Capitolo 1: BUONA FORTUNA

"Ehi, Marty, vuoi uno strappo?" Diana cerca dentro la borsa le chiavi dell'auto.

Ci penso sù e decido di accettare. Non facciamo in tempo a partire che una tipa ci spiattella sul vetro un volantino.

"Ma guarda tu questa! Maleducata!"

Le imprecazioni della mia amica si perdono nell'abitacolo, mentre il mio sguardo resta incollato all'immagine piombataci improvvisamente davanti.

Diana abbassa il finestrino e si allunga sul vetro, lottando contro i tergicristalli per tirare via il foglio. "Marty, ma che fai, non mi dai una mano?" protesta.

Io non mi muovo. Sono pietrificata e ho la testa che cerca di elaborare quello che gli occhi hanno appena visto. Federico Rossi.
Federico Rossi in concerto per la nostra Università.

"Ma che c'hai?" Diana torna a sedersi, scrutandomi con sospetto.

Io apro e chiudo la bocca, niente più.

"Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma" solleva le sopracciglia.

"Più o meno"

Il mio sguardo è catapultato sul volantino che Diana adesso tiene tra le mani; il volto di Federico, pulito, bello come il sole, i suoi occhi chiari e i suoi capelli biondi con quel ciuffo lungo. Deglutisco e cerco di calmarmi.

"Cosa c'è di così interessante in questo foglietto?" Lo rigira tra le mani.

Chiudo gli occhi, prendo un bel respiro e ritorno me stessa, o quasi.

"Una notte di San Valentino con Benji e Fede" leggo.

Diana scoppia a ridere. "Da quando ti interessano simili eventi spazzatura?"

"Lo conosco" spezzo fin da subito la sua reticenza. "Io e Fede abbiamo preso lo stesso autobus per tutto il ginnasio"

"E allora?" Diana mette in moto, immettendosi in carreggiata.

"E allora andremo alla festa"

"Marty, ma che hai perso la testa?" inchioda, facendomi sbalzare in avanti. Qualcuno suona il clacson e lei lo manda al diavolo.

"No, affatto" Non riesco a scollare lo sguardo dal sorriso stampato di Federico. Non riesco a non pensare a quanto tempo sia passato dall'ultima volta che l'ho visto e che l'ho avuto vicino.

"Ci sarà sempre la solita gente tirata a morte, ma che ti importa di uno che conoscevi soltanto di vista?"

"È vero non ci siamo mai parlati, ma lui sedeva vicino a me ogni mattina con gli occhi assonnati e la musica a palla nelle orecchie..."

Diana riprende a guidare, senza dare troppo peso alle mie parole. Forse dovrei aggiungere che non era soltanto un compagno di viaggio, ma l'amore segreto che non sono mai riuscita a confessare. L'unica cosa che mi faceva alzare da letto senza la voglia di ricoprirmi la testa e tornare a dormire; l'aspettativa di sedermi e attendere trepidante che si posizionasse al mio fianco, anche se molti altri sedili erano liberi. Poi, un giorno, quella musica che pareva tanto amare l'ha portato alla gloria. E' diventato famoso, mentre io sono rimasta la stessa ragazza insignificante e priva di gusto.

Il semaforo rosso fa sì che Diana sia costretta a fermarsi. "E cosa ci sarebbe scritto di preciso in quella locandina?"

"Benji e Fede inviteranno una ragazza ciascuno ad uscire per la serata di San Valentino, la sceglieranno alla festa, durante il loro concerto" spiego.

"E tu pensi che Federico sceglierà te? Hai visto che genere di ragazze ci sono nella nostra facoltà?" mi ricorda Diana, alludendo a Samanta e le sue simili.

Improvvisamente, l'euforia di poco fa mi abbandona.

"Dimenticati quella festa, dimenticati il bel biondino!" sospira lei.

Scatta il verde. Piego il foglio e lo infilo in tasca. Diana ha ragione.
A volte è meglio lasciare i sogni come tali, perché la realtà rischia soltanto di distruggerli e di distruggerti.

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