Capitolo 2: FUORI DA OGNI REALTA'

Mettere da parte i sogni da ragazzina è crescere, ma anche perdere un pezzettino importante di se stesse. Quello che ti fa ancora pulsare il sangue nelle vene e capire che sei viva. E allora scopri che non è mai troppo tardi per tornare a crederci ancora, in quei sogni. Non è mai troppo tardi per ripescare sentimenti mai spenti.

Quando Federico arriva in città, lo fa su un auto dai vetri oscurati. Siamo in pausa e la maggior parte degli studenti affolla la piazzetta antistante la facoltà. Lo vedo scendere con disinvoltura, seguito da Benjamin. Resto a debita distanza, in compagnia di Diana, che sta mangiando il suo panino.

"E' lui" sussurro.

A breve, la folla si raduna intorno ai ragazzi e io non riesco a vedere più niente, così mi avvicino, aspettandomi una ramanzina da parte di Diana, ma lei è stranamente in silenzio. 

"Tutto bene?" cerco di individuare cosa stia fissando con tanta intensità. Quando capisco che si tratta di Benjamin, sulle labbra mi spunta un sorrisetto. Lei arrossisce e il panino le scivola, spiaccicandosi a terra.

"Non credevo che fosse così carino dal vivo" si giustifica.

"Sei ancora convinta di non andare più alla festa?"

Diana si aggiusta la frangetta, in evidente imbarazzo. "Quei ragazzi non guarderanno mai due come noi..." sostiene.

"Probabile, ma io ho una carta da giocare...Federico!" le faccio occhiolino.

Voglio riprendermi in mano il mio sogno. Voglio non essere adulta, ma adolescente. Indietro nel tempo, senza pensarci oltre.

Diana mi segue. Tra colpo di fulmine e scetticismo ci intrufoliamo nella mischia.
Avere Federico a un passo mi fa salire i battiti a mille, è come se non fosse cambiato niente, come se fossi ancora una liceale dagli ormoni impazziti. I suoi occhi azzurri, dolci e da bambino mi sciolgono il sangue nelle vene. Prendo tutto il coraggio che ho e gli afferro la manica della felpa. La sua attenzione si sofferma sul mio gesto, poi i nostri sguardi si incontrano. E' un attimo, ma è così intenso da sembrare un'ora, un giorno o una settimana.

"Ciao-ciao Fede..."

Alcune ragazze mi spintonano, ma io sono in un limbo tutto mio, paradisiaco o infernale, dipende dai punti di vista. Federico allunga le labbra in un sorriso e io mi ci incanto perchè sono la morbidezza assoluta. Purtroppo, la sintonia di questo istante viene brutalmente e drasticamente interrotta.

"Federico Rossi, piacere di conoscerti! Sono Samanta Bruni, madrina e organizzatrice dell'evento" parla la ragazza Barbie, mettendosi in mezzo.

Federico sposta la sua attenzione da me a lei. Mi sento immancabilmente persa in una spirale fatta di vuoto e caos allo stesso tempo.
Samanta, con l'abiltà di una capo branco, prende Federico sotto braccio e lo trascina via.

"Fede, aspetta..." La mia voce è un sussurro, ma lui si volta lo stesso, indeciso se proseguire o tornare indietro.

Samanta mi fulmina. I suoi occhi mi dicono in modo esplicito che devo stare al mio posto, ma io non lo faccio. Non questa volta.

"Fede, so che non ci siamo mai rivolti parola, ma noi ci conosciamo già, abbiamo trascorso viaggi mattutini interminabili, ricordi? Io sono la ragazza del pullman, io sono..."

"Tu sei soltanto una sfigata e ora, per favore, fatti da parte che devo accompaganare Federico e Benjamin al loro hotel" interviene Samanta. "Scusala, Federico, è una povera incompresa..."

Il mio stomaco si stringe come una spugna.
Mi guardo intorno, cercando gli occhi rassicuranti di Diana, ma non li vedo perchè lei è semplicemente travolta dal subbuglio delle fan, allora torno a Federico e Samanta che se ne stanno andando a braccetto.

"Fede!" urlo, sopra le mille voci.
Lui si volta. I miei occhi si spalancano nei suoi, supplicandoli di ritornare a quei momenti di quotidianeità indimenticabile.

"Scusa, ma...io non ti ho mai vista prima" risponde, facendo spallucce.

Samanta gongola, mentre il mio sorriso si rabbuia. Improvvisamente mi sembra di essere fuori dal mondo, fuori dal tempo, fuori da ogni realtà. Diana mi raggiunge, mi porta lontano dal chiasso e dall'amarezza di questo momento.
Mi porta via da Federico.
E dal mio sogno appena infranto.

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