanno di mamma per il giorno dopo". "Ma poi la situazione si è risolta perché la sera dopo si è presentata con un nuovo salame, e abbiamo finito quello vecchio in camera sua con un'altro spuntino di mezzanotte". "Che buono". "Ma questa volta era troppo seria". "Non sappiamo come reagire". "Di solito manco ci dice le parolacce". "Com'è possibile?". "Tu sai che è successo?".

Scosso da tutte quella cozzaglia di frasi, Byorn ci mise un po' a capire l'ultima domanda che Oliver/Nath aveva fatto. Si grattò la testa imbarazzato. "In realtà no. Però posso pur sempre chiederlo, se a voi va bene" disse. "Si grazie!" esclamarono subito i due gemelli. "Intanto voi pensate a come rallegrare vostra sorella. Sapete cucinare dei biscotti?" chiese Byorn. "Certo, ma che chi ci hai preso?" chiese Nath/Oliver con tono offeso.

I due bambini si alzarono e rumorosamente si diressero in cucina. "E ora arriva la parte pericolosa della missione: parlare con Kim" pensò Byorn alzandosi dal tavolino. Si ripetè tra sé e sé una  preghiera alla Dea  della Fortuna del popolo demoniaco, poi con uno sbuffo convinto si diresse verso le scale. Avrebbe parlato con Kim, costi quel che costi.

Un leggero colpo alla porta, ma abbastanza forte da far immobilizzare Kim sul posto. Si era tolta il vestito che aveva indossato per l'appuntamento con Pablo, e ora era letteralmente in intimo in mezzo alla stanza a cercare una qualche maglietta da abbinare ai pantaloncini di jeans.

"Chi è?" esclamò. Sinceramente sperava che fosse Camille, almeno non sarebbe così in imbarazzo a farsi vedere in intimo. I gemelli sicuro non erano visto lo spavento di quella mattina, e infatti sbiancò completamente nel sentire la voce di Byorn dall'altra parte della porta. "Kim, tutto bene?" chiese il demone.

"Si, tutto bene! Aspe che mi sto cambiando. Se entri ti uccido!" esclamò in risposta. In tutta fretta si ficcò i pantaloncini di jeans e si mise la prima maglietta che  trovò a portata di mano.  Pescò dei sandali verdi, riprese la borsa che aveva usato per quella mattina e si fiondò ad aprire la porta.

Si ritrovo davanti Byorn, con la mano alzata come se dovesse bussare di nuovo alla porta e con una faccia incuriosita mentre le guardava la maglietta. "Che c'è?" chiese dubbiosa Kim. "Non ho mai sentito nominare un parco Venus. Seriamente hanno delle giraffe?" chiese a sua volta Byorn.

Kim bastò un'occhiata verso il basso per notare il logo del parco Venus e maledirsi: delle giraffe stilizzate in dei recinti, con il fiore Venus che si stagliava al centro. Rise imbarazzata. "Infatti non è molto famoso questo parco, e sinceramente non so se lo zoo è ancora aperto dopo tutti questi anni. Però la prima volta che ci sono andata avevo sei anni, e sinceramente mi era piaciuto un sacco il giardino botanico, oltre al fatto che il fiore che da il nome al parco si trova la dentro" spiegò brevemente.

"E sai dove si trova? Ora sono curioso, vorrei visitarlo" disse Byorn. "In realtà no, però possiamo usare un oggetto utilissimo: Google Maps!" esclamò Kim prendendo il telefono dalla borsa. Aprì l'app e mise nella barra di ricerca Parco Venus. "A quanto pare a piedi ci metti venti minuti. Ti va di andarci ora? Non ho voglia di restare a casa" chiese.  Byorn sorrise. "Mi farebbe molto piacere".

Al piano di sotto Nath e Oliver stavano impastando qualcosa in una ciotola, aggiungendo poi  della farina e dell'acqua. "Che state facendo?" chiese Kim. "Biscotti" rispose Oliver.

"Avete bisogno di aiuto?" chiese Byorn. "Certo che no! Siamo molto autonomi noi due!" esclamò Nathan offeso. Kim rise divertita. "Non preoccuparti, li ho addestrati bene. Comunque, io e Byorn usciamo. Se vedete lo zio avvertitelo di questo. E non distruggete nulla, mi raccomando!" disse Kim.

"Va bene. Addio" ribattè Oliver. "Addio!" esclamò Nathan. Ridendo Kim uscì, imitata da Byorn che palesemente era più rilassato di prima. "Andrà meglio, ne sono sicuro" pensò infatti.

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