Annabelle
La cucina della villa era semplice, socievole e calda. Il pavimento era in piastrelle nere e bianche, con un'isola moderna circondata da elettrodomestici in ottone dalle sfumature arancioni e dorate, provvista anche da scafali color panna. Le pareti erano in legno, avendo un'alta probabilità di andare a fuoco da un momento all'altro. Un misto tra una cucina moderna e quella di Ratatouille in breve.
Kim era seduta sul tavolo, intenta a mangiare dei biscotti da una ciotola di metallo, mentre osservava Byorn cuocere del latte in un pentolino. Aveva appoggiato due tazze di fianco a lui, una decorata finemente in oro e blu lapislazzuli e l'altra più colorata e dalla forma rozza, e con una grossa bottiglia di Campari a finire la composizione. Kim si chiese che cosa volesse fare, visto che fino ad allora non aveva mai sentito di ricetta con latte e Campari.
Il latte finì di cuocersi e il demone lo versò equamente nelle tazze, per poi prenderle insieme alla bottiglia e avvicinarsi al tavolo con fare traballante. "Attento, mi raccomando" disse Kim mentre il demone appoggiava le tazze con attenzione. "Non preoccuparti mia cara, sono bravo in questo" disse Byorn sorridendo. Kim afferrò la tazza colorata, fissò il latte all'interno e annuì. "Ok, niente perdite. Bravo".
Il demone si sedette con fare composto, afferrò uno dei biscotti e se lo mangiò con fare elegante. Kim lo fissò mentre sorseggiava piano la sua tazza di latte, fremendo dalla voglia di porgli una domanda che le era appena venuta in mente. Byorn se ne accorse e appoggiò la propria tazza sul tavolo. "Se vuoi chiedermi qualcosa puoi farlo, mica mi offendo" disse. Kim lo fissò per un momento, poi sbuffò rumorosamente e si decise. "Senti.... ma con drago com'è finita?" chiese. "Quale drago?" chiese Byorn con finta innocenza. In cuor suo sembrò che non volesse affrontare quell'argomento, quasi che se non ne parlasse non sarebbe stato obbligato ad affrontare quel tema spinoso, ma Kim non quel tipo di persona che si arrendeva così facilmente. E Byron era ben conscio di questo, quindi non poté fare altro che arrendersi all'evidenza. "Ma si dai, il drago che ha ucciso Miriam. Che fine ha fatto? Insomma, non può essere scomparso così, no?" chiese Kim.
Byorn iniziò a giocherellare con il tappo del Campari, e Kim si chiese se stesse evitando di rispondere per qualche ragione, ma la risposta uscì dalla labbra del demone con una calma così glaciale da farle paura: "Non lo so". "Come non lo sai?" chiese stupita Kim. "Sai, subito dopo che Miriam è.... morta, il drago è scappato via volando dalla porta e Arthur è spuntato poco dopo, trovando me con Kevin in braccio e con il corpo di Miriam ormai carbonizzato. Giustamente ha dato di matto e mi ha cacciato di casa urlando per la rabbia. Subito dopo sono andato dalla polizia per raccontare cosa fosse successo: la tenete a cui è stato affidato il mio caso sembrava molto convinta della mia innocenza, ma negli ultimi tempi non sono ancora passato in centrale, quindi non so a che punto sono nelle ricerche" spiegò. "Dovresti andarci invece. Fai che l'hanno arrestato e tu non lo sai nemmeno" provò a dire Kim. Il demone non sembrava tanto convinto dalla proposta, quasi stesse valutasse di rimanere deluso del contrario. Kim sospirò. "Meglio ubriacarsi su. Dove tieni i bicchieri?" disse mentre afferrava la bottiglia del Campari.
Byorn non fece nemmeno in tempo a rispondere che il quel momento entrarono nella stanza Rosalya e Erycan. La prima indossava un lungo abito color pesca e dei lunghi guanti bianchi, mentre la seconda indossava un semplice vestito nero. Palesemente Erycan non era felice di vedere Kim, ma la ragazza fece finta di niente.
"Yo ragazze, come va?" chiese con tranquillità. "Tutto bene mia cara. Ho saputo che oggi hai fatto compagnia a Byorn sia al cimitero che nello Specchio dei Ricordi. Ti ha allietata la visita?" chiese Rosalya con fare tranquillo. "Abbastanza bene. Ci stavamo per berci sopra. Volete unirvi?" disse Kim additando la bottiglia. Erycan ridacchio divertita. "Che hai Kim, non puoi vedere qualche ricordo senza ubriacarti? Non sapevo che una come te potesse cadere così tanto in basso" disse malignamente.
Rosalya si accigliò, e Byorn la guardò con fare severo. "Ma cosa stai dicendo Erycan? Ha appena visto il ricordo di quel fatidico giorno. Sai quanto può essere dura per lei nel vedere Miriam morire? " disse con aria grave. "Come se...". Erycan venne subito interrotta da Kim, che con fare tranquillo disse: "Sai, se volessi potrei distruggerti la tua adorata faccia da egocentrica in due secondi netti, ma sai, non sono né in vena né non ho bisogno, visto che tu, stupida petulante che sei, non hai bisogno della mia attenzione. Quindi...". Si alzò dalla sedia, tenendo apposta la suspense per finire per bene la scena, e si diresse verso la porta. Si fermò sulla soglia e si voltò verso la ragazza, sorridendo con tono freddo. "Ci ho ripensato, effettivamente ho qualcosa da dirti: fatti una bella dose di cazzi tuoi".
E con questo Kim uscì dalla cucina, lasciando una Erycan sconvolta e due demoni completamente sbalorditi dalla piega che la conversazione aveva preso.
Attraversando le diverse stradine di Orchidea della Luna che dividevano la villa da casa sua a passo di Running up the hill sparata al massimo delle orecchie, Kim osservava le vetrine dei negozi di fianco a lei con fare stanco ma altezzoso. La scena di poco prima era ancora impressa nella sua mente, e la faccia di Erycan era stato uno spettacolo meraviglioso. Kim era diventata un mostro ad avere la lingua affilata, e compensando con la sua forza fisica, non si doveva prendere contropiede o pensare che fosse solo una stupida ragazzina di diciannovenne anni. Si stupiva che Erycan non l'avesse ancora capito, ma a quanto pare era così impianta nel prenderla in giro convinta della sua superiorità che non rifletteva più del dovuto.
Si fermò davanti ad uno dei suoi negozio di dischi preferito della città, osservando con curiosità i vecchi dischi che si usavano tanti anni prima per ascoltare la musica. Aveva sempre adorato le cose dei secoli precedenti perché li trovava nettamente interessanti alle cose di adesso: quella passione doveva esserle nata quando aveva letto Anna Karenina in prima elementare, quando, un pomeriggio piovoso, era entrata nella biblioteca comunale della sua città e aveva deciso di avventurarsi negli scaffali per adulti.
Quel giorno, se lo ricordava come se fosse ieri, aveva sentito il richiamo del libro "chiamarla", e aveva passato l'ora successiva a divorarne il contenuto con enfasi. Quando la madre l'aveva trovata su una delle vecchie poltrone della biblioteca con gli occhi che brillavano e il sorriso sul volto, Mary aveva capito che piega avrebbe preso la vita della figlia. E in quel momento, la piccola Kim, con la testa confusa per tutti quei termini strani e antiquariati del libro, aveva deciso che avrebbe disegnato vestiti per creare una favola come quel libro per adulti che aveva appena finito di leggere.
A ripensarci, Kim ridacchiò mentalmente per l'ingenuità della sua piccola sé, visto la complessità di quella che credeva fosse una favola per grandi, ma da quel giorno si era così tanto appassionata alle cose antiche e che usava la nobiltà nel corso dei secoli che aveva segnato per sempre quello che avrebbe fatto in futuro e anche un tratto della sua personalità.
"In effetti, chissà se Byorn ha un grammofono da qualche parte. Mi sembra proprio il tipo che ascolta la musica da un grammofono" pensò con un improvvisa curiosità. E con la stessa immediatezza si immagino il demone, vestito con panciotto e pantaloni pesanti, ad ascoltare musica classica da un giradischi alla luce di un camino acceso. Kim annuì convinta, come per valutare nella sua testa la veridicità della sua visione, poi si girò per dirigersi verso casa, ritrovandosi però Byorn a pochi centimetri da lei.
Per poco non lanciò un urlo per lo spavento, ma per reazione si tolse le cuffie con uno scatto. "Che cazzo ci fai qui?!" urlò per la paura. Alcune persone si voltarono verso lo strano duo, ma la ragazza non li calcolo di striscio. "Ti stavo seguendo per parlarti di quello che era successo poco fa" disse Byorn alzando le mani anche lui per lo spavento. Kim si appoggiò al muro per prendere fiato, non riuscendo a pensare al famoso detto: "quando parli del diavolo gli spuntando le corna". E parlando di Byorn, la citazione non poteva essere più azzeccata di così.
"Se é per Erycan, serviva che qualcuno la rimettere al suo posto. Sta prendendo troppe libertà per essere un membro di una corte, non credi?" chiese Kim, rendendosi conto che stava usando un tono un po' troppo perfido perfino per i suoi standard. Ma che le stava succedendo? "Lasciala stare, Kim, Erycan non ha niente. Solo che... forse ti considera una minaccia, tutto qui" provò a dire Byorn. "Io una minaccia? Semmai dovrebbe essere il contrario" ribattè Kim con tono lamentoso. Il viso di Byorn si incupì e Kim sospirò. Tutta la soddisfazione di prima stava lentamente scivolando via, lasciando al suo posto delle sensazioni molto più cupe che Kim non riusciva neanche a descrivere.
Sapeva però che sarebbe successo qualcosa a livello visivo, infatti i colori brillanti della città iniziarono pian piano ad incupirsi, cosa che fece diventare ancora più opprimente l'aria tranquilla o la parlantina allegra dei passanti. "Ecco, sta succedendo di nuovo" pensò Kim. Sentiva le gambe pensanti e il petto pervaso dalla tristezza, e pian piano si abbandonò a quel sentimento. Anna Kakenina, Byorn che ascoltava musica da un grammofono o i suoi futuri progetti persero di significato, lasciando dietro di sé un senso di oppressione e inadeguatezza.
Lentamente Kim si staccò dal muro e lentamente superò Byorn per dirigersi verso casa. "Kim? Kim aspettami" disse il demone. La ragazza sentì i suoi passi dietro di lei, ma non provò neanche a fermarsi. Certe volte, quando non riusciva a farsi valere in qualche modo o pensava a cose troppo complicate e profonde, quella strana sensazione di sconforto la prendeva per qualche minuto, scomparendo con l'aiuto e l'affetto dei suoi cari. Ma quella volta Mary non c'era, Arthur era troppo lontano così come i gemelli.
Aveva solo bisogno di piangere, ma non poteva farlo in una strada trafficata. O forse non voleva davanti a Byorn, non c'era così grande differenza.
"Ehi Byorn, forse dovevamo bere il Campari, sai?" disse. "Non dovresti bere. Hai un colorito strano. Ti porto subito a casa così potrai riprenderti a dovere" disse Byorn con un'ottimo tono da mamma chioccia. "Quale casa? Questa qui o quella della mia vecchia vita?" disse con tono stanco Kim. Il demone non replicò, ma con fare esitante le prese la mano. "Sai, non ti dirò il solito discorso sul fatto che ci sono nel caso hai bisogno di parlare, ma sai, se hai bisogno di superare qualsiasi aspetto del tuo trauma posso aiutarti eccome" disse. "Ma come fai ad andare avanti dopo quello c'è è successo a Miriam? Come ci riesci?" chiese di botto.
Ecco, l'aveva detto. Aveva appena posto la domanda che voleva chiedere ma che non era riuscita a dire per la sua paura di ferire Byorn in qualche modo. Ma in quel momento non le interessava, voleva solo sapere come ci riuscisse. "In realtà non lo neanche superata la sua morte. Mi sento responsabile di avere ucciso una delle persone a cui volevo bene in uno dei modi più orribili ed immaginabili che esistono in questo mondo, ed è solo colpa mia" rispose il demone.
Kim non si aspettava quella risposta così sincera e diretta, e provò ancora più tristezza di quanto non provava già. Ma a salvarla dal quell orribile sensazione fu una bambola. Una bambola di porcellana, con un lungo vestito verde, che la guardava con i suoi occhi blu spenti .
"Guarda Byorn, c'è Annabelle" disse additandola. "Annabelle? E chi è?" chiese Byorn perplesso. "E la cattiva di un film horror, è molto famosa sai?" Spiegò Kim. Non si era minimamente accorta di essere arrivata davanti ad un piccolo negozio di bambole costruite a mano, anche se ci evitava di passarci davanti per il suo innato terrore per i piccoli oggetti. La maggior parte però, non erano per niente strane o spaventose, visto che il materiale principale che veniva usato era la pezza e stoffa colorata, ma le poche bambole che erano state costruite con la porcellana le rendeva molto inquietanti e spettrali.
"Mi raccomando Byorn, se la notte vuoi dormire tranquillo senza il terrore opprimente di essere sgozzato da una bambola... evita le bambole di ceramica. Fidati" disse Kim prima di andarsene teatralmente. E Byorn, inconscio del pericolo del suo folle gesto, entrò nel negozio per uscirne poco dopo con un sacchetto.
Trovò Kim più avanti, seduta ad un tavolino di un piccolo bar intenta a mangiare dei dolcetti alla menta. Prima che i due potessero salutarsi a vicenda, lo sguardo di lei si posò sul sacchetto che teneva in mano Byorn, lesse la marca e aggrottò le sopracciglia. "Da quando ti piacciono le bambole?" chiese. "Da quando le bambole non vengono considerate delle assassine seriali" disse il demone sedendosi su una sedia libera. Tolse l'oggetto in questione dal sacchetto, aprì l'involucro e mostrò a Kim una bambola di ceramica, alta cinquanta centimetri, coperta da un lungo abito viola e con degli occhi di un bel castano scuro, il tutto incorniciata da dei folti capelli biondi e da un piccolo fiocco lilla. Il sorriso di Kim si ghiaccio immediatamente, e lentamente alzò lo sguardo verso di lui. "Ma allora ti vuoi male davvero" disse con calma. "Eddai Kim, sii realista. Non può succedere veramente che una bambola decida di ammazzare i proprietari. Non è stato mai confermato, e mai succederà" affermò con calma.
"Stasera ci guarderemo Annabelle. A casa tua, alle venti in punto. E prepara le coperte che serviranno" disse Kim con calma. Finì di mangiare i dolci, né porse l'ultimo a Byorn, si alzò e fece per andarsene, per poi ripensarci e voltarsi verso di lui. "Tu non hai un seminterrato pieno di cose maledette o infestate vero?" chiese. "Ho solo una soffitta, ma è piena di oggetti che non uso e cose varie. Perché?" chiese Byorn sbalordito. "Non hai visto Annabelle 3. E mi raccomando, ricordati le coperte!" gridò Kim prima di avviarsi definitivamente verso casa sua.
"E grazie di avermi aiutato anche con la mia crisi, sei stato veramente d'aiuto. E anche di avermi raccontato la verità" pensò solo, rimettendosi le cuffie alle orecchie e mettendo a tutto volume Drag me Down dei One Direction.
Erano passare diverse ore da quando Kim aveva abbandonato Byorn per andare ad affittare Annabelle al negozio A Tutto Film. Negli ultimi anni aveva sempre preso i film lì, tra cui tutta la saga di Jurassic Park per placare la fame dei gemelli in fatto di dinosauri, ed era anche il posto per fare iniziare la carriera horror per un demone. Un classico.
"Kim, perché non possiamo venire anche noi? Guarda che siamo abbastanza grandi per un film horror" disse Oliver con fare fiero. I tre fratelli si trovavano in soggiorno, dove Kim stava finendo di allacciarsi le scarpe sul divano, con i gemelli che osservavano in modo avido la copertina del Cd di Annabelle. "Mi dispiace, ma se venite sicuro non dormirete fino alla prossima settimana, e sinceramente non voglio. Insomma, cosa abbiamo detto sui film horror?" chiese Kim. I due bambini sospirarono e iniziarono a recitare insieme il ritornello che conoscevano ormai da anni: "Finché non abbiamo vent'anni e non dormiremmo in una camera senza l'armadio davanti al letto, niente horror". "Ecco bravi" disse Kim sorridendo.
Si alzò e si sistemò un'attimo il vestito giallo limone che aveva deciso di indossare per l'occasione. "Che né dite, sto bene?" chiese con fare orgoglioso. "Certo Kim, anche se non credo che riuscirà a salvarti da una bambola assetata di sangue. Ma noi sì" rispose Nath. Kim lo fissò per tre lunghi secondi, e il bambino, sentendosi in soggezione, si lasciò cadere dal bracciolo del divano su cui si era mollemente appoggiato e scomparve in cucina.
"Senti Kim, ma quale è stato il tuo primo film horror?" chiese Oliver. "Vuoi proprio saperlo?" chiese Kim con un sorriso malizioso in viso. Oliver iniziò ad annuire così veloce che la ragazza temette che la testa gli sarebbe volata via, reclamata dalla forza di gravità. Per fortuna non successe e Kim poté raccontare la sua storia con tranquillità. "Allora, primo anno delle medie. Io e la mia amica di allora, Samanta, decidiamo letteralmente di non obbedire a mamma e a papà la notte di halloween: nessun film horror, solo dolcetto e scherzetto. Le uniche cose di vagamente horror che potevano vedere i bambini piccoli come noi erano Scooby-Doo, Leone Cane fifone o gli speciali dei nostri programmi preferiti: ma quella fatidica sera d'ottobre, io, Samanta e la sorella di Samanta decidiamo di passare tutta la serata al femminile a guardarci " The Ring". Casa buia. Niente genitori, che ingenuamente pensavano che avremmo visto un qualche cartone a tema halloween. Zucca di halloween messa strategicamente sul tavolo illuminata da una candela. Tutte gasate facciamo partire il film.... E lo finimmo tranquillamente" .
"Come con tranquillità? Pensavo che sareste morte di paura!" esclamò stupito Oliver. "E invece no. Ringrazia Samanta per la serata per il film, mi diressi a casa mangiando delle caramelle che le due mi aveva prontamente regalato insieme ad un sacchetto di Starbucks, e andai a letto a dormire... Beh, non proprio a dormire, visto che mi ripresi solo a gennaio inoltrato" disse Kim allargando gli occhi con fare melodrammatico. Oliver scoppiò a ridere, cadendo quasi dal divano, ma cercò di ricomporsi respirando a fondo.
"Ora devo andare, ma ti avverto: se racconti questa storia a qualcuno, specialmente a mamma... niente paghetta. Per tutta l'estate" disse Kim con finto tono serio. "Devo avere paura?" chiese Oliver. "E certo, sono tua sorella. Ci vediamo!" esclamò Kim uscendo dalla porta d'entrata. Oliver aspettò ancora qualche secondo prima di cadere sul divano per continuare a ridere per la storia della sorella.
Kim suonò il campanello e venne ad aprirle Caryn. Dall'ultima volta che l'aveva vista in spiaggia si era cambiata di outfit e ora indossava un corto vestito verde e bianco, che si abbinava perfettamente ai suoi capelli. Teneva in mano una scatola del Cluedo già aperta, e notando lo sguardo confuso di Kim, rispose con: "Ci stavamo giocando poco fa".
"Purtroppo ora vi farò vedere un film horror. Non ti spaventi facilmente vero?" chiese Kim sorridendo. "Vediamo che tipo di film è" ribattè Caryn con tono orgoglioso. Per questo a Kim la demone piaceva: assomigliava a lei, e sicuramente non avrebbe mai ammesso di aver paura fino a quando non avrebbe finito il film. Sorridendo maliziosamente, Kim seguì Caryn all'interno del salotto, posto in cui non aveva mai messo piede e curiosa come non mai di vederlo e di viverlo. Pieno di mobili ricchi ma antichi, il salotto aveva lo stesso pavimento e parete della cucina, ma con un'aria diversa, più vissuta quasi. Le alte finestre erano coperte da delle tende dorate dai ricami preziosi, e lungo le pareti le librerie ospitavano numerosi tomi dall'aspetto regale e antico.
Seduti su un divano marrone Byorn e il resto della corte cercavano di far funzionare una nuova Tv ma senza successo. Kim sorrise divertita, ma per non farsi notare si avvicinò con la faccia più innocente che potesse avere. "Tutto bene? Volete un aiuto?" chiese. "Si, certo!" esclamò Opal lanciandole di getto il telecomando. Kim lo afferrò in tempo e guardò perplessa il demone. "Ti sei offerta di aiutarmi no?" disse lei come se fosse una risposta del tutto ovvia. Il resto del gruppo ridacchiò divertita, e Pearl tirò una leggera pacca alla sorella come rimprovero. Byorn sorrise in direzione delle due sorelle, poi il suo sorriso si allargò appena vide Kim irrigidirsi per la bambola che prontamente aveva appoggiato ad una delle spalliere del divano. "Che stronzo" pensò Kim.
"Onesta?" rispose in direzione di Opal. Si avvicinò al televisore e inserì il cd nel videoregistratore, poi schiacciando i vari tasti del telecomando con fare esperto fece partire il film. Fece in tempo a correre verso il divano e a buttarsi in posto libero prima che la prima sequenza di Annabelle iniziasse, e sorrise perfidamente tra sé e sé.
"Buona visione!" esclamò solo, ricevendo solo dei ringraziamenti dalle ingenue ragazze. Byorn fu l'unico a guardarla con fare interrogativo. Kim fece finta di niente e iniziò a guardare il film. Sarebbe stato molto divertente. Molto, molto divertente.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top